Le avventure marinaresche di Mastro Catrame

by Marco Lullo

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Le avventure marinaresche di Mastro Catrame

  • Joined Apr 2021
  • Published Books 1

Le Novelle Marinaresche di Mastro Catrame

DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PERSONAGGIO PRINCIPALE

Mastro Catrame era un vecchio Marinaio il cui vero nome nessuno conosceva e neanche l’età che aveva, perché tutti lo avevano conosciuto sempre vecchio, egli aveva un barba bianca, i capelli radi, un viso rugoso, denti lungi e gialli, però nessuno sapeva perché camminava storto come un gambero, era un marinaio spaventato, avarissimo di parole, molto superstizioso della terraferma infatti lui ha sempre vissuto in mare sin da quando era un ragazzo, si diceva che il sole gli faceva male e che non poteva vivere lontano dall’odore del catrame per questo ha quel nome. Nessuno lo aveva mai visto scendere da un porto e quando si avvicinava alla terraferma si andava a rintanare nella cava della nave e chi provava a portarlo via da là Mastro catrame, grazie alle sue grandi mani  che parevano di ferro, le tirava contro le spalle di quei marinai così che nessuno lo veniva più a disturbare. Mastro catrame se ne stava là quando la nave era vicina alla terraferma ma appena si ritornava in alto mare lui usciva dal suo buco per andare a comandare i marinai sul ponte, infatti si diceva che quando si avvicinava alla terraferma invecchiava e quando si ritorno in mare alto ringiovaniva e per questo che si dice che fosse uno spirito del mare. Una sera come le altre Mastro catrame però aveva bevuto un pò troppo così fu richiamato dal capitano e gli fu ordito di raccontare per 12 sere le storie spaventose di mare a cui ormai credevano solo i vecchi marinai come lui.

 

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RIASSUNTO DETTAGLIATO DEL LIBRO 

LE 3 NOVELLE PIU’ BELLE DI MASTRO CATRAME.

IL VASCELLO MALEDETTO

Giunse la prima sera e Mastro catrame si sedette sul suo barilotto, e appena tutti i marinai arrivarono ad ascoltarlo iniziò a raccontare. Appena ebbe silenzio di tutti e appena bevette il suo bicchierone di ciprio iniziò a raccontare. Disse che apparteneva ad una popolazione ormai vecchia in cui si credeva alle leggende paurose del mare, streghe, il Re del mare Nettuno, folletti, sirene, vascelli fantasmi e tantissime altre storie spaventose. Mastro catrame si trovava su un vascello con un capitano che non temeva né il Diavolo né Dio soprannominato Caronte, e di notte si sentivano molti rumori provenire dalla cava. Ogni giorno da quel giorno succedettero cose davvero brutte, diversi morti e soprattutto una cosa, arrivo un uccello nero che porta la sventura che si diceva avvertire di qualcosa di oscuro ma il capitano come L’Olandese maledetto volle scontrare il destino. Una notte ci fu una tempesta gigantesca con onde altissime e nuvole più nere della notte e tra le onde si vedette la procellaria, quell’uccello nero, e si diceva che portava tantissima sciagura come ho detto prima, fece 3 giri intorno al capitano e scomparve in mezzo alle onde. Un marinaio prese con se una croce di Gesù per pregare, ma il Caronte buttò immediatamente la croce in mare e dopo un fortissimo lampo cademmo tutti sul ponte e quando ci rialzammo vedemmo il Caronte morto, era stato colpito da un fulmine. Girammo lo sguardo e tra una luce sanguigna un vascello tutto nero con vele nere, era il vascello maledetto dell’Olandese che veniva a prendere l’anima del Caronte e tutti sappiamo che fine fa chi va sul vascello fantasma, dovette marinare per l’eternità tra quelle acque. Ma dopo la storia il capitano fece di tutto per far capire anche a Mastro Catrame che era una semplice storia inventata da egli o da qualche marinaio vecchio come Mastro, ma egli continuò a crederci e cosi continuò a fare.

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 I FUOCHI MISTERIOSI

Come ogni sera, Mastro Catrame, prese il suo barile e si sedette sopra, dopo aver caricato la pipa e soffiato il naso. I marinai si erano stancati sempre delle solite leggende così il Mastro cambiò rotta. E chiese se avessero mai veduto dei fuochi in mezzo alle onde e nessuno gli rispose perché del fuoco in mezzo all’acqua era impossibile e ci sono tante dicerie su quel che possano essere, tra possibilità scientifiche e tra possibilità superstiziose. Il Mastro in quel tempo stava presso una nave olandese il cui nome non si ricorda e quella nave era predestinata a finire male e soprattutto sembrava che volle ritornare nel fondo del mare, scricchiolava più delle altre e dondolava più delle altre e si diceva che questa nave affondò quando vide un fuoco in mezzo alla onde. I marinai che stavano in guardia la notte appena si vedeva una piccola luce andavano a svegliare tutti e si diceva che quella nave era maledetta, si diceva che la nave avesse un’anima, sembrava che qualche mostro a volte colpiva il fondo della nave. Calò la notte senza luna e senza stelle e con il mare color inchiostro, se si notavano bene le onde si vedeva qualche bagliore ma nessun fuoco in vista, dopo un pò un marinaio chiamò Catramo dicendogli di sentire attentamente e sembrava che qualcuna avesse tirato una botta alla prua, andò a vedere se gli schiavi dormivano e quando risalì sul ponte senti altre 3 botte ma non capiva il perché ma la nave scricchiolava ancora più di prima e dopo poco ancora 3 colpi sempre più forti, dopo un’attimo un grido immenso sulla prua e andando a vedere in mezzo al mare si vide una fiamma che splendeva quando il sole e pensarono tutti che oramai erano perduti, i marinai e Catrame erano inchiodati su quella luce ma una voce gli staccò da quella fiamma, il capitano aveva detto che la nave stava affondando, scricchiolava e dondolava tantissimo e affondava lentamente girando su se stessa, gli alberi oscillavano e tra poco si spezzavano e all’orizzonte la fiamma limpida che squillava di una luce abbagliante, appena un’onda prese la nave portandola negli abissi e la fiamma scomparve, la profezia dell’olandese si era avverata, tutti i marinai grazie alle scialuppe si salvarono ma tutti gli schiavi annegarono lentamente. Alla fine della storia, Catrame, chiese più volte perché ora non ridevano più i marinai senza una risposta ed egli tornò nella sua cava,

 

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LE SIRENE 

Alle 8 in punto papà Catrame era già pronto a raccontare la storia, i marinai volevano capire se papà Catrame era di buon umore o no; se era di buon umore era una storia bella e allegra se era di cattivo umore era una storia brutta e spaventosa. L storia che papà Catrame stava per raccontare non si sapeva se era vera o no perché nemmeno egli era certo di ciò che stava per raccontare. Quando Catrame disse che era una donna i marinai non capivano bene ma quando dissero che era una sirena tutti i marinai, compreso il capitano, si misero a ridere. Appena il Mastro ebbe silenzio iniziò a raccontare, egli si trova su una nave chiamata Santabarbara e con il Mastro si imbarcò anche un ragazzo, simpatico, strano, ma non sembrava italiano. Bevevano spesso insieme, egli chiacchierava solo con Catrame e sembra un’amicizia, l’ufficialetto ogni volta che si allontanavano dalla terraferma s’intristiva ed era una cosa strana per un marinaio, ultimamente spiccicava due parole con Mastro molto meno di prima.

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Un giorno quando Mastro entrò nella cabina dell’ufficialetto lo vide piangere, il Mastro voleva andarsene e voleva anche rimanere ma l’ufficialetto non si offese e chiese una cosa strana a Catrame, gli chiese se aveva avuto un’affezione per qualcuno nella sua gioventù, il Mastro rimase imbarazzato e diede una risposta non chiara, l’ufficialetto di stava confidando con il Mastro ma egli non capiva perché, l’ufficialetto continuò a parlare anche se Catrame se ne volesse andare. Per un pò di tempo Catrame non parlò con l’ufficialetto ma una sera Catrame si sentì una mano sulla spalla si girò ed era l’ufficialetto che ormai sembrava un pazzo, egli disse che aveva visto lei ma il Mastro non capiva chi, poi con una scusa Catrame riuscì ad andarsene. Per un altro pò di tempo non ci parlò ma una sera a prua quando Catrame stava per i fatti suoi sentì una mano fredda sulla sua fronte ed egli disse di guardare verso il mare perché vedeva la sua amata, all’inizio Catrame non vide niente ma poi in mezzo alla spuma anche Mastro vide una testa e una voce che sembravano umane, l’ufficialetto voleva andarsene con la sua amata e così si buttò dalla nave per andare da lei. Alla fine della storia il capitano disse che poteva essere una testa di foca e senza rispondere, Catrame tornò borbottando nella sua cabina.

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COMMENTO PERSONALE SUL LIBRO

 

Il libro mi è piaciuto molto, è stato molto bello leggerlo ma soprattutto è stato molto interessante perché io di queste storie, leggende del mare ne avevo sentito parlare poco e niente e quindi sentire una dozzina di storie del genere è stato molto bello, penso che la cosa che mi è piaciuta di più è stata la descrizione di Mastro Catrame mentre la cosa che mi è piaciuta di meno è stata la novella s’intitolata: la campana dell’inglese, il mio personaggio preferito è stato senza dubbio Mastro Catrame mentre quello che mi è piaciuto di meno è stato il Capitano. Il libro lo consiglierei sì perché sembra che quando Mastro Catrame racconta le sue storie sembra che ci sei proprio dentro, ti coinvolge benissimo.

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