FIABE PER SALVARE IL PIANETA

by Deborah Amara

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FIABE PER SALVARE IL PIANETA

  • Joined Nov 2020
  • Published Books 4

JOSEPH e LE ISOLE DI PLASTICA di Elisa Nicolini

C’era una volta un principe molto giovane. Lui si chiamava Joseph e amava viaggiare più di ogni altra cosa. Un giorno però, mentre navigava nelle infinite distese di acqua azzurra, accadde una cosa molto strana che il principe non aveva mai visto prima d’ora: vide un’isola, ma non una qualunque! Era un’isola di plastica, gigantesca e soprattutto molto pericolosa!  José decise e capì che c’era bisogno di intervenire subito e così incominciò a raccogliere la plastica e a caricarla sulla sua nave. Quando tornò in città comunicò  al re, suo padre, ciò che aveva appena visto e questi, colpito dalla notizia, decise di convocare subito un’assemblea con il popolo. Ordinò a tutti i marinai di navigare nell’oceano e raccogliere tutta la plastica possibile mentre al villaggio avrebbero buttato tutto ciò che fosse fatto di quel materiale, trasformandola poi in materiali riciclabili. Grazie al re la plastica non fu più utilizzata, ma sorse un altro problema: dove avrebbero buttato tutta la plastica raccolta? Molti cittadini proposero di bruciarla, ma a Joseph quell’idea non piaceva perché avrebbero inquinato lo stesso, solo in modo diverso e così, dopo giorni passati a riflettere su come smaltire tutta quella plastica, il principe capì che per non inquinare non bisognava far sparire quel materiale per sempre anzi, lo avrebbero usato lo stesso senza però produrlo continuamente ma riutilizzando e riciclando la plastica già usata. Da quel giorno la plastica non inquinò più e la città del principe Joseph venne soprannominata “butta e ricicla”.

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Acqua e Desert di Fabio Balasini 

 

Un giorno Acqua, una bellissima principessa, viene salvata da Ruben, un giovane pirata. Alcuni giorni dopo si risveglia e si chiede dove sia finita, quando una ragazza dal nome Rose le dice che giorni prima il suo capitano l’aveva salvata e che la barca su cui si trovava era andata persa a causa della tempesta. Rose la informa su chi sia il medico della nave, lei è contenta che si sia ripresa visto che ha molte ferite su tutto il suo corpo. Acqua la ringrazia e chiede di poter uscire sul ponte della nave, Rose l’accompagna. Quella sera  Acqua ringrazia Ruben per averla salvata, torna sul ponte e guarda il mare e inizia a piangere. Il capitano la raggiunge chiede di raccontargli la sua storia e il motivo per il quale è triste. Acqua gli racconta che uno stregone cattivo di nome Desert ha lanciato una maledizione sul suo regno. I suoi genitori, il Re e la Regina di Yuba, sono scomparsi una settimana dopo la sua nascita, mentre del suo reame è scomparsa l’acqua e tutto si è trasformato in deserto. Ruben, sentendo il nome di Yuba e di Desert, si arrabbia e le dice che lui proviene dal suo stesso regno e che sta certando Desert perché gli ha ucciso il padre, per questo decide di aiutarla. Arrivati dopo molti giorni nel regno di Yuba, sbarcano a terra e arrivano al castello.

Lo stregone dalla torre lancia un incantesimo che li divide. Acqua si trova incatenata in una grotta, mentre Ruben si trova in un’oasi abbandonata. Quando si risveglia è deciso a liberare Acqua e sconfiggere Desert.

Riparte, quando nota una luce che si rivela essere Aurora, la madre di Acqua. Grazie al suo aiuto riesce a liberare la principessa. Desert li affronta nuovamente e durante la lotta perde un ciondolo che Acqua riconosce. Appartiene a suo papà e Ruben si ferma. Lo stregone lo colpisce più volte quando sviene. Aurora in sogno ricorda a Ruben che dovrà rompere l’incantesimo, distruggendo la pietra nera sull’anello dello stregone, si risveglia e dopo una lunga lotta riesce a spaccare la pietra e lo stregone tra urla di dolore si trasforma. Acqua riconosce in lui suo padre e scoppia a piangere. Le sue lacrime sono magiche e il regno di Yuba torna ad essere pieno di vita con alberi, fiumi e prati.

Il deserto scompare, mentre il re rivela che Ruben è suo figlio ed è un principe. Acqua è felice e da quel giorno vissero felici e contenti per essersi ritrovati.

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GLI ALBERI NON SI TOCCANO!!  di Riccardo Boscolo

In un paese di montagna a qualche kilometro di distanza da Milano vivevano due bambini coraggiosi e vivaci, da sempre molto interessati ai problemi causati dai cambiamenti climatici.

Un giorno sentirono alla TV che certe persone stavano per distruggere il bosco dove andavano a giocare fin da piccoli per costruire un albergo.

Questa notizia fece infuriare i due bambini perché era ingiusto e sbagliato tagliare tutti quegli alberi per costruire un edificio.

Quindi decisero che loro avrebbero protetto   il bosco ad ogni costo.

A scuola avevano imparato che bisognava impedire il disboscamento per il bene del pianeta.

Il giorno dopo si accamparono su un albero per aspettare gli operai, poco dopo arrivarono e fecero storie ordinando ai bambini di scendere subito.

Ma loro rimasero lì e riuscirono ad evitare che tagliassero gli alberi. Non scesero da quell’albero per un mese intero. Perfino il telegiornale ne parlò.

Così riuscirono a far perdere la pazienza agli operai e a mandare a monte il progetto perché tutti i bambini del paese in cui vivevano seguirono il loro esempio, arrampicandosi ognuno su un albero del bosco.

In questo modo non fu distrutto un altro bosco inutilmente.

I bambini incisero le proprie inziali sui tronchi degli alberi per far ricordare il loro gesto e per lanciare un messaggio importante agli adulti: la natura va rispettate e gli alberi non si toccano!

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GLI ESPLORATORI INTRAPRENDENTI di Alessia Mancini e Martina Giliberto 

 

C’era una volta una principessa di nome Clara, che viveva in un castello disperso nella foresta. La principessa aveva i capelli viola, raccolti in una lunga treccia; gli occhi erano di un verde brillante e indossava un lungo vestito color albicocca ornato da fiocchi di pizzo bianchi. Clara non era a conoscenza di ciò che c’era al di fuori della reggia perché i suoi genitori le ripetevano di non uscire, dicendole che il mondo potesse essere troppo pericoloso per lei. La giovane fanciulla non aveva mai disobbedito al re e alla regina, anche se desiderava molto scoprire cosa si trovava all’esterno della sua enorme casa. Una sera, al castello si teneva un ballo e Clara conobbe Leopoldo, un giovane ragazzo gentile e simpatico. Diventarono subito ottimi amici e scoprirono di avere molte cose in comune. Sfinita dall’entusiasmante serata, la principessa decise di andare a dormire e, subito, si addormentò in un sonno profondo. Aperti gli occhi, si ritrovò nella foresta e appena si voltò vide il suo castello. Il bosco non era come gliel’avevano descritto i suoi genitori, anzi era magnifico! Clara non volle perdere nemmeno un attimo del suo tempo, perciò iniziò ad esplorare quello che non aveva mai visto prima. Improvvisamente sentì uno strano rumore provenire dai cespugli, anche se spaventata decise di prendere coraggio e di andare a controllare cosa ci fosse. Appena si avvicinò vide che non era altro che il suo caro amico Leopoldo! “Che spavento che mi hai fatto prendere!” esclamò Clara, e Leopoldo si scusò timidamente. Mentre stavano camminando, alla ricerca d’acqua per bere, finirono involontariamente sulla spiaggia e notarono che il mare era pieno di rifiuti. La principessa e Leopoldo rimasero sconvolti, ma anche un po’ preoccupati per gli animali marini che abitavano gli abissi. Clara allora disse al suo amico: “La situazione non può continuare così, dobbiamo fare qualcosa e anche in fretta!” e Leopoldo annuì con sicurezza. Passarono giorni e giorni in un accampamento costruito da loro stessi, fino a quando non trovarono inciso sul tronco di un albero un messaggio da parte di Madre Natura. Clara lo lesse ad alta voce: “Se la Terra volete salvare, i rifiuti dovrete eliminare. Incontriamoci sul colle Solaringio. Firmato Madre Natura”. I due ragazzi rimasero stupefatti dal messaggio che li incoraggiò ancora di più nel salvare il pianeta. Di conseguenza, seguirono le indicazioni della regina della flore e della fauna e, in un paio di giorni, raggiunsero la collina. Come previsto incontrarono Madre Natura che li stava aspettando pazientemente. Era bellissima: aveva gli occhi di colore azzurro intenso, come l’oceano limpido e cristallino, i suoi capelli erano color carota e soprattutto lisci come l’olio, ma la cosa più sensazionale era il suo vestito: verde smeraldo decorato con dei fiori di ciliegio e delle foglie. La sua acconciatura era abbastanza particolare perché la chioma era raccolta in una treccia avvolta su se stessa, che formava uno chignon. Clara le disse: “Abbiamo deciso di aiutarti!” e Madre Natura rispose: “Sono felice che tu abbia fatto questa scelta, adesso la tua meravigliosa avventura finisce qui… buon risveglio cara Clara”. In quel preciso momento la principessa aprì gli occhi e, come per magia, si ritrovò nella mano sinistra uno dei fiori di ciliegio di Madre Natura. La fanciulla si alzò di colpo e riferì ai suoi genitori ciò che era successo, ma loro non le credettero. Però Clara non si perse d’animo e andò da Leopoldo per raccontargli il suo mitico sogno. Leopoldo rimase sorpreso e decise di aiutarla nel convincere il re, la regina e tutto il resto del popolo a prendersi cura della Terra. Ci volle un po’ di tempo, ma alla fine tutti quanti furono d’accordo nel rispettare l’ambiente. Oltre questa fantastica notizia, i genitori di Clara decisero che era meglio farle conoscere il resto del mondo e di lasciarla libera. La giovane principessa e Leopoldo diventarono migliori amici e per di più una grande squadra di esploratori. Da quel momento in poi, la Terra fu sana e salva per sempre.

 

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AURORA E GIANLUCA  di Michelle Memola e Martina Campana 

 

Era un semplicissimo giorno di scuola, quando i professori di Aurora decisero di parlare del cambiamento climatico. Aurora molto colpita sull’argomento, diversamente dai compagni, decise di iniziare a fare piccoli gesti, visto che la sua città era molto bella però era stata inquinata. C’era un solo problema, chi la aiutava? Aurora allora iniziò a manifestare in giro dicendo alla gente che se ognuno di loro avrebbe fatto la propria parte come lei ci sarebbe stato un mondo migliore. Col passare degli anni Aurora aveva compiuto i suoi 18 anni però era triste perché nessuno si era degnato di fare qualcosa infatti la sua città stava sempre peggiorando. Una sera, per tirarsi su il morale, andò a una festa. Lì conobbe Gianluca che era disposto ad aiutarla, insieme iniziarono a manifestare,  con scarsi risultati . Nessuno era disposto a collaborare! Ma i due non si arresero anzi continuarono a sperare e a manifestare. Purtroppo Aurora aveva un tumore al cervello e morì all’età di soli 31 anni. Però Gianluca non si abbattè e continuò da solo, però incominciò a manifestare non solo nel suo paese ma anche in tutta Italia per diffondere la parola.  Col passare degli anni Gianluca continuò a diffondere il messaggio, finché non diventò anziano e morì. 

E ora guardate il mondo si sta distruggendo per colpa nostra. Ricordate bastano piccoli gesti per fare la differenza!

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CHIARA E LO SCIOGLIMENTO DEI GHIACCIAI di Sofia Venezia 

 

C’era una volta una ragazzina di nome Chiara, che non dava peso allo scioglimento dei ghiacciai eppure il suo animale preferito era l’orso polare. Un giorno girovagando per strada, vide un banchetto con dei giornali, così per curiosità, si avvicinò e incominciò a osservarli. Ad un certo punto si soffermò su un giornale in particolare. La prima pagina era composta da una immagine che rappresentava un orso polare bianco come la neve, seduto su uno “scoglio” di ghiaccio, circondato da acqua. Accanto ad essa c’era una spiegazione, di cui faceva parte lo slogan: “IL TEMPO STA FINENDO, DOBBIAMO AGIRE SUBITO”. A quelle parole Chiara si sensibilizzò molto, quindi decise di rispettare l’ambiente il più possibile. Il giorno dopo si alzò alle 6:00 di mattina ed uscì a raccogliere tutti i rifiuti che si trovavano fuori. Così fece tutti i giorni. Il problema era che si accumulavano sempre di più e infatti non cambiava mai niente. Allora decise in modo diverso. Il giorno seguente prese il suo zaino preparato il giorno la sera prima, ed uscì di casa senza avvisare nessuno. Camminò affinchè trovò un posto adatto dove sedersi, così si sedette e prese dal suo zaino un cartellone per protestare, che diceva: “COMBATTIAMO PER IL CLIMA!”. Dopo un pò di ore alcune persone si sedettero vicino a lei. Così passarono da una persona ad una ventina di persone. Dopo un paio di giorni il clima non aumentò e i ghiacciai si riformarono grazie alla grandine e la neve scesa quei giorni. E vissero tutti sereni e fieri del loro lavoro.

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IL MONDO DIVISO di Cristian Della Peruta e David Brunello

 

C’era una volta, un mondo metà grigio perchè era inquinato e metà verde perché non era inquinato. Dalla parte grigia si trovavano Goblin e Draghi che inquinavano con le fabbriche e gettando plastica dappertutto, dalla parte verde c’erano Fate ed Elfi che erano ecologici e rispettavano la natura.

Un giorno la principessa delle Fate e degli Elfi venne rapita dal re del Goblin che la portò nella metà del mondo grigio.

Il principe, di nome Costantino, con capelli biondi e occhi azzurri, lo venne a sapere e subito si mise alla ricerca della principessa, cercò in lungo e in largo ma non la trovò.

Il principe allora capì che era stato il re dei Goblin a rapirla e così andò nella torre dei Goblin, appena arrivato apparve una fata che lo stava seguendo da tanto tempo, la fata gli diede un pesce e lui lo accetto, finalmente vide la principessa ma all’improvviso arrivò un drago con un’armatura dorata e con le squame rosse che fungeva a guardia della torre , il principe per la paura diede il pesce al Drago. Il Drago rimase stupito perchè nessuno gli aveva mai dato del pesce e così per riconoscenza si fece cavalcare, il principe volò fino in cima alla torre uccise il re dei Goblin e riportò a casa la principessa che si sposò con il principe. Il giorno dopo il matrimonio, Costantino decise di provare a convertire i Goblin a diventare ecologici e a rispettare l’ambiente. Con molta difficoltà ci riuscì, e finalmente i Goblin iniziarono a riciclare.

Da quel giorno il mondo diventò tutto verde e vissero tutti felice e contenti.

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WILLIAM E L’ISOLA DI PLASTICA di Federico Turra

 

C’era una volta un ragazzo di nome William.Lui era un ragazzo a cui piaceva nuotare e vivendo in una cittadina di  della Sicilia bagnata dal mare, durante l’estate e dopo scuola andava a nuotare.William era un ragazzo alto, abile, magro, aveva dei capelli biondi, corti e lisci.Aveva degli occhi marroni e vestiva in modo sportivo.William quando nuotava si sentiva libero, spensierato come se tutto quello che c’era intorno a lui non esistesse.Quando nuotava si sentiva felice ma ogni giorno che passava lui diventava sempre più triste perché vedeva molta gente che buttava bottiglie e sacchetti di plastica. Un giorno, William nuotò fino in mare aperto e poi vide un enorme ammasso di plastica dove una famiglia di tartarughe si era incastrata dentro un sacchetto e William nuotò velocemente e la salvò. Mentre tornava verso la riva un pesce magico che gli disse: “ Ragazzo io ti darò questa perla.Ti avvertirà quando un animale  marino sarà in pericolo per via della plastica.”Il ragazzo rispose: “Va bene!”William allora riunì molte persone del proprio paese e tutti insieme ogni giorno andarono con una barca a raccogliere tutti i pezzi di plastica e ogni volta che c’era un animale marino William lo salvava.Dopo un anno di continuo lavoro William salvò più di mille specie marine e il popolo di quella città lo premiò regalandogli una vacanza dove poteva visitare il fondale marino.William gli ringraziò e partì insieme ai suoi genitori e vissero tutti felici e contenti.

 

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LIZ UNA BAMBINA AMBIZIOSA  di Greta Bertolani e Valentina Tirelli 

Tanto tempo fa, c’era Liz una ragazza di 15 anni che aveva i capelli azzurro confetto, gli occhi blu come il mare, la pelle delicata come petali di rosa e un grande carisma. In un afoso giorno d’estate, Liz si accorse che quest’anno l’aura era sempre più arida. Così fece accurate ricerche sull’argomento e scoprì che era causato dal cambiamento climatico. Turbata dall’argomento Liz lo disse ai suoi amici, prof, parenti e genitori ma nessuno sembrava provare sensi di colpa. Liz, ciononostante, non si arrese davanti a un piccolo ostacolo. Una sera, prima di addormentarsi, udì una vocina mielata. Era una fatina!!! Liz saltò in aria perchè non pensava esistessero creature così graziose. Aveva i capelli biondi come la sabbia, gli occhi verde smeraldo ma Liz tralasciò un piccolo dettaglio, le ali! Erano sottili come gli spaghetti e colorate come l’arcobaleno. La creaturina le spiegò che lei era la sua custode e che approvava l’idea di cambiare il mondo. Disse delle strane parole e Liz si trasformò in una supereroina con grandi poteri. Provò a volare ma cadde per terra così si allenò duramente. Passato del tempo Liz era diventata un eccellente supereroe. Era arrivato quindi il momento di agire. Con il teletrasporto si recò al Polo Nord e raffreddò la zona e curò gli animali. Andò poi negli oceani e raccolse tutta la plastica. Ce l’aveva fatta! Il popolo l’acclamava ma qualcosa era cambiato. La fatina era comparsa e lei diventò normale. Questo voleva dire che il riscaldamento globale sarebbe ritornato. Liz non perse le staffe e continuò a salvare il mondo non con i poteri ma con le parole. Purtroppo però arriva per tutti e Liz morì e con lei le sue gesta e così il mondo ritornò ancora più orrendo e tutto ricominciò.

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DAMIANO, IL SALVATORE  di Gabriele Tamanini e Miguel Vola 

C’era una volta Ambrogio il re, aveva un figlio di nome Damiano; sua moglie era morta dodici anni prima.

Un giorno Damiano pensò all’inquinamento dei mari e perciò decise di agire: chiese a suo padre di dare l’ordine a tutto il popolo di aiutarlo a  svuotare i mari dalla plastica.

Ambrogio non era molto d’accordo ma il figlio lo convinse.

Allora si misero al lavoro: iniziarono dal Mar Marrone,poi passarono per il Mar Bislacco e appena finito quello andarono dall’ultimo, il più grande: l’oceano Pendente.

Ma il popolo era stanco e se ne andò, così rimasero solo Ambrogio e Damiano che chiesero aiuto agli abitanti del mare.

Quest’ultimi misero tutta la plastica in bocca senza ingoiarla e la portarono ai due nobili.

I pesci aumentarono e  così non si rischiò la loro estinzione.

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BIRBA NELL’ISOLA DI PLASTICA di Daniele Sora e Raffaele Esercizio 

 

C’era una volta una tartaruga di nome Birba che viveva nell’oceano pacifico. Un giorno doveva andare a
scuola con i suoi amici Bob il pesce palla, Lollo il pesce pagliaccio e Danpo il cavalluccio marino. Nel tratto
da scuola a casa si imbatterono in qualcosa di terribile, mostruoso, enorme, era un’isola di plastica!!!
Spaventati, i quattro amici scapparono, ma a Lollo venne l’incredibile idea di tornarci ad esplorare. Gli altri
tre dovettero seguirlo. Bob s’impiglio in una bottiglia di plastica e rimase intrappolato. Non potendo fare
nulla, gli altri dovettero abbandonarlo. Gli animi erano molto tristi per la morte del loro compagno Bob.
Proseguendo l’esplorazione a Birba venne fame e pensò di mangiarsi un pezzo di plastica scambiato per un
buonissimo kebab. Lollo e Danpo cercarono di salvarla e riuscirono nella loro impresa. Tutti si calmarono
ma era solo la quiete prima della tempesta, in tutti i sensi. Le acque iniziarono a muoversi e gli amici
vennero ribaltati da ogni parte. A fine tempesta Danpo e Lollo si ritrovarono in mille pezzettini di plastica ed
essendo da sola, la tartaruga, senza forze, non riuscì a liberarli. Birba da quel momento capì che bisognava
fare qualcosa. Ogni giorno quando vede un pezzo di plastica lo raccoglie e ripulisce il mare, con piccoli gesti
si può fare la differenza.

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