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Cinematografia italiana

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GLI INIZI (1896)

Il cinema italiano è attivo sin dall’epoca dei fratelli Lumière. I primi filmati risalgono al 1896 e sono stati realizzati nelle principali città della penisola.

Questi brevi esperimenti incontrano subito la curiosità del ceto popolare incoraggiando gli operatori a produrre nuove pellicole fino a porre le basi per la nascita di una vera industria cinematografica.

Il 13 marzo 1896 il Cinématographe Lumière fa il suo ingresso ufficiale in Italia presso lo studio fotografico Le Lieure di vicolo del Mortaro di Roma.

I primi film avevano una durata standard di 15-17 minuti: la realtà che rappresentano è quella dei grandi avvenimenti, dei personaggi storici, e quella di ambienti sociali, urbani e industriali.

Nel 1897 sorgono in alcune città italiane, sale cinematografiche: la prima, aperta a Roma.  

A Napoli, Venezia, Bergamo, nascono altre sale che offrono una programmazione cinematografica regolare, ma a causa della brevità degli spettacoli (20-30 minuti), sono costrette a integrare lo spettacolo cinematografico con altre performance. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL PERIODO AUREO (1910-1919)

Nei primi anni dieci l’industria cinematografica italiana conosce un rapido sviluppo. Nel 1912, l’anno della massima espansione, vengono prodotti a Torino 569 film, a Roma 420 ed a Milano 120. Nei tre anni che precedono la Prima guerra mondiale, vengono esportati in tutto il mondo film mitologici, comici e drammatici.

Con la fine del decennio Roma si impone definitivamente come principale centro produttivo; nonostante le crisi che scuoteranno l’industria, fino ai nostri giorni.

 

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L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA NEL PERIODO FASCISTA 
(1922-1945)

Nel 1924 viene fondata l’Unione Cinematografica Educativa Luce, una società di produzione e distribuzione a controllo statale. Nello stesso periodo viene istituito il Ministero della cultura popolare che finanzia l’industria dello spettacolo. Nonostante l’aumento degli investimenti, l’arretratezza tecnologica e culturale condanna alla marginalità l’ultimo periodo del cinema muto. Nel primo anno di vita della Cines saranno prodotti in Italia soltanto 12 film, contro i 350 importati dall’estero.

Entro la fine del decennio, il regime diventerà l’unico finanziatore possibile dell’industria cinematografica. Nel 1934 viene creata la Corporazione dello spettacolo, dove trovano posto tutti i principali produttori e distributori del paese sovvenzionati dallo Stato. Nel 1935 viene istituito il Centro Sperimentale di Cinematografia, destinato a imporsi come il principale luogo di formazione professionale del cinema italiano. Nel 1937 nasce Cinecittà, uno dei complessi produttivi più grandi d’Europa. Roma diventa così la capitale indiscussa del cinema italiano.

 

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IL CINEMA DOPOGUERRA (1945-1955)

In questo scenario si manifesta una volontà di rinascita, che nel 1944 porta alla fondazione dell’ANICA, che raccoglie gli interessi di produttori, distributori ed esercenti

Con l’avvento della Repubblica, la produzione si stabilizza: nel 1945 vengono prodotti 28 film, che salgono a 62 l’anno successivo e a 104 all’inizio degli anni cinquanta.

Alla fine del decennio si arriverà a 167. La crescita è facilitata anche da una politica di assistenza da parte del governo intesa a garantire la stabilità dell’assetto industriale. Nel corso del decennio la cinematografia italiana si imporrà su i film statunitensi, che alla fine della guerra si erano abbattuti in massa sul mercato nazionale.

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GLI ANNI CINQUANTA

Il cinema d’autore si sviluppa tra gli anni 50 e gli anni 80 è chiamato così perché ogni film rispecchiava il carattere del regista.

Negli anni 50 si sviluppa il neorealismo, una stagione artistica e culturale che riguarda tutte le forme d’arte, ma principalmente il cinema. Nasce da un senso comune rappresentato dal trauma della guerra e la relativa lotta di liberazione. I registi di spicco sono Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti e Giuseppe De Santis. Il nuovo realismo è identificabile  nel senso di fratellanza nato dall’antifascismo, caratterizzato dall’uso di attori non professionisti e di ambientazioni reali.

Un regista importante di questo periodo è Federico Fellini con film come La Dolce Vita e Amarcord.

 

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GLI ANNI 60-70

La commedia italiana si incentra sulla realtà successiva al boom economico affrontando i problemi umoristicamente  riconoscendo la satira pungente sulla società industriale. 

In questo periodo gli attori più in voga sono Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Sophia Loren e Ornella Muti.

Il luogo ideale dove il genere comico trova ampia affermazione è senz’altro il teatro dove si sviluppano numerose scuole di avanspettacolo che vedono tra le proprie file attori comici come Antonio De Curtis, in arte Totò.

Nel genere western Sergio Leone viene considerato il precursore del western all’italiana con film come Per Un Pugno Di Dollari e Il Buono, Il Brutto E Il Cattivo. Altri attori importanti di questo genere sono Bud Spencer e Terence Hill con Lo Chiamavano Trinità e il Continuavano A Chiamarlo Trinità.

 

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ANNI 80

Dalla fine degli anni settanta si avvertono i primi sintomi di una crisi che esploderà a metà degli anni ottanta e che si protrarrà fino ai giorni nostri.

Nel 1985 vengono prodotti soltanto  80 film e il numero totale di spettatori dai 525 milioni del 1970 scende a 123 milioni. La crisi colpisce soprattutto il cinema italiano di genere per colpa dell’affermazione della televisione commerciale viene privato della stragrande maggioranza del suo pubblico.

Di conseguenza le sale si trovano a essere monopolizzate dalle pellicole hollywoodiane che prendono il sopravvento.

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ANNI 90

Negli anni 90 la crisi economica emersa negli anni ottanta comincerà ad attenuarsi nel decennio successivo. Questo periodo è segnato dal minimo storico nel numero di film realizzati, nel numero totale di spettatori cioè sotto i 90 milioni annui e nel numero di sale. Questo effetto provoca la totale scomparsa del cinema di genere italiano a metà del decennio lasciando spazio ai film hollywoodiani soprattutto a causa delle differenze di budget a disposizione.

Gli ultimi anni del decennio vedono il trionfo internazionale di Roberto Benigni con La vita è bella. L’attore-regista, già premiato dal pubblico con Johnny Stecchino del 1991, porta sullo schermo una commedia sull’Italia fascista, accentuando la drammaturgia con lo spostamento dell’azione all’interno dei lager nazisti.

 

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OGGI

Per Benigni l’apice dell’affermazione è segnata dalla pellicola La vita è bella, vincitrice di ben tre premi Oscar nel 1997.

La Berlinale (festival internazionale del cinema di berlino) ha premiato il cinema italiano. Tenendo presente le cinquine dei David di Donatello, un momento di grazia.

Com’è noto, il film di Giorgio Diritti “Volevo nascondermi” ha

ottenuto un importante riconoscimento con l’attribuzione dell’Orso d’argento per la migliore interpretazione all’attore Elio Germano. Ma l’Italia ha conquistato anche l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura attribuita al

film “Favolacce” (foto), opera incentrata sulla triste quotidianità di un sobborgo romano.

 

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Ma al Festival di Berlino erano presenti anche nuovi talenti della nostra cinematografia: il documentario di Luca Ferri, un regista indipendente che è anche sceneggiatore, direttore della fotografia e produttore, e il film di David Zamagni e Nadia Ranocchi. Non trascurando la presenza al “Berlinale

Special Gala” del film di Matteo Garrone “Pinocchio”.

 

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Da qualche tempo, il cinema italiano propone film ispirati a quello che sembra essere un desiderio crescente degli italiani: avere la possibilità di cambiare vita.

E per gli italiani che vivono in Spagna e nel Regno Unito, ad esempio, si svolgono dei festival a Madrid e a Londra.

Dal 21 novembre al 28 novembre 2019 a Madrid, è stata svolta la dodicesima edizione del Festival del Cinema Italiano di Madrid, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, sotto l’egida dell’Ambasciata d’Italia in Spagna.

Inoltre, il 21 novembre 2019 si è svolta, nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura (Calle Mayor, 86), la cerimonia d’inaugurazione, durante la quale verrà consegnato il Premio alla Carriera al regista Gabriele Salvatores.

 

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Cinecittà

è stato aperto il 24 luglio 2014 e sorge sui terreni dei vecchi studi cinematografici Dinocittà, realizzati negli anni sessanta da Dino De Laurentiis, di cui sono presenti i teatri di posa e alcuni edifici riconvertiti per ospitare show e attrazioni al coperto. Questo parco vanta una tematizzazione d’eccellenza curata da Dante Ferretti vincitore di 3 premi oscar.

Nasce Cinecittà World, il primo parco tematico sul cinema. Lo ha disegnato Dante Ferretti - la Repubblica

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Museo del cinema di Torino

È tra i musei più importanti al mondo per il suo patrimonio ricco.

Fino al 20 luglio la Mole diventa un cinema a cielo aperto - Torino Oggi

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LA RASSEGNA “FARE CINEMA”

Fare Cinema è la rassegna tematica promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale mirata alla promozione del cinema italiano di qualità e dell’industria cinematografica del nostro Paese. La rassegna è organizzata in collaborazione con MiBACT, ANICA, ICE e Istituto Luce – Cinecittà.

La rassegna prevede l’organizzazione in tutto il mondo di eventi dedicati al cinema italiano da parte di Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura, con il duplice obiettivo di far conoscere al pubblico straniero il meglio del nostro cinema e di valorizzare all’estero l’elevata professionalità italiana nell’ambito dei “mestieri del cinema”.

 

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L’edizione 2020 della rassegna “Fare Cinema” ha avuto luogo dal 15 al 21 giugno 2020. La Giornata mondiale del cinema italiano è stata celebrata sabato 20 giugno 2020.

Come per le precedenti edizioni, anche nel 2020 Fare Cinema manterrà il focus sui “mestieri del cinema”, con l’obiettivo di dare visibilità e risalto alle professionalità che animano l’industria cinematografica italiana. L’edizione 2020 sarà inoltre dedicata alla figura di Federico Fellini, nell’anno del centenario della nascita. Spazio sarà dedicato anche alla celebrazione del centenario della nascita di Alberto Sordi.

Non potendo permettere lo svolgimento di eventi all’estero con partecipazione di pubblico, per l’edizione 2020 di “Fare Cinema” il MAECI ha optato per una celebrazione del tutto digitale della rassegna grazie alla collaborazione con RAI.

 

 

 

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INFLUENZA DEL COVID

La pandemia blocca l’economia mondiale, anche l’industria dell’intrattenimento è stata praticamente congelata. È difficile immaginare una reale ripresa e ritorno agli standard precedenti del circuito delle sale cinematografiche.

Ogni film, programma televisivo ed evento dal vivo è stato influenzato dal covid; le principali produzioni sono state messe in pausa, i festival cinematografici e le conferenze TV sono stati cancellati.

In un mondo in cui tutti cercano la nuova idea, la nuova tecnologia in grado di cambiare le cose, il Coronavirus ha inaspettatamente dimostrato di essere il più grande distruttore dell’era moderna.

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