La pioggia e le foglie

Marcovaldo e un dipendente in una ditta.

A lui spetta il compito di curare una pianta da ingresso, però la pianta soffre anche se Marcovaldo si impegna a curarla.

In un giorno di pioggia decide di portarla a casa, così chiede a Viligelmo, il suo capo, se può portarla a fare un giro sotto la pioggia.

Marcovaldo pedala sotto la pioggia, e la pianta piano piano cresce, il gambo non si allarga, bensì si allunga, e la pianta ne è beneficia.

Il giorno dopo Marcovaldo presenta la pianta a Viligelmo ed esso gli diede una grande soddisfazione: si meravigliò e si complimentò con lui, infatti la pianta era cresciuta parecchio!

Marcovaldo si è affezionato alla pianta e quindi vorrebbe portarla di nuovo a casa sua, però non aveva la scusa dell’altro giorno. Quindi chiede al capo (che era appassionato di meteorologia) se pioveva, perché fuori era nuvoloso.

Questo gli rispose che alla ditta no, ma nel suo quartiere pioveva a dirotto. Così riuscì a convincerlo proponendoli di andare a fare un giro in cerca di nuvole.

Esso pedalava e pedalava, mentre la pianta cresceva molto velocemente. Marcovaldo stava sotto a una nuvola come se fosse la sua scia.

La pianta ormai era diventata enorme e Marcovaldo aveva dovuto travasarla in un barile.

Quando la fece vedere al suo capo, esso si arrabbiò molto perché non entrava più nell’ingresso e gli disse di portarla dal vivaio per prendere, in cambio, un’altra.

La pianta, come sfinita, cominciò a perdere le sue foglie, che ormai erano diventate gialle.

Dietro di Marcovaldo si era formata una folla di persone che lo inseguivano cercando di acchiappare le foglie.

Poi si alzò il vento e fece diventare le foglie un tornado che si mosse minacciosamente verso la ditta. Poi fu un attimo, un lampo, la ditta si squarcio e si potevano vedere tantissimi pezzi di cemento e mattoni che volavano in aria.

Così Marcovaldo pianto la pianta nel suo giardino.

E, anche se disoccupato, visse felice e contento.