Javier Zanetti

by Francesco Palma

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Javier Zanetti

  • Joined Apr 2021
  • Published Books 6

Javier Aldemar Zanetti (nato a Buenos Aires nel 1973) grande leggenda dell’ Inter e della nazionale argentina in questo “libro- intervista” racconta al giornalista Gianni Riotta la sua carriera da giocatore e da uomo, dalle sue prime partite da bambino a quelle più importanti, la sua famiglia, molti retroscena con i suoi compagni e sue considerazioni personali. Ci fa capire molte cose su questo sport e su come è riuscito a diventarne una leggenda, credendo nei suoi valori, nel suo lavoro e non dando ascolto a tutte le tentazioni che ci sono nel mondo del calcio.
Racconta delle sue prime partite da ragazzo nelle giovanili dell’ Independiente, il suo debutto con il Tallares, dove fece un errore che ricorda con dispiacere però anche come una lezione personale, perché ha capito con quell’errore quanto è difficile giocare a livello professionale e che bisogna mantenere sempre la concentrazione al massimo, poi ripercorre le sue partite più importanti per l’inter, il debutto, il suo primo gol, la finale del 2010, la vittoria del triplete e le dinamiche dei trasferimenti.

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Il “libro-intervista” inizia raccontando quando si infortunò a Palermo nella stagione 2012/2013, un brutto infortunio che anche grazie alla sua età fece pensare a tutti ad un suo ritiro.

Javier però non si arrese e si continuò ad allenare. Ogni giorno sentiva gente che lo elogiava per i suoi sacrifici, a lui non piaceva sentire queste cose, fa finta di non sentirli. Gli vorrebbe dire che per lui queste cose non sono sacrifici, lui ama tutto questo, ama questo sport e la sua vita da calciatore, quindi lui non vuole essere ammirato per questo.

Parla anche del calcio al giorno d’oggi:

la “Passione delle masse”, il calcio è oggi un business globale che coinvolge miliardi di esseri umani, la politica di Stati giganteschi, organizzazioni, aziende e sponsor… Eppure rimane la gioia più vera e segreta sia per personaggi famosi senza una preoccupazione al mondo, sia per persone con poche speranze. Lo show delle luci e del successo, rischiano però di cancellare il segreto di questa passione.

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Il calcio fa sognare ai bambini in Africa, in Asia, in America Latina, di tirare una punizione come Beckham, di dribblare come Ronaldo, di difendere come Maldini o uscire dall’ansia alla disperata come Casillas. Il calcio unisce tutto il mondo.
è vero, sulle prime pagine dei giornali si legge di giovani veline portate in spiagge alla moda, di Ferrari e Maserati parcheggiate in doppia fila davanti alle discoteche, di eccessi ecc…

Ogni professione alle sue teste calde ma chi parla di tutti i calciatori che si allenano ogni giorno senza fare notizia solo perché amano il calcio? Nessuno.

Ha alzato la Coppe del Campioni allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid. Ma quando giocava da bambino sul campetto del barrio di Dock Sud, il rione di Buenos Aires dove è cresciuto, non pensava alla gloria. Pensava solo a giocare, viveva per saltare il suo compagno di banco e fargli gol, nella porta segnata con sassi e libri di scuola.

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“Non spingo i 160 chili per dovere, così come i ragazzi senza squadra non stanno solo cercando un lavoro: io fati co, loro sudano, per passione. Ho quarant’anni, ho giocato più match di ogni professionista che ancora calzi scarpini e parastinchi, più di tutti i ragazzi davanti a me messi insieme, eppure è il gioco che mi fa battere il cuore.” Questa è la bellissima frase che dice Javier che fa un po capire che tipo di persona è.

Dopo il suo infortunio decise di visitare il suo vecchio quartiere di Buenos Aires con suo padre.

Quando disse a suo padre Rodolfo che voleva andare nel suo vecchio quartiere Rodolfo lo guardò sorpreso, ma come sempre, nei momenti di gioia e in quelli di dolore suo padre reagisce annuendo sicuro e sereno.
Gli arrivarono subito voci sulle condizioni del quartiere Infatti dock sud ed è considerato uno dei quartieri più pericolosi del mondo paragonato al bronx di New York Viene anche a sapere che la chiesa dove si era battezzato e cresimato era stata-

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-attaccata da dei banditi, anche per questo una mattina decise di prendere la macchina e andare verso dock sud per vedere che cosa era successo al suo quartiere.
Arrivato al suo quartiere vide tutti i posti che hanno segnato la sua infanzia come il campetto che chiamavano Disneylandia. Disneylandia era una specie di discarica che suo padre e i papà dei suoi compagni di scuola trasformarono in un campo da calcio dove tutti quanti si divertivano a giocare.

Si giocava ogni giorno e alla fine di ogni partita sia i vinti che i vincitori organizzavano una grande festa con cibo.

Si metteva con cura la parrilla, la griglia, sulla brace, ricolma di chorizos, salsicce, mollejas, animelle, morcillas, il sanguinaccio, croccanti chinchulines, le interiora arrostite, provoleta, il formaggio da fondere condito con gli aromi. Nel terreno si piantava l’asador, la croce metallica dove si so spendono a cuocere i carré di vitello e maiale, che sfrigolano tra fumo e calore.

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Continua il suo viaggio per il quartiere e vede la sua scuola elementare, Escuela 5 Esteban De Luca. Deve andare a piedi perché di giovedi c’è il mercatino locale, bancarelle di ambulanti che vengono una volta la settimana.

Era bravo a scuola, alle elementari e alle superiori. Si è diplomato all’Istituto commerciale per ragionieri 5 San Martin. Sua mamma era molto attenta alla scuola e prima di farlo giocare gli faceva sempre fare i compiti, a Javier non dispiaceva, gli piaceva studiare e ha sempre amato la matematica e la storia. Continuando il suo percorso per il quartiere incontra anche i suoi vecchi amici d’infanzia, scopre che uno fa il ginecologo, un altro guida l’autobus e un altro ancora è un maestro di tennis. Viene trattato come una leggenda in quel quartiere ma scambia delle chiacchierate amichevoli come ai vecchi tempi con i suoi vecchi compagni. Personalmente di questo libro essendo un “libro-intervista” non posso dire che cambierei la storia, ma magari metterei gli-

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-eventi un po’ più in ordine cronologico. Il libro è comunque molto fluido da leggere e ti può trasmettere molte emozioni soprattutto se sei appassionato di calcio.
Ti aiuta a capire il passato di una delle più grandi leggende del calcio come Zanetti, ho capito che è un uomo dai sani principi, che non si è mai fatto montare la testa dai soldi e dalla fama e che soprattutto gioca a calcio perché ama lo sport come tutti noi. Lo consiglio molto a tutte le persone a cui piace questo sport ma soprattutto agli interisti perché questo giocatore ha fatto la storia del loro club.

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