Leonardo, Michelangelo e Raffaello

by sofia fiore

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Leonardo, Michelangelo e Raffaello

  • Joined May 2020
  • Published Books 2

Leonardo da Vinci

 

la vita:

Leonardo di ser Piero da Vinci (Anchiano15 aprile1452 – Amboise, 2 maggio1519) è stato un inventoreartista e scienziato italiano.
Uomo d’ingegno e talento universale del Rinascimento, considerato uno dei più grandi geni dell’umanità, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell’arte e della conoscenza: fu infatti scienziatofilosofoarchitettopittorescultoredisegnatoretrattatistascenografoanatomistabotanicomusicista]ingegnere e progettista.
IL padre aveva già lavorato a Firenze e nel 1462, a dire di Giorgio Vasari, vi ritornò con la famiglia, compreso il piccolo Leonardo.Diventando ormai sempre più evidente l’interesse del giovane Leonardo nel “disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl’andavano a fantasia più d’alcun’altra”,ser Piero mandò infine il figlio, dal 1469 o 1470, nella bottega di Andrea del Verrocchio, che in quegli anni era una delle più importanti di Firenze, nonché una vera e propria fucina di nuovi talenti.
Tra i suoi allievi figuravano nomi che sarebbero diventati i grandi maestri della successiva generazione, come Sandro BotticelliPeruginoDomenico Ghirlandaio e Lorenzo di Credi, e la bottega espletava un’attività poliedrica, dalla pittura alle varie tecniche scultoree (su pietra, fusione a cera persa e intaglio ligneo), fino alle arti “minori”. Soprattutto veniva stimolata la pratica del disegno, portando tutti i collaboratori a un linguaggio pressoché comune, tanto che ancora oggi può risultare molto difficile l’attribuzione delle opere uscite dalla bottega alla mano del maestro oppure a un determinato allievo.Si conoscono vari esempi di disegni di panneggi usciti dalla sua bottega, che derivano da esercizi che il maestro faceva fare copiando le pieghe dei tessuti sistemati su modelli di terra Inoltre gli allievi apprendevano nozioni di carpenteriameccanicaingegneria e architettura.
Leonardo si suffermò da prima sulla pittura, per lo più si cimentò nella rappresentazione della natura, insieme all’amore per la scultura.
Le prime opere indipendenti dell’artista risalgono al 1469 con la Madonna col Bambino
Lorenzo di Credi - Madonna Dreyfus.jpg
L’opera raffigura la Madonna col Bambino dentro una stanza, sullo sfondo di una parete scura su cui si aprono due finestre che danno su un luminoso paesaggio collinare, piuttosto generico. Il complesso impianto compositivo, con più fonti di luce in contrasto e con un parapetto in primo piano, sul quale pende il manto di Maria e sta in piedi il Bambino, derivano dall’arte fiamminga, all’epoca in voga più che mai a Firenze.
Maria tiene in mano una melagrana, simbolo di fertilità, ma anche prefigurazione del sangue della Passione per il colore rosso dei chicchi. Il Bambino, nudo, sta in piedi e con la manina prende alcuni chicchi e li porge verso la madre, che lo guarda con un’espressione ambigua, composta ma senza allegria, prefigurando la tragica sorte del figlio.
Successivamente l’artista partì a Milano,Appare chiaro che Leonardo fosse intenzionato a restarci, era una città che doveva affascinarlo per la sua apertura alle novità scientifiche e tecnologiche, causata dalle continue campagne militari. L’ambiente fiorentino doveva infatti procurargli ormai un certo disagio: da un lato non si doveva riconoscere nella cultura neoplatonica della cerchia medicea, così imbevuta di ascendenze filosofiche e letterarie, lui che si definiva “omo sanza lettere”; dall’altro la sua arte stava divergendo sempre di più dal linearismo e dalla ricerca di una bellezza rarefatta e idealizzata degli artisti dominanti sulla scena, già suoi compagni nella bottega di Verrocchio, come Perugino, Ghirlandaio e Botticelli. Dopotutto la sua esclusione dai frescanti della Sistina rimarca la sua estraneità a quel gruppo. Tuttavia dopo anni tornò a Firenze.
Una delle opere commissionate all’artista durante la permanenza a Milano fu:La vergine delle rocce (con opinioni contrastanti e due versioni differenti)
La scena si svolge in un umido paesaggio roccioso, orchestrato architettonicamente, in cui dominano fiori e piante acquatiche, descritti con minuzia da botanico; da lontano si intravede un corso d’acqua. Al centro Maria allunga la mano destra a proteggere il piccolo san Giovanni in preghiera, inginocchiato e rivolto a Gesù Bambino, che si trova più in basso, a destra, in atto di benedirlo e con il corpo in torsione. Dietro di lui si trova un angelo, con un vaporoso mantello rosso, che guarda direttamente verso lo spettatore con un lieve sorriso, coinvolgendolo nella rappresentazione, e con la mano destra indica il Battista, rinviando lo sguardo verso il punto di partenza in una moltitudine di linee di forza. La mano sinistra di Maria si protende in avanti come a proteggere il figlio, con un forte scorcio.
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Raffaello

la vita:

Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento. Considerato uno dei più grandi artisti d’ogni tempo, la sua opera segnò un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi e fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, dando vita tra l’altro a una scuola che fece arte “alla maniera” sua e che va sotto il nome di manierismo.
Modello fondamentale per tutte le accademie fino alla prima metà dell’Ottocento, la sua influenza è ravvisabile anche in pittori del XX secolo come Salvador Dalí.
Nella formazione di Raffaello fu determinante il fatto di essere nato e di aver trascorso la giovinezza a Urbino, che in quel periodo era un centro artistico di primaria importanza che irradiava in Italia e in Europa gli ideali del Rinascimento. Qui Raffaello, avendo accesso con il padre alle sale del Palazzo Ducale, ebbe modo di studiare le opere di Piero della Francesca, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Pedro Berruguete, Giusto di Gand, Antonio del Pollaiolo, Melozzo da Forlì e altri. Raffaello apprese probabilmente i primi insegnamenti di disegno e pittura dal padre, che almeno dagli anni ottanta del Quattrocento era a capo di una fiorente bottega, impegnata nella creazione di opere per l’aristocrazia locale e per la famiglia ducale.
Nella bottega del padre, il giovanissimo Raffaello apprese le nozioni di base delle tecniche artistiche, tra cui probabilmente anche la tecnica dell’affresco: una delle primissime opere a lui attribuite è infatti la Madonna di Casa Santi, delicata pittura murale nella casa familiare.
Il 1º agosto 1494, quando Raffaello aveva undici anni, morì il padre. Tale data ha ridimensionato in alcuni studi il contributo della bottega paterna nella formazione dell’artista; è altresì comprovato come nel giro di pochissimi anni, in piena adolescenza, Raffaello raggiunse rapidamente una maturazione artistica che non può prescindere da un avviamento molto precoce alla professione pittorica.

 

"The School of Athens" by Raffaello Sanzio da Urbino.jpg

La Scuola di Atene è un affresco (770×500 cm circa) databile al 15091511 ed è situato nella Stanza della Segnatura, una delle quattro “Stanze Vaticane“, poste all’interno dei Palazzi Apostolici. Rappresenta una delle opere pittoriche più rilevanti dello Stato della Città del Vaticano, visitabile all’interno del percorso dei Musei Vaticani.
Le figure sono disposte sostanzialmente a libro, cioè su due piani definiti da una larga scalinata che taglia l’intera scena. Un primo e più numeroso gruppo è disposto ai lati di una coppia centrale di figure che conversano, identificate in Platone e Aristotele. Un secondo gruppo autonomo, in cui sono stati individuati i pensatori interessati alla conoscenza della natura e dei fenomeni celesti, è disposto in primo piano sulla sinistra, mentre di un terzo, anch’esso indipendente, ristretto e disposto simmetricamente al secondo, è di difficile l’identificazione dell’ambito intellettuale, nonostante gli sforzi degli studiosi; indizio è la presenza di una figura identificata in Euclide (o Archimede, sotto le sembianze di Donato Bramante) intento a tracciare una dimostrazione geometrica.

 

Three Graces.jpg

Le Tre Grazie è un dipinto a olio su tavola (17×17 cm) databile al 15031504 circa e conservato nel Museo Condé di Chantilly. Probabilmente faceva parte di un dittico con il Sogno del cavaliere, oggi alla National Gallery di Londra.
L’opera è evidentemente ispirata al gruppo forse ellenistico delle Tre Grazie, noto da varie copie di epoca romana e da altre riproduzioni via affresco. Forse Raffaello lo vide a Roma, o forse nel piccolo gruppo presente a Siena, dal 1502, nella Libreria Piccolomini, o ancora tramite il rovescio di una medaglia di Niccolò di Forzore Spinelli, in cui sono associate alla Castitas, alla Pulchritudo e all’Amor. In questo senso, se la tavola di Londra evocasse le virtù maschili di giustizia, fortezza e temperanza, quella delle Grazie mostrerebbe le virtù femminili di modestia, bellezza e amore.
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Michelangelo

 

la vita:

Michelangelo Buonarroti (Caprese6 marzo 1475 – Roma18 febbraio 1564) è stato uno scultorepittorearchitetto e poeta italiano.Protagonista del Rinascimento italiano, già in vita fu riconosciuto come uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.
Personalità tanto geniale quanto irrequieta, il suo nome è legato ad alcune delle più maestose opere dell’arte occidentale tra cui si devono senz’altro citare il David, il Mosè, la Pietà del Vaticano, la Cupola di San Pietro e il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina, tutti considerati traguardi insuperabili dell’ingegno creativo.Lo studio delle sue opere segnò le generazioni successive dando vita, con altri modelli, a una scuola che fece arte alla maniera sua e che va appunto sotto il nome di manierismo.
Il manierismo è una corrente artistica, prima italiana e poi europea, del XVI secolo. La definizione di manierismo ha subito varie oscillazioni nella storiografia artistica, arrivando, da un lato, a comprendere tutti i fenomeni artistici dal 1520 circa fino all’avvento dell’arte controriformata e del barocco, mentre nelle posizioni più recenti si tende a circoscriverne l’ambito, facendone un aspetto delle numerose tendenze che animarono la scena artistica europea in poco meno di un secolo.
La formazione umana e artistica di Michelangelo avviene nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, dove entra in contatto con un ambiente culturale di straordinaria qualità, in cui dominano le idee neoplatoniche che egli assorbe e conserva per tutto il suo percorso artistico.

 

Il David è una scultura realizzata in marmo (altezza 520 cm incluso il basamento di 108 cm) da Michelangelo Buonarroti, databile tra il 1501 e l’inizio del 1504 e conservata nella Galleria dell’Accademia a Firenze.
Largamente considerato un capolavoro della scultura mondiale, è uno degli emblemi del Rinascimento nonché simbolo di Firenze e dell’Italia all’estero. L’opera, che ritrae l’eroe biblico nel momento in cui si appresta ad affrontare Golia, originariamente fu collocata in Piazza della Signoria come simbolo della Repubblica fiorentina vigile e vittoriosa contro i nemici.
Il soggetto del David, fortemente radicato nella tradizione figurativa fiorentina, venne rielaborato evitando gli schemi compositivi consolidati, scegliendo di rappresentare il momento di concentrazione prima della battaglia. I muscoli del corpo sono poderosi ma ancora a riposo, tuttavia capaci di trasmettere il senso di una straordinaria potenza fisica. L’espressione accigliata e lo sguardo penetrante rivelano la forte concentrazione mentale, manifestando quindi la potenza intellettuale che va a sommarsi a quella fisica.
Nella realizzazione degli occhi Michelangelo perfezionò la tecnica di perforare le pupille affinché potessero evitare la luce e creare un gioco di ombre che rende gli occhi molto più penetranti. Difficile è dire perché Michelangelo rompe con la tradizione che vuole Davide rappresentato con la testa di Golia tagliata oltre che non possente e muscoloso ma adolescelmente minuto (nelle opere di GhibertiDonatello e Verrocchio). Di certo ci sono che il masso era fragile e già sbozzato e quindi forse non permetteva la creazione agile della testa; che il David di Michelangelo doveva rappresentare la neonata Repubblica e si doveva distinguere dal David di Donatello che invece sanciva la consacrazione divina dei Medici tiranni (e non a caso con la nascita della repubblica era stato portato via da Palazzo Medici); che la religiosa conoscenza della sacre scritture in Michelangelo era approfondita e che la scelta di un eroe consapevolmente forte era ratificata dal passo della Bibbia in cui Davide dichiara di aver ucciso orsi e leoni con l’aiuto di Dio e di non aver timore di Golia (Samuele 17:34-37); la tesi è che la forza di David non proviene solo dalla fede religiosa in Dio, come altre versioni artistiche dell’eroe, gracile e quasi femmineo, sembrano avallare. In ogni caso Michelangelo non ha lasciato nessuno schizzo o documento né altre opere del periodo che testimonino le motivazioni delle scelte fatte, tra l’altro in autonomia, perché l’incarico non era per una statua di tale “grandezza” né per essere posizionata davanti a Palazzo Vecchio.
Per evitare di porre il peso della statua sulla parte sinistra del blocco, più debole, Michelangelo appoggia tutto il peso sulla gamba destra, rafforzata da un piccolo tronco che ha una funzione essenzialmente statica, come nella statuaria antica. La posa è quella tipica del contrapposto, che, tramandata anche nel medioevo, derivava dal canone di Policleto. Infatti il braccio destro e la gamba sinistra sono rilassate, al contrario delle altre due estremità.
Il corpo atletico, al culmine della forza giovanile, si manifesta tramite un accuratissimo studio dei particolari anatomici, dalla torsione del collo attraversato da una vena, alla struttura dei tendini, dalle venature su mani e piedi, alla tensione muscolare delle gambe, fino alla perfetta muscolatura del torso.
Per dare maggiore espressività e risalto Michelangelo ingrandisce leggermente la testa e le mani, nodi cruciali, perfezionati armonicamente con la veduta privilegiata dal basso. Questo effetto è adesso meno apprezzabile in seguito al suo trasferimento nel museo dove la statua è stata collocata su un piedistallo più basso di 63 centimetri. In queste variazioni di proporzione si possono leggere anche motivazioni di carattere filosofico: la testa rappresenta la ragione, quindi il mezzo che permette all’uomo di pensare e di distinguersi dalle bestie; le mani sono invece lo strumento di cui la ragione si serve per operare e creare.

 

Michelangelo Buonarroti - The Torment of Saint Anthony - Google Art Project.jpg

Il Tormento di sant’Antonio è un dipinto a tempera e olio su tavola (47×35 cm) databile tra il 1487 e il 1489, e conservato nel Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas.
Il dipinto raffigura sant’Antonio Abate trascinato in aria da un nutrito gruppo di demoni, tipici della tradizione nordica, con dettagli fantasiosi e realizzati come un collage di numerosi animali. Le parti più grottesche, come le espressioni truci o i lunghi artigli dei demoni, appaiono attenuate dal pennello dell’artista. In basso si apre un lontano paesaggio tra le quinte di due speroni rocciosi, con quello sinistro più pronunciato: si tratta di un’aggiunta rispetto al modello. La cromia è particolarmente fresca ed equilibrata, intonandosi soprattutto sui toni del rosso e del verde marcio.
Lo stile, a parte la derivazione nordica dovuta alla fedeltà al modello, mostra un tono “ghirlandaiesco” in alcuni dettagli, come la testa del santo, che ricorderebbe nella fisionomia anche un dipinto posteriore come il San Giuseppe nel Tondo Doni.
Un elemento che nelle recenti attribuzioni è apparso determinate riguarda le rocce della parte sinistra del quadro, dipinte con il caratteristico “tratteggio incrociato” che ritrova anche nell’opera grafica dell’artista, tra cui, per restare nell’ambito dei lavori giovanili, il San Pietro da Masaccio a Monaco di Baviera
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