L’arte dell’odontotecnica

by Giuseppe Parrinello

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L’arte dell’odontotecnica

  • Joined Apr 2021
  • Published Books 4

Cos’ è l’odontotecnica?

L’odontotecnica è un’arte medica ausiliaria che si occupa del ripristino funzionale ed estetico dell’apparato stomaco-gnatico.

 

CHI E’ L’ODONTOTECNICO?

Si parla di odontotecnico quando si vuole rappresentare quella figura che svolge come mansione, quella di realizzare delle protesi dentarie, che poi verranno applicate dal dentista.

 

COSA FA L’ODONTOTECNICO?

L’odontotecnico non può essere paragonato ad un dentista di basso costo e nemmeno come una figura che opera semplicemente in ambito tecnico ma si tratta di un professionista, che opera con sofisticate tecnologie, andando ad aggiornarsi in maniera costante, per poter realizzare delle protesi che possano salvaguardare la salute dei pazienti, senza arrecare alcun tipo di danno.

Le sue mansioni sono quelle di progettare tecnicamente quella che è la protesi, andandola poi a realizzare secondo le informazioni che riceve dal dentista.

È una figura che non opera assolutamente a stretto contatto con il paziente.

Materiali da impronta

la conoscenza dei materiali da impronta è importante per vari motivi:

  • Alcuni materiali da impronta vengono utilizzati anche in laboratorio
  • È importante scegliere il materiale da impronta e il metodo di lavoro più adatto al tipo di impronta e dispositivo da realizzare, così da ottenere modelli il più adatti possibili.
  • A volte i materiali da impronta presentano incompatibilità e controindicazioni nei confronti dei materiali da sviluppo
  • I metodi di lavoro scorretti possono vietare la buona riuscita del modello.

 

 

 

Trattamento preliminare delle impronte

Tutte le impronte e tutti i dispositivi protesici possono essere veicoli di infezione, quindi è molto importante che in laboratorio, prima di ogni lavorazione che il primo che entra in contatto con dispositivi e impronte provenienti dallo studio indossi i DPI (dispositivi di protezione individuale) cioè guanti monouso, mascherina e occhiali protettivi. Dopo si passa alla disinfettazione delle impronte in base al tipo di materiale come spray o disinfettanti.

Queste regole vanno rispettate nonostante nello studio vengano effettuate le operazioni di disinfettazione per evitare ulteriori infezioni e malattie trasmissibili come AIDS e epatite.

Prima della colatura le impronte vanno trattate per agevolare lo scorrimento e la precisione del materiale di sviluppo.

  1. Dopo la disinfettazione e prima dello sviluppo le impronte in alginato vengono trattate con acqua e solfato di calcio.
  2. Sulle impronte in elastomero viene invece applicato un riduttore di tensione superficiale per facilitare lo scorrimento del gesso.
  3. Prima della colatura le impronte in alginato vengono cosparse di gesso e risciacquate per eliminare eccessi di saliva e altri liquidi.

Classificazioni e destinazioni d’uso

I materiali di impronta sono tutti diversi per composizione, metodi d’uso ecc…

I materiali da impronta vengono utilizzati adattandoli allo stato plastico e alle zone rilevate attendendone l’indurimento.

L’indurimento può avvenire per reazione chimica e quindi il materiale è irreversibile significa che non può tornare allo stato plastico oppure l’indurimento può avvenire per il cambio di temperatura ed è reversibile cioè può ritornare allo stato plastico.

I materiali da impronta si distinguono principalmente tra rigide ed elastici e poi si ridistinguono per composizione chimica.

 

Materiali rigidi

Gesso da impronte o pasta da Parigi

il gesso da Parigi è stato usato molto nella metà del 900 ed è stato abbandonato per la sua rigidità a soprattutto in caso di sottosquadri che, era necessario rompere l’impronta nella bocca per poterla estrarre dal cavo orale e successivamente

ricomporla in laboratorio dove spesso nell’impronta rimanevano dei difetti che si ripetevano sicuramente nel modello.

Vari tipi di gessi

Gesso di tipo I

è un gesso molto fragile che viene usato per realizzare impronte di                                                                                        posizione o lavorazioni analoghe ed ha una notevole velocità di presa.

 

Gesso tipo II

È la più diffusa varietà di gesso tenero chiamato anche alabastro o      alabastrino. È usato soprattutto per la gessatura di modelli in articolatori o il riempimento di muffole.

Gesso tipo III

Si usa per la realizzazione dei modelli, portaimpronta individuali e zoccoli di modelli. È un gesso molto resistente all’abrasione e alla compressione.

Gesso tipo IV

È un gesso molto duro e resistente e viene usato per la realizzazione di modelli master per protesi fissa, monconi è modelli per bite ortodontici.

Gesso tipo V

E’ simile al gesso di tipo IV ma ha una maggior espansione di presa.

Materiali termoplastici

Questi materiali sono diventano plastici se sottoposti ad una fonte di calore ad esempio ad immersione in acqua calda o grazie all’uso di una fiamma.

L’impronta andrà rilevata quando il materiale e ancora plastico e prima che il cavo orale la faccia tornare rigido. Una volta solidificata l’impronta può essere rimossa dal cavo orale ed essere inviata al laboratorio.

I materiali termoplastici sono utilizzati per rilevare impronte di singoli denti o piccole cavità al loro interno.

Il loro uso negli ultimi anni e diminuito e sostituito da materiali più plastici ed elastici e che durante la rimozione del cavo orale non rischiano di rovinarsi.

I materiali termoplastici sono usati anche per protesi mobile, dove vengono usati per definire il bordo periferico dei portaimpronte individuale e delle protesi da ribasare.

 

 

Materiali elastici

 

Alginati

Gli alginati appartengono alla famiglia degli idrocolloidi irreversibili perché possono essere utilizzati una sola volta perché si solidificano per reazione chimica.

Si presentano sotto forma di polvere da miscelare con acqua, si ottiene così una massa morbida che viene messa dentro il portaimpronte e posizionarla contro l’arcata del paziente e poi aspettare l’indurimento. Alcuni alginati (cromatici) facilitano il lavoro del clinico cambiando colore in base alla fase.

Un problema degli alginati e la variazione dimensionale cioè che col tempo tende a perdere acqua per effetto dell’evaporazione oppure se lascito in bagno all’acqua assorbe l’acqua e così le impronte non sono più fedeli.

E quindi sviluppare le impronte il prima possibile e, nel caso non fosse possibile conservarle in un contenitore umidificato.

Grazie al costo contenuto l’alginato e il materiale più usato per la registrazione delle impronte per modelli studio ma anche per modelli ortodontici, modelli antagonisti. L’alginato e anche utilizzato per duplicare i modelli.

Gli elastomeri

Sono materiali che in campo dentale vengono generalmente chiamati siliconi

E si suddividono in gruppi.

 

 

Caratteristiche dei Siliconi di condensazione

Appartenenti ai siliconi di 1° generazione, i polimeri ottenuti tramite polimerizzazione per condensazione presentano caratteristiche di elasticità, durezza e sicurezza non ottimali.

La reazione di polimerizzazione per condensazione è un processo chimico casuale che comporta liberazione di intermedi di sintesi o prodotti secondari (acqua, alcol, gas) responsabili di:

  1. Potenziali punti di frattura nell’ortesi;
  2. Durezza non omogenea, maggiore o minore, del prodotto finale causata dalla difficoltà nel miscelare con precisione le due fasi (pasta base e catalizzatore liquido) in quantità tali da ottenere omogeneità e durezza desiderata.
  3. Allungare il tempo di catalizzazione (dalla miscelazione della pasta base con il catalizzatore liquido), compromettendo il lavoro dello Specialista Podologo;
  4. Variazioni dimensionali del polimero finale (causa della contrazione) dovute all’indurimento lento e continuo, al rilascio di oli minerali addizionati per ammorbidire il silicone e alla perdita di alcol come sottoprodotto di reazione.

I polieteri sono idrofili precisi ed elastici, questo li rende molto fedeli ma più difficile da rimuovere

I polisolfuri hanno un largo impiego in protesi mobile per la facilità d’ impiego e il costo contenuto e vengono forniti sotto forma di due masse da miscelare in parti uguali.

Sottosquadri

Un sottosquadro è la parte concava e rientrante di un elemento anatomico (dente, cresta ecc.) e si oppone alla disinserzione del dispositivo protesico. La sua entità va valutata sempre in relazione all’asse d’inserzione protesico infatti il sottosquadro termina in corrispondenza ad una linea parallela all’asse d’inserzione. I denti per la propria morfologia presentano delle zone di sottosquadro al di sotto della loro massima lunghezza che e a forma circolare e viene detto equatore. Una delle caratteristiche dei materiali da impronta e quella di riuscire a superare i sottosquadri ma, i sottosquadri a volte sono utili come nel caso delle protesi parziali. Il gesso è stato, quindi sostituito da materiali di più facile utilizzo ed il gesso viene per lo più usato per le impronte dove sono richieste rigidità e precisione.

Protesi fissa e protesi mobile

La mancanza di uno o più denti, oltre a creare deficit funzionale costituisce una circostanza imbarazzante per ogni persona. La protesi fissa o mobile è un dispositivo realizzato appositamente per risolvere questa situazione e ripristinare il sorriso e la masticazione dei pazienti.

Quando ad un paziente mancano dei denti la soluzione ottimale è l’implantologia, dato che permette di offrire risultati eccellenti sia per quanto riguarda la masticazione, che l’estetica. Se per motivi economici o di condizioni fisiche generali non dovesse essere possibile procedere all’intervento, esistono delle valide soluzioni protesiche, sia fisse che mobili.

Protesi fissa

La protesi fissa è quella non rimovibile dal paziente e quindi sostituisce gli elementi dentali perduti in modo stabile. Vi sono due tipi di protesi fissa: protesi su impianti (avvitata o cementata) o protesi su denti naturali. In quest’ultimo caso è necessario procedere alla riduzione dei denti naturali, che serviranno da supporto per la protesi stessa. Rispetto ad un tempo, i nuovi materiali disponibili consentono di limare solo in minima parte i denti naturali e di evitarne, se sani, la devitalizzazione. Tra le protesi fisse si annoverano le corone dentali o i cosiddetti ponti.

Il vantaggio della protesi fissa è che il paziente potrà avere un risultato stabile, con masticazione e resa estetica pari a quelle della dentatura naturale.

 

Protesi mobile

La protesi mobile è quella che il paziente stesso può rimuovere autonomamente. Esistono due tipi di protesi mobile. Quella totale, comunemente chiamata dentiera, viene solitamente scelta per pazienti anziani, specialmente in caso di edentula (assenza di denti) e un’arcata intera o di entrambe. La protesi mobile totale è realizzata in resina e aderisce alle gengive con un meccanismo a ventosa.

È bene essere consapevoli che questo tipo di protesi richiede un’attenta cura e manutenzione quotidiana. È necessario pulirla accuratamente dopo i pasti con spazzolino e detergente apposito. Per evitare la contaminazione batterica è inoltre indispensabile igienizzarla più volte con prodotti specifici (il tuo dentista saprà consigliarti quello più adatto). In tutte le fasi di pulizia bisogna inoltre prestare particolare attenzione a non danneggiare la protesi e non farla cadere.

 

Protesi mobile parziale

La protesi mobile parziale invece si usa per sostituire uno o più denti. Si ancora ai denti naturali o agli impianti tramite ganci ed è formata da una struttura metallica chiamata scheletrato.

Altro aspetto da considerare è che la durata e la stabilità delle protesi mobili sono condizionate del riassorbimento osseo. È per questo è consigliabile ribasarla annualmente, in modo da assicurare sempre il massimo dell’adere

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