La Donna
by Lorenzo de Ferrariis
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La donna, un essere umano uguale agli uomini, che differisce solo per il sesso. Nonostante sia così, scientificamente e apparentemente, la donna nella storia è stata sempre vittima di discriminazioni da parte degli uomini, che la governano e la abusano come generali nelle trincee, facendola sentire inferiore, valorizzando solo la bellezza esteriore e non l’intelligenza, che dentro il loro rotondo corpo vuole essere messa in mostra. Esse sono state e molto spesso tutt’ora, sono vittime di uno stereotipo, che le ha accompagnate nei secoli, imponendogli dei ruoli: badare ai figli, alla casa e al marito; rimanendo nell’ignoranza non potendo frequentare le scuole. Le ingiustizie che esse subivano sono strazianti e inenarrabili, purtroppo però qualche segno di esse non è rimasto scolpito sui libri di storia e ancora li riscontriamo nel 2021. Giusto per elencarne qualcuno: non potevano lavorare, partecipare alla vita politica o anche ragionare con la propria testa, infatti eseguire gli ordini era l’unica cosa che contava e guai alle disobbedienze; sposarsi era l’unica cosa che contava, bensì rimanere nubile era considerato ripugnante e chi lo era, era considerata vittima di una cattiva sorte, venendo allontanata e non più considerata, spesso anche dai propri genitori e familiari, essa poi non potendo tramandare il proprio cognome ai suoi prossimi figli avere solo figlie femmine era una disgrazia e a chi capitava era definita incapace di fare figli maschi e molte volte si finiva o a continuare a fare altri figli finché non capitava un nascituro maschio o direttamente divorziare, un altro atto considerato vergognoso dalla popolazione. Le varie religioni poi hanno tramandato alcune tradizioni che nocquero sia alla salute che alla dignità della donna, come nella religione Islam, dove le donne sono costrette a vestire un velo che copre il volto lasciando scoperti solo gli occhi.
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Nella storia la donna, però ha lottato per eliminare tutte le discriminazioni che la riguardavano provando a conquistare la parità di genere. I primi segni di rivolta sono apparsi nel 1315 da parte di una veneziana “Christine De Pizan” poi nel 1791 “Olympe De Gouges” scrisse una dichiarazione per i diritti del cittadino includendo le donne e poi “Emmeline Parkours” che istituì nel 1897 il movimento delle suffragette. In ambito lavorativo per le donne cambiò qualcosa solo durante la 1° e la 2° rivoluzione industriale, dove le donne incominciarono a lavorare nelle fabbriche, con però salari inferiori a quelli degli uomini. Mentre ci volle il dopoguerra della 1° guerra mondiale, per avere la 1° nazione a concedere il diritto di voto alle donne, essa fu l’Inghilterra, la più colpita dalla rivoluzione industriale e dalle rivolte popolari, per i diritti delle donne. In Italia invece ci volle il 2 Giugno 1946, esso fu il primo referendum che permetteva alle donne di esprimere il loro giudizio. La vera rivoluzione lavorativa per le donne ci fu durante la seconda guerra mondiale, il primo conflitto dove i combattenti non erano solo i soldati, ma venivano arruolati anche tutti gli uomini dai 16anni in su fino ai circa 60anni. Si necessitavano armi e viveri e non c’erano uomini per produrli, ed è qui che la donna entrò in gioco dimostrando le proprie capacità. Quindi man mano occupò posizioni nella società, conquistando lavori diversi da quelli in fabbrica, però qualche volta i salari rimasero inferiori e soprattutto si incominciarono a fare distinzioni fra lavori femminili e maschili, per esempio per una donna era più consigliato fare la professoressa di Italiano che la prof di matematica, perché le materie scientifiche erano considerate maschili, come quelle politiche o anche il lavoro da letterato.
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Una che però si è distaccata da questo pensiero diventando una formidabile scienziata è stata Rosalind Franklin che ha contribuito a scoprire quale fosse la struttura dei cromosomi, responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari, insieme a Maurice Wilkins e nel 1962 gli fu attribuito il premio Nobel. Poi gli studi furono completati da James Watson e Francis Crick, arrivando alla conclusione che è formato da acido desossiribonucleico o comunemente chiamato DNA; il DNA è formato dai nucleotidi che sono formati da un fosfato, uno zucchero (desossiribosio) e una base azotata (adenina, timina, guanina, citosina). Esso ha una forma a doppia elica dove i filamenti al contorno sono formati da zucchero e fosfato, mentre al centro abbiamo l’unione di tre nucleotidi da una parte e tre dall’altra che si uniscono fra di loro tramite le basi azotate, le combinazioni sono uniche, l’adenina combacia solo con la timina e la guanina solo con la citosina. Il DNA è capace di duplicarsi e sintetizzare le proteine. Un’altra donna che si è distaccata dagli schemi è stata Elsa Morante, la prima letterata donna nella storia, che ha dovuto scalpitare per mantenere la sua posizione, essa fu la prima donna a ricevere il premio strega. Essa incominciò la sua carriera accanto Alberto Moravia suo marito con cui per esempio ha scritto il racconto “alibi” e scoprì anche una devozione per il favoloso e il bello, poi con molte difficoltà si distaccò da lui, scrivendo la sua maggiore opera, “La storia”. Essa sostiene che la storia (non intesa la sua opera) è vista con gli occhi degli umili come qualcosa di estraneo e feroce, per tutti i conflitti che essa ha portato avanti.
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La situazione oggi, non si può dire la stessa che nel passato, ora alle donne è permesso tutto quello che prima non poteva fare, come votare o essere per esempio un magistrato, ma noi tutt’ora ricordiamo l’8 marzo come giornata internazionale delle donne perché, la vita della donna non è cambiata definitivamente, infatti numerosi femminicidi avvengono tutti i giorni, perché non per tutti la donna è emancipata nella società, mantenendo gli stessi stereotipi di prima, venendo abusata. Per esempio molte volte si preferisce un lavoratore uomo anzicché donna o un medico uomo anzicché donna. Molte volte si accordano con i datori di lavoro dei contratti molto ambigui, bensì la legge dice che una donna durante il periodo di gravidanza ha il diritto di non lavorare e non essere licenziata, costringendo il datore di lavoro a pagare lei più un sostituto, per evitare questo spesso le donne pur di lavorare stipulano dei contratti dove se in caso dovesse avere un bambino si deve auto licenziare prima di entrare nel periodo di gravidanza. Imparando tutto quello che sto scrivendo, sono rimasto indignato di quanto possa essere stupido il cervello umano da sostenere queste assurdità, l’uomo può essere brillante come inetto e ignorante capace di fare l’impensabile. In alcune regioni del mondo ancora si sostengono queste idee, infatti in questo ambito sono indietro di circa 50 anni. Questa è una guerra che la popolazione femminile dovrà vincere, avendo un mondo dove regna l’uguaglianza.
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Published: Mar 14, 2021
Latest Revision: Mar 14, 2021
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