Il punto
Il punto è il più piccolo segno che i nostri occhi riescono a percepire e quindi a vedere. Può essere prodotto dall’uomo con appositi strumenti (penna, matita, pennarello, punta di pennello strumenti metallici con varie punte e molto altro) su degli appositi supporti che possono essere di legno, tela, carta, cartoncino, pietra, metalli e altro ancora. In base allo strumento che useremo potremo avere un punto sempre diverso per circonferenza o per forma vera e propria.
Ma il punto non pensiamo che sia una invenzione dell’uomo. Chi di noi infatti non abbia notato almeno una volta dei bellissimi punti nella nostra bella Natura? Prendiamo per esempio la pelliccia di un leopardo e notiamo subito che è tutta piena di punti dal colore nero di varia grandezza. Pensate che ogni pelliccia di questi splendidi animali si differisce da un’altra sempre, al punto tale (scusate il gioco di parole ma mi è venuto naturale) che gli esperti che si occupano di questi animali li usano come vere e proprie impronte digitali per poter riconoscere un esemplare da un altro. Ma in natura vi sono migliaia di altri esempi di punti, prendiamo la “famosa” e simpatica coccinella con quei caratteristici puntini neri. Se non vado errato sono sempre in numero dispari, sette in quella più conosciuta vero? Ma i miei punti preferiti in natura sono quelli dei nostri amici fidati a quattro zampe cioè i cani di razza Dalmata, infatti mi sono rimasti nel cuore quando nel film “la carica dei 101” vedevo quei piccoli cagnolini in cerca di avventure, con tutti i loro simpatici puntini sulla pelle.
Il punto sia che sia artificiale, sia esso naturale ha sempre una forte espressività. Esso può essere autonomo se appare su di una tela con niente altro, qui il punto assume una vera e propria forma che si staglia con tutta la sua forza su di uno sfondo. Un altro esempio del punto che si può fare e che rende bene ciò che voglio dire sulla sua forza è quello di Marylin Monroe. Infatti penso che tutti conoscono questa straordinaria icona della bellezza, ecco ora provate a pensarla senza quel suo famosissimo e grazioso “puntino” (neo) che aveva sul viso proprio sulla sua sensuale bocca. Beh il risultato a parer mio sarebbe sconvolgente nella resa e da questo esempio si può capire la potenza espressiva del semplice punto. Pensiamo che nel secolo seicento e anche dopo la vera bellezza era anche data da alcuni nei posticci che venivano messi sul viso in diverse posizioni. I vari Re ed imperatori seguiti dalle proprie corti ne facevano largo uso, quindi possiamo affermare senza essere smentiti che il punto è stato e può continuare ad essere un indice di bellezza.
Il punto appare molto frequentemente sia nel campo artistico ma anche nel campo della comunicazione. Basti pensare a celebri cartelloni pubblicitari e cosa dire del punto esclamativo senza il suo puntino o magari del punto e a capo. Con loro si rende subito l’idea di ciò che si vuole comunicare.
Nella storia dell’arte si può parlare inoltre di percorso puntiforme, quando i tracciati che servono a dare una forma sono composti da punti accostati. Di materia puntiforme, quando i vari materiali usati per creare un opera presentano protuberanze o incavi costituiti da punti. Di incisi puntiformi, quando le superfici sono incavate da punti.
Nell’arte della pittura troviamo anche una tecnica dell’Ottocento famosa e particolare chiamata Puntinismo dove i vari colori vengono stesi con la punta del pennello con colpi secchi e precisi in modo da produrre dei puntini i quali in base a come sono stesi (fitti o radi), danno l’effetto di chiaroscuro molto realistico e fanno risaltare i colori. Vedere per esempio tra le opere dell’artista Georges Seurat.
La Linea
In base a come viene disegnata una linea si possono esprimere determinate sensazioni:
la linea orizzontale per esempio suggerisce calma, staticità e quindi una grande tranquillità quasi come fosse un individuo che sta dormendo tranquillo.
La linea verticale invece suggerisce un movimento regolare oppure una crescita od una caduta.
La linea obliqua ci suggerisce qualcosa di dinamico, di fretta qualcosa che è instabile, uno scatto furioso quindi molta mobilità.
La linea curva invece ci dà l’impressione di qualcosa molto armoniosa, elastica, un vero senso di protezione, (vedi magari il seno materno, le curve prosperose, etc.).
La linea spezzata che può suggerire energia pura, nervosismo o particolari vibrazioni.
La linea mista ci propone fantasia, incertezza, movimento. Vediamo alcuni esempi di linee sotto.
Il segno
Col termine “segno” noi indichiamo qualunque traccia lasciata da qualcuno o da qualcosa in modo consapevole o inconsapevole che comunica un qualche significato. Il segno può essere quindi una macchia di colore, una linea, una incisione su di un metallo o su una pietra ma può anche essere una impronta, lasciata dal passaggio di un animale o un impronta artistica come per esempio, una particolare pennellata che fa capire subito ai vari intenditori la paternità dell’opera che si sta ammirando ( vedasi i quadri di Van Gogh), con le sue caratteristiche pennellate. O magari il modo di plasmare una certa scultura o i tratti di matita che usa un disegnatore e tanto altro ancora. Quindi possiamo dire semplicemente che con dei segni molto originali possiamo far in modo che la gente riconosca il nostro stile artistico subito alla prima occhiata.
Già dall’antichità gli uomini primitivi tracciavano dei segni dentro le caverne ove abitavano con degli strumenti fatti di ossa e pietre ben appuntite. Molto spesso questi segni dovevano rappresentare una scena di caccia, ove l’animale predato veniva ucciso dagli uomini con delle rozze armi e queste scene disegnate che sono arrivate sino ad i nostri giorni e che vengono chiamate le pitture e le incisioni rupestri (vedi Arte preistorica). In Francia ne sono stati trovati molte di queste pitture in caverne o nelle grotte e spesso queste avevano un significato quasi magico e scaramantico, cioè disegnando o scolpendo una scena di caccia dove un animale veniva ucciso dall’uomo quella stessa scena si verificava anche nella realtà e quindi i primitivi potevano trovare di cui cibarsi.
Il segno in base a come viene interpretato varia molto dal punto di vista espressivo. Può essere tracciato con spessori diversi, con forme diverse e con colori diversi.
C’è il segno disegnato quando ci mettiamo con una matita su di un foglio di carta e iniziamo a tracciare delle linee vicine o dei punti con movimenti veloci della mano. Ecco che inizia a nascere uno schizzo oppure quando siamo al telefono con qualcuno e iniziamo nell’attesa a disegnare dei ghirigori o degli scarabocchi. Quelli sono veri e propri segni creati da noi stessi.
Ci può essere un segno inciso che cambia a seconda delle varie tecniche che si usano. Per esempio una acquaforte ci darà come risultato una serie di segni sottili ed eleganti, mentre una xilografia apparirà con dei segni larghi e vigorosi, fortemente espressivi.
Il segno in pittura può essere realizzato con vari tipi di strumento come i pennelli di varie misure ma anche con spatole, spugne, direttamente dai tubetti dei colori o come l’Action painting che è una corrente artistica del dopo guerra dove i vari esponenti ( Jackson Pollock e uno dei maggiori, vedete in opere d’arte) tracciavano i loro segni con dinamismo e con veloci movimenti, anche con il proprio corpo, le mani i piedi ed i colori in mezzo a questa estasi di sensazioni e di emozioni colavano sulle tele o su altri supporti che erano messi a terra.
Nell’arte si può parlare anche:
di segni essenziali quando con pochi ma fondamentali segni viene realizzata una immagine.
Di tracce segniche quando i segni vengono tracciati su un supporto quasi come fossero le impronte di un gesto.
Di segno materico quando il segno che tracciamo presenta la consistenza o il rilievo che hanno le varie paste di colore o i materiali usati.
Di segno per schematizzare quando vediamo che un segno ha prodotto una forma in modo schematico.
Di incisività del segno quando questo riesce a trasmettere delle immagini con tratti particolarmente puntuali.
Ognuno di noi se si mette a disegnare qualcosa su di un foglio di carta potrebbe notare che c’è sempre una piccola differenza tra di noi individui, perchè ognuno di noi è sempre alla ricerca di differenziarsi dagli altri. Abbiamo quasi il bisogno istintivo di lasciare dei segni al nostro passaggio. Io per esempio non sono d’accordo con le persone che sporcano i muri con le bombolette spray ma riesco a capire il loro stato d’animo, la loro forte voglia di creatività artistica legata spesso a una denuncia verso uno Stato davvero indifferente nei loro confronti. Naturalmente sto parlando dei Writers o come li conosciamo noi italiani i “graffitari” di cui alcuni davvero originali e molto bravi artisticamente. Non penso che sia giusto sporcare i muri che sono di tutti, questo si ma diamo a questi bravissimi Talenti il modo di potersi esprimere con i loro segni personali e i loro stupendi colori. Spesso ho notato delle loro opere che non sfigurerebbero all’interno di un Museo e magari passando da una via dove vi è uno di questi grandi “Graffiti”, diamo una occhiata un po’ più attenta e chissà che non scopriamo un mondo tutto nuovo, pieno di segni e di emozioni pure.
Published: Feb 13, 2017
Latest Revision: Feb 13, 2017
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