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FEDERICO

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Artwork: Federico Grizzaffi 3^ A a.s. 2016/2017

  • Joined Jun 2017
  • Published Books 1
FEDERICO by federico - Illustrated by Federico Grizzaffi 3^ A a.s. 2016/2017 - Ourboox.com

                     LA CUCINA…

         ARTE, CREATIVITA’, STORIA!

 

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                                           SCIENZE

“Alimentazione”

L’alimentazione consiste nell’assunzione da parte di un organismo, degli alimenti indispensabili al suo metabolismo e alle sue funzioni vitali quotidiane e prende in considerazione tutte le trasformazioni che i nutrienti assunti subiscono.

Però assumere cibo non è solo un atto che serve a comporre ed integrare le riserve energetiche e strutturali ma serve anche a condizionare il sistema di regolazione generale dell’organismo, compreso il sistema nervoso, quello immunitario e quello endocrino.

Poiché un’alimentazione corretta non serve solo a produrre energia per il rendimento; il corpo umano ha bisogno di “mattoncini” che  vanno a costruire o preservare l’intera struttura, vale a dire quelle sostanze che ricostituiscono e riproducono le cellule dei tessuti che naturalmente e quotidianamente muoiono.

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Per non sbagliare bisognerebbe conoscere di cosa sono composti gli alimenti, per esempio:

  • l’Acqua non fornisce calorie, ma rimane un elemento essenziale per la nostra nutrizione e sopravvivenza. Compone gli esseri umani adulti per quasi il 60% del loro peso corporeo ed ha la funzione di mantenere l’equilibrio tra assunzione ed espulsione (depurativo), oltre che partecipare all’equilibrio idrosalino, digestivo e assimilativo, fondamentale per la conservazione di un buono stato di salute, oltre che della vita stessa..

    I Carboidrati contenuti nei cereali rappresentano una delle maggiori fonti di energia.

    Alimenti come la carne, il pesce, le uova e i legumi hanno la funzione principale di fornire proteine, una classe di molecole biologiche che svolge una pluralità di funzioni. Partecipano alla “costruzione” delle diverse componenti del corpo, favoriscono le reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, trasportano le sostanze nel sangue, sono componenti della risposta immunitaria. Un insufficiente apporto di proteine può compromettere queste funzioni (per esempio si può perdere massa muscolare), ma un eccesso è altrettanto inappropriato: le proteine di troppo vengono infatti trasformate in depositi di grasso e le scorie di questa trasformazione diventano sostanze, che possono danneggiare fegato e renI.

    Le carni, in particolare quelle rosse, contengono grassi saturi e colesterolo. Pertanto vanno consumate con moderazione.

    Vanno consumati con maggior frequenza il pesce, che ha un effetto protettivo verso le malattie cardiovascolari (contiene i grassi omega-3) e i legumi, che rappresentano la fonte più ricca di proteine vegetali e sono inoltre ricchi di fibre.

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  • Le vitamine non forniscono calorie. Restano comunque essenziali per una alimentazione corretta ed una loro carenza spesso è causa di stanchezza, senso di malessere, cefalea etc

L’organismo dell’uomo necessita di ogni tipo di nutriente per poter svolgere correttamente le sue funzioni. Taluni, come abbiamo visto, restano essenziali per soddisfare la necessità di energia, mentre altri per il ricambio dei tessuti, delle cellule e di altri elementi, ed altri ancora per attivare i vari processi fisiologici che ci governano e possono avere una funzione protettiva.

Ecco perchè quando parliamo di aliemtazione corretta, questa occorre che sia quanto piu’ possibile equilibrata e varia per mantenere il nostro corpo in forma ma anche a tutelare la nostra salute poichè un’alimentazione poco corretta è la causa principale di obesità, sovrappeso e molte malattie cardiovascolari.

 

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Per invitare la popolazione a seguire i consigli dietetici  è stato concepito un grafico , da una società qualificata in materia di salute, che noi conosciamo con il nome di:

      

 

 

                                     LA PIRAMIDE ALIMENTARE

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La piramide alimentare  è un modello elaborato  da un gruppo di esperti, per definire le regole della corretta alimentazione, ovviamente le regole alla base sono quelle della dieta mediterranea, il regime alimentare sano ed equilibrato per eccellenza.

Purtroppo non sono molte le persone che conoscono con esattezza questa piramide e alcune, brutto da dirsi, non la sanno neppure leggere.

La piramide è divisa su sei livelli e ogni livello comprende alimenti nutrizionalmente simili.

  • Alla base della piramide alimentare ci sono i vegetali, che dovrebbero essere assunti tutti i giorni in cinque porzioni ben definite. Sono gli alimenti di maggior consumo e ovviamente sono anche quelli che aiutano a prevenire il numero maggiore di malattie.

  • Primo livello troviamo: i carboidrati complessiRappresentati da pane, pasta e riso, patate e biscotti. Anche in questo caso la dose è di quattro o cinque porzioni il giorno. Con porzioni ovviamente s’intendono il pane che accompagna il secondo o il primo piatto di pasta condito con le verdure. Evitate pane e pasta insieme nello stesso pasto.
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  • Secondo livello troviamo: le proteine animali e vegetali.

Tra le proteine animali e vegetali troviamo carne e salumi, pesce, legumi e uova. Ci tengo a sottolineare che la carne in questione è bianca. In questo caso la dose consigliata è di una o due porzioni il giorno, quindi a pranzo le uova a cena un po’ di pesce.

  • Terzo livello troviamo: i condimenti e i latticiniAl terzo livello ci sono l’olio e il burro, ma anche latte, yogurt e formaggi. Per fare attenzione ai livelli di colesterolo e ai grassi, non bisogna esagerare con le dosi. Favorire i condimenti vegetali e mangiare non più di due porzioni al giorno di latticini.

    Quarto livello troviamo: alcolici, bibite e dolci

  • Sono alimenti non fondamentali per la dieta, ecco perché non bisogna abusarne. Bere un bicchiere di vino rosso a pasto e ogni tanto un dolcetto. Per condimento preferire il miele e il fruttosio, zucchero di origine naturale.I principi essenziali trasmessi dalla stessa piramide per una sana alimentazione sono tre: la varietà, la proporzionalità ed infine la moderazione.

 

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SCIENZE MOTORIE

“L’alimentazione di uno sportivo”

 

 

Fare sport è salutare. Tutti gli esperti concordano su questo fatto, a patto che l’esercizio fisico sia commisurato alla propria età e alle proprie condizioni fisiche.                                                                               L’attività fisica permette infatti di tenere allenato il sistema muscolo-scheletrico e quello circolatorio, regalando, oltre che il benessere fisico anche quello psicologico. Non è un caso che già i latini predicassero il motto “Mens sana in corpore sano”!

Per poter ottenere il massimo risultato da un’adeguata attività fisica, anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale.

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L’esercizio fisico, infatti, sia esso ad alto impatto come il body building che più “dolce” come il fitness, comporta una determinata perdita energetica, di proteine, zuccheri, grassi e acqua.

Tutti questi elementi vanno reintegrati nelle giuste dosi con l’alimentazione. Questo è vero anche per le vitamine e per i sali minerali che si perdono in grandi quantità attraverso la sudorazione, processo fisiologico che permette la termoregolazione del corpo, sensibilmente accentuato quando si pratica sport.

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La reintegrazione di tutti i nutrienti è importante sia per la “ricostruzione” delle parti “consumate” durante l’esercizio fisico, sia per favorire l’ottimizzazione delle reazioni chimiche cellulari che portano ad un corretto consumo energetico e ad un consumo delle riserve adipose accumulate.

Pertanto è opportuno dare la preferenza ad alimenti che forniscono elevate quantità d’energia con il minimo impegno dell’apparato digerente prima dell’attività fisica.

Gli zuccheri devono essere assicurati da alimenti come : pane ben cotto, fette biscottate, grissini, cracker, pasta, riso e soprattutto zuccheri semplici come il glucosio che è più rapidamente utilizzato a livello muscolare.

Per i grassi, sono da preferire gli oli vegetali e il burro crudo.

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Nell’allenamento, l’alimentazione ha un ruolo molto importante e deve adattarsi progressivamente ai bisogni nutrizionali modificati dall’incremento del lavoro muscolare. Dev’essere pertanto non solo equilibrata, ma anche quantitativamente maggiore in proporzione ai bisogni specifici del soggetto.

La dieta deve essere ripartita in tre-quattro pasti principali.            Per la prima colazione va consumato il latte accompagnato da cereali vari con burro o miele o marmellata. A conclusione della prima colazione, un frutto maturo.

L’ultimo pasto prima della competizione deve essere copioso ma digeribile e deve essere consumato almeno tre o quattro ore prima della prova.

L’ultimo pasto prima della competizione deve contenere: un piatto di pasta o riso o patate bollite; una o due fette biscottate, o pane ben cotto, con burro, miele o marmellata; una porzione di carne bovina, salata e cotta alla griglia o in padella con la minima quantità di grassi possibile; un’insalata all’olio e limone; frutta fresca e matura in abbondanza.

Prima dell’inizio della competizione è raccomandata l’assunzione d’acqua e zuccheri, prontamente utilizzabili. A questo scopo andrebbero bevuti ogni 60-90 minuti 125-250 ml di succhi di frutta naturali, non freddi, addizionati di fruttosio o miele. Ogni tipo d’assunzione va però sospesa almeno mezz’ora prima della gara.

Per questo, sono da evitare diete o regimi alimentari “fai da te” che escludono uno o più alimenti, perché potrebbero limitare o impedire specifici processi del nostro organismo e, nel lungo periodo, essere molto pericolosi per la salute.

 

 

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Bevande energetiche (energy drink).

Una bevanda energetica è una bibita contenente sostanze stimolanti, principalmente glucosio, caffeina, taurina, e vitamine del gruppo B, destinata a fornire energia al consumatore. Da non confondere con gli sport drink, i quali non contengono stimolanti, ma sali minerali e carboidrati e sono destinati principalmente alla reidratazione.

Queste bevande sono molto ricercate dagli sportivi principalmente, perché appunto come detto prima hanno un effetto stimolante e eccitante nei confronti del corpo dello sportivo in questione. Quindi da tirarli su in un certo modo, renderli migliori, più in forma. Ma invece non è così perché tutte queste sostanze contenenti queste bevande non fanno altro che male al  nostro corpo. Quella sensazione di sollievo che si prova quando si beve una bevanda del genere è solo temporanea, perché a lungo andare queste sostanze che si immettono nel proprio corpo avranno riscontri negativi per la nostra salute.

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Ma il mercato riesce lo stesso a ingannare la gente istigandola ad acquistare queste  bevande energetiche, perché non importa a nessuno la salute delle persone, interessa solo il guadagno. Tra la fine degli anni novanta e l’inizio degli anni 2000 il mercato ha avuto un grandissimo incremento delle vendite, grazie soprattutto a strategie di marketing precise: l’uso di nomi accattivanti, sponsorizzazioni di eventi e pubblicità attraverso i canali più disparati, destinate ad un pubblico giovane ed ai loro interessi, come sport, musica, vita notturna; innovatore da questo punto di vista e attualmente principale marchio della categoria è la Red Bull.

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IL FASCISMO E L’ALIMENTAZIONE

Il fascismo, come affermato dal giornalista Indro Montanelli, è Mussolini e lastoria del fascismo è la storia di Mussolini o, per meglio dire, la storia dei due Mussolini. Perché ci fu primo che fu il Mussolini “restauratore” c he arrivò a Roma non portato sulla punta delle baionette delle sue squadre di camice nere che arrivarono a Roma quando lui era già Presidente del Consiglio. IN questa prima fase Mussolini assolse il suo compito i riportando ordine in Italia che dalla fine della prima guerra non aveva ancora avuto un governo in grado di governare, poiché ve ne erano tanti che spesso litigavano e non andavano d’accordo.  Per prima cosa Mussolini  cercò di inquadrare e ordinare le squadre fasciste, i manganellatori, che erano rissosi e il più delle volte litigiose tra di loro creando la “ Milizia fascista” e poi chiamò, accanto a  se, a formare il governo, quanto ‘era di meglio in Italia sia che fosse fascista o no. Questo Mussolini restauratore durò 5 o 6 anni e infatti raccolse il consenso di quasi tutta l’Italia. Cominciarono così per il fascismo i giorni del sole e del grano. In un paese dove il pane è un problema di tutti i giorni egli attivò una politica che attirò ancora più consensi, ovvero “La Battaglia del grano”.

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Essa fu una campagna allo scopo di far raggiungere all’Italia l’autosufficienza nella produzione del grano. La campagna ebbe successo con l’aumento della produzione nazionale al Nord, mantenendo la stessa superficie coltivata, attraverso la massiccia introdiuzione di concimi chimici e macchine agricole. Al contrario al Sud l’aumento del rendimento avvenne attraverso l’estensione delle zone coltivate a grano a discapito di altre colture. Vennero istituiti concorsi nazionali e provinciali con l’assegnazione ai migliori agricoltori di premi consegnati personalmente dalle massime autorità, anche da Mussolini in persona. Purtroppo poi successe a Mussolini quello che succede sempre a chi esercita per troppo tempo un potere assoluto: “ Perse il senso della realtà” e diventò , come lo definirono tanti, “Il monumento di se stesso” avviando il nstro paese verso quel periodo orribile che conosciamo con il nome di Dittatura.

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Ma l’aspetto che più vorrei focalizzare è proprio l’alimentazione durante il fascismo. La cucina del fascismo era poco raffinata e i menù non erano particolarmente ricercati e abbondanti poiché rispecchiavano la crisi economica di quel tempo.

L’alimentazione degli italiani sotto il fascismo iniziò a essere scarsa intorno alla fine del 1935. I problemi alimentari cominciarono dal pane, elemento base della dieta nazionale. Si registrò, infatti, un preoccupante calo della produzione di frumento e nonostante la cosiddetta “battaglia del grano” l’incremento della produttività agricola fu insufficiente. Anche la pasta era insufficiente e, per limitare le importazioni di frumento, fu incoraggiato il consumo di riso che, invece, era in sovrabbondanza. Con l’entrata in guerra fu introdotto il razionamento, e il risparmio raggiunse il suo apice; nelle riviste femminili le donne italiane trovarono ricette per riciclare e nulla andava buttato via .

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Il razionamento era quindi qualcosa con cui si poteva sopravvivere, e se la quantità degli alimenti era forse più scarna di ciò che mangiamo oggi, era totalmente sufficiente.  Tutti possedevano la carta annonaria chiamata le tessera della fame. Colori diversi per le differenti fasce d’età, verdi per i bambini fino a otto anni, azzurre dai nove ai diciott’anni, per gli adulti grigie. Segnarono la vita di grandi e piccini per un lungo periodo, tutti gli anni della tragedia bellica ed anche dopo, per altri quattro anni fino al 1949.Il cibo quotidiano veniva distribuito da quei rettangoli di carta che gli uffici municipali  provvedevano a fornire ogni due mesi, uno per ogni membro della famiglia. Perciò nelle mani delle mamme si affidava il destino del pranzo giornaliero, una sola volta al giorno. Guai a smarrire quelle carte, pena il digiuno.
A loro, alle mamme, il compito di custodire quelle carte: che esse, sentinelle attente, andavano a depositare sotto il materasso, posto ritenuto più protetto di una cassaforte. E poi, lì depositate, si sperava di conservarle ben stese e stirate, pronte all’uso prima di andare in bottega per il prelievo quotidiano.

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Il pane era razionato, la carne non era a peso ma limitata dalla quantità di denaro che si poteva spendere e per acquistare lo scatolame erano previsti dei punti che si potevano utilizzare ogni mese. Poco, sì, ma adeguato. La verdura infine non essendo razionata si poteva acquistare liberamente e per incrementarla si istituirono i famosi orti di guerra in tutte le aiuole, parchi e campetti disponibili.                                                                                               “Se tu mangi troppo, derubi la patria” questo era lo slogan pubblicizzato dal regime fascista per imporre restrizioni alimentari sempre più rigorose. Il regime si adoperava nel fornire suggerimenti: per esempio, si invitava a consumare il carcadè al posto del tè, il caffè d’orzo o di cicoria, invece del caffè, il pesce al posto della carne, il riso al posto della pasta, e la margarina vegetale al posto del burro. Si può dunque intendere che l’alimentazione ai tempi del fascismo era una tipica dieta mediterranea.

La guerra, è vero, aveva risparmiato molte contrade da bombardamenti e da distruzioni, ma riversò i suoi effetti in mille altri modi: soprattutto lutti e fame.

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IL CIBO FRA GLI UMILI DI VERGA

Per quanto riguarda la letteratura italiana, va ricordato sicuramente Verga e le umili tavole che descrive fra le pagine dei suoi libri. Tra i contadini siciliani, e tra i suoi pescatori, sembra non trovar posto ne’ raffinatezza ne’ lusso. Non ci sono posate d’argento o vassoi colmi di prelibatezze.  I cibi, di cui lo scrittore catanese racconta, appartengono alla tradizione contadina più povera, dove regnava la semplicità del pane – nero, perché quello bianco stava solo sulle tavole dei ricchi! – delle cipolle e del buon vino.

Uno dei tanti protagonisti delle sue opere “Jeli il pastore” nei suoi lunghi mesi passati lontano da casa, mangia spesso ghiande arrostite e qualche volta accompagnate da fette di pane ammuffito.  Il pane, che accompagna la giornata dei vinti, dalla colazione al pasto della sera, ha una valenza quasi sacra, non viene sprecato nemmeno quando sta per andare a male spesso viene consumato da solo, con qualche cipolla oppure tuffato dentro a una zuppa profumata di finocchio selvatico

 

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E’ il pane, quindi, il vero protagonista delle tavole dei vinti: quel pane che riempie la pancia e scaccia la fame, che  sembra essere, per questa gente senza speranza, l’unica vera ragione della fatica e del duro lavoro che caratterizza la loro esistenza.

Ancora in Nedda, Verga ci presenta un altro piatto tipico degli umili: la zuppa di fave, messa a cuocere in un pentolone e distribuita con mestolate parsimoniose dalla castalda.

In Malaria, invece, il cibo diventa ricordo di un’età bella, quando gli affari di famiglia erano prosperi grazie alla vendita delle anguille e ci si poteva sedere a tavola gustando maccheroni e salsiccia.

Pasta e carne è infatti il menu dei ricchi: ciò di cui si ingozza, ad esempio, Don Gianmaria, il prete dei Malavoglia. Va comunque ricordato che in Verga non si parla di lotta di classe o contrapposizione sociale: l’unica differenza tra padroni e sottoposti sembra risiedere nel colore del pane, bianco per gli uni e nero per gli altri; per il resto le due classi sociali sono parte di un unico destino, sono in fondo tutti sulla stessa barca: i galantuomini non potrebbero fare nulla senza i loro braccianti e viceversa. I due mondi sono dunque profondamente legati e anche a tavola, l’insalata di cipolle dell’arricchito Mastro Don Gesualdo non differisce molto dal povero desco che tocca ad Alfio Mosca.

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GIOVANNI VERGA

 

Nasce a Catania nel 1840, da una famiglia della piccola nobiltà agraria e in Sicilia trascorre l’infanzia e la prima giovinezza, partecipando attivamente alla vita culturale della sua città. Si iscrive alla facoltà di legge, ma abbandona presto gli studi per seguire la sua vocazione letteraria. Nel 1862 pubblica il suo primo romanzo storico: “i carbonari della montagna”.

Nel 1865 lascia la provincia e si trasferisce a Firenze dove scrive i primi romanzi di successo, come “storia di una capinera”.

Successivamente si sposa a Milano, che al quel tempo era il centro culturale più vivo dell’intera penisola e quello maggiormente aperto alle nuove idee. In questa città viene a contatto con alcuni dei maggiori scrittori del momento, e matura la sua adesione del Verismo.

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Nel 1874 compone la sua prima novella di ambiente siciliano e di ispirazione e di ispirazione verista, la “Nedda” alla quale seguono “I Malavoglia”, ”Mastro don Gesualdo”. Tutte queste opere sono ambientate in Sicilia ed esprimono, con un linguaggio semplice ed essenziale, il dramma di coloro che, nella lotta per la vita, sono destinati a soccombere: i “vinti”.

Con Verga si è affermata nel corso dell’ottocento in Italia la corrente letteraria del Verismo.                             Il Verismo si basa sul vero, ovvero racconta eventi di vita quotidiana reali, così come sono. Il soggetto di cui spesso racconta il verismo sono le classi meno abbienti, come per esempio i pescatori e i contadini siciliani  , che  popolano le sue novelle e i suoi maggiori romanzi. Utilizzando un linguaggio semplice e avvalendosi anche di espressioni popolari, modi di dire e proverbi, che racchiudono l’antica saggezza della gente. Oltre a raccontare la  verità, uno dei tratti tipici del Verismo è per esempio quello del pessimismo, in quanto le opere veriste danno una concezione pessimista della vita di tutti i giorni limitandosi solo a  descriverla.

Verga nel 1920 è nominato senatore del regno d’Italia e due anni dopo, nel 1922, muore.

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I PERSONAGGI VERGHIANI

 

I personaggi verghiani sono tutti dei vinti ; la loro vita è dominata dal destino, un destino che non concede all’uomo alcuna libertà di realizzare i propri sogni e le proprie ispirazioni e chi prova ad uscire da queste condizioni imposte dal destino andrà a trovarsi in sofferenze maggiori.

OPERE

La Nedda è l’opera che segna l’avvicinamento di Verga al movimento verista. Racconta la tragica vicenda di una povera contadina che vive nella miseria. Dopo aver perso tutte le persone più care, si ritrova sola e oppressa dalla malvagità di chi le sta accanto.

Vita dei campi e novelle rusticane. In questi racconti, Vita dei campi, ritrae la vita semplice e rude della povera gente alle prese con i problemi pratici della vita e agita da forti passioni.

Mentre nelle Novelle rusticane il tema principale è la roba, che trasforma la vita in un continuo affanno per accumulare la ricchezza.

I malavoglia invece è un romanzo che narra la storia di una famiglia di pescatori che cerca di emergere dalla miseria, ma viene travolta da una serie di sventure e disgrazie. I temi di questo romanzo sono il culto del focolare domestico e l’impossibilità di cambiare la propria condizione.

 

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Geografia 

Oggi un fattore che sembra costituire la fonte di un profondo cambiamento sociale è costituito dalla globalizzazione .

Questa parola indica l’unificazione del mondo dal punto di vista economico, culturale, politico, sociale e dei consumi.

Si parla di globalizzazione in vari contesti:

  • globalizzazione dei mercati, ovvero si vendono gli stessi prodotti in tutto il mondo.

  • globalizzazione delle imprese, che sono dislocate in varie parti del mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove i costi di produzione sono molto bassi .

  • globalizzazione della finanza, il denaro dei risparmiatori si muove senza difficoltà e limiti, al di la delle frontiere nazionali.

 Altresì oggi i mezzi di comunicazione e le nuove tecnologie informatiche e telematiche svolgono un ruolo decisivo per la dimensione culturale della globalizzazione.

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In assoluto il simbolo più riconoscibile e contestato della globalizzazione è McDonald’s,  accusato d’essere, tra le tante cose, corruttore di giovani palati, artefice della standardizzazione del gusto, causa di obesità in Occidente, ambasciatore dell’impero americano, flagello delle tradizioni culinarie di tutto il globo.

Questa diabolica multinazionale del panino, che conta più di 280.000 dipendenti nella sola Europa, si colloca in una realtà in cui il mix tra globalizzazione ed industrializzazione alimentare ha portato ad una standardizzazione dei prodotti, abbattendo confini geografici e di produzione. E proprio questa delocalizzazione degli alimenti, estirpati dal proprio ambiente geografico e culturale d’origine, rappresenta una minaccia per le singole tradizioni culinarie ed alimentari.

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Che piaccia o meno, McDonald’s è il primo centro di ristorazione al mondo e forse proprio per questo, ma non solo, viene criticato da gourmet e persone qualunque, soprattutto in quei paesi dove la gastronomia affonda le proprie radici nella cultura popolare, come Italia, Francia, Giappone. Un modello di ristorazione senza dubbio discutibile, che offre tuttavia migliaia di posti di lavoro e che vende cibo a prezzi sicuramente competitivi.

La verità è che globalizzazione non è sempre sinonimo di omogeneizzazione: le tradizioni culinarie sono in realtà molto forti in tutti i paesi del mondo e McDonald’s col tempo è stata costretta ad adeguarsi ad una simile realtà attuando strategie di micro diversificazione adattandosi di volta in volta ai gusti locali.

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Il MACDONALD’S lo possiamo definire come “il Re dei fast food”.

Il fast food (espressione inglese traducibile letteralmente come “cibo veloce”) è un tipo di ristorazione di origine e principale diffusione nei Paesi anglosassoni, veloce da cucinare e consumare, economica e con servizio ridotto al minimo.

Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog, cotolette, patate fritte, pizze, sandwich ma anche da altri cibi derivati da cucine etniche come la cipolla fritta e il kebab, e suggerisce l’uso massiccio di diverse salse come senape, maionese e ketchup.                               Il fast food è in genere caratterizzato da un costo relativamente modesto, dall’uniformità del servizio offerto e dall’ampia diffusione dei punti vendita.

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Il modello alimentare proposto dai fast food coinvolge prevalentemente fasce più giovani ma anche una quota crescente di adulti per motivi essenzialmente legati ai ritmi lavorativi ed economici.

E’ spesso considerato sinonimo di cattiva alimentazione, sia perché costituito da pasti consumati in fretta, anche in piedi o in auto, sia per la cattiva qualità e varietà degli ingredienti e per l’abbondanza di elementi fritti, grassi, salati e zuccherati.

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I cibi normalmente rientranti nel fast food, come burgers, patatine, pollo fritto, vengono classificati, come specificato prima, tra quelli ad elevato contenuto di grassi e/o zuccheri raffinati e/o con basso contenuto di fibre ed in quanto tali, specialmente se consumati frequentemente o in porzioni abbondanti, aumentano il rischio di obesità e l’insorgere di altre malattie più o meno gravi.

Infatti  nel tentativo di dare risposta a questi squilibri nutrizionali, i gestori delle più note catene propongono nei propri menu anche pasti con minore apporto calorico come insalate e macedonie.

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La maggior parte  dei Mc Donald’ li troviamo negli Stati Uniti con più di 14000 fast food.”

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Gli Stati Uniti d’America , comunemente indicati come Stati Uniti e impropriamente con la sineddoche America , occupano la fascia centrale dell’ America settentrionale tra il Canada e il Messico e sono bagnati dall’ Oceano Atlantico a est e dall’Oceano Pacifico a ovest. Gli Stati Uniti sono il quarto paese al mondo per superficie e il terzo per popolazione. La geografia e il clima degli Stati Uniti  sono estremamente vari, con deserti, pianure foreste e  montagne, che sono anche sede di una grande varietà di fauna .  È una delle nazioni più multietnica e  multiculturale al mondo, prodotto di larga scala dell’ immigrazione da molti Paesi. Il continente che ospita gli Stati Uniti, l’America,  è il secondo della Terra per vastità, dopo l’Asia.  Si estende dal Mar Glaciale Artico al Canale di Drake, che la separa dall’Antartide.  Il continente è formato da due grandi masse: l’America settentrionale  e l’America meridionale, unite da una striscia di terra tagliata da un canale artificiale, il canale di Panama, aperto nel 1915. Numerose isole punteggiano le estremità nord e sud dell’America. I rilievi principali sono disposti lungo i margini del continente.

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A est si innalzano montagne antiche e poco elevate: I Monti Appalachi nell’America settentrionale, il Massiccio della Guyana e l’Altopiano del Brasile nell’america meridionale . A ovest si ergono delle montagne più recenti. A nord, si elevano Le Montagne Rocciose, la Ctena delle Cascate, La Sierra Nevada e la Catena Costiera. Il sistema montuoso  prosegue in Messico nelle alture della Sierra Madre e quindi nei rilievi della regione dell’istmo. Questi si collegano alla Cordigliera delle Ande che percorre interamente l’America Meridionale. Le pianure più vaste occupano la parte centrale del continente. I fiumi principali  attraversano le pianure centrali e  sono il Rio delle Amaxzzoni e il Mississipi.                                                              L’America settentrionale è ricca di laghi e il più famoso è l’Ontario che viene collegato al lago Erie dalle acque del fiume Niagara, formando le cascate del Niagara , una delle meraviglie del mondo.Data l’estensione del continente, vi si può trovare ogni tipo di clima, a sud dell’Equatore, nella fattispecie, il clima è tropicale umido, quindi temperato e infine arido e freddo.

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Manifesto della cucina futurista

 

Il Manifesto della Cucina Futurista, scritto interamente da Filippo Tommaso Marinetti è una raccolta di pensieri, convinzioni e intenzioni dei Futuristi riguardanti la cucina e la  gastronomia pubblicata nel 1931.           Oltre all’eliminazione della pastasciutta, il Manifesto predica l’abolizione della  forchetta e del coltello, dei condimenti tradizionali, del peso e del volume degli alimenti e della politica a tavola; invita i chimici ad inventare nuovi sapori e incoraggia l’accostamento ai piatti di  musiche, poesie e profumi.                                                                                          Marinetti fu il fondatore del  futurismo ai primi del ‘900 che così scrisse sul Manifesto del futurismo”: “Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Il mondo si è arricchito di una bellezza nuova: la bellezza della velocità.”  I futuristi rifiutarono , in fatti, la pittura tradizionale e la sua staticità, in quanto la realtà che li circondava era, sempre più caratterizzata dal progresso tecnologico di macchine e motori.

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Altresì volevano ricreare nelle loro opere il dinamismo delle forme in movimento e rappresentare la velocità. Secondo i futuristi la cucina riveste un ruolo molto importante nella vita delle persone, ta; nel Manifesto è scritto …Pur riconoscendo che uomini nutriti male o grossolanamente hanno realizzato cose grandi nel passato, noi affermiamo questa verità: si pensa si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia…              

In altre parole, dal cibo dipende la forza di un popolo, e i futuristi credono fermamente che …nella probabile catastrofe futura vincerà il popolo più agile, più scattante […] adatto ad una vita sempre più aerea e veloce. Secondo il Manifesto, affinché il popolo italiano vinca questa futura catastrofe è necessaria l’abolizione della pastasciutta , a tal proposito  Marinetti nomina inoltre un professore napoletano suo amico, il dott. Signorelli, il quale gli avrebbe confidato che “…a differenza del pane e del riso la pastasciutta è un alimento che si ingozza, non si mastica.

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Marinetti ,pertanto,  esorta la chimica a trovare il modo di nutrire il  corpo umano mediante pillole, composti albuminoidei, grassi sintetici e vitamine, equivalenti del cibo vero e proprio, in modo da  raggiungere un reale ribasso del prezzo della vita e dei salari con relativa riduzione delle ore di lavoro.

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La pietra miliare della cucina futurista era però il CARNEPLASTICO. Creato dal pittore futurista Fillìa è una grande polpetta cilindrica di carne di vitello arrostita, ripiena di undici qualità diverse di verdure cotte. Alla base un anello di salsiccia che poggia su tre sfere dorate di pollo, un prodigio di equilibrio e d’inventiva plastico – scultorea.

A rileggere oggi il manifesto gastronomico futurista, si intuisce che alcuni dei suggerimenti di Marinetti hanno trovato applicazione: esempi ne sono l’integrazione dei cibi con additivi e conservanti, o l’adozione in cucina di strumenti tecnologici per tritare, polverizzare ed emulsionare.

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Tecnologia

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OGM

Decenni fa già si sapeva che quello della sovrappopolazione sarebbe stato uno dei principali problemi che l’uomo moderno avrebbe dovuto affrontare, moltissimi scienziati di tutto il mondo si sono subito affrettati nel tentativo di trovare o scoprire una soluzione o , per meglio dire ,una formula che risolvesse tale problema. Verso gli anni ’70 ’80 nasce la nuova tecnologia degli OGM, cioè un Organismo Geneticamente Modificato. Con questo termine si intendono soltanto gli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica. Non sono considerati “organismi geneticamente modificati” tutti quegli organismi il cui patrimonio genetico viene modificato a seguito di processi spontanei  o indotti dall’uomo tramite altre tecniche che non sono incluse nella definizione data dalla normativa di riferimento

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La tecnica usata per la produzione di OGM può variare a seconda delle cellule utilizzate; le fasi salienti sono quattro:

  1. . Isolamento del gene che si vuole trasferire, separandolo dal restante DNA;

  2. -Inserimento del gene isolato in un vettore capace di entrare nelle cellule dell’organismo di destinazione ed unirsi al suo DNA;

  3.  -Replicazione del batterio in modo da ottenere l’amplificazione del gene da trasferire;

  4. -Trasferimento del plasmide, che veicola il gene nella cellula germinale di un’altra specie, ottenendo così un nuovo individuo con le capacità desiderate.

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“I PRO E I CONTRO”

 

Una delle maggiori resistenze alla diffusione delle coltivazioni OGM, è relativa al rischio di “contaminazione” delle coltivazioni bio e tradizionali. Questa conseguenza sarebbe inevitabile perché proprio l’azione degli agenti atmosferici e degli insetti come il vento che trasporta i pollini, le api eccetera finirebbero per “rimescolare” le sementi, creando delle ibridazioni di cui non si può nemmeno immaginare la portata. Inoltre, anche in fase di stoccaggio e di trasporto, seppur in casse diverse, di prodotti OGM, bio e tradizionali, si potrebbero verificare delle contaminazioni.

Quindi, alla fine, anche acquistando rigorosamente cibi bio, il consumatore in realtà non potrebbe sapere fino a che punto quel prodotto sia puro. In secondo luogo, ci sono i rischi per la salute umana.

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Finora nessuno studio è riuscito a dimostrare che gli alimenti OGM siano pericolosi, ma è anche vero che Alcuni studi su modello animale ne hanno rilevato la tossicità e , a lungo andare, un ulteriore rischio sarebbe piuttosto riconducibile all’antibiotico-resistenza di cui sono dotati molti OGM. Una qualità che, se trasmessa all’uomo, potrebbe rendere inefficaci molte terapie antibiotiche.

Infine, ci sono i “contro” di tipo socio-economico. I prodotti OGM sono, e sarebbero ancor di più in futuro, in mano alle multinazionali, per le quali l’interesse principale è il profitto e non la salute dell’uomo.I “pro” OGM si moltiplicano, e a tal proposito, valgono le parole di Corrado Clini  che fu Ministro dell’ambiente fino al 2013 in Italia : “La paura nei confronti degli organismi geneticamente modificati riguarda principalmente la possibilità che venga alterata la tipicità dei nostri prodotti agricoli. Eppure esiste un paradosso – sostiene il Ministro – Senza l’ingegneria genetica oggi non avremmo alcuni fra i nostri prodotti più tipici. Il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D’Avola, la cipolla rossa di Tropea, sono stati ottenuti grazie agli incroci e con la mutagenesi sui semi. Quindi bisogna stare molto attenti all’importanza della ricerca.

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LA MUSICA E GLI SPOT PUBBLICITARI

 

La musica aiuta ad associare parole o idee a emozioni. Per questo è molto raro che uno spot televisivo o radiofonico non abbia un accompagnamento musicale. I pubblicitari ricorrono a ogni genere di linguaggio, carpendo qualunque stimolo esterno che possa sollecitare, attirare l’attenzione e convincere il consumatore ed è per questo che la componente musicale è sempre più importante nel linguaggio pubblicitario, la musica rappresenta uno strumento sempre più utilizzato in chiave di comunicazione pubblicitaria e spot televisivi. E’ uno dei media più efficaci in assoluto, poiché la musica, se opportunamente scelta, può raggiungere qualsiasi pubblico.

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La musica nella pubblicità ha come scopo quello di enfatizzare ciò che viene detto in un annuncio pubblicitario e quindi svolge un’ importante funzione che va analizzata e compresa, lo spot televisivo è un breve comunicato pubblicitario di massimo due minuti, ripetuto con grande frequenza così da raggiungere il maggior numero di consumatori. Spesso le parole di questi accompagnamenti musicali non hanno molto senso,  ma se la musica in sottofondo è quella giusta l’annuncio anche ascoltato involontariamente, farà leva sulle emozioni degli ascoltatori, diventando così uno strumento di persuasione, infatti  “Spesso si guarda la tv in maniera distratta: la si accende e si fa altro. Così le immagini possono perdersi, ma alla musica non si scappa”.     

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Nella musica usata negli spot si notano due tendenze: spot che con la loro musica mettono in evidenza la marca o il prodotto della réclame (come i jingle),e spot che propongono atmosfere e sensazioni per suscitare l’associazione emozionale e percettiva dello spettatore ad esempio possiamo individuare stili musicali affini per prodotti appartenenti alle medesime categorie merceologiche come ad esempio gli spot di prodotti come pasta, biscotti, crackers ci accorgeremo che le musiche sono spesso “rassicuranti” è ispirano fiducia verso il prodotto. Mentre se il prodotto è rivolto ad un pubblico giovanile come ad esempio abbigliamento sportivo, si cercherà di usare un tipo di musica che piace ai giovani quali possono essere il rock,l’house o il rap .

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“LE VARIE COMPONENTI MUSICALI”

 

“I JINGLE”

 

Il jingle consiste in una canzone o in un motivetto strumentale, che accompagna lo slogan, sottolinea i momenti più importanti, stimola i sentimenti del consumatore ed è costruito in modo da entrare prepotentemente  nella mente del consumatore cosi da aumentare il ricordo del prodotto. Il jingle può essere originale cioè creato ex-novo per il prodotto, oppure prendere una canzone già esistente e re-interpretarla in una chiave diversa, adatta al prodotto che si vuole vendere. Il jingle grazie alla sua capacita di imprimersi nella mente dello spettatore già dopo il primo ascolto può svolgere una funzione di richiamo dell’attenzione e di stimolazione dell’interesse.

 

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“BRANI MUSICALI”

 

Ma gli spot non usano solo i jingle ma a volte delle vere e proprie composizioni musicali. Ad esempio è interessante come vari spot hanno contribuito alla divulgazione della musica classica,(come  nella pubblicità del brandy “Vecchia Romagna” la musica altro non era che la Romanza n.2 per violino e orchestra , op.50 di Beethoven .) Questa scelta è soprattutto usata per pubblicizzare prodotti di lusso cosi che il consumatore dia al prodotto un immagine di serietà ed affidabilità, qualità e classe.

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Spesso vengono usate canzoni famose o altre che grazie alla pubblicità stessa scalano le classifiche diventando dei veri e propri tormentoni anzi, spesso usate negli spot, le musiche acquistano una forza incredibile, spingendo spesso il pubblico a scoprire dischi usciti magari anni prima e rivalutarli.  In questo modo la pubblicità viene in soccorso della musica e investe i generi musicali più disparati: dalla pop music al rock, dalla classica all’ house. Ad esempio la canzone di Andrea Bocelli “Con te Partirò”, inserita nello spot TIM divenne molto conosciuta. Quindi molto spesso succede che quando la musica vende il prodotto, analogamente il prodotto vende la musica.

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Un altro modo in cui le aziende cercano di attirare a se più consumatori possibili è la scelta di canzoni o musiche che possano rimandare alla filosofia di marca, come ad esempio lo spot Coca-Cola che veniva trasmesso durante i mondiali di calcio del 2010 e che aveva come sottofondo musicale “Wavin’flag” di K’naan, non solo aveva attinenza con l’argomento Mondiali, ma il testo da un idea di gioia, felicità e soprattutto incita alla fratellanza tra le persone, collegandolo cosi alla “formula della felicità” che è lo slogan dell’azienda, tra uomini uniti nel momento di una competizione sportiva, ma anche nel bere Coca-Cola.                                                                                                                                                                            Sì, la consapevolezza degli effetti e delle funzioni che la musica esercita quotidianamente sia sul lato conscio della nostra mente che su quello inconscio, ci porta a considerare come molto importante la componente sonora che da sempre vive all’interno della pubblicità televisiva.

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English food habits

It might just look like a way of saying the exclamation: “Country you go, the way you find it!” It is just so! In fact, just think of England where food habits are conditioned by lifestyle and tradition. In spite of the fact that the British Government is trying to explain to the general public the unhealthiness of their diet, it is difficult for an English person  to prefer a healthy Mediterranean diet to the many fast foods  because of their habits.

As the most important meal of the day we find the breakfast “breakfast”. Usually every day is made up of: milk, fruit juice, coffee, which resembles much more to a barley drink than a coffee that is just or so called, yogurt, toast, jam and butter. Since most people start working early and have no time, on public holidays, this is supplemented by: eggs, bacon (cooked in a pan), beans, sausages, porridge (a kind of oat creamy mixture).

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Lunch is, instead,  a snack. Since few English people have the chance to go home to eat lunch, so their meal consists of a sandwich or a wrap (a kind of piadina) that can be stuffed with what you want, such as tomatoes and tuna, ham and “mozzarella” (which has more of the consistency of a cheese), chicken, all seasoned with sauces of any kind.

Another moment in which the British are particularly interested in is the Tea Time. It is not uncommon to see in the park, at 17, old ladies carrying tea pots and pastries.

The tea is in fact part of the cultural pattern of an English person even if, usually in the offices, tea time is essentially replaced by a small snack-break during which they consume coffee from  the automatic dispensers and a bar of chocolate.

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It can be said that dinner is the only meal actually “cooked” by the British. It consists of hot foods, main courses mostly, rarely soups or a mixed dish (spaghetti with meat for example).

Meat or fish are served accompanied by potatoes or other vegetables, often  dressed with cream. Dinner time is around 18.30 and 19.30 depending on the working needs of individual households.

Brunch between breakfast and lunch, is of North American origin, is a meal  between 10am and 12am, consisting of savory pies, fruit, chocolate bars, fruit juice or coffee, is less traditional than the aforementioned meals , But still very frequent among the population.

 

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Les habitudes alimentaires

des Français

 

La cuisine française est connue et appréciée partout dans le monde et est considéré comme l’un des meilleurs cuisine et elegant. .Le petit déjeuner français (petit dejeuner) il est toujours  léger: le jour commence par une bonne tasse de café, le thé ou le lait, un croissant ou une fine tranche de pain beurré avec de la confiture.Le déjeuner français (le Dejeuner) est de 12,00 à 14,00, souvent les jeunes et ceux qui travaillent font une collation rapide, réservant a le dîner (consommé entre 19h00 et 21h00) comme repas principal. Contrairement aux autres pays, le déjeuner et le dîner français (le dîner) ne diffèrent pas beaucoup les uns des autres sont composés d’au moins deux cours, hors-d’œuvre et un plat principal,  entree: différents types de pâté ou crudites un exquis bouillabaisse (soupe de poisson) ou un plat de viande qui peut être constitué par blanquette de veau ou agneau (veau ou ragoût d’agneau en sauce blanche), suivre généralement un plateau de fromage ou une tarte aux pommes (gâteau pomme).

Souvent, le repas principal est précédé d’un cocktail (par exemple un kir (vin blanc avec du sirop de fruits), tandis qu’un Digestif (cognac ou armagnac) apres le repas. D’autres boissons pour accompagner les repas, sont du café,  la bière et différentes liqueurs telles que le pastis (une liqueur anisée à haute gradation) et d’autres distillats.

 

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“CITTADINANZA E COSTITUZIONE”

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L’articolo 4 della nostra Costituzione riprende, ampliandolo, quello che l’articolo 1 sancisce essere il fondamento della nostra Repubblica. Assegna al lavoro il duplice ruolo di diritto e dovere, intesi non in senso  strettamente giuridico, ma rispettivamente come un fine cui lo Stato deve tendere ed un dovere morale cui ciascun individuo, cittadino o meno, dovrebbe adempiere, nel rispetto della libertà della persona. Il riconoscimento del lavoro come  uno dei principi fondanti della Repubblica, rimanda alla funzione che il lavoro svolge nella società, come mezzo di produzione di ricchezza materiale e morale per la persona, non come merce necessaria alla massimizzazione dei profitti, non come mero fattore di produzione,  ma come realizzazione dell’individuo e delle sue aspirazioni materiali e spirituali, e quindi della società tutta.

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