L’APPARATO DIGERENTE di BEATRICE ROSSET

by Beatrice Rosset

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L’APPARATO DIGERENTE di BEATRICE ROSSET

  • Joined Jul 2020
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L’APPARATO DIGERENTE

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L’APPARATO DIGERENTE di BEATRICE ROSSET by Beatrice Rosset - Ourboox.com
Quando mangiamo e ci nutriamo, il cibo viene introdotto in bocca… ma poi? Rimane lì ad accumularsi inutilmente? Assolutamente no!
Quello che molti credono è che il cibo viene eliminato dopo essere stato usato in un determinato arco di tempo… ma non è affatto così! Andiamo con ordine, però.
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I nutrienti che assumiamo giornalmente compiono un viaggio che garantisce la nostra sopravvivenza; esso ha inizio nella bocca, chiamata anche cavità orale, che è costituito da diverse strutture.
Esternamente notiamo le labbra, che poi ai lati presentano le cavità guanciali, ovvero l’interno delle guance; dentro invece identifichiamo il “palato”, una struttura sia ossea (palato duro) che muscolare (palato molle). 
Infine troviamo la lingua, un muscolo volontario che dà la spinta che consente al cibo di incanalarsi nella “faringe”, di cui dopo parleremo. 
L’ultima importantissima struttura presente nella bocca è il dente… o meglio i denti, perché da bambini ne possediamo 20, da adulti massimo 32! Ai denti è affidato un compito importante: masticare gli alimenti in modo da renderli meglio incanalabli nella faringe… 
Inizialmente, prima dei sei anni, i denti, detti “da latte”, (10 sopra e 10 sotto) sono definiti “rientranti” nella dentizione decidua, per il motivo tra parentesi. In genere verso i tredici anni si giunge alla dentizione definitiva, che a volte include i denti del giudizio, non sempre presenti o non sempre presenti tutti.
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Prima ancora dei denti, però, vi è la saliva, un liquido prodotto dalle ghiandole salivari,  che contiene enzimi, ovvero proteine ​​particolari che controllano eventuali agenti patogeni situazioni nel cibo. I tre enzimi più importanti sono la “ptialina”, il “lisozima” e la “lipasi”. Detto questo, è subito chiara l’importanza della saliva!
Appena giunto in bocca, il cibo viene subito triturato… diventando il “bolo alimentare”
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La prima tappa della digestione, situata in bocca, è terminata in soli pochi secondi! Il cibo viene ora spinto nella faringe e poi introdotto nell ‘”esofago”. Ma se il bolo alimentare si perdesse, come succede a noi in una città nuova, appena visitata? D’altronde è la prima volta che entra nel nostro corpo… anche se prima e dopo di lui c’è altro bolo-ma niente paura! Ci pensa l ‘”epiglottide”, una lamina cartilaginea, a tappare le strade errate e ad indicare quella giusta! Il nostro corpo pensa proprio a tutto. 
Ma torniamo all’esofago… esso è un tubo lungo e stretto, rivestito di muscoli “lisci” (cerca sul dizionario “muscolo” oppure la distinzione tra muscolo liscio e striato), che eseguono contrazioni chiamate “movimenti peristaltici”. Grazie ad esse il bolo viene spinto nello stomaco, la tappa seguente. 
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 Il ruolo che svolge l’esofago nell’apparato digerente è duplice: 
 Oltre a consentire al bolo di raggiungere lo stomaco, impedisce a ciò che ormai è entrato di uscire nuovamente dalla bocca.
Per far sì che la sua seconda funzione venga svolta bene, l’esofago ha bisogno del cardias , una valvola che funge da cancello e che si apre solo quando il bolo scorre verso lo stomaco, e si richiude quando è entrato.

 

Finalmente, dopo tanta attesa, eccoci nello stomaco! Se lo potessimo vedere, noteremmo che somiglia ad un sacco allungato e gonfio, dotato di robuste pareti formate da tre strati di muscolatura.Grazie alle loro contrazioni il cibo viene rimescolato in continuazione in modo da rimanere utilizzabile. Quattro le parti principali dello stomaco: il “fondo”, il “corpo”, l ‘“antro pilorico” ed il “canale pilorico”. 
Lo strato a contatto con l’interno dello stomaco si chiama mucosa gastrica. Tra le pieghe della mucosa ci sono le “ghiandole gastriche”.
 
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Queste ghiandole secernono il succo gastrico, un liquido composto di enzimi (ne parlavamo prima), acido cloridrico ed acqua. Il succo gastrico ha il ruolo che da il nome all’apparato di cui fa parte: deve “digerire” … 
Ma c’è il rischio che il succo gastrico digerisca anche lo stomaco! Sembra strano, ma è proprio così: questa sostanza digerisce tutto ciò che ha sotto la sua portata!Ed è qui che entra in gioco la mucosa gastrica: essa mette in azione il muco, che crea una barriera con lo scopo di ricoprire le pareti interne dello stomaco per proteggerle! 
Dopo questa fase il bolo diventa più acquoso e viene identificato come “chimo”. Il chimo è ora pronto per giungere nell’intestino… ma deve attraversare un altro cancello, il piloro; esso è situato tra l’ultima parte dello stomaco e l’intestino.
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L’intestino è l’organo più sorprendente dell’apparato digerente, soprattutto per la sua lunghezza… massimo otto metri! Naturalmente questa misura può variare: in un neonato l’intestino è lungo un terzo di quello di un adulto… ma come fa esso, allora, a starci dentro? Ovviamente è avvolto su se stesso ed è inoltre ricoperto da una membrana, il peritoneo.
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L’intestino si divide in due parti: “crasso” e “tenue”. 
L’intestino tenue costituisce il primo tratto dell’intestino stesso, ma è anche il più lungo e per questo ne parleremo di più… ma coraggio, manca poco alla fine del viaggio! Fatto sta che l’intestino tenue è lungo circa sei metri! Esso è costituito da tre sezioni: il “duodeno”, il “digiuno” e ‘”ileo”.
Appena il piloro si richiude, ecco che il chimo fa il suo elegante ingresso nell’intestino! Qui inizia la fase conclusiva della digestione; vengono azionati tre particolari liquidi: il succo enterico , il succo pancreatico e la bile. 
Iniziamo dal succo enterico: questo è ricco di enzimi come la lipasi, la lattasi ed altri simili. Da bolo si è passato a chimo, ed ora è quest’ultimo che, diventando più acquoso grazie agli enzimi, si trasforma in chilo… in questa sostanza non v’è più traccia del cibo penetrato dalla bocca (neanche un piccolo granellino!) Ma solo sostanze da esso ricavate, quali il glucosio, il glicerolo, zuccheri semplici, aminoacidi, acidi grassi e sali minerali. Queste sostanze sono ora pronte per entrare nella circolazione sanguigna …
ma vieni? Grazie alle pareti tra il digiuno e l’ileo. Dal digiuno, in cui si è svolta la trasformazione del chimo, si sposta il chilo! Infatti, se ci pensate, “digiuno” significa rimanere senza cibo e di conseguenza senza sostanze nutritive…
Lo scambio avviene grazie a villi intestinali, che sono circa 3000 per ogni cm quadrato. Essi somigliano molto a delle dita e sono lunghe ognuna circa 1 mm. I villi quindi hanno la funzione di assorbire le sostanze per trasmetterle all’ileo. Per agevolare questo scambio intervengono i microvilli, situate all’interno della membrana nelle cellule dei villi. 
Le sostanze importanti ora sono state assorbite dai villi, che invece hanno scartato quelle di rifiuto e le hanno lasciate nell’intestino; queste sostanze vengono poi espulse tramite l’intestino crasso, noi non esamineremo in che preciso modo. Continueremo invece ad osservare che viaggio fanno i nutrienti rimasti.     

 

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Ed ora, .. la fase digestiva sta per finire! Le ultime tappe sono il fegato ed il pancreas, ghiandole fondamentali per la nostra sopravvivenza.  
Più che essere una semplice ghiandola, il fegato è la ghiandola più grande di tutto il corpo: è, in confronto alle altre, enorme!
 Essa è situata sotto il diaframma (cercalo sul dizionario) e pesa addirittura un kg e mezzo! Le sue cellule vengono chiamate “epatociti”. 
Quando arriva il suo turno di entrare in azione, il fegato produce la bile , di cui avevamo parlato in precedenza. La bile ha il compito di disperdere il grasso in tante goccioline, in modo che possa essere attaccato dagli enzimi. 
In parte la bile viene accumulata nella cistifellea, un piccolo organo cavo, che somiglia molto ad una pera se visto al microscopio.
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Passiamo ora al pancreas, una delle altre ghiandole di dimensione non indifferente, che ha una forma vagamente triangolare, situata dietro allo stomaco. 
Il prodotto del pancreas, il succo pancreatico, nominato prima, è anche il prodotto dell’ileo. Questa sostanza produce enzimi importanti, tra cui la “tripsina” e la “maltasi”, che principalmente hanno il compito di elaborare grassi e zuccheri. Nel succo pancreatico è presente anche del bicarbonato di sodio, che come molti sanno è utile per la digestione.
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Siamo giunti alla fine del processo digestivo: le sostanze di rifiuto sono state smaltite ed anche oggi ci siamo riforniti di nutrienti! Domani lo stesso processo ricomincerà da capo…

ARRIVEDERCI!

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