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by Sara Anastasi

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  • Joined Feb 2017
  • Published Books 4

Giuseppe Ungaretti

 

 

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La Vita

Giuseppe Ungaretti naque ad Alessandria d’Egitto l’8 febbraio 1888 da genitori italiani originari della provincia di Lucca. Il padre, Antonio Ungaretti, era un operaio, impiegato allo scavo del Canale di Suez, che morì due anni dopo la nascita del futuro poeta a causa di un’idropisia. La madre, Maria Lunardini, mandò avanti la gestione di un forno di proprietà, con il quale riuscí a garantire gli studi al figlio, che si poté cosí iscrivere presso una delle più prestigiose scuole di Alessandria d’Egitto.In questi anni, attraverso la rivista Mercure de France, il giovane si avvicinò alla letteratura francese e, grazie all’abbonamento a La Voce, anche a quella italiana. Inizia così a leggere, tra gli altri, le opere di Arthur Rimbaud, Stéphane Mallarmé, Giacomo Leopardi, Friedrich Nietzsche e Charles Baudelaire. Iniziò a lavorare come corrispondente commerciale, attività che svolse per qualche tempo, ma realizzò alcuni investimenti sbagliati; si trasferì poi a Parigi, in Francia, per intraprendere gli studi universitari.

 

 

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Soggiorno in Francia.

Nel 1912, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò dunque l’Egitto e si recò in Francia.

Entrato in contatto con un ambiente artistico internazionale, conobbe Guillaume Apollinaire, con il quale strinse una solida amicizia, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi e Pablo Picasso. Invitato da Papini, Soffici e Palazzeschi, iniziò ben presto a collaborare alla rivista Lacerba.

In Francia, Ungaretti filtrò le precedenti esperienze, perfezionando le conoscenze letterarie e lo stile poetico. Dopo qualche pubblicazione su Lacerba. avvenute grazie al sostegno di Papini, Soffici e Palazzeschi, decise di partire volontario per la Grande Guerra.

La Grande Guerra

Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, Ungaretti partecipò arruolandosi in seguito, come volontario, , quando il 24 maggio del 1915, l’Italia entrò in guerra. Nella primavera del 1918, il reggimento al quale apparteneva Ungaretti si recò a combattere in Francia, nella zona di Champagne, con il II Corpo d’armata italiano del generale Alberico Albricci.

Al termine della guerra, il poeta restò nella capitale francese, dapprima come corrispondente del giornale Il Popolo d’Italia, all’allora quotidiano socialista diretto da Benito Mussolini, ed in seguito come impiegato all’ufficio stampa dell’ambasciata italiana. Nel 1919 venne stampata, a Parigi, la raccolta di versi in francese La guerre – Une poésie, che sarà poi inclusa nella sua seconda raccolta di versi Allegria di naufragi, pubblicata a Firenze nello stesso anno. Un’edizione anastatica per l’anniversario del 1999.

Nel 1920, il poeta conobbe e sposò Jeanne Dupoix, dalla quale avrà tre figli: Anna Maria, Ninon e Antonietto.

Nel 1921, si trasferì con la famiglia a Marino, in provincia di Roma, e collaborò all’Ufficio stampa del Ministero degli Esteri. Gli anni venti segnarono un cambiamento nella vita privata e culturale del poeta. Aderì al fascismo, firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925.

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A partire dal 1931, il poeta ebbe l’incarico di inviato speciale per La Gazzetta del Popolo e si recò, pertanto, in Egitto, in Corsica, nei Paesi Bassi e nell’Italia Meridionale, raccogliendo il frutto di quest’esperienze vissute nella raccolta Il povero nella città (che sarà pubblicato nel 1949), e nella sua rielaborazione Il deserto e dopo, che vedrà la luce solamente nel 1961. Nel 1933 il poeta aveva raggiunto il massimo della sua fama.

Nel 1936, durante un viaggio in Argentina su invito del Pen Club, gli venne offerta la cattedra di letteratura italiana presso l’Università di San Paolo del Brasile, che Ungaretti accettò; trasferitosi quindi con tutta la famiglia in Brasile, vi rimarrà fino al 1942 per sfuggire al regime fascista, di cui intanto era divenuto oppositore. A San Paolo, morirà il figlio Antonietto nel 1939, all’età di nove anni, per un’appendicite mal curata, lasciando il poeta in uno stato di acuto dolore e d’intensa prostrazione interiore, evidente in molte delle sue poesie successive, raccolte ne Il Dolore, del 1947, e in Un Grido e Paesaggi, del 1952.

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Nel 1942, Ungaretti ritornò in Italia, dove venne nominato Accademico d’Italia e «per chiara fama» professore di letteratura moderna e contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ruolo che mantenne fino al 1958 ed in seguito, come “fuori ruolo”, fino al 1965.

Nel 1958 ricevette la cittadinanza onoraria di Cervia. Nel 1969 fondò l’associazione Rome et son histoire.Nella notte tra il 31 dicembre del 1969 ed il 1º gennaio del 1970 scrisse la sua ultima poesia, L’Impietrito e il Velluto, pubblicata in una cartella litografica il giorno dell’ottantaduesimo compleanno del poeta.

Nel 1970 durante un viaggio, il suo ultimo, a New York conseguì un prestigioso premio internazionale dall’Università dell’Oklahoma, negli Stati Uniti che debilitò definitivamente la sua pur solida fibra. Morì a Milano, nella notte tra l’1° ed il 2 giugno del 1970, per una broncopolmonite. Il 4 giugno si svolse il suo funerale a Roma, nella Chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, ma non vi partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del Governo italiano. È sepolto nel Cimitero del Verano, accanto alla moglie Jeanne.

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