“La scomparsa del Pianeta X”
racconto breve con il quale la classe ha partecipato al concorso “Scrittori di classe” Conad per la scuola
Terry aveva sempre voluto visitare il pianeta X, un pianeta nascosto e quasi invisibile che si trovava nella fitta fascia di Kuiper: era un pianeta pieno di ghiacci e ghiacciai, ma soprattutto era la casa del suo amico Footy, che lo aveva invitato per trascorrere il Natale insieme! Ma, dopo il lungo viaggio in astronave di Terry…
«Strano… secondo il navigatore stellare dovrebbe trovarsi proprio qui! Possibile che si sia sbagliato?» si domandò Terry: in effetti, secondo le coordinate, in quel preciso punto avrebbe dovuto trovarsi il pianeta. Terry si districò fra i mille e più asteroidi ghiacciati della fascia di Kuiper ma sembrava proprio che del pianeta X non ci fosse alcuna traccia! Fu in quel momento che Terry ricevette una video chiamata da Footy, un peloso alieno dalle sopracciglia perennemente corrucciate.
«Ehi, amico, che fine hai fatto?! Sono esattamente dove mi hai indicato, ma non ti trovo!» protestò Terry.
«Ehm, ecco, a dire il vero prova a guardare un po’ più a destra!» replicò l’amico.
«Ma non c’è nulla! Cioè, a parte un gigantesco vortice tempestoso e spaventoso che sta per distruggere un piccolo pianeta!»
«Già…» disse Footy scalciando contro un muro di ghiaccio, come faceva sempre quando era arrabbiato.
«Ti prego… Non dirmi che quello che sta per essere trascinato dentro al pozzo gravitazionale è il tuo pianeta?!» domandò l’alieno rosa.
«Mettiamola così: non posso dirti che non lo è!» rispose sarcastico.
La verità era che un pozzo gravitazionale si era aperto lì vicino e ora stava attirando il pianeta X verso di sé, ma così facendo ne avrebbe modificato la frost line causando non solo l’esplosione dell’intero pianeta, ma anche la nascita di un nuovo sistema solare… Terry, che aveva paura praticamente di tutto, avrebbe voluto scappare, però non poteva abbandonare così il suo amico e tutti gli altri.
Ma come si sposta un intero pianeta di ghiaccio? Sentendo i continui tonfi sordi di Footy che continuava a scalciare il ghiacciaio su cui si trovava, Terry trovò la risposta al suo dilemma, una risposta tanto ovvia quanto folle… A calci!
Era un’idea strana, ma poteva funzionare, si disse Terry. Così, dopo aver rassicurato il suo amico, chiuse la comunicazione e decise di consultare la famosa Enciclopedia Interplanetaria. Essa si trovava sulla Luna delle Menti Geniali, l’ordine di scienziati di cui faceva parte, in orbita intorno al pianeta XYZ Elon III nella galassia di Pandora. In essa era custodito il sapere dell’intero universo sotto forma di file luminosi. Alla Enciclopedia si poteva accedere interrogando un assistente virtuale di nome Spacy.
«Ho bisogno di tutto quello che si conosce sulle forze!» disse Terry, particolarmente interessato a capire qualcosa di più sulle forze che si potevano imprimere ad un corpo
«Eseguo!»
Immediatamente sullo schermo della sua astronave comparvero diversi file luminosi, che Terry riuscí a leggere con la mente. Dovette aprire numerosi documenti, fare confronti, realizzare ipotesi e anche simulazioni tramite la strumentazione di bordo, prima di riuscire a capire se l’idea che gli stava ronzando in testa potesse effettivamente funzionare. Quando fu pronto interrogó la Mente Geniale usciere, ovvero il custode dell’Enciclopedia e gli sottopose la sua tesi. Quindi attese…
Passarono lunghi e interminabili minuti prima di ricevere la risposta sperata. Senza pensarci due volte, chiamò il suo amico Footy, ma rimase assai interdetto, quando a video vide comparire un essere enorme con una grossa gamba attorcigliata intorno al collo, che terminava con due piedi con tre dita ciascuno. Era molto alto e sembrava avere una forza mostruosa in quelle gambe. Il suo colorito era verdastro con piccole chiazze rosse. Una barba bianca e folta scendeva fino a toccare terra e contornava una grande bocca. Gli occhi chiari erano grandi come mele e stavano fissando Terry con fare minaccioso da sotto un folto monociglio.
«Ti presento mio nonno Poppy. Questo è Terry, l’amico che stavamo aspettando, nonno.»
«Piacere, figliolo. Purtroppo, come vedi non è proprio il momento adatto per le visite di cortesia.» disse il vecchio, muovendo le sue labbra verdi e carnose. «Mio nipote, mi ha detto che sei uno scienziato.»
Terry era terrorizzato. Avrebbe voluto parlare ed esporre la sua idea per salvare il pianeta, ma la presenza di quell’essere lo bloccava.
«Sí, S… Signore…» rispose, balbettando
«Ottimo, ragazzo. Ora scusami, ma devo proprio andare.»
Il vecchio annuí e fece per andarsene, ma Terry lo chiamò: «A… Aspetti… Signore…»
L’alieno si girò, fulminandolo con lo sguardo. Terry avrebbe voluto continuare, ma davanti al vecchio non gli usciva neanche una parola.
Poi chiuse gli occhi e disse tutto d’un fiato: «Signor Poppy ho pensato a un modo per allontanare il vostro pianeta dal pozzo gravitazionale.»
«Ragazzo in una situazione di normalità non perderei tempo ad ascoltarti ma, vista la situazione, ti lascerò parlare.»
«La mia idea è quella di spostare il pianeta X con l’aiuto di tutti gli abitanti. Io pensavo che potremmo far saltare e tirare calci da parte di tutti gli abitanti nello stesso momento.»
Il nonno si fece una sonora risata: «Stai scherzando, vero? Andrebbe contro tutte le leggi fisiche!»
«Nonno, ti prego,» intervenne Footy «vuoi che moriamo o che noi del pianeta X restiamo in vita? Non voglio che veniamo trascinati nel vortice! Pensa a tutti gli abitanti… Pensa a me! Ha ragione Terry, l’unica speranza potrebbe essere questa! Ti prego! Almeno provaci, nonno!»
«Vedi ragazzo, io adoro mio nipote. Non facciamo altro che litigare ma sono pronto a sostenerlo se lui è pronto a sostenere la tua folle idea. Non sopporto di vederlo triste.»
«Grazie nonno!» incalzò Footy «Io mi fido del mio amico Terry e sono certo che lui ci salverà! Potremmo far ascoltare agli abitanti una canzone che li farà saltare e scalciare tutti insieme, che ne pensate? Ho una canzone che fa al caso nostro! É la canzone dell’Orchestra Salterina! Te la ricordi Terry?»
Terry annuì, sorridendo, così anche il vecchio Poppy si convinse: «Penso che l’unico giorno per attuare il piano sia quello della Festa del Salto, quando tutti gli abitanti saranno riuniti. È un’idea così assurda che potrebbe funzionare!»
Poppy andò a parlare con il Primate del pianeta X, di nome Oty, per fargli il quadro della situazione e riferirgli che forse c’era una soluzione. Cercò in tutti i modi di fargli capire l’urgenza e la portata del pericolo che correvano, ma il primate fu irremovibile! Avrebbe messo in moto la Piramide prima di prendere qualsiasi decisione!
La Piramide non era altro che la complessa organizzazione sociale del pianeta X. In cima c’era il Primate Oty, l’unico che fosse di colore rosso, mentre tutti gli abitanti di X erano di colore blu o verde. Sotto di lui c’erano il consiglio dei dieci che lo aiutava a prendere le decisioni più difficili. Si trattava di abitanti che avevano superato i cento anni di età e, per questo, erano ritenuti più saggi degli altri. Il nonno di Footy era tra questi ed era uno scienziato, che si occupava di migliorare le condizioni di vita del popolo. Chi aveva più di ottant’anni ma meno di cento si occupava dei conti, ovvero di capire la situazione economica del pianeta. Quindi c’erano il ministro della forza, il ministro della pace e il ministro della giustizia. In fondo alla piramide c’erano i cittadini che avevano età compresa tra i sessanta e i settant’anni. Costoro si occupavano delle fabbriche e dell’ambiente da proteggere.
Gli abitanti del pianeta X vivevano in grotte moderne scavate nel ghiaccio, poiché l’intero pianeta era un enorme ghiacciaio molto tecnologico, dotato di un sistema di comunicazione basato su un’antenna potentissima, dalla quale trasmetteva l’unica radio con le notizie e le informazioni riguardanti il pianeta. Poppy sapeva perfettamente che non c’era il tempo materiale per aspettare le lungaggini burocratiche della Piramide, poiché la Festa del Salto era alle porte, così decise di agire con l’aiuto del nipote e di Terry.
Collegò alla radio un grande altoparlante che sarebbe stato sentito da tutti, mentre, dalla sua astronave, Terry avrebbe lanciato un segnale radio che trasmetteva la canzone dell’Orchestra Salterina e avrebbe dato istruzioni a tutti gli abitanti.
Quando la Festa del Salto ebbe inizio, tutti cominciarono a divertirsi tra balli e canti. Durante i balli più conosciuti i maschi battevano forte i piedi per terra e le femmine alate facevano ampi giri in cielo. All’improvviso la musica si interruppe e fu mandata in onda la canzone dell’Orchestra Salterina tramite il potente altoparlante.
Salta, salta, gira, gira,
che bell’aria si respira.
Non fermarti mai,
che le stelle tu vedrai.
Se tu tanto salterai il tuo pianeta salverai
perciò salta con criterio ed esprimi il desiderio.
Non pensare alla fatica ma pensa alla tua vita,
la fatica finirà e il pianeta si salverà.
Saltate, saltate tutti insieme!
Faremo molte acrobazie estreme!
Con l’orchestra salterina,
Si balla e si salta ogni mattina!
Una voce sconosciuta echeggiò nell’aria, invitando gli alieni a saltare e a scalciare più forte che potevano. Dopo un iniziale momento di perplessità gli abitanti seguirono le indicazioni della voce di Terry.
Guarda in alto c’é un pianeta.
Con la sua scia, sembra una cometa.
Prima era tutto spento,
adesso brilla di colore argento.
Quindi Terry incitò i maschi a saltare e a scalciare sempre più forte e alle femmine disse di volare vicino al pozzo gravitazionale e di battere le ali il più forte possibile.
Salta salta e non fermarti mai!
Salta, vola e intorno al mondo vai!
Vai, vai, salta, salta con i tuoi amici
Vola e rendi tutti più felici!
Saltate, saltate tutti insieme!
Faremo molte acrobazie estreme!
Con l’orchestra salterina,
Si balla e si salta ogni mattina!
E tutti saltavano e scalciavano così forte che il pianeta X cominciò a tremare.
Più i maschi saltavano e più le femmine riuscivano a sposare il pianeta e ad allontanarlo sempre di più dal vortice.
Saltate, saltate tutti insieme!
Faremo molte acrobazie estreme!
Con l’orchestra salterina,
Si balla e si salta ogni mattina!
Terry stava ancora urlando istruzioni, quando Footy apparve sullo schermo per dirgli che ormai erano in salvo e che poteva raggiungere il pianeta per festeggiare con loro. Terry non se lo fece ripetere due volte. Partecipò con gioia ai festeggiamenti della Festa del Salto, mangiando enormi quantità di cibo spaziale di colore bianco chiamato “nune”, molto simile all’uva. Quello fu il più bel Natale della sua vita.
Nonostante si stesse divertendo come mai gli era capitato, Terry aveva un pensiero che lo assillava, perciò chiamò Footy e gli chiese: «Ma quel pozzo gravitazionale, potrebbe ancora essere un pericolo?»
Footy ci pensò su per un istante e poi disse, quasi spaventato: «Hai ragione!!! Fino a quando il pozzo resterà aperto il pianeta potrebbe tornare nel suo raggio di azione ed esserne attratto!»
Terry pensò che doveva trovare una soluzione anche a questo problema e che doveva farlo in fretta. L’unica possibilità che gli venne in mente fu di prendere gli asteroidi dalla fascia di Kuiper e trascinarli, grazie al raggio gamma di cui era dotata la sua astronave, verso il pozzo. Così salì a bordo della sua navicella e partí alla volta della Fascia di Kuiper. Arrivato alla cintura degli asteroidi Terry azionó il raggio gamma e, in un attimo, una immensa luce iniziò a far rotolare gli asteroidi in una sacca luminosa che, legata al raggio, venne catapultata verso il centro del pozzo, che venne chiuso per sempre.
Quando l’argomento all’ordine del giorno “Strategie per salvare il pianeta X dal pozzo gravitazionale” arrivò al ministro della Giustizia, ossia quasi in fondo alla Piramide, ormai il pianeta era salvo!
“Caro diario…”
Sull’esempio del volume “Cappuccetto Rosso – Esercizi di stile” di David Conati gli alunni si sono cimentati in esercizi di scrittura creativa
Caro diario,
oggi mi è successa una cosa terrificante: sono stato ingoiato da una balena!
Nella pancia della balena non puoi immaginare chi ho trovato: il mio babbo Geppetto. Ad un certo punto siamo saltati fuori dalla bocca della balena e ci siamo ritrovati in mare. La riva era ancora molto lontana, ma in un istante abbiamo visto un pesce molto gentile da darci un passaggio.
Arrivati a casa ritrovai il Grillo Parlante e gli promisi che sarei stato molto più bravo. Una notte sognai la fatina Turchina che mi disse di essere stato un bravo bambino. Quando mi svegliai, mi sentii diverso dal solito, non ero più un burattino ma ero diventato un bambino vero.
Pinocchio
Alice
Caro diario,
devo raccontarti una cosa incredibile che ho fatto! Se ci penso sono ancora emozionata. Sono salita in superficie! Mentre salivo avevo paura, però ero super curiosa di vedere cosa c’era fuori dall’acqua. Quando ho messo la testa fuori dall’acqua mi sono trovata un’enorme barca davanti. Sono rimasta meravigliata, ma ancora di più quando ho visto il principe. Sai era bellissimo e sono rimasta a guardarlo per tanto tempo. A un certo punto il principe mi stava quasi per vedere e sono subito riscesa nei fondali marini. Ancora lo penso spero di rivederlo e soprattutto spero che papà non lo venga a sapere altrimenti saranno guai.
Che giorno fantastico!!!
Ariel
Angelica
Caro diario,
mio padre il sultano di Agraba voleva farmi sposare, ma io non volevo e per questo decisi di scappare e andare in giro per il paese. Quel giorno era tutto così spettacolare e strano, ma c’erano due bambini molto poveri, così presi una mela per loro, ma siccome tutto ha un prezzo ho dovuto dire che non avevo alcun soldo. A un certo punto è arrivato un ragazzo che mi ha aiutata e poi mi ha portata nella sua casa pericolante. Mi disse che si chiamava Aladin. In quel momento sono arrivate le guardie del palazzo e io, per ringraziare Aladin che mi aveva salvata, mi sono tolta il cappuccio e ho detto loro di stare fermi. Mi hanno obbedito subito, perchè io sono la principessa. Loro ovviamente mi hanno riportata subito a palazzo e il giorno dopo si è presentato un principe di nome Alì insieme al suo consigliere. Ci hanno offerto confetture e altri regali pregiati. Sono rimasti qui un paio di giorni e si è venuto a scoprire che lui era Aladin. Io sono rimasta sconvolta. Il giorno dopo Aladin mi ha detto che dovevamo stare molto attenti, perchè Jafar il consigliere di mio padre aveva rubato la lampada ed aveva espresso molti desideri malvagi. Ma il bene vince qualsiasi cattiveria e io sono diventata la moglie del sultano. Tutto è tornatio alla normalità.
Un saluto dalla tua Jasmin
Elena
Caro diario,
oggi finalmente mi sono sposata con il mio principe. Avevo tutti contro: la mia matrigna e le mie sorellastre che hanno fatto di tutto di tutto per sposare il principe, mi facevano pulire, riordinare e cucinare. Io dormivo in soffitta che era buia e sporca, ma la sera del ballo al castello del principe, la mia fata madrina grazie alla sua bacchetta magica mi creò un fantastico abito, delle bellissime scarpette di cristallo e una carrozza. Però a mezzanotte dovevo tornare. Per la fretta persi una scarpetta. Il principe misurò la scarpetta a tutte le fanciulle del reame. Quando il principe bussò alla porta la mia matrigna e le mie sorellastre non volevano che la misurassi, ma il principe insistette e così la mia vita cambiò.
Cenerentola
Elisa
Caro diario,
oggi sono stato mangiato da una balena e ho scoperto che all’interno c’era mio padre Geppetto. Infatti dopo essere stato inghiottito mi sono recato verso l’interno della sua pancia e da lontano ho visto una piccola luce. Mi sono avvicinato e ho scoperto che era mio padre Geppetto, quindi sono corso verso di lui e l’ho abbracciato. A mio padre Geppetto gli è venuta un idea, di toccare il campanello della gola della balena per farla starnutire, così potevamo uscire dallo sfiatatoio. Quando Geppetto toccò il campanello della gola, la balena starnutì e noi riuscimmo a uscire dalla sua pancia.
Pinocchio
Riccardo
Caro diario,
io sono Harry e ti racconterò quello che mi succede. Io mi trasformo in supereroe e salvo la mia città insieme al mio capo (Ray). Certe volte a Ray gli scappa qualche risata.
Poi ci sono Scious, Jasper e Charlotte. Qua si sta molto bene, tranne quando se ne è andato il mio super potere dell’ipermobilità. In quell’occasione mi sono sentito molto triste e pensavo che non ce l’avrei fatta. Ma i miei amici mi hanno convinto convinto che ero sempre il più forte e il più bello.
Adesso devo andare perchè come sempre c’è un crimine.
Ciao caro diario.
Henry Danger
P.S. sono il miglior supereroe
Francesco
Caro diario,
oggi è stata una giornata davvero straordinaria: ho fatto fesso un orco e siamo pure diventati ricchi! Come sai papà fa il boscaiolo e siamo poveri e, anche ieri, ci ha portati nel bosco per lasciarci lì. Questa volta però non sono riuscito a riportare a casa i miei fratelli, ma siamo arrivati alla casa di un orco. La moglie ci ha sfamati ed ha cercato di salvarci dal marito che ha come piatto preferito i bambini. Per fortuna, con la mia furbizia ho fatto credere all’orco che le sue terribili figlie, brutte e cattive quanto lui, fossero me ed i miei fratelli. Ti chiedi come ho fatto? Ho scambiato i nostri cappelli con le loro corone, così papà orco ha mangiato loro e non noi! Poi siamo fuggiti ma l’orco ci ha inseguiti e quando si è addormentato gli ho rubato i suoi stivali magici e con quelli sono tornato dalla moglie e mi sono fatto dare tutto l’oro dell’orco: per convincerla le ho detto che suo marito era stato catturato dai briganti e che quelli volevano il riscatto per liberarlo! Ora siamo tornati a casa con tutto il suo oro e non soffriremo più la fame.
Adesso ti lascio, a domani.
Tuo Pollicino
Ludovica
Caro diario,
oggi mi sono divertito tantissimo. Stavo come sempre nella mia gabbia a dondolare e cantare, finché un brutto gattaccio cattivo mi si e avvicinato e mi ha afferrato. Stava per mangiarmi, quando la nonna non se n’è accorta e l’ha preso a bastonate. Lui è corso via e si è nascosto. Poi ci ha riprovato, ma neanche il tempo di prendermi che la nonna ha cominciato a bastonarlo di nuovo. Ci ha riprovato un’ultima volta e c’era quasi riuscito, ma la nonna lo ha visto, lo ha preso per la coda e lo ha buttato fuori di casa.
Spero che quel brutto gattaccio cattivo non torni più.
Saluti da Titti
Maya
Caro diario,
una settimana fa ho conosciuto un asino parlante. Sembrerà strano ma è così: quell’asino quando andavamo in giro diceva sempre: “siamo arrivati? siamo arrivati?”. Era insopportabile! Uno che sembrava un presidente ci ha detto che dovevamo liberare una principessa intrappolata in una torre dove c’era un drago. A dire il vero l’asino e il drago si sono innamorati così ci è stato molto d’aiuto. Poi dovevamo tornare indietro e lei si addormentava sempre al tramonto e ci chiedevamo il perché. La notte seguente scoprimmo che la principessa nascondeva un segreto: di giorno era una bellissima principessa, ma la notte si trasformava in un orco proprio come me. Per farla breve io e la principessa ci siamo innamorati e lei è rimasta per sempre un orco. Abbiamo fatto tanti viaggi in posti lontani e oggi viviamo in una palude con una bella piscina di fango. Con noi ci vive anche il gatto con gli stivali. Però adesso devo andare ma la prossima volta ti racconterò come ho conosciuto il gatto e tanti altri amici strani.
Shrek
Matteo
Caro diario,
era una bella giornata e il sole splendeva. Pulivo per terra le foglie, quando a un certo punto sentii dei passi. Mi nascosi dietro un albero e vidi una bambina con un vestito rosso e con il cappuccio rosso che cantava e camminava. Mi avvicinai e le chiesi chi era e dove andava. Mi rispose che andava a trovare la nonna malata. Arrivai a casa della nonna, prima di lei. La mangiai e mi misi dentro al letto con i vestiti della nonna. La bambina arrivò e all’inizio non mi riconobbe, poi ad un certo punto saltai giù dal letto per mangiarla, ma lei scappò urlando. Così il cacciatore apri la porta, mi sparò e si ripresero la nonna!
Il lupo
Stefano
Caro diario,
non puoi immaginare cosa mi è successo oggi! Stavo giocando a calcio e, per sbaglio, ho mandato la palla nello sgabuzzino.
Sono andata a riprenderla e non immagini cosa ho scoperto!
C’era tanta roba vecchia, ma la cosa che mi ha stupito di più è stato un tappeto bellissimo.
Io l’ho preso perchè volevo stendermici sopra, all’improvviso il tappeto ha iniziato a non toccare più terra! Io ho passato tutto il pomeriggio a volare fino a che non è andato via il sole, così ho rimesso il tappeto nello sgabuzzino. Ci tornerò tutti i giorni, adesso però devo andare… ciao caro diario.
Aurora
Caro diario,
questa estate stavo lavorando sodo per fare scorte di cibo, ma
c’era una cicala che stava tutto il giorno a cantare.
Qualche giorno fa stava nevicando ed io stavo dentro casa a mangiare qualche seme e ho sentito che
bussavano alla porta. Era la cicala che aveva fame e
freddo e voleva entrare, ma io gli ho detto:
– Questa estate hai cantato e ora balla!-
La formica
Filippo
Caro diario,
ieri mi è successa una cosa stranissima.
Praticamente stavo nella casa dei sette nani e io stavo facendo le pulizie, quando sento bussare alla porta.
Allora decido di aprire è c’era una vecchietta che mi ha chiesto: “Sei tu Biancaneve?”
Io ho risposto di sì. Poi mi ha dato una mela e ha detto:- “E’ stata appena colta.”
Allora l’ho mangiata e sono svenuta, poi mi hanno raccontato
che è venuto un principe e mi ha svegliato con un bacio.
Biancaneve
Luigi
Caro diario,
mi chiamo Pinocchio mi ha creato il mio papà Geppetto. io sono un bravo burattino di legno. Mio padre mi dice sempre di andare a scuola ma io preferisco di no. A volte mi comporto male, infatti un giorno ho visto uno spettacolo di burattini e
siccome ero un po’ uguale a loro, il proprietario
mi ha imprigionato ma alla fine è arrivata la fata
turchina e mi ha liberato, facendomi promettere di non
dire più bugie. Ho combinato un altro casino: ho seguito gli amici che mi hanno portato nel paese dei balocchi e mi sono trasformato in un asino. Il giorno dopo, scappando sono caduto in acqua e una balena mi ha inghiottito e lì dentro
era tutto sporco. Ho ritrovato il mio papà. Siamo
ritornati a casa e, pentito, mi sono scusato così la
fata, sentendomi ha deciso di farmi diventare un
bambino vero. Ora devo andare ciao diario a presto.
Pinocchio
Marco
Caro diario,
oggi mi è successa una cosa un cosa incredibile: al ballo del ceppo Hermione ha ballato con Victor Krum e Ron ci è rimasto
malissimo. Io ho dovuto ballare con Parvati Patil e Ron con Parma Patil. E invece Ginny con Neville. Se devo dire la veritá volevo ballare io con Ginny! Poi, dopo la fine del ballo Ron ha fatto piangere Hermione e lei è scappata.
Harry
Annachiara
Caro diario,
devo raccontarti assolutamente questa bellissima esperienza: mentre stavo bussando alla porta del signor Carl, la sua casa ha cominciato a volare in cielo con tantissimi palloncini colorati attaccati al comignolo.
Sai, ho avuto molta paura, soprattutto quando è arrivato il cumulo di nembi e la casa ha iniziato a traballare.
Siamo precipitati in sud America e lì abbiamo incontrato “Beccaccino” cioè un enorme pavone colorato e raro.
Insieme siamo arrivati alle Cascate Paradiso.
Carl è stato un amico d’avventura straordinario e simpaticissimo.
Se faremo un altro viaggio ti prometto, caro diario, che ti porteremo con noi.
Russell
Manuel
Cosa succederebbe se la mamma si trovasse a friggere orchidee nel bel mezzo del deserto e a ricevere la visita dell’indiano Raccontastorie?
Scopriamolo insieme agli alunni che si sono cimentati in questi racconti dedicati alla Festa della Mamma.
Metodo: “Lotteria inventastorie” tratta dal testo “Esercizi di stile” di David Conati
Protagonista: la mamma
Nome protagonista: ________
Dove: oasi
Cosa fa: arrostisce
Che cosa? orchidee
perché? ama il profumo delle orchidee arrostite
Antagonista: Indiano
Nome antagonista: Raccontastorie
Evento di partenza: Iniziano a rastrellare
Una mattina la mamma Mary mentre arrostiva l’orchidea nell’oasi, rigirandola, arrivo un indiano con una barba lunga e delle mani giganti.
La mamma gli chiese come si chiamava e lui disse di chiamarsi Racconta Storie.
Mary gli chiese se poteva raccontarle una storia di fantascienza, così l’indiano cominciò la storia, ma già dal primo momento non le piaceva.
L’indiano scelse un’altra storia, ma alla mamma non piaceva neanche quella.
Mary ascoltò tutte le storie che aveva il Raccontastorie, ma alla fine decisero di mettersi a rastrellare la sabbia per piantare le orchidee, mettendo l’acqua e la sabbia.
Aspettarono tantissime ore (circa 8 ore) poi andarono a vedere. In piena notte nell’oasi arrivò un aereo e due elicotteri. Mary chiese cosa stessero facendo e gli uomini dissero di salire sopra i due elicotteri urgentemente perché, l’indiano Raccontastorie era pericoloso, così Mary saltò subito sugli elicotteri e non tornò più in quell’oasi.
Portò con sé alcune orchidee con l’intento di arrostirle a casa.
Alicde
C’era una volta una mamma di nome Stefania, che un
giorno si prese una vacanza e andò in un’oasi in mezzo al
deserto, portandosi solo la griglia per arrostire e 100.000
piante di orchidee. Dopo essere arrivata, trovò un rastrello
per la sabbia abbandonato lì, allora decise di rastrellare
la sabbia, scavare delle buche e metterci le orchidee per
non farle rovinare. Poi ricoprì tutto con la sabbia. Iniziò
ad arrostire le orchidee perché le piaceva moltissimo
il profumo delle orchidee arrostite. Ma mentre un
indiano di nome Raccontastorie raccontava storie a dei
piccoli cammelli, gli arrivò il profumo delle orchidee e
Raccontastorie si diresse verso l’oasi. Stefania non prese
affatto bene il fatto che Raccontastorie fosse lì e quindi
iniziarono a litigare. Ma l’indiano disse: “Sono bravo e
vengo in pace”. Allora i due cominciarono ad andare
d’accordo e iniziarono a rastrellare le orchidee e ad
arrostirle. Ma Raccontastorie ad un tratto ne prese 10 e le
buttò senza farsi vedere da Stefania. Lei dopo un po’ se
ne accorse e lo mandò via a calci nel sedere. Poi dopo una
settimana finì di arrostire tutte le orchidee e tornò a casa.
Annachiara
In un’oasi del deserto viveva una tribù di indiani. Gli uomini erano sempre in viaggio per portare cibo alle famiglie, perciò nell’oasi vivevano solo le mamme con i bambini. In una calda serata la mamma Valentina stava arrostendo le orchidee alla brace, perché le piaceva il profumo di orchidee arrostite che si diffondeva per tutto l’accampamento. Mamma Valentina coltivava personalmente nel suo orto le orchidee da arrostire ed erano le più belle e le più buone di tutta la tribù. Attirato dal buon profumo arrivò l’indiano Raccontastorie, un vecchio saggio che raccontava storie fantastiche. Mamma Valentina gli offrì le sue orchidee arrostite e il vecchio le accettò volentieri poi chiese a Valentina come poteva ricambiare il suo gesto. Mamma Valentina ci pensò un po’ e poi gli propose di andare insieme a rastrellare l’orto per piantare nuove orchidee. Così Raccontastorie e Mamma Valentina rastrellarono il giardino e seminarono nuove orchidee. Il raccolto successivo fu più abbondante del solito, perché quando alla sera le innaffiavano mamma Valentina dava loro l’acqua, mentre Raccontastorie, seduto su una pietra nell’orto, raccontava le avventure fantastiche e mitiche di uomini. Così le orchidee crebbero prima e più grosse per poterlo ascoltare.
Ludovica
La mamma Giampi arrostisce orchidee nell’oasi, girandole, perché ama il profumo dell’orchidea arrostita. L’ indiano Raccontastorie, attratto dal profumo, raggiunge l’oasi. I due poi iniziarono a rastrellare. Quando finirono di rastrellare, piantarono i semi e dopo qualche settimana le orchidee crebbero. Quando venne l’ora di raccoglierle, decisero che avrebbero fatto a metà, ma l’indiano Raccontastorie ne prese di più di quelle che gli spettavano e per non farsi scoprire dalla mamma le raccontó una storia presa dal libro delle ipnotizzazioni. Lo scopo della storia era far dimenticare alla mamma come si conta. Quando la mamma si svegió, peró, si accorse che Racconta Storie aveva rubato alcune delle sue orchidee. La mamma si arrabbiò moltissimo e rincorse Raccontastorie per tutta l’oasi, dandogli ciabattate. Infine Raccontastorie le restituì le orchidee che aveva rubato e così la mamma continuò a arrostirle e Raccontastorie imparó che le mamme non si possono ingannare.
Maya
La mamma Barbara arrostisce orchidee nell’ oasi, rigirandole
perché ama il profumo dell’ orchidea arrostita. L’ indiano Raccontastorie, attratto dal profumo, raggiunge l’oasi. I due poi iniziano a rastrellare, creando dei solchi per piantarci le orchidee da arrostire.
Il rastrello della mamma s’incastra in una catena sepolta nella
sabbia e insieme decidono di seguire la catena per capire dove
porta. Arrivano a una porta di una miniera e decidono di arrostire anche lì le loro orchidee.
Manuel
La mamma Serena stava arrostendo orchidee nell’oasi rigirandole perchè amava il profumo dell’ orchidea arrostita. L’indiano Raccontastorie, attratto dal profumo, raggiunse l’oasi . I due poi iniziarono a rastrellare per coltivare altre orchidee e poi arrostirle. La sera, mentre un’orchidea, si arrostiva ai due venne sonno, si sdraiarono e si addormentarono, scordandosi completamente dell’orchidea. La notte la mamma sentì un odore di bruciato, allora si svegliò e vide il fuoco intorno a lei. Si spaventò e andò a svegliare l’indiano Raccontastorie. L’indiano corse a controllare quello che era successo e, per fortuna, trovò un secchiello e corse velocemente verso il lago a prendere l’acqua. Spense il fuoco e tranquillizò la mamma Serena , tornando ad arrostire le orchidee mentre si rilassavano.
Elisa
La mamma Alessandra arrostisce le orchidee nell’oasi rigirandole, perché ama il profumo delle orchidee arrostite. L’indiano Raccontastorie, attratto dal profumo raggiunge l’oasi. I due poi iniziano a rastrellare per piantare le orchidee per poi arrostirle perché tutti e due amano il profumo. Dopo qualche giorno sbocciano e le arrostisticono. All’indiano viene un’idea: decide di tenersi le orchidee tutte per sè quindi scappa con le orchidee. Però la mamma si arrabbia e decide di inseguirlo ma non riesce a raggiungerlo così torna all’oasi. Dopo qualche giorno l’indiano torna con tutte le orchidee, per chiederle scusa cosi la mamma lo perdona, da quel giorno continuarono ad arrostire orchidee insieme.
Angelica
Avete mai pensato di telefonare, scrivere una lettera o intervistare il vostro personaggio preferito?
Loro l’hanno fatto!
Caro Pinocchio,
mamma e papà mi hanno detto che tu devi tanto migliorare a scuola perché sei un po’ asinello. Tu invece giochi con il tuo amico Lucignolo e alla scuola proprio non ci pensi. Geppetto ti ha comprato pure i libri e tu non sei mai andato a scuola.
Dopo sei finito nei guai perchè hai sempre disubbidito a tutti anche al tuo amico grillo.
Caro Pinocchio io sono un bambino come te ma ti voglio dare un consiglio: tu ci devi andare per forza a scuola anche se non ti piace. Ci devi andare, perché altrimenti ti prenderanno in giro e poi dovrai fare un lavoro che non ti piace invece io studierò e farò l’ingegnere.
Ciao Pinocchio, ascolta i miei consigli e buone vacanze.
Il tuo amico Filippo.
-Ciao, sono una giornalista, come ti chiami?
Ciao, mi chiamo Pinocchio.
-Quanto tempo fa sei nato?
Circa due giorni. Sì, è poco però per me è tanto. Ed ho fatto tantissime nuove esperienze.
-Dove stai andando?
Io sto andando più lontano da qui, perché non voglio andare più a scuola. Ieri ho incontrato il Gatto e la Volpe.
-Come è stato l’incontro ravvicinato con il Gatto e la Volpe? È stato molto pauroso?
Sì, è stato molto pauroso, perché loro mi hanno ingannato e io ho creduto alla loro storia della pianta delle monete.
-Ciao alla prossima intervista.
Alice
Carissimo Optimus Prime dei Trasformers,
quando ho saputo che avrei dovuto scrivere una lettera a un
personaggio fantastico, mi sei subito venuto in mente tu perché sei in assoluto il mio eroe preferito.
Chi ti scrive è un bambino di nove anni di nome Riccardo, vivo in Italia e frequento la quarta elementare. Ho visto tutti i tuoi film e non so più dire quante volte. Tutte le tue azioni mi hanno emozionato davvero tanto. Alcune, come per esempio – l’ultimo dei cavalieri – mi ha trasportato in un mondo fantastico in cui il bene, cioè tu e i tuoi amici avete sconfitto i malvagi Megatron.
Certo sulla terra gli umani non sono tutti amici di voi autobot, ma sono sicuro che un giorno cambieranno e spero di essere al vostro fianco per la sconfitta definitiva di Megatron. Per chiudere prima di salutarti aspetto con ansia il tuo
nuovo film.
Un saluto il tuo amico Riccardo
Cara Giulia,
ti voglio raccontare che cosa è successo a mia mamma il giorno della festa della mamma. Precisamente è successo una settimana fa. Mia mamma, stava arrostendo delle orchidee come al solito, perchè lei adora il loro profumo quando sono ben cotte. Ma questa volta, siccome era la sua festa, le stava cuocendo in un’isola molto bella. Poco dopo però un indiano, che la mamma mi ha detto che si chiamava Raccontastorie, mentre cuoceva le orchidee tranquilla, si avvicinò a lei perchè aveva sentito quel buonissimo odore. E dopo le disse che voleva rubare le orchidee per mangiarsele, ma la mamma gli disse di no e gli chiese di prendere il rastrello e cominciare a rastrellare. Quando finì, si formarono dei solchi in cui la mamma piantò dei semi di orchidea.
Sai Giulia, mia mamma Alessandra gliene ha regalati un po’ per ringraziarlo.., e poi lei ha continuato a cucinare e l’indiano Raccontastorie se ne è andato felice.
Che dici Giulia, non ti sembra un fatto interessante?
Spero che anche nella tua lettera ci sarà un bel racconto.
Elena
-Ciao Rey.
-Ciao Harry come stai?
-Io tutto bene e tu?
-Io pure bene. Certi giorni mi manchi poi gli altri non sono bravi come te
-Ma va? Non lo sapevo secondo te
-Quindi già lo sapevi? Ma tu hai un orecchio che è un missile!
Rey ti devo dire che devo andare perché è suonato l’ allarmr crimine.
-No adesso no
-Ma c’è un crimine devo andare
-Ok ciao ciao
-Ciaoooooo
Francesco
Giornalista: Di che colore hai la criniera e la coda?
Stella: Li ho di colore biondo marroncino.
Giornalista: Quanti anni hai?
Stella: Ho 16 anni.
Giornalista: Di che colore hai il pelo?
Stella:Di colore marrone.
Giornalista: Che cosa mangi i solito?
Stella: Mangio fieno, paglia, erba, qualche biscotto, gli scarti di finocchi e fioccato.
Giornalista: Di che colore hai gli occhi?
Stella: Di colore marrone.
Giornalista: Che giorno, che mese e che anno sei nata?
Stella: Sono nata il 14-09-2005.
Giornalista: Per ora è tutto, un bacione e un abbraccio.
Stella: Ciao, ciao
Annachiara
Intervista alla bella addormentata nel bosco.
-Come ti chiami?
Mi chiamo Aurora.
-Dove stai andando?
Sto andando a prendere della frutta nel bosco.
-Perché?
Devo prendere la frutta per fare la torta per il mio compleanno. Le fate si sono dimenticate del mio compleanno quindi non l’hanno preparata.
-Quanto compi?
Compio sedici anni.
-Chi sono i tuoi genitori?
Non so se li ho.
-Quando pensi di tornare?
Prima di pranzo quindi ora devo andare.
-Ciao!
Maya
Caro Srithip,
mi ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera e accetto volentieri la proposta di diventare tuo amico di penna.
Sai, io ho già un amico di penna, lui è francese, si chiama Carl e ci stiamo organizzando per incontrarci quest’ estate.
Non vedo l’ora di ricevere altre tue lettere per scoprire meglio la Thailandia e le tue abitudini quotidiane.
Dalla tua lettera ho già imparato una nuova parola: “Sanuk”, che vuol dire divertimento!
Ops, ho dimenticato di dirti il mio nome! Mi chiamo Manuel, sono italiano e ho nove anni. Mi piace giocare a calcio, sciare e pitturare.
E a te, cosa piace fare? Spero che un giorno riusciremo a conoscerci!
Il tuo amico
Manuel
P.S. Se verrai a trovarmi, ti farò assaggiare:
gli arrosticini, i bocconotti e il timballo. Ti leccherai i baffi!
Io: ”Buongiorno Cappuccetto io mi chiamo Elisa, è un piacere conoscerti “
Cappuccetto Rosso: ”Ciao Elisa anche per me è un piacere conoscerti “
Io: ”ho saputo che hai avuto una bruttissima avventura “
Cappuccetto Rosso: ”Sì, sono stata quasi mangiata da un lupo”
Io: ”Ti sarai spaventata tantissimo! Dimmi come è andata.“
Cappuccetto Rosso: ”Praticamente ero andata a trovare la nonna malata e con me portavo un cestino con le frittelle. Arrivata a casa di nonna mi accorsi subito che aveva una voce strana .Dopo un po’ capii che quello era il lupo travestito da mia nonna. Non ebbi neanche il tempo di scappare che lui in un boccone mi mangiò!”“
Io: ”Ma scusami, se il lupo si era travestito da tua nonna, tua nonna dove era finita?”
Cappuccetto Rosso: ”Mia nonna era stata mangiata”
io: ”Ah, ok e come vi siete salvate?”
Cappuccetto Rosso: ”Con l’arrivo di un cacciatore che con il suo fucile sparò al lupo e ci salvò”
Io: E’ stata davvero una bellissima intervista, ma adesso dobbiamo salutarci speriamo di rivederci ciao ciao.“
Cappuccetto Rosso: ”Ciao ciao “
Published: Jun 11, 2021
Latest Revision: Jun 21, 2021
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