racconto giallo Sartori Edoardo

In una giornata come le altre ero andato a scuola, appena ero arrivato ho incontrato Giovanni, Artan e Simone ed insieme volevamo entrare in classe, ma c’era qualcosa di strano, davanti a scuola c’erano delle macchine della polizia e agenti in divisa. Noi pensavamo fossero solo venuti per un controllo ma invece qualcosa di orribile ci attendeva in classe. Una volta entrati a scuola vidimo tutti gli alunni del cfp radunati all’ingresso: nessuno poteva entrare nella propria aula. Tra la folla ho riconosciuto un mio amico di 4 superiore e mi disse una cosa sconvolgente:

qualcuno era stato ucciso, ma chi? E soprattutto chi è stato?

Dopo qualche ora scoprimmo che il cadavere apparteneva al professore di matematica.

Io e i miei amici eravamo scioccati, conoscevamo molto bene il professore e non potevamo immaginare che qualcuno gli potesse fare del male. La polizia a questo punto decise che tutti gli alunni dovevano ritornare a casa ma io e i miei compagni volevamo sapere la verità allora ci nascondemmo in bagno fin tanto che tutti gli studenti tornarono a casa. La scuola era deserta e uscimmo dal bagno, dovevamo trovare un piano per capire chi fosse l’assassino.

Decidemmo quindi di entrare nello studio del prof per capire cosa potesse spingere qualcuno ad ucciderlo. Dopo ore non trovammo nulla, finalmente trovai un piatto sporco di cibo. Allora capimmo che il nostro prof fu ucciso dallo chef con un veleno nascosto nel piatto di spaghetti. Andammo dallo chef per capire cosa lo avesse spinto ad ucciderlo ma lui confessò di avergli dato il cibo ma non pensava che era presente il veleno.

Decidemmo di credergli anche perché i due prof erano grandi amici e lo chef era molto  triste.

Il prof ci rivelò anche che in cucina quel giorno non era solo

Perché la bidella stava pulendo per terra e si ricordò anche che ad un certo punto lo chef dovette andare in bagno.

Era stata la bidella ma a quale scopo uccidere il prof di matematica? Andammo dalla bidella e la vedemmo in lacrime allora capimmo che era stata lei.

Ci confessò che la sua grande passione era la matematica e che la bidella e il prof erano compagni di scuola ed entrambi volevano diventare prof di matematica ma solo l’uomo ci riuscì. Lei fu costretta a fare la bidella perché non c’erano più posti liberi per insegnare matematica.