by Giulia
Artwork: Giulia Zanotta
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INDICE
CAPITOLO 1: LA SCUOLA………………………………..PAGINA 2
CAPITOLO 2: DENTRO LA SCUOLA…………………….PAGINA 4
CAPITOLO 3: LA SEDUTA………………………………..PAGINA 6
CAPITOLO 4: UN UOMO STRANO………………………PAGINA 8
CAPITOLO 5: SCAPPIAMO……………………………… PAGINA 9
CAPITOLO 6: L’IDEA DI CHRISTIAN E IL RITORNO
A SCUOLA…………………………………………………PAGINA 11
CAPITOLO 7: UN ALTRO UOMO……………………….PAGINA 14
CAPITOLO 8: UNA SCOPERTA SCIOCCANTE………..PAGINA 19
CAPITOLO 9: UN VECCHIO RICORDO………………..PAGINA 20
CAPITOLO 10: TUTTI NELLA SCUOLA………………..PAGINA 21
CAPITOLO 11: L’ULTIMO PEZZO MANCANTE
DELLA TAVOLA…………………………………………..PAGINA 25
CAPITOLO 12: LA FINE DELLA SEDUTA E IL
RITORNO A CASA……………………………………….PAGINA 27
CAPITOLO 13: LA CHIUSURA DELLA SCUOLA………PAGINA 28
CAPITOLO 1: LA SCUOLA
Un giorno un gruppo di 8 ragazzi, tra cui 5 maschi e 3 femmine, decisero di andare in una scuola abbandonata chiamata CFP per fare una seduta spiritica.
Si diceva che quella scuola fosse abbandonata dal 7 giugno 1872.
La famiglia Cooper aveva deciso di comprare la scuola, ma invece che usarla come scuola avevano deciso di abitarci.
La famiglia si chiamava Cooper, ed era composta da: padre di 48 anni, la madre di 45 anni, il figlio di 18 anni e un altro figlio di 20 anni.
La famiglia morì qualche anno dopo essersi traferita in quella scuola, e dopo di loro la comprarono 5 persone per ricominciare ad usarla come scuola, però morirono tutti nel giro di 6 mesi.
La cosa spaventò molto i cittadini di Monte Olimpino, che chiesero alla polizia di chiudere quella scuola per sempre.
Prima di chiuderla, dovettero fare delle indagini scientifiche, che non portarono nessuna risposta, gli scienziati morirono solo 1 settimana dopo le indagini.
Questa cosa aveva inquietato tutta la città, e alla fine chiusero la scuola in modo che nessuno potesse entrarci.
CAPITOLO 2: DENTRO LA SCUOLA
Il 7 giugno 2002, esattamente 130 anni dopo, luca, James, Sara, Christian, Irene, Giada, Alessio e Martino, decisero di andarci e di portare con loro la tavola Ouija.
Visto che la scuola la avevano chiusa molti anni prima, ormai le protezioni erano scarse e vecchie, quindi con un sasso grande, martino riuscì a spaccare il lucchetto della catena, e con l’aiuto degli altri tolsero tutte le catene dalla porta ed entrarono nella scuola.
Dentro era tutto buio e non si vedeva niente, le luci non andavano, ma loro si erano portati avanti procurandosi delle torce per far luce.
Prima di tutto decisero di vedere com’era la scuola, i banchi anche se tutti impolverati c’erano ancora, negli angoli c’erano le ragnatele con i ragni, al piano terra c’erano la segreteria, l’ufficio della preside, i laboratori di cucina, pasticceria e sala bar, il bar e i bagni.
Salendo le scale arrivarono al primo piano, dove c’erano molte aule ma decisero di non entrarci, poi salirono il secondo e il terzo piano, e in fondo al corridoio del terzo piano, dove c’erano delle classi con dei computer, c’era una porta chiusa.
James prese una sedia e con quella spaccò la porta chiusa che era fatta di vetro e decisero di entrare.
Si trovarono davanti una stanza piccola con una sedia con collegati dei cavi elettrici e dietro essa c’erano dei macchinari strani, che però non si accendevano in quanto mancava l’elettricità.
Sara si accorse che in quella stanza c’era un’altra porta, così decise di aprirla e si ritrovò davanti delle scale.
Erano delle scale a chiocciola in legno che portavano in una soffitta.
CAPITOLO 3: LA SEDUTA
Decisero di stare lì in soffitta a fare la tavola Ouija, Christian la tirò fuori dallo zaino insieme alle candele.
Si misero tutti in cerchio con 2 dita ciascuno sulla planchette e iniziarono la seduta, Alessio chiese se con loro c’era qualcuno, ma nessuno rispose, allora lo chiese di nuovo, ma ancora niente, Sara disse che era una cosa stupida e tolse le dita, ma proprio nel momento in cui le tolse, si spensero le candele e si accesero le luci, tutti si spaventarono e dissero a Sara che non si potevano togliere le dita fino alla fine, così le rimise, e le luci si spensero e le candele si riaccesero. Tutti si stupirono di tutto questo soprattutto perché in quella casa non c’era niente di elettrico attivato.
Sara si scusò e chiese se qualche presenza fosse con loro, e la planchette si spostò sul “sì”.
Le ragazze pensavano che fossero stati i ragazzi a spostarla, ma loro pensavano che erano state le ragazze, e al piano terra si sentì un rumore che fece spaventare tutti, allora Luca decise di andare di sotto a controllare, ma anche se gli altri non volevano, lui andò comunque, però non volle farsi accompagnare da nessuno.
CAPITOLO 4: UN UOMO STRANO
Dopo 10 minuti al secondo piano si sentiva solo luca che continuava a urlare che se c’era qualcuno doveva uscire o l’avrebbe ucciso, ma non udì nessuna risposta;
Allora dopo 20 minuti decise di tornare in soffitta con gli altri, ma mentre camminava si sentiva osservato, quindi decise di correre, ma proprio quando iniziò a correre, si accorse che un uomo alto 3 metri lo stava inseguendo con un coltello.
Luca iniziò a urlare chiedendo di aiutarlo perché era in pericolo e lo stavano inseguendo, quindi James scese per vedere se era vero, perché all’inizio non ci credevano, ma quando vide quell’uomo si spaventò a morte, aspettò luca che era quasi arrivato, e quando entrò nella stanza, chiusero l’uomo di fuori.
CAPITOLO 5: SCAPPIAMO
Impauriti decisero di smetterla con la seduta, ma prima di andare Christian disse che prima di terminare la seduta bisognava chiedere se si poteva andare. Allora tutti di fretta misero le dita sulla planchette e Christian chiese alla tavola se potevano terminare la seduta, ma la planchette andò sul “no”.
Irene disse di andare comunque perché l’uomo aveva iniziato a picchiare sulla porta della stanza, e se fosse entrato nella stanza avrebbe trovato la porta del soffitto e sarebbe salito.
Christian chiese ancora se potevano andare, glielo chiese altre 5 volte, ma la risposta era sempre “no”, quindi decisero di spaccare la tavola e cercare di scappare.
Fortunatamente c’era una piccola finestra rotonda, quindi James la spaccò con un calcio, ma era troppo alto per buttarsi, quindi dovevano arrampicarsi ai davanzali delle finestre sperando che l’uomo non li vedesse.
Riuscirono tutti a scendere, e proprio quando stavano per mettersi a correre per scappare, Alessio si girò verso la scuola e vide l’uomo affacciato alla finestra rotta della soffitta, che cercava di colpirli con i pezzi rotti della tavola, però senza riuscirci.
I ragazzi andarono nella casa più vicina, ovvero quella di Sara, e si chiusero dentro, e visto che i suoi genitori quella sera non erano a casa, rimasero tutti da lei.
Tutti erano spaventati a morte, e giada consigliò di chiamare la polizia, ma James disse che erano ancora in contatto con lo spirito e quindi non potevano farlo, altrimenti avrebbero rischiato di morire e anche perché la polizia non ci avrebbe creduto.
CAPITOLO 6: L’IDEA DI CHRISTIAN E IL RITORNO A SCUOLA
Erano molto impauriti, ma decisero comunque di andare a dormire, e l’indomani avrebbero pensato a una soluzione.
Nella casa c’era un silenzio di tomba e tutti dormivano, tutti tranne Christian che stava pensando a una soluzione, e stava pensando di tornare nella vecchia scuola abbandonata per recuperare i pezzi rotti della tavola, che alcuni erano rimasti in soffitta mentre altri erano nel prato perché l’uomo ne aveva lanciati giù 4 pezzi, e dopo averli recuperati aveva in mente di svegliare tutti per finire la seduta, ma non sapeva se con la tavola rotta e con i pezzi incollati ce l’avrebbero fatta, e neanche con una nuova tavola, dato che, lo spirito era legato a quella.
Alla fine si decise e volle provare a tornare nella scuola, e per sua fortuna, proprio quando stava per uscire di casa, James era lì all’entrata e decise di andare con lui.
Prima però, prepararono tutto l’occorrente, ovvero due coltelli e cinque forchette dalla cucina, poi andarono in garage e trovarono una corda abbastanza lunga e un tubo di ferro, e li presero.
Iniziarono a incamminarsi verso la vecchia scuola abbandonata, e fecero il giro della scuola per vedere se c’era l’uomo, ma non lo videro, quindi andarono a cercare i primi pezzi della tavola in giardino, rimanendo uniti, dopo 10 minuti avevano trovato tre pezzi, e ci misero tanto a trovare il quarto perché, per non essere scoperti e visti dall’uomo non potevano accendere le torce, ma dopo altri 10 minuti trovarono pure il quarto pezzo.
Dopo aver trovato i quattro pezzi che l’uomo aveva lanciato in giardino, decisero di arrampicarsi per i davanzali della finestra per salire fino in soffitta, fecero veloce per paura di essere scoperti e in meno di 1 minuto erano già dentro in soffitta.
Si misero in fretta a cercare i pezzi rimanenti, ne trovarono due vicino alla finestra e uno all’inizio delle scale, ne mancavano solo tre.
CAPITOLO 7: UN ALTRO UOMO
Intanto a casa di Sara tutti dormivano ancora, come se non fosse successo niente, ma verso le 3:00 del mattino, la porta di entrata si aprì lentamente, senza fare alcun rumore.
Entrò un uomo basso, grasso, con la faccia e il corpo che sembravano appena usciti da un’esplosione, aveva tantissime bolle, graffi e cicatrici in ogni parte del corpo, con sé aveva un’ascia molto grande.
L’uomo si diresse verso la camera da letto di Sara, dove dormivano lei, Giada e Irene, sollevò l’ascia e tagliò la testa a Irene, poi tagliò a metà il corpo di giada e proprio quando stava per tagliare le gambe a Sara, si svegliò, scese dal letto e riuscì a scappare nella stanza dei suoi genitori dove stavano dormendo gli altri.
Impaurita, svegliò subito tutti e li fece uscire dal letto, poi, disse loro che fuori c’era un uomo con un’ascia che aveva ucciso Irene e giada, e ordinò di muoversi e uscire dalla finestra che, essendo al primo piano, avrebbero fatto in fretta e sarebbero riusciti a scappare.
Una volta fuori, si accorsero che mancavano Christian e James, e Sara chiese dove fossero, ma gli altri risposero che non lo sapevano, ma martino disse che magari erano tornati nella vecchia scuola abbandonata per riprendere i pezzi di tavola e ricomporla, quindi decisero di recarsi velocemente alla scuola abbandonata.
Intanto Christian e James scesero dalla soffitta per cercare i rimanenti pezzi di tavola, pensando che magari l’uomo alto gli aveva presi, quindi facendo meno rumore possibile, scesero dalle scale a chiocciola della soffitta e subito alla fine delle scale, James trovò un pezzo di tavola, ne mancavano solo due e sarebbero potuti tornare a casa dagli altri per concludere la seduta.
Uscirono anche da quella stanza e si recarono nel bagno, che era la stanza più vicina, cercarono nei gabinetti, nei lavandini, nel cestino, ma non trovarono niente, quindi decisero di cambiare stanza e provare in tutte le classi al secondo piano, cercarono sotto i banchi, negli armadi, sotto le sedie, nei cestini, ma oltre alla polvere non c’era nient’altro.
Allora andarono al primo piano a cercare nelle classi rimanenti, cercarono negli stessi posti di prima, e trovarono un pezzo attaccato sotto un banco, mancava solo l’ultimo pezzo.
Andarono al piano terra, e si misero a cercare ovunque.
Decisero di andare al piano inferiore dove iniziarono a cercare in ogni angolo delle cucine, delle pasticcerie, e al bar, ma non trovarono nulla, poi andarono in bagno, ma nulla pure li.
Andarono in segreteria, e infine andarono nell’ultima stanza rimasta, l’ufficio della preside; cercarono in ogni cassetto, sotto i fogli, sotto la scrivania, nell’armadio, dietro ai quadri, ma non trovarono nulla.
Non sapevano più come fare, perché senza quel pezzo che mancava, non avrebbero più potuto finire la seduta, e lo spirito gli avrebbe perseguitati per sempre, fino a quando non avrebbe deciso di ucciderli.
Erano le 3:30 del mattino e l’uomo alto tornò nella scuola insieme all’uomo con l’ascia, che era sporca di sangue, quindi Christian e James si nascosero nell’armadio dell’ufficio.
I due uomini andarono in segreteria, e l’uomo alto disse all’altro che erano stati i ragazzi a evocarli, e lo sapeva perché aveva trovato i pezzi della tavola che avevano lasciato in soffitta, e gli disse che ne aveva lanciati quattro in giardino, due vicino alla finestra, uno all’inizio delle scale e gli altri sparsi per casa, tutti tranne uno che aveva tenuto lui, perché sapeva che sarebbero tornati per cercarli e finire il gioco, e siccome volevano restare in vita e uccidere persone, si era tenuto un pezzo di tavola.
Dall’ufficio, Christian e James avevano sentito tutto e si chiesero come avrebbero fatto a concludere la seduta se mancava un pezzo della tavola.
CAPITOLO 8: UNA SCOPERTA SCIOCCANTE
Dopo circa mezz’ora, verso le 4:00 del mattino, i due andarono al primo piano, perché l’uomo con l’ascia che aveva ucciso Irene e giada aveva sonno, e i due ragazzi avevano sentito che l’uomo alto aveva detto all’altro che gli era mancato chiamandolo fratellino, quindi i due si resero conto che erano loro due i fratelli che facevano parte della famiglia che era morta in quella casa.
Christian e James erano nel panico, avevano paura di non riuscire a prendere l’ultimo pezzo di tavola mancante.
CAPITOLO 9: UN VECCHIO RICORDO
Christian si ricordò che da piccolo aveva sentito la storia dei due fratelli Cooper, e raccontò a James che quando lui aveva 9 anni, aveva sentito dire dai suoi nonni che si diceva che i due fratelli avevano ucciso i genitori, per poi cucinarli e mangiarli, i due, dopo essersi sentiti male per aver mangiato i loro genitori, non riuscivano a dormire, avevano nausea, vomito e febbre, e morirono per la troppa febbre dopo 3 giorni.
CAPITOLO 10: TUTTI NELLA SCUOLA
Intanto, Sara e gli altri, appena videro che le luci nella scuola si erano spente, decisero di entrare e cercare i loro due amici.
Entrarono con un passo piano e leggero per non fare rumore, e per loro fortuna nessuno al piano di sopra li sentì, mentre Christian e James sentirono e andarono a guardare dalla serratura della porta chi fosse, e quando riconobbero i loro amici, uscirono dall’ufficio, e gli scrissero su un foglio, per non rischiare di svegliare i due uomini, quello che avevano scoperto dei fratelli Cooper e il loro piano.
Entrarono tutti nell’ufficio e Christian e James chiesero dove fossero Irene e giada e Sara raccontò tutto mettendosi a piangere.
Tutti erano tristi per l’accaduto, ma dovevano comunque finire la seduta per non fare altre vittime.
Nell’armadio, c’era una porta chiusa, nessuno sapeva cosa ci poteva essere all’interno di essa, ma volevano comunque aprirla perché sarebbe potuto esserci stato qualcosa di utile.
James si ricordò che mentre stava cercando il pezzo mancante della tavola, aveva trovato una piccola chiave antica oro, ma non si ricordava dove l’avesse messa, quindi disse a tutti di cercare sotto i fogli che avevano buttato in terra, e Sara la ritrovò sotto l’armadio dopo 20 minuti, e la diede a Christian che aprì la porta.
Dentro questa c’era una piccola stanza piena di armi, pistole, fucili, coltelli, asce e tante altre cose.
Christian caricò una pistola e la prese, James prese un’ascia e luca prese il coltello più grande e affilato che c’era.
Alessio e Martino invece, rimasero con Sara per proteggerla, siccome era ancora traumatizzata per aver visto morire le sue amiche davanti a lei.
I tre ragazzi andarono al primo piano, ma i due uomini non c’erano, quindi andarono al secondo e trovarono l’uomo basso, quello che aveva ucciso Giada e Irene, e Luca con il coltello gli tagliò una mano, l’uomo urlò dal dolore e si alzò dal banco su cui stava dormendo, con la mano rimasta prese la mano tagliata e urlò: “vi uccideremo tutti quanti, dal primo all’ultimo”.
I tre ragazzi uscirono dalla camera e l’uomo li inseguì con una motosega, allora Christian si fermò, prese la mira e gli sparò dritto in mezzo alla testa.
L’uomo cadde a terra e i ragazzi pensavano che fosse morto, quindi salirono al secondo piano per cercare l’uomo alto per ucciderlo e prendere il pezzo mancante della tavola.
CAPITOLO 11: L’ULTIMO PEZZO MANCANTE DELLA TAVOLA
Lo trovarono nell’aula 208, sdraiato su un banco a dormire, ma per sbaglio luca andò addosso al cestino che cadde e svegliò l’uomo che, si alzò subito e si mise a correre per inseguire i tre ragazzi, luca si fermò e quando l’uomo era a 1 metro da lui, lanciò il coltello e gli arrivò nel fianco, l’uomo cadde e iniziò a perdere tanto sangue, quindi gli amici lo presero e lo riportarono nell’aula 208,dove lo misero su un banco e gli dissero che se non avesse consegnato il pezzo mancante della tavola lo avrebbero ucciso, ma non voleva rispondere, quindi iniziarono a tagliargli le mani con l’ascia. Glielo chiesero ancora, ma non rispose, quindi gli tagliarono i piedi.
Christian disse: “alla prossima ti taglierò la testa”.
L’uomo, ormai rassegnato, decise di dire dove era l’ultimo pezzo e disse di prenderlo che era nella sua tasca dei pantaloni, allora James la prese e andarono a chiamare Sara, martino e Alessio, ricomposero la tavola, presero la planchette, si misero tutti in cerchio con le candele accese, e dissero tutti insieme allo spirito di andarsene, che non era il benvenuto e che il gioco per loro era finito, quindi Christian chiese se potevano andare e la planchette si mosse sul sì.
CAPITOLO 12: LA FINE DELLA SEDUTA E IL RITORNO A CASA
Il gruppo di amici andò a vedere se i corpi dei due uomini c’erano ancora, ma erano scomparsi, quindi il gioco era ufficialmente finito.
Uscirono dalla scuola e tornarono a casa di Sara, una volta arrivati, chiamarono la polizia per la morte di giada e Irene.
CAPITOLO 13: LA CHIUSURA DELLA SCUOLA
Sono passati 5 anni, i ragazzi sono comunque rimasti amici e in quella scuola nessuno ci ha più messo piede, perché la notizia era arrivata in tutto il mondo e decisero di chiudere per sempre la scuola.
Published: Dec 13, 2020
Latest Revision: Dec 13, 2020
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