Le favole della volpe Penny by Classe D - Ourboox.com
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Le favole della volpe Penny

  • Joined Feb 2022
  • Published Books 1

INTRODUZIONE

 

Salve, il mio nome è Penelope, ma tutti mi chiamano Penny. Sono una volpe e vivo nel bosco con la mia famiglia numerosa e mi sento molto amata da mamma, papà e dai miei fratelli, anche se alcuni si divertono a farmi i dispetti. Sono di piccola statura e diciamolo pure, sono parecchio carina, vivace e molto furba. La mamma mi dice sempre che somiglio tanto a una mia antenata, la zia Clorinda, una volpe “sui generis” con delle doti particolari.
Tramite le favole che ho scritto per voi, vi racconterò delle mie esperienze e che cosa da queste ho imparato. Spero che possano esservi utili e che anche voi possiate trarne un Vostro insegnamento.

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PENNY E L’AQUILOTTO

 

Voi avete un sogno nel cassetto? Il mio è volare.
Un giorno mentre passeggiavo nel bosco vidi un uccello planare¹ su di me e cadere subito dopo. Si trattava di un aquilotto che spaventato iniziò a piangere, così mi avvicinai e gli chiesi cosa fosse successo e lui, tutto triste, a me:

«Non preoccuparti, ci sono abituato. Non riuscirò mai a volare, perché sono nato con una malformazione2 all’ala».

«Ti capisco, ma non scoraggiarti», risposi, «vieni con me, andiamo dal mio caro, vecchio, amico il picchio, lui saprà come aiutarti».

Arrivati dall’esperto falegname, gli raccontammo tutto e lui con pochi tocchi creò un supporto per la sua ala che lo avrebbe fatto finalmente volare.
«Proviamolo dai»! Dissi io curiosa.

L’aquilotto, dopo un profondo respiro, riaprì gli occhi, fece una corsa verso il pendio e spiccò il volo.
Dopo qualche tempo, quando la primavera sbocciò nel bosco, io lo rividi: era già maestoso³, grande e fiero di sé. Planò di nuovo su di me. Mi afferrò il pelo e mi fece volare.
«Che bello!» urlai.
Finalmente, anch’io stavo realizzando il sogno di una vita: VOLARE!
E questo grazie al mio amico.
Non appena atterrammo ci salutammo e lui mi disse che aveva imparato una lezione che per me diventò fondamentale: non importa quante volte cadrai, ma quante volte ti rialzerai.

1.Planare: volare in discesa
2.Malformazione: parte del corpo diversa dalle altre
3.Maestoso: grandioso

  

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       PENNY E LA FAMIGLIA

 

Sono sempre io, Penny la volpe, sono la figlia di mezzo di una famiglia un po’ strampalata. Tempo fa a casa mia scoppiò una lite che vide come protagonisti me, i miei fratelli e le mie sorelle i quali non la finivano più di prendermi in giro e indovinate un po’ a chi diede la colpa mia madre? Sì, proprio a me!
Essendo quella l’ennesima lite pensai che sarebbe stato meglio se fossi stata sola e decisi così di andare nel mio posto segreto, dalla Quercia Sacra, per schiarirmi le idee: «Io davvero non so come gestire questa rabbia! Aiutami tu Quercia Sacra, perché in questi momenti vorrei soltanto che tutti non fossero mai esisti!» le dissi quasi singhiozzando.
Placata la mia ira tornai a casa un po’ più calma di prima, ma fu allora che accadde qualcosa di strano. Sulla via del ritorno non trovai la mia sorellina giocare davanti a casa come faceva di solito, né vidi dentro casa gli altri membri della mia famiglia, in pratica ero sola.
«Per tutte le querce! Dove sono finiti tutti! Li ho davvero fatti sparire? Quindi il mio desiderio si è avverato! Ho tutta la casa per me, i dolci e i giocattoli solo e soltanto per me … ma allora … perché mi sento così vuota?»
Fu in quel momento che capii il mio errore e pensai:

«Io voglio bene alla mia famiglia! Per quanto mi diano fastidio, quando mi stanno intorno o quando non mi danno ragione, io a loro voglio bene e ho bisogno che ci siano.»

Rivolevo indietro la mia caotica¹ famiglia…
In quel momento gli occhi mi si inondarono di lacrime e quasi a rompere l’incantesimo malvagio, entrò mia madre coi miei fratelli: «Penny, cosa fai lì impalata? Mi dai una mano a riordinare le provviste in dispensa?»

Non riuscivo a crederci, mi sentivo come risvegliata da un incubo!

«Certo mamma, con piacere» le risposi io allegra come non mai.
Lo so bene che ci sono compiti noiosi da svolgere in una famiglia e bisticci da risolvere continuamente, ma ho capito che il bello è portarli al termine e fare sempre pace, perché poi stare insieme come una famiglia é l’unica cosa che conta per me.

  1. Caotica: estremamente disordinata.
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PENNY E IL LEONE

 

Io ho tanti fratelli alcuni più grandi di me e altri più piccoli. Con il più grande: Ronny, condivido la tana. Lui è un bel po’ presuntuosetto e anche egoista. Infatti, non fa altro che comandare e ci riesce anche bene! Pensate che una mattina mi disse che io da sola avrei dovuto  pulire la nostra tana, mentre lui se ne sarebbe stato tranquillo a riposare.

Annoiata e sbuffando mi accinsi a pulire, d’altronde non avrei potuto fare altro di fronte a quegli atteggiamenti sgarbati che, a loro modo, sapevano convincermi.
Mentre pulivo e riordinavo i nostri oggetti e la collezione di libri rari, trovai un vecchio manoscritto, lo aprii e lessi il titolo: “La storia di Clorinda, la saggia volpe della savana.”
Capii subito che si trattava delle avventure di una nostra prozia.
«Non posso crederci! Un manoscritto! Una storia! Che bello! Adesso la leggo subito»!

Mi chiamo Clorinda, sono una saggia volpe e vivo insieme con i miei piccoli in una savana. Nella savana vivono anche i leoni e uno tra tutti si sente maestoso e predatore più degli altri: il re degli animali. Il prepotente leone mi prende sempre in giro per la mia piccola stazza, ma io non ci faccio caso, perché mi piaccio così come sono, nessuno ha una coda soffice come la mia. L’altro giorno è avvenuto che io e il leone siamo stati catturati da un cacciatore e messi in gabbia. Il leone cercava di uscire, ma non ci riusciva perché troppo grosso, mentre io sono riuscita a liberarmi.  “E il leone?” Vi starete di certo chiedendo: “Che fine ha fatto?” Grazie alla mia astuzia e ai trucchi del mestiere che non sto a raccontarvi, sono riuscita a farlo uscire, nonostante lui avesse fatto sempre il prepotente con me e mi avesse trattata male. Sapete che vi dico? Adesso mi piaccio ancora di più.

Leggendo la storia della mia prozia mi sono resa conto di possedere da generazioni una grande dote, la mia furbizia!
Usai la mia astuzia e trucchi del mestiere che non sto a raccontarvi, per convincere mio fratello a pulire la tana insieme a me.

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PENNY E IL CAVALLO

 

Dovete sapere che, non lontano dalla tana della mia famiglia, c’è una fattoria dove vive un mio amico cui piace tanto ridere e scherzare, il cavallo Tom.
Una mattina entrai nella sua stalla, Tom mi guardò e disse:

«Ho sentito dire al mio fattore che ti porterà dal
conciatore¹».

Io mi impaurii, iniziai ad agitarmi correndo per tutta la stalla, non sono pronta ad essere il collo di un cappotto!

Il “simpatico” cavallo, dopo tante risate e nitriti, mi rivelò lo scherzo e mi disse: «Che volpe sciocca! Come puoi
averci creduto!»

Non era la prima volta che mi prendeva in giro e che io ci cascavo, una volta il cacciatore, un’altra il conciato re, “basta sono davvero stufa!” pensai.
Allora, mi feci coraggio e tutta la notte pensai a come poter dare una lezione al mio amico cavallo che scherzava dicendo bugie.
La mattina seguente andai nella fattoria e mi nascosi. Non vedendomi arrivare il cavallo pensò ad alta voce: «Oh caspita, la mia amica Penny oggi è davvero in ritardo, qualcosa non “quadra” e il caso volle che  proprio in quel momento il fattore consegnasse un regalo a sua moglie la quale scartò di fretta e furia il suo pacco. “Oh no!” disse Tom “E se fosse il cappotto con Penny  la volpe come pelliccia? È davvero stata portata dal conciatore?»
A quel punto uscii dal nascondiglio di soprassalto, sorrisi ed esclamai: «Mi credevi così stupida e sei cascato nel tuo stesso gioco! Spero che tu abbia capito che scherzare è bello, ma non bisogna esagerare altrimenti si rischia di ferire qualcuno!»

Il cavallo Tom trottò dalla gioia, mi prese in groppa e corremmo a fare un giro nel bosco, felici insieme.

 

1. Conciatore: Lavoratore specializzato nelle pelli.
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 PENNY, IL PAVONE E IL ROSPO

 

Vi racconto un’altra delle mie avventure nel bosco.
Un mattino, spensierata, mi aggiravo nei pressi di un antico villaggio e mi avvicinai a uno stagno per bere, ma ebbi giusto il tempo di prendere un sorso d’acqua che d’un tratto vidi un rospo schizzare fuori dell’acqua e
posarsi sulle piume di uno splendido ed elegante pavone  che se ne stava tutto altezzoso nei dintorni. Arrabbiato, il pavone si scrollò di dosso il rospo e lo fece ricadere nello stagno con forza:

«Brutto e sporco rospo, perché mi hai bagnato tutto? Non vedi che adesso le mie belle piume sono tutte infangate?» gridò il pavone, «te la farò pagare!» ribadì il pavone che si sentiva di gran lunga superiore a quell’essere “stagnoso” .

Il rospo zitto zitto, triste e amareggiato rientrò nel laghetto e non uscì per tutto il giorno. Anche io come lui rimasi male nel sentire quel tono aspro e quelle dure parole. In silenzio pensavo a come potesse sentirsi il mio amico rospo.

Nessuno deve trattare male gli altri, solo perché fragili e all’apparenza indifesi.

Mi misi a dormire e passò la notte.

L’indomani accadde un fatto che mi fece molto riflettere.
Passava di lì un cacciatore che, vedendo il bel pavone, imbracciò il fucile pronto a tirare un colpo per catturarlo. Allora il rospo, con un lungo e agile salto si lanciò sulla canna dell’arma, il colpo andò a vuoto e per fortuna era anche l’ultimo.
Così, il cacciatore se ne andò e il pavone si salvò.
Il maestoso uccello, dopo quell’episodio, ringraziò il rospo, gli chiese scusa e gli promise che mai più l’avrebbe trattato male e iniziò un’amicizia che dura fino ad oggi.

Non c’è cosa più bella che allontanarsi dalle apparenze e andare oltre ogni pregiudizio, pensai di ritorno a casa con il muso alto e la coda morbida al vento.

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PENNY E L’AMORE

 

Era un altro giorno nella casa del bosco e mi ero appena svegliata. Come ogni mattino andai a mangiare e vidi la mamma che si era appena avvicinata a papà e gli aveva dato
un  affettuoso bacio per salutarlo prima che lei andasse al lavoro.

Niente di strano, direte voi, se non fosse che la sera prima, mentre ero a letto, li avevo sentiti litigare animatamente.

«Forse che uno dei due aveva sbagliato qualcosa?!» 

«Ma voi non avevate litigato»? dissi alla mamma.

«Sì, ma abbiamo fatto pace. È questo l’amore».
La risposta mi bastò e andai nel bosco.
Mentre mi aggiravo per i sentieri, chiesi a una mia amica volpina, che non vedevo da tempo, se le andasse di passeggiare verso lo stagno con me.
«No, non posso. Sai…Sto con una volpe un po’ gelosa e non vuole che io stia con altri nel bosco». Esitò un attimo e poi ribadì:
«Sai, questo è l’amore!»
Ero confusa.
Non capivo come questo potesse essere amore.
Dopo aver vagato per il bosco, decisi di rientrare nella tana. Lungo il percorso incontrai una coppia di piccioncini:
«Oggi sei bellissima!»
«No, sei più bello tu!»
«No, tu!»
«No, tu!»
Continuavo a non capire, è anche questo l’amore?
Decisi allora di andare a trovare il Saggio Gufo. Gli raccontai quello che avevo visto e poi gli domandai:
«Ma in poche parole, che cosa vuol dire amore?»
«Vedi, figliuola, esistono vari tipi di amore: per la famiglia, per gli amici, per una passione, per sé stessi, ma l’amore vero non potrà essere mai possessivo o soffocante.
Infatti, Amare significa lasciare libero l’altro di essere chi è, significa accettarlo così come è.

Amare é gentilezza dopo l’errore, è affetto che cambia, come tutto in noi.

L’amore cresce con noi.»

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SALUTI DALLA CLASSE II D MUSICALE

 

Noi, alunni della classe 2^D, sezione musicale, della Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Carducci” di San Cataldo, dando libero sfogo alla nostra fantasia, abbiamo scritto e rivisitato queste favole abbinandole a dei disegni fatti da tutti noi. Le storie, come avete potuto leggere, hanno in sé un’importante morale e trasmettono i valori del perdono, dell’uguaglianza, del rispetto delle regole, per sé stessi e per gli altri.

La protagonista delle nostre favole è una volpe di nome Penelope, detta Penny. Abbiamo scelto questo nome, perché Penelope nell’Odissea è un personaggio astuto e furbo, ma anche una donna che riesce a raggiungere i propri obiettivi e sa come comportarsi nei momenti difficili, guidata sempre da sentimenti importanti: giustizia e amore.

La nostra volpe ha vissuto delle esperienze che l’hanno aiutata a crescere sotto vari aspetti, così come stanno aiutando a crescere anche noi.

In fondo siamo tutti un po’ Penny!

Speriamo che la lettura sia stata di vostro gradimento.

Un grazie particolare va alle nostre prof.sse Lipani Sonia e Cammarata Chiara e al nostro dirigente prof.re Salvatore Parenti.

A.S. 2021/2022

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