Una notte d’estate a Villa Piccolo in compagnia di Casimiro Piccolo

by riccardo

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Una notte d’estate a Villa Piccolo in compagnia di Casimiro Piccolo

  • Joined May 2017
  • Published Books 4

UNA NOTTE D’ESTATE A

VILLA PICCOLO 

RACCONTO DI ROSARIO ARMELI

C’era una volta un bambino come a tutti gli altri , era andato con i suoi genitori al museo di Villa Piccolo,ma all’ora della chiusura si perse,e rimase da solo…allora per curiosità entrò nel museo e vide Casemiro Piccolo che dipingeva e controllava i suoi quadri,come se fosse resuscitato,si avvicinò pian piano e mi chiesi :”Mi puoi aiutare ?”Io risposi:”Si,che cosa posso fare per te ? Mi devi aiutare a ritornare in vita . E come potrò fare .”Rispose il bambino :

“Devi andare a cercare un portale e,li dentro troverai la pozione della vita .”E cosi il bambino parti alla ricerca del portale .Prima di partire Casemiro gli diedi una bussola,una mappa e una bottiglia d’acqua energizante . Arrivò vicino alla casa della famiglia Piccolo e vide Lucio Piccolo,sua moglie e suo figlio ,che gli diedero una poesia per ispirarlo e per far aprire il portale ,il bambino andò in un giardino con alla fine un portale fatto di fiori , il bambino lanciò la poesia dentro il portale,ma non funzionò e allora la lesse e si aprì il portale , ci entrò dentro,vide un timer,con 5 minuti alla fine .Spuntò dentro stanza con la pozione ma con guardie che sorvegliavano .Si avvicinò alle guardie e gli lesse la poesia , loro si incantarono e con molta facilità prese la pozione corse al portale ,mancavano pochi secondi e per poco non rimaneva dentro quella dimensione per sempre ritornò da Casemiro e gli e la diede, ritorno un uomo in carne ed ossa lo ringraziò dandogli il suo pennello magico era mattino aprirono i cancelli e il bambino se ne andò e dopo quel giorno lo chiamarono “Picasso”per le sue doti da pittore

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Caro diario, oggi ti scrivo perchè voglio sfogarmi con te, prima pero’ ti racconto la mia storia. Mi trovavo in una famiglia povera, mio padre si chiamava Denis, era molto simpatico, ci giocavo spesso, faceva di tutto per farmi stare come un re, mia madre si chiamava Anthia era sempre di buon umore, ma era triste perchè voleva che io avessi un futuro migliore, dunque decisero di abbandonarmi in modo che una famiglia benestante mi venisse a prendere. Ora invece ti racconto della mia nuova famiglia. All’inizio sembrava una famiglia come le altre ma non era così, infatti una notte mi misi a curiosare e vidi delle parti infuocate e altre ghiacciate, tornai a letto.

Il giorno seguente chiesi spiegazioni e loro mi dissero che tutti avevano poteri.

Qualche giorno dopo mi portarono a Villa Piccolo, rimasi affascinato, c’erano stanze con quadri spettacolari e addirittura un cimitero per i cani. Anotte fonda decisi di ritornarci, mi feci accompagnare dai miei compagni, per la paura tornarono a casa, per fortuna c’era con me il mio draghetto Elettoin. Entrammo e subito due quadri che si muovevano e facevano umori, presi dalla paura ci nascondemmo sotto dei letti Casimiro Piccolo e Lucio Piccolo ci videro e si avvicinarono rassicurandoci,.

Io e il drago ci tranquillizzammo e tra noi inizio’ in dialogo, Lucio mi insegno a creare poesie, mentre Casimiro mi presento’ alcuni personaggi degli acquerelli e mi disse di svolgere una missione ,cioè di far dire a Lucio dove si trovasse la camera magica dei libri poetici; ci riuscimmo, si trovava

dietro ad un armadio, era enorme quella stanza! Poi incontrai due cagnolini, ci giocai un po’ e poi tornai a casa. La notte seguente prima di entrare il drago mi disse che ero un ragazzo maturo e creativo, gli risposi che nessuno mi aveva mai detto una cosa simile, ciò si concluse con un lungo abbraccio. Appena entrati vedemmo tutto illuminato e le persone vestite eleganti, festeggiavano e a fine serata Casimiro mi chiamò in disparte e mi regalò un troll alto circa un metro con un pantalone rosso, bretelle marroni e una camicia bianca , lui mi disse che voleva farmi questo regalo per il coraggio che avevo avuto.Mi raccontò anche che la gente che veniva a Villa Piccolo si spaventava dunque scappava. Caro diario la mia avventura si conclude così,ancora ho rapporti con loro, infatti alcune sere vado a mangiare con loro.Ciò mi ha fatto capire che non bisogna essere magici per avere poteri, basta guardare nel profondo del cuore per scoprirlo. Comunque Buona Notte, vadò a dormire,ti terrò aggiornato per una prossima avventura. Ciaooooooooooooooooooooooooooooo!

RACCONTO DI RICCARDO SANFILIPPO

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