by Giorgia Montemurro
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L’istruzione è uno dei più importanti doni che ci vengono dati. Grazie a questa noi non solo conosciamo la nostra cultura, sappiamo fare delle operazioni, o parlare altre lingue, ma soprattutto conosciamo i nostri diritti e doveri, quello che è giusto e quello che è sbagliato, e possiamo farci rispettare in tutti i campi. D’altronde nel nostro paese è pure dichiarato dalla Costituzione, ogni individuo deve essere istruito per almeno 8 anni, e per questo ci definiamo molto fortunati. Eppure purtroppo ancora oggi possiamo parlare di sfruttamento minorile presente in altre realtà geografiche che non garantiscono tutta questa protezione nei confronti dei ragazzi. E per questo troviamo bambini a lavorare nelle fabbriche, nelle miniere oppure anche nei negozi sotto gli occhi di tutti. Ma perché vengono mandati a lavorare piuttosto di andare a scuola o giocare? Per soldi, i genitori sono purtroppo costretti date tutte le circostanze. Ma questo non deve assolutamente far pensare che vengano ben pagati, o rispettati. Non essendo assunti regolarmente e non avendo un contratto, loro non hanno nessun diritto o stipendio garantito. A volte vengono addirittura mandati a lavorare nei posti più in profondità o difficili da raggiungere delle miniere perché essendo piccoli riescono ad infilarsi.

Quando nasce lo sfruttamento minorile accertato? Ovviamente senza fabbriche nessuno di loro sarebbe stato mandato in esse. Quindi i primi casi accertati di sfruttamento minorile sono stati durante la Rivoluzione industriale, dopo di essa questo fenomeno non si fermò più arrivando fino ai nostri giorni.
La Rivoluzione diede tantissimi posti di lavoro a tutti i cittadini, anche se pagati a basso prezzo, tutti volevano lavorare. Questo valeva anche per i bambini. I proprietari dell’attività non si facevano alcun problema ad assumere più minori possibili, perché erano molto più obbedienti e ricevevano il 10 o 20 % del salario che spettava agli adulti. I sorveglianti delle fabbriche erano anche molto noti a frustare chi non lavorava bene o chi arrivava in ritardo. Ma la tecnologia che si stava sviluppando aveva anche molti contro, come spesso accadeva a volte le macchine si bloccavano, e per aggiustarle era davvero difficile raggiungere alcuni piccoli spazi. Pertanto le manine dei bambini erano perfette per questo lavoro, ed erano costretti a farlo. Pertanto era molto più conveniente assumere un bambino al posto di un adulto.

Come abbiamo già detto i ragazzi vengono mandati nelle miniere, estremamente pericolose per chiunque, ma soprattutto per l’ingenuità dei più piccoli. Sicuramente vi sarà venuto in mente qualcuno, e chi se non il nostro Rosso Malpelo. Giovanni Verga scrisse questa novella non per denunciare lo sfruttamento minorile, ma mostrare un’immagine oggettiva della condizione dei lavoratori.
Malpelo era deriso da tutti nel suo paese, perfino dalla madre, solo il padre gli stava accanto. Sia lui che il padre lavoravano in una cava di sabbia, ma un giorno quest’ultimo muore sotto proprio nella cava stessa sotto un cumolo di sabbia. Malpelo rimane quindi solo. Grazie a questa sensazione si avvicina ad un ragazzo che vive la sua stessa situazione, chiamato Ranocchio. Quando però anche Ranocchio muore lui rimane nuovamente solo a lavorare in quelle pessime condizioni. Un giorno lo mandano ad esplorare delle nuove cave, ma lui, sprovvisto di luce, si perde, e di lui non si ebbero più notizie.
Stando sempre al chiuso molti bambini vanno incontro a malattie molto gravi, che non permettono al corpo di crescere. Oppure spesso denutriti e i loro piccoli corpicini non riescono a sostenere il troppo lavoro. Altri disturbi possono essere dovuti a fare sempre lo stesso movimento tutti i giorni.


Abbiamo parlato del passato, ma questo non deve far pensare che adesso questo fenomeno non sia presente nel mondo. Come abbiamo detto in Italia non è presente, ma questo non significa che non sia presente in altre realtà geografiche. Come possiamo parlare dell’Africa o dell’India. Uno degli eventi più recenti è quello della mafia dei tappeti, o di Malala.
Iqbal era un bambino, che venne venduto dalla famiglia ad una fabbrica. Provò molte volte a scappare, ma invano. Eppure una volta ci riuscì e si ritrovò in una manifestazione per i diritti dei bambini. Prese coraggio e riuscì a parlare e dire come lo maltrattavano nella fabbrica, e una stampa lo aiutò tanto. Riuscì a non tornare più nella fabbrica e iniziò i suoi studi. Le sue condizioni fisiche non erano buone: aveva il fisico di un bambino di 6 anni mentre ne aveva 10. Ebbe molti riconoscimenti ma, un giorno mentre era in bici con i suoi cugini, venne sparato e venne ritrovato in una pozza di sangue con in mano la Bibbia.
In conclusione mi ritengo molto fortunata a poter andare a scuola, per quanto possibile nel momento storico che stiamo vivendo, e credo che ognuno di noi dovrebbe.

Published: Mar 21, 2021
Latest Revision: Mar 21, 2021
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