RITA LEVI-MONTALCINI UNA VITA PER LA RICERCA

by daniela

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RITA LEVI-MONTALCINI UNA VITA PER LA RICERCA

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L’NGF (Nerve Grow Factor), il primo fattore di crescita di natura endogena ad essere stato scoperto, è il capostipite di una serie di altri fattori di crescita recentemente identificati ed ha portato, nel 1986, Rita Levi-Montalcini e il biochimico Stanley Cohen all’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina.

La scoperta del fattore di crescita dei nervi è nella fase più rigogliosa del suo sviluppo nel campo delle neuroscienze.

I fattori specifici di crescita neuronale sono molecole proteiche che agiscono sullo sviluppo delle cellule nervose dei vertebrati[1].

[1] Rita Levi-Montalcini, Cronologia di una scoperta, Baldini&Castoldi, Milano, 2009, pag. 10

 

2

Due cromosomi X nei primi decenni del Novecento

Torino, 1909 – 1930

 

Rita Levi-Montalcini nacque il 22 aprile 1909 a Torino da famiglia benestante. Il padre era il direttore di una fabbrica di ghiaccio a Torino e la madre dirigeva le mansioni domestiche. Cresciuta fin dall’infanzia senza vincoli religiosi, a parte le cerimonie ebraiche professate ogni anno nel periodo pasquale, suo padre le diede il consiglio di definirsi “libera pensatrice” ogni qualvolta le venisse chiesta la sua religione. Fin da bambina non si sentiva propensa per la vita famigliare e per una reclusione domestica, mansione attribuita nei primi anni del Novecento a tutte le donne. Per questa sua

freddezza, temperamento rigido e distaccato di fronte all’affetto famigliare, non si sentiva conforme alla vita domestica. L’esperienza del ruolo subordinato della donna in una società totalmente gestita dal sesso maschile l’aveva convinta di non essere tagliata per fare la moglie[1]. Al termine delle scuole elementari era consuetudine per le donne frequentare le scuole medie e concludere il ciclo scolastico con il Liceo femminile, precludendo qualsiasi possibilità da parte della donna di frequentare l’università, poiché era scontato che la carriera che la aspettava fosse quella di casalinga, di buona moglie e madre. Dopo aver concluso il Liceo femminile, che si differenziava da quello maschile per la mancata presenza di materie scientifiche, passò tre anni nel dubbio di che carriera intraprendere. A seguito di un tragico evento, cioè della morte della zia Giovanna, decise di chiedere al padre l’autorizzazione per studiare medicina. Insieme alla cugina Eugenia entrò nell’autunno del 1930 per la prima volta nell’anfiteatro dell’Istituto anatomico della facoltà di medicina a Torino.

[1] Rita Levi-Montalcini, Elogio dell’imperfezione, Baldini&Castoldi, Milano 1987, pag. 53

 

3

Giuseppe Levi e le colture in vitro

Torino, 1932

 

Rita Levi-Montalcini fu seguita nei suoi anni universitari dal docente di anatomia umana dell’università di Torino Giuseppe Levi. Levi fu colui che trasmise alla Montalcini il fervore per la ricerca.

Giuseppe Levi si dedicava allo studio delle colture in vitro, cioè la coltura delle cellule animali sotto vetro. Applicare questa tecnica a cellule di vari stipiti permette di analizzare le loro capacità proliferative e differenziative in condizioni ambientali differenti a controllo dello sperimentatore[1].

L’esperienza acquisita da Rita Levi-Montalcini nella tecnica delle colture in vitro del tessuto nervoso venne applicata nello studio che avrebbe portato alla scoperta del fattore di crescita dei nervi

[1] Rita Levi-Montalcini, Elogio dell’imperfezione, Baldini&Castoldi, Milano 1987, pag. 83

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