Che cos’è l’autismo by michela marazzita - Illustrated by Web - Ourboox.com
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Che cos’è l’autismo

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Che cos’è l’autismo by michela marazzita - Illustrated by Web - Ourboox.com
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INDICE

 

 

 

 

– CHE COS’E’ L’AUTISMO………………………………………PAG.5

 

VIDEO “BLU”…………………………………………………..PAG.8 

 

– VIDEO “IL SORRISO”………………………………………..PAG.10

 

CONCLUSIONI………………………………………………..PAG.13

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Che cos’è l’autismo

L’autismo è un disordine neuropsichico infantile, che può comportare gravi problemi nella capacità di comunicare,  di entrare in relazione con le persone e di adattarsi all’ambiente. I bambini e i ragazzi con autismo, inoltre, hanno spesso una percezione sensoriale modificata e difficoltà di linguaggio.

 

Sulle cause alla base di questo disturbo la comunità scientifica sostanzialmente concorda: messe da parte ipotesi fantasiose come quella delle madri “frigorifero”, cioè troppo fredde e insensibili ai bisogni del bambino, in voga negli anni Settanta, o fraudolente come la presunta associazione con i vaccini (una vera e propria bufala), oggi sappiamo che si tratta di un disturbo dellosviluppo neurologico di origine genetica.

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In alcuni casi (una minoranza) il disturbo dipende da cause genetiche dirette, cioè da mutazioni in uno o più geni specifici. Altre volte, invece, l’assetto genetico è tale da predisporre al disturbo, in combinazione con altri fattori di rischio come un parto prematuro, particolari complicazioni durante la gravidanza o la nascita, esposizione in utero a certe sostanze tossiche e così via.

L’incidenza dei casi, inoltre, dimostra che i maschi sono colpiti da questa sindrome più delle femmine ( rapporto 4:1).

 

Un altro punto di accordo tra gli esperti è che prima si fa la diagnosi meglio è rispetto alle possibilità del bambino di migliorare le proprie abilità con interventi mirati.

Le aree alle quali prestare attenzione sono due: relazione sociale e comunicazione da una parte e comportamento dall’altra.

 

 

 

 

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Ora guardiamo insieme questo cartoon che si intitola “BLU”:

 

 

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Nel video il bambino protagonista ha atteggiamenti ripetitivi e “vive” in una bolla che lo esclude dal resto del mondo. Questo avviene perchè chi è affetto da autismo ha in genere un atteggiamento fatto di stereotipie (compie sempre gli stessi gesti), difetta di capacità empatica (sembra disinteressato a ogni cosa), tende all’isolamento, manifesta ritardi nell’apprendimento, prova sentimenti ed emozioni come tutti, ma non riesce a esprimerli, a riconoscerli negli altri e a comunicarli.

Le persone autistiche, inoltre, non sopportano i rumori troppo forti, gli ambienti poco strutturati e la luce intensa; hanno grosse difficoltà ad avere un contatto fisico con gli altri (rifiutano coccole e abbracci).

I bambini e i ragazzini autistici non riescono a guardare negli occhi nessuno ( non hanno il cosiddetto contatto oculare) e, se chiamati per nome, non rispondono.

 

 

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Un esempio tratto dal cortometraggio “Il sorriso”:

 

 

 

 

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Chi nasce autistico lo resterà per tutta la vita.

Per offrire però ai bambini e ai ragazzi autistici una concreta speranza di condurre un’esistenza quanto più “normale” possibile occorre agire su diversi fronti: a livello comportamentale, a livello cognitivo e solo in minima parte a livello farmacologico.

A scuola occorre strutturare bene gli spazi pronti ad accogliere gli alunni autistici: è importante che ogni ambiente sia dedicato ad un’attività specifica, tale da aiutare il bambino ad orientarsi; sarà fondamentale anche strutturare il tempo: ogni soggetto dovrà disporre di una sua “agenda” giornaliera costituita da una sequenza di oggetti, di immagini o di parole scritte a seconda delle sue abilità, ordinati dall’alto verso il basso; con questo strumento gli sarà possibile capire quali attività dovrà svolgere e in che ordine: l’agenda dà flessibilità. Infine si deve prestare attenzione anche alla strutturazione dei materiali: il lavoro da svolgere deve essere presentato in maniera chiara e autoesplicativa, cioè comprensibile senza bisogno di ulteriori spiegazioni (incastri, puzzle o lavori di montaggio).

 

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Conclusioni

 

 

 

 

Ogni alunno affetto da sindrome dello spettro autistico presenta caratteristiche che sono particolari; ogni ragazzino autistico è unico e speciale e come tale va rispettato e affiancato nella crescita personale, sempre!

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