by Cristian Lauro
Copyright © 2019
SANDOKAN “LA TIGRE DI MOMPRACEM”
- Joined Feb 2019
- Published Books 2
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La notte del 20 dicembre 1849 un uragano colpì l’isola di Mompracem, un’isola selvaggia, covo di pirati, nel mare della Malesia a poche centinaia di miglia dalle coste del Borneo. Nel cielo c’erano nuvole nere spinte dal vento che correvano come cavalli senza briglie e lasciavano cadere sulle foreste dell’isola molti acquazzoni; nel mare c’erano enormi onde.

Solo chi veniva da Oriente poteva vedere sulla cima di un’alta rupe a picco sul mare due punti luminosi, erano due finestre illuminate. Erano le luci delle finestre di una capanna solida con in cima una grande bandiera rossa con una testa di tigre al centro.

Una stanza di quella capanna era illuminata, aveva le pareti coperte di tessuti di velluto rosso strappati e macchiati, il pavimento coperto di tappeti di Persia. Al centro c’era un tavolo d’ebano decorato con madreperla e argento, sopra c’erano bottiglie e bicchieri di cristallo. Negli angoli su grandi scaffali c’erano vasi pieni di bracciali d’oro, orecchini, anelli, rubini, diamanti, smeraldi e c’era una lampada dorata sospesa al soffitto. In un angolo c’era un divano Turco con frange strappate e in un altro un organo d’ebano e qua e là c’erano tappeti arrotolati, vestiti splendidi, sciabole, accette, pugnali . . .

In quella stanza c’era un uomo seduto su una poltrona zoppicante: era alto, muscoloso, capelli lunghi fino agli omeri, una barba nera con viso leggermente abbronzato. Aveva la fronte ampia, sopracciglia arcate, una bocca piccola con denti acuminati che brillavano come perle e due occhi nerissimi. Aveva lo sguardo fisso su una lampada con le mani chiuse attorno alla scimitarra che gli pendeva da una fascia di seta rossa stretta attorno ad una casacca di velluto azzurro e oro.

Uno scroscio lo strappò da quell’immobilità: si alzò, si sistemò il turbante che aveva uno splendido diamante, aprì la porta, uscì dalla capanna e si fermò sull’orlo della rupe. Stette la alcuni minuti a fissare il mare e poi rientrò nella capanna.

Rientrato nella capanna si mise a suonare l’organo prima in maniera rapida poi rallentò finché il suono non si confuse con gli scrosci dei fulmini e i fischi del vento.

Published: Feb 19, 2019
Latest Revision: Feb 19, 2019
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