gli errori by Michele Angelozzi - Illustrated by Michele Angelozzi - Ourboox.com
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gli errori

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Artwork: Michele Angelozzi

  • Joined Mar 2021
  • Published Books 3

L’errore di Flaviano che più mi ha colpito, è quello di capitolo 5<<Il peso delle parole>>, in cui parla dell’errore del dimenticarsi degli altri.

In questo capitolo parte col racconto di un aneddoto riferito a sua madre. Mancano pochi giorni alla festa della mamma e tutti a scuola si preparano per fargli un regalo, io però ho in mente di scrivergli una poesia:

Mamma ogni giorno che passa

diventi sempre più grassa

ogni giornata con te è lieta

ma, ti prego, mettiti a dieta

tu di tutte sei la più bella

ma, forse, esageri con la mortadella.

una poesia che a me sembra divertente, ma anche dolce, ma quando la vide la maestra mi fece notare che non avrebbe gradito tanto slancio poetico. Io però stupito la lessi a tutta la classe, e vedendoli ridere pensai di aver scritto una bella poesia.

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Un altro giorno venticinque anni dopo, ero seduto con un mio amico al bar, e lui mi raccontò la sua storia, così gli chiesi se avrei potuto scriverne un pezzo sul giornale, lui mi diede il permesso ma con l’accortezza che non l’avrei fatto riconoscere. Dopo aver scritto l’articolo il direttore lo pubblica, e da subito tutti ne parlano. Non so come, forse per la fretta o per la distrazione aggiunsi dei dettagli che fecero riconoscere di chi si parlava nell’articolo, e per colpa della mia spensieratezza, persi quell’amico che avevo ormai da quindici anni.

 

Un giorno a scuola ero appena arrivato e vidi un mio alunno arrivare in ritardo per la terza volta di fila, così gli diedi una strigliata sperando che non fosse risuccesso in futuro. Il giorno dopo lo vidi rientrare di nuovo in ritardo, e così mentre mi preparavo per sgridarlo un altra volta, lui mi guardò e con un volto molto triste mi chiese di andare a parlare fuori. Arrivati fuori mi disse che sua mamma si trovava in ospedale,

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e lui doveva dar da mangiare a tutti i suoi fratelli più piccoli e che non riusciva ad arrivare in tempo. Poi però mi chiese anche di non dirlo alla classe perché lo avrebbero preso in giro.

 

Quel giorno capii che ero io il problema, ero io a rovinare tutto, perché il mio bisogno di ricevere attenzioni oscurava tutto il resto, e dimenticavo che i testi che scrivevo parlavano di altre persone. 

 

Questo sbaglio di Flaviano mi ha colpito più di altri perché a volte succede anche a me come succede a tutti, di oscurare qualcuno pensando solo a noi stessi, e lo facciamo senza pensare che l’altra persona può rimanerci male.

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Adesso vorrei parlarvi di uno dei miei più grandi sbagli.

Facevo la terza media ed eravamo a fine anno scolastico, la classe da fuori sembrava molto unita e sembrava essere una delle migliori, purtroppo però non era così e perlopiù era divisa in due gruppi. I professori per premiarci ci fecero andare in gita un week end, e durante quei due giorni ci divertimmo molto, se non fosse per il fatto che ci fu una scazzottata tra due miei compagni, che apparentemente sembrava finire li. Poi però rientrati in classe i litigi aumentarono e ci trovammo a discutere sempre più spesso, soprattutto con un nostro compagno che pur di piacere ai prof cercava di sminuirci in tutti i modi, anche raccontando cose private che non lo riguardavano.

Un giorno stavamo facendo palestra e stavamo giocando a calcio, le partite erano sempre combattute e a volte anche troppo violente, ma si sono concluse sempre bene senza mai nessuna lite. Quel giorno però mentre stavamo giocando quel ragazzo che cercava di sminuire sempre tutti, iniziò a 

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offendere un mio amico per il suo aspetto fisico, dopo passò pure a me e non sapendo cosa dirmi, passò subito con l’offendere mia madre e la mia famiglia in generale. Però purtroppo per lui quel giorno ero molto teso e anche arrabbiato in vista di un esame che avrei dovuto fare il pomeriggio, e dopo aver subito vari insulti lo presi e lo menai e temendo che non mi fossi fermato mi dovettero separare con la forza. Lui rimase a terra per vari minuti e io dopo essermi calmato ebbi subito avuto paura di averli fatto troppo male fino al punto di avergli rotto qualcosa, poi però arrivò la prof che sistemò tutto e non mi colpevolizzò più di tanto riguardo quello che era successo.

 

Quel giorno mi sentii molto in colpa per l’accaduto perché anche se a detta di altri se lo era meritato, io capii che anche se mi aveva insultato non avrei dovuto sfociare nella violenza ma sarei dovuto riuscire a controllarmi

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