la filosofia tramite citazioni…

by Lucia D'Alessandro

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la filosofia tramite citazioni…

  • Joined May 2021
  • Published Books 1

 

 

 

“La ragione è la parola dell’intelligenza che in essa si specchia come in un’immagine.”

 

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       Nicola Cusano

 

FONTE DELLA FRASE: “de docta ignorantia”

– nascita e morte: 1401-1464

è stato un cardinale, teologo, filosofo, umanista, giurista, matematico e astronomo tedesco.

 

“La dotta ignoranza”

Cusano credeva che dovesse esserci un’affine contiguità tra ciò che si conosce e ciò che si intende conoscere. In sostanza, per il filosofo è impossibile conoscere l‘infinitezza di Dio, poiché l’essere umano conosce solo cose finite. Questa sproporzione rende vana la possibilità di una conoscenza assoluta. Così avviene pure nelle cose quotidiane, quando l’oggetto del conoscere è troppo distante dalle nostre attuali conoscenze. L’unica scelta ammissibile è proclamare la propria ignoranza. Cusano la definisce, con un ossimoro, una “dotta ignoranza“. Cioè un’ignoranza consapevole dei propri limiti e possibilità, così com’era il “so di non sapere” di Socrate.

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“E quanto intendo più, tanto più ignoro.”

 

 

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   Tommaso Campanella 

 

FONTE DELLA FRASE: “anima immortale”

– nascita e morte: 1568-1639

Fu, con Telesio e Giordano Bruno, uno dei maggiori rappresentanti del pensiero italiano rinascimentale. Entrò adolescente nell’ordine dei Domenicani, dedicandosi con passione allo studio delle discipline filosofiche e scientifiche.

 

IL PENSIERO

Campanella fonda il suo pensiero a proposito della fisica e della magia. Parte da queste due discipline per giungere ad una metafisica teologica, puntando ad un rinnovamento politico e religioso. Il filosofo guarda con grande interesse a Telesio, e tenta di integrarne la fisica con riferimenti magici e metafisici.

 

Campanella si concentra soprattutto su un punto essenziale: l’animazione delle cose, che è universale e sta alla base della magia. Come sostiene Telesio, gli uomini e gli animali sono formati dal caldo, dal freddo e dalla massa corporea. Se è davvero così, allora anche il caldo, il freddo e la massa corporea devono possedere sensibilità. Secondo Campanella perciò, tutte le cose del mondo sono animate, compreso il mondo stesso, che possiede un’anima nella sua totalità. Quest’anima del mondo svolge un ruolo determinante, definendo l’accordo che fra di loro hanno le cose naturali. L’anima del mondo le indirizza tutte verso un unico scopo, allacciandole le une alle altre malgrado le differenze. E la magia utilizza tale accordo per operare e realizzare le azioni prodigiose che la caratterizzano.

Da ciò si può capire come Campanella, così come già Telesio, crede che l’intera conoscenza sia riducibile alla sensibilità. Ed è proprio sui sensi che si fonda l’autentica conoscenza.

 

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 Chi non conosce la verità è sciocco, ma chi pur    conoscendola la chiama menzogna è un criminale.”

                

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 Galileo Galilei 

 

FONTE DELLA FRASE: incerta

– nascita e morte: 1564-1642

 

Con la scoperta del cannocchiale si aprì una serie di grandi scoperte astronomiche, ma le idee copernicane di Galileo lo misero in urto con la chiesa e con gli aristotelici.
Venne ammonito di professare una nuova astronomia e venne processato.

 

Galileo era credente cristiano e scienziato, ritenendo che Dio si è manifestato in due modi:

–    ATTRAVERSO LE SACRE SCRITTURE
–    ATTRAVERSO LA NATURA

Attraverso le sacre scritture: ispirando i profeti nella composizione della Bibbia.
Attraverso la natura: creandola.

Perciò quest’ultima, oggetto della scienza, e la Bibbia, base della religione, derivando tutti e due da Dio, non possono contraddirsi, quindi il rapporto scienza e fede è inesistente.
Egli afferma che l’errore non dipende dalla scienza o dalla Bibbia, ma dall’ interpretazione sbagliata che si ha di quest’ultima.

 

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“Se vuoi essere un vero cercatore della verità, è necessario che almeno una volta nella tua vita tu dubiti, per quanto possibile, di tutte le cose.”

 

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 Renè Descartes (Cartesio) 

 

FONTE DELLA FRASE: “discorso sul metodo”

– nascita e morte: 1596- 1650

 

Il dubbio, nella filosofia cartesiana, è alla base di ogni cosa.

Secondo Cartesio infatti, solo attraverso il dubbio si riesce a trovare le verità indubitabili, quelle verità assolutamente vere; il fine ultimo infatti è quello di creare una dottrina basata sulla razionalità (ispirandosi alla matematica).

Egli divide il dubbio in due tipologie differenti:

il dubbio metodico, quindi quello che serve attraverso il metodo di Cartesio a capire se qualcosa è assolutamente vero oppure no; e il dubbio iperbolico, in cui Cartesio immagina un genio maligno che vuole ingannare l’uomo, non facendogli più riconoscere cosa sia vero e cosa sia falso.

L’unica via per conoscere la verità è il dubbio;

“cogito ergo sum”:  Io penso, perciò esisto come essere che sta pensando, e di questo posso esserne certo.

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“Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati del passato e dell’avvenire. Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne il lume al fine di predisporre l’avvenire. Il presente non è mai il nostro fine; il passato e il presente sono i nostri mezzi; solo l’avvenire è il nostro fine. Così, non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali.”

 

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    Blaise Pascal

FONTE DELLA FRASE: “i pensieri”

– nascita e morte: 1623-1662

 

Dinanzi ai problemi fondamentali, esistenziali, come quello riguardante il senso della vita, secondo Blaise Pascal l’uomo reagisce abbandonandosi al divertissement (“devertere, volgere oltre”) termine filosofico con il quale egli indica il complesso di occupazioni, relazioni, intrattenimenti quotidiani e sociali. Attraverso le attività quotidiane l’uomo trova un modo per sfuggire alle domande esistenziali, come chiedersi quale è l’effettivo senso della vita.

 

La totale assenza di passioni, di occupazioni, di passatempi, il riposo assoluto, è la cosa peggiore per ogni uomo. È infatti in queste circostanze, quando è solo con se stesso e cade nella noia, che egli capisce la sua nullità, tutta la sua inutilità ed insignificanza. L’uomo, senza altro da fare, riflette sulla propria natura e sulla propria condizione. Da ciò scaturiscono sentimenti terribili come la noia, l’angoscia, l’inquietudine e la disperazione.

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“Le azioni degli uomini sono le migliori interpreti dei loro pensieri”

 

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John Locke

FONTE DELLA FRASE: incerta

– nascita e morte: 1603-1704

 

Locke è comunemente riconosciuto il padre dell’empirismo: quella corrente filosofica secondo cui la fonte della conoscenza è rappresentata dall’esperienza. La ragione dell’uomo è, limitata da ciò che le forniscono i sensi (ciò che vedo, sento, tocco); in secondo luogo, ogni tesi, teoria, ipotesi per essere valida deve trovare conferma nel mondo esterno. L’uomo, dunque, non può conoscere ciò che va oltre la realtà di cui fa esperienza.
Da questo punto di partenza nasce il Saggio sull’intelletto umano, con lo scopo di stabilire i confini entro cui può svilupparsi la conoscenza ed in che modo la ragione deve sempre essere guidata dall’esperienza.

Egli infatti critica il concetto di innatismo che fu accolto invece da Cartesio, poiché secondo Locke non possono esistere idee innate per due principali motivi:

1- tutti gli uomini sono dotati di sensi, i quali servono per conoscere, se noi avessimo davvero idee innate allora essi non servirebbero.

2- le idee innate dovrebbero essere presenti in tutti gli uomini, quindi anche gli stolti e i bambini dovrebbero conoscerle, ma questo non accade.

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