Re Media by ElSa - Illustrated by Le immagini sono state realizzate dall’I.A. - Ourboox.com
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Re Media

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Artwork: Le immagini sono state realizzate dall’I.A.

  • Joined Nov 2024
  • Published Books 1

In In un regno molto lontano, in un tempo remoto, viveva e governava il re Media, custode di un potere formidabile e, allo stesso tempo, oscuro: il potere di manipolare e condizionare le menti degli uomini. Questo potere gli era stato conferito dalla Dea Sophìa, la quale, dopo averlo sottoposto alla dura Prova della Forza, aveva appurato la sua bontà e purezza d’animo. La Prova della Forza, alla quale era stato sottoposto il re, consisteva nel raggiungere la vetta remota del Monte Aequilibrium. Per raggiungere la cima del Monte, il re intraprese un lungo viaggio, durante il quale affrontò una serie di prove e
attraversò regni remoti e pericolosi che misero alla prova il suo buon cuore un regno molto lontano, in un tempo remoto, viveva e governava il re Media, custode di un potere formidabile e, allo stesso tempo, oscuro: il potere di manipolare e condizionare le menti degli uomini.

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Questo potere gli era stato conferito dalla Dea Sophìa, la quale, dopo averlo sottoposto alla dura Prova della Forza, aveva appurato la sua bontà e purezza d’animo. La Prova della Forza, alla quale era stato sottoposto il re, consisteva nel raggiungere la vetta remota del Monte Aequilibrium. Per raggiungere la cima del Monte, il re intraprese un lungo viaggio, durante il quale affrontò una serie di prove e attraversò regni remoti e pericolosi che misero alla prova il suo buon cuore.

 

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Il viaggio di Media ebbe inizio dal Mar Web. Questo pericoloso mare era popolato da Pirati spietati e infestato da Malwares, uccelli rapaci e aggressivi, portatori di un virus che causava cecità e follia. Durante la navigazione Media rimase intrappolato nella gigantesca rete costruita dal cacciatore di sirene. Nella rete era imprigionata anche la Sirena Ecartisi, la quale con il suo bel canto riuscì ad ammaliare Media, facendogli perdere la cognizione del tempo e dello spazio e impedendogli di vivere
nella realtà. Grazie all’aiuto di una vecchia amica, la marinaia Philìa, Media riuscì a fuggire e a ritornare nel mondo reale.

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Raggiunta la terra, Media approdò nel Regno della Palude Melmosa, in cui viveva il popolo dei Cyberbulli, piccoli robot dalla bassa statura e dal cuore malvagio, che, per sentirsi grandi e potenti, erano soliti organizzare dei “giochi” spregevoli basati sulla violenza e sulla mortificazione. Questi
“giochi” duravano una giornata intera e si svolgevano all’interno di un’arena. Nell’arena venivano gettati gli schiavi e tutte le persone considerate deboli, diverse e inferiori. I perfidi “giochi” da affrontare nell’arena erano due: le Umiliationes che prevedevano una lotta tra questi poveri uomini e i cosiddetti Leoni da tastiera e la Condemnatio che consisteva nell’assoluzione o nella condanna dei giocatori. Venivano assolti soltanto coloro disposti a perdere l’umanità per trasformarsi e diventare, a loro volta, Cyberbulli. Grazie all’aiuto della maga Paidéia, Media riuscì a resettare i cyberbulli e a formattarli in una versione migliore. Grazie ai valori quali il rispetto, l’educazione, l’amore per se stessi e per l’altro, ritornò la luce nella Palude Melmosa.

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I perfidi “giochi” da affrontare nell’arena erano due: le Umiliationes che prevedevano una lotta tra questi poveri uomini e i cosiddetti Leoni da tastiera e la Condemnatio che consisteva nell’assoluzione o nella condanna dei giocatori. Venivano assolti soltanto coloro disposti a perdere l’umanità per trasformarsi e diventare, a loro volta, Cyberbulli. Grazie all’aiuto della maga Paidéia, Media riuscì a resettare i cyberbulli e a formattarli in una versione migliore. Grazie ai valori quali il rispetto, l’educazione, l’amore per se stessi e per l’altro, ritornò la luce nella Palude Melmosa.

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Media riprese il suo viaggio e giunse nel regno di Ignoranza, un mago incantatore che controllava il suo popolo seminando panico e terrore. Questo mago non era noto per le sue grandi capacità intellettive, anzi era risaputo che fosse un re stolto e ottuso. Ben più pericolosa e minacciosa era la moglie, la Regina Disinformazione. La Regina era la vera mente malvagia, ben più lucida e consapevole del re.

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L’esercito di questo regno era formato dai fake news, soldati che si nutrivano di bugie, menzogne e diffondevano la falsità nel regno. Nella grande piazza del regno ogni giorno alle
9.00 in punto veniva trasmesso, su un grande schermo, la visione distorta delle realtà.

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Media, aiutato da Epistème, un dotto gnomo, riuscì a svelare al popolo la strada per Alétheia: il regno della Verità.

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Proseguendo nel suo cammino Media approdò nel regno di Vanigram, un luogo all’apparenza magnifico e splendido, ma che in realtà celava molti segreti. Il re Hash ogni giorno radunava il suo popolo affinché dieci donne e dieci uomini raccontassero la propria storia. Tuttavia, Media si rese ben
presto conto che queste storie erano torbide, mendaci e ingannevoli. Ospitato nel palazzo del re, il Vanigram Palace, Media ebbe modo di notare come, ogni giorno, le guardie rifornissero le botteghe del Regno di ampolle contenenti un liquore, un filtro magico. Il popolo di Vanigram, su prescrizione
del medico di corte, aveva l’obbligo di bere questo filtro subito dopo i pasti. Nel regno si era da tempo diffusa una strana malattia che tutti chiamavano “haterite acuta”. Gli haters, ossia coloro che venivano contagiati, presentavano sintomi quali odio, rabbia e disprezzo.

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Il filtro del re altro non era che un incantesimo che consentiva agli abitanti di mostrare una finta bellezza e un’illusoria perfezione, necessarie per non essere aggrediti dall’odio e dal rancore degli haters. Media aiutato dalla fata Diafaneia riuscì a far capire al re che il vero antidoto alla haterite era l’amore per se stessi e l’accettazione di sé. Soltanto l’amor proprio poteva salvare dall’odio.

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Salutato il popolo di Vanigram, Media si diresse a Nord e, dopo giorni di cammino, raggiunse la più antica e grande biblioteca del mondo, contenente milioni di volumi. Media ancora non lo sapeva, ma chiunque avesse sfogliato le pagine di uno dei volumi custoditi nella biblioteca sarebbe stato trasportato all’interno di quel libro. Tra i vari volumi della biblioteca, Media rimase colpito dal libro dei volti. Una volta aperto il libro e
lette le prime righe, Media venne subito trasportato all’interno di quella storia. Il mondo fittizio in cui precipitò Media era un mondo alquanto strano, un mondo spento, ma caotico allo stesso tempo.

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Le persone di quel regno indossavano sul viso, come una maschera, una targa digitale che segnava un numero che cambiava continuamente. Media incontrò Arései, la cancelliera del Senatore di quel regno, che gli spiegò il significato di quelle targhe. In poche parole, gli abitanti di quel regno immaginario avrebbero potuto continuare a vivere in quel luogo soltanto se il numero indicato dalla targa non fosse sceso al di sotto del numero 100. Quei numeri venivano chiamati “like” e a determinare i “like” erano le azioni e le attività considerate buone dalla società. Il numero dei “like”, dunque, sarebbe sceso se gli abitanti avessero esibito comportamenti, eseguito azioni o praticato attività considerate negative.

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Tutto ciò generò ansia nella gente del regno che, pur di non essere esiliata dalla società, iniziò a mettere in pratica comportamenti, azioni e attività fasulle.Chi non amava lo sport improvvisamente diventava un atleta esperto, chi non amava la lettura e lo studio diveniva uno pseudo-intellettuale, chi non amava cucinare si trasformava in uno chef stellato. Tutto ciò diede vita ad un mondo finto, falsificato.

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Media, triste per la realtà in cui si trovava, con l’aiuto di Arései riuscì a trovare Essenza, il vecchio saggio che viveva ai margini di quel regno. Essenza gli donò un vecchio libro che parlava dei valori, dell’autostima e della felicità. Media, a sua volta, regalò al popolo questo libro, grazie al quale la gente di quel regno riuscì ad affrancarsi dall’approvazione attraverso i like, comprendendo di poter trovare le fonti di gratificazione e soddisfazione in se stessa e che soltanto le relazioni autentiche, le connessioni reali potevano dare significato alla propria vita.
Era opportuno dedicare il proprio tempo agli interessi reali e alle vere passioni, indipendentemente dal riscontro da parte della società. Gli abitanti riuscirono a comprendere che i “like” non erano un indicatore del loro valore e della loro felicità. Ritornata la verità e la felicità in quel regno, Media poté uscire dalle pagine del libro dei volti e affrontare l’ultima sfida prima di giungere sul Monte Aequilibrium.

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L’ultima sfida affrontata da Media fu quella del Bivio della Scelta. Giunto a questo Bivio, situato alle pendici del Monte Aequilibrium, Media doveva scegliere quale strada percorrere:
a destra aveva una strada alberata, piena di piante e fiori, ma grigia, priva di colori, dall’altro lato, invece, aveva un sentiero all’apparenza impervio, ma ricco di colori e sfumature.

Come raccontato all’inizio di questa storia, la prova cui era stato sottoposto Media dalla Dea Sophìa era quella della Forza. Il potere della Forza, come era ben noto, aveva due facce: la Luce e l’Oscurità. La Luce conduceva l’uomo al bene, l’Oscurità invece trascinava l’uomo nell’abisso dell’egoismo, della vanagloria, della sopraffazione, della rabbia e della violenza fino a consumarlo. Il Lato Oscuro della Forza è il fascino che esercita il Male, è l’illusione di onnipotenza, è il padre del Caos.

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Dunque, la vera sfida per il re era quella di non farsi sedurre dal lato Oscuro della Forza e dal potere che esso dona, ma continuare a seguire la Luce della Ragione, imparando a distinguere ciò che è bene da ciò che è male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Come aveva potuto apprendere Media durante il suo viaggio, non tutto ciò che appariva bello lo era del tutto così come non tutto ciò che appariva negativo lo era fino in fondo.

 

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Media, affrontati numerosi ostacoli incontrati nei regni attraversati, era riuscito a cogliere le sfumature, a cogliere i colori, a capire che il bene o il male non sono dentro le cose in sé, ma dipendono dall’intenzione e dalla volontà di chi le usa. Grazie alla sua esperienza, Media scelse il sentiero alla sua sinistra, quello all’apparenza impervio, ma che in realtà lo condusse proprio in cima a quel monte tanto ambito. Superata la Prova della Forza, la Dea Sophìa fece di Media il custode di quel potere formidabile, ma pericoloso se controllato dalle persone sbagliate.

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