ITINERARI PUGLIA-BASILICATA by riccardo - Illustrated by RICCARDO SANFILIPPO - Ourboox.com
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ITINERARI PUGLIA-BASILICATA

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Artwork: RICCARDO SANFILIPPO

  • Joined May 2017
  • Published Books 4

LA PUGLIA

MATERA

A MATERA POSSIAMO

1) Visitare il centro storico sei-settecentesco con le piazze scenografiche, i monumenti, i palazzi d’epoca, le chiese romaniche e barocche + la Cattedrale;

2)  fare un Tour affascinante negli antichissimi Rioni SASSI (BARISANO E CAVEOSO) e dell’habitat scavato nella roccia, case-grotta, chiese rupestri, cisterne, neviere, vicinati, cantine sotterranee, necropoli e altro;

3) fare un pranzo completo in rinomato ristorante tipico locale (antipasto, primo piatto, secondo piatto con contorno, frutta, dolce, acqua, vino e caffè);

4) dopo il pranzo, nel pomeriggio fare un escursione  naturalistica sul Parco della Murgia Materana, eccezionale sito preistorico, fra le mille caverne paleolitiche, le cripte rupestri affrescate e le fantastiche viste panoramiche sull’enorme e suggestivo fossato                  ”La Gravina di Matera” ;

5) passeggiata rilassante all’oasi Wwf Diga di San Giuliano, riserva naturale regionale.

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Cose da fare a Gallipoli

Cose da fare in vacanza a Gallipoli

Una meta per giovani perfetta è quella che coniuga l’incantevole mare e le belle spiagge con una buona dose di divertimento: è forse per questo che sempre più giovani italiani scelgono di trascorrere le loro vacanze d’estate a Gallipoli, regina della movida italiana.

Perché anche tu possa vivere una vacanza che possa lasciarti un piacevole ricordo, coniugando bellezza naturale e divertimento sfrenato, abbiamo scelto per te almeno 5 cose da fare a Gallipoli.

Aperitivo in spiaggia

L’aperitivo in spiaggia è nato proprio qui: non sarebbe possibile arrivare in Salento e non tuffarsi letteralmente in questo “rito”, ideato anni fa dal Samsara! La spiaggia di Baia Verde si trasforma dalle prime ore del pomeriggio in un chilometro di sabbia, musica e drink: ti troverai letteralmente immerso tra migliaia di giovani che balleranno sulle note prodotte dai dj dei tanti Beach Club.

Gustarsi il mare al massimo

Lingue di sabbia che si poggiano su acque cristalline danno origine a punti mare favolosi: Rivabella, Baia di Punto Pizzo e Punta Suina sono l’ideale per il tuo relax, rinfrescandoti in uno scenario mozzafiato.
Se poi sei disposto a spingerti anche oltre Gallipoli, a Porto Cesareo Punta Prosciutto è pronta ad accoglierti con il suo litorale di sabbia bianca e un’acqua che ricorda quella dei Caraibi.

Ti troverai ad essere protagonista di location viste solo in cartolina, grazie anche alla rigogliosa vegetazione e agli aspri profumi del Salento, che donano alle spiagge un aspetto tra il selvaggio e il magico.

Gite ed escursioni

La vitalità e la dinamicità sono il tratto distintivo di tutta la regione: per godere della bellezza artistica e di quella paesaggistica, tra le cose da fare a Gallipoli e in Salento, ci sono gite ed escursioni per tutti i gusti, magari a cavallo sulla spiaggia o nelle bellissime riserve naturali.

Non si può non visitare anche il centro della “bella città”, caratterizzato da viuzze pullulanti di chiese ed edifici storici e circondato da una  cinta bastionata lunga circa un chilometro e mezzo. Un’altra esperienza consigliata è una visita al borgo antico diOtranto, con le sue casette, cortili e botteghe che ben riproducono le originarie atmosfere.

Scoprire i saperi e i sapori del luogo

Sapori, suoni e profumi sono i protagonisti delle sagre e delle feste folk organizzate ogni estate, come la sagra della puccia a Supersano e quella della sceblasti a Zollino, oppure La notte della Taranta a Melpignano: occasioni per conoscere meglio la cultura del “tacco d’Italia”, imparando ad apprezzare anche l’accoglienza e la cordialità degli abitanti del posto.

Finalmente: la vita notturna!

Gallipoli è diventata, negli ultimi anni, una meta ricercata soprattutto per la movimentatissima night life. Ogni sera, dj internazionali del calibro di David Guetta, Bob Sinclair e Martin Garrix vivacizzano le calde notti estive in grandissime discoteche come il Rio Bo, la Praja, Le Cave e Parco Gondar! Vibrazioni e ritmi per ogni gusto, condite da bellissime coreografie e da una proposta artistica di altissimo livello per trasformare una semplice vacanza in un viaggio indimenticabile!
Speriamo di averti fornito diversi spunti e idee su cosa fare in vacanza d’estate a Gallipoli: non ti resta che prenotare il tuo posto e prepararti ad una fantastica esperienza!

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Cosa vedere a Lecce

Piazza Santo Oronzo a Lecce
Tramonto su Lecce. Foto di Fabrizio Martella

Lecce, una delle città più belle del Sud Italia, è ricca di storia e di spunti culturali che la rendono unica. Se avete la fortuna di trovarvi a Lecce, sono davvero tante le attrazioni storiche e culturali da visitare. Passeggiando per il centro della città, potrete perdervi nelle sue bellezze: edifichi barocchi, stradine e viottoli indimenticabili. Qui, nel centro storico, gli artigiani lavorano ancora la cartapesta e i profumi della cucina tradizionale salentina vi inebrieranno fino a rendere la vostra passeggiata indimenticabile. E sono davvero tante le cose da vedere a Lecce.

Partiamo dalla prima, iniziamo dalla splendida Piazza Sant’Oronzo. E’ il centro della città, il fulcro attorno a cui ruotano il maestoso Palazzo del Sedile, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie ed il superbo Anfiteatro Romano che risale all’età augustea. Si erge, nella Piazza di Sant’Oronzo, la Colonna di Sant’Oronso, un obelisco di circa trenta metri su cui spadroneggia la statua del Santo, patrono della città di Lecce.

Abbiamo appena accennato all’Anfiteatro romano: esso è situato proprio accanto alla Colonna di Sant’Oronzo. Questo superbo Anfiteatro è stato scoperto agli inizi del Novecento durante i lavori per la costruzione del palazzo che avrebbe ospitato la Banca d’Italia. L’Anfiteatro Romano potrebbe risalire al I e il II secolo d.C. e poteva contenere ben 25.000 spettatori.

Da visitare ed ammirare è il Palazzo del Seggio, noto anche come Il Sedile. La sua forma, infatti, ricorda quella di una grande sedia. Il Palazzo è situato su Piazza Sant’Oronzo: è un maestoso edificio a due piani, la cui grande sala è decorata da affreschi che raffigurano la vita di Carlo V. Il Sedile fu sede del Municipio fino al 1851 e magazzino per il deposito delle munizioni della città. Attualmente questo palazzo ospita spesso mostre d’arte.

Chiesa di Santa Croce a Lecce

Da vedere a Lecce è, senza dubbio, la bellissima Basilica di Santa Croce. Questa chiesa, simbolo indiscusso dell’arte barocca, si trova in via Umberto I, molto vicino a Piazza Sant’Oronzo. Impreziosita da sei colonne a fusto liscio che si ergono fino al cielo, questa Basilica ospita un rosone centrale ispirato all’arte romanica. Se siete appassionati di arte barocca, non dimenticate inoltre di visitare l’ex Convento dei Padri Celestini, situato proprio accanto alla Basilica di Santa Croce.

Passeggiando lungo Via Vittorio Emanuele II, potrete poi raggiungere la Piazza del Duomo: una piazza chiusa su tre lati da edifici barocchi. Da vedere a Lecce è anche il Castello che sorge nei dintorni di Piazza Sant’Oronzo: è qui che, secoli fa, erano poste le mura orientali volute dall’imperatore Carlo V. Il Castello è un esempio di fortezza addossata alla città, caratterizzata da quatto bastioni posti sui quattro lati del Castello. Quest’ultimo è anche visitabile: i suoi interni, finemente arredati ed ornati, fanno fare ai turisti un salto indietro nel tempo. Superbo è anche il portale interno del Castello che è originale.

Se vi trovate a Lecce, poi, non potete non visitare le due Torri che sovrastano la città. La Torre di Belloluogo, posta al di fuori del centro storico, è stata costruita nel Trecento: ha forma cilindrica ed è posizionata in un luogo ricco di sorgenti d’acqua. Per questo motivo la Torre è circondata da un fossato. L’altra Torre da visitare è la Torre del Parco costruita nel primo Quattrocento.

Superbo è anche il Teatro romano, situato alla fine di Via Arte della Cartapesta. Anche il Teatro è stato scoperto nel Novecento ed accanto ad esso è posto il Museo: qui potrete ammirare i numerosi reperti che gli archeologi hanno riportato alla luce.

Infine, passeggiando per Lecce, non potete non ammirare e visitare il Museo Storico della Città di Lecce (MUST). Questo museo è ospitato nel monastero di Santa Chiara e si trova molto vicino al Teatro romano. Il MUST ospita una completa collezione di arte contemporanea e moderna: potrete trovare l’esposizione permanente dello scultore salentino Cosimo Carlucci e la splendida esposizione fotografica dell’artista americano Jenny Okun.

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Cosa fare a Lecce

Lecce è una delle città più belle del Sud Italia. Una città ricca di cultura, culla della romanità e dell’arte barocca: il turista potrà perdersi tra le sue Chiese, i suoi edifici e palazzi rivestiti con la superba pietra leccese. E Lecce è una città dalle mille risorse e non solo ricca di spunti storici e culturali. A Lecce sono davvero tante le cose da fare. Nella nostra guida scopriremo cosa fare assolutamente a Lecce.

Cosa fare a Lecce: un itinerario alla scoperta di Chiese e palazzi storici

Il Sedile in Santo Oronzo a Lecce
Il Sedile in piazza Santo Oronzo a Lecce. Foto di Fabrizio Martella

Una volta arrivati a Lecce, vi consigliamo di perdervi nelle bellezze dell’arte barocca che la città offre. Non potete non fare un giro nello splendido centro storico, non potete non ammirare le piazze più belle della città. Da Piazza Duomo, a Piazza Sant’Oronzo fino all’Anfiteatro Romano in un itinerario da sogno tra chiese, palazzi antichi e stradine pittoresche.

Non a caso Lecce viene definita la “Signora del Barocco“: è proprio l’arte barocca che la fa da padrona in città. Tutti i portali, le chiese e gli edifici sono arricchiti e decorati secondo i crismi ed i criteri del suggestivo barocco.

Se siete amanti dell’arte, della storia e della cultura, non potete non perdervi nelle stradine della città vecchia: qui troverete chiese, edifici di grande importanza storica e pittoresche botteghe di artigianato locale.

Passeggiando per il centro di Lecce, inoltre, non potete non visitare la Chiesa di Santa Maria della Provvidenza, in piazzetta Baglivi e la chiesa Santa Maria di Costantinopoli in piazzetta Addolorata.

Spingendovi fino in Via Umberto I, potrete ammirare il Palazzo Adorno e la Basilica di Santa Croce, erette nel 1500 a simbolo del barocco.

Bellissimo e superbo è lo scenario offerto da Piazza Sant’Oronzo e da Piazza del Duomo con la Cattedrale, il suo campanile e il Palazzo del Vescovado.

Infine non potete non fare un salto al Museo Diocesano di Arte Sacra ospitato nel Palazzo del Seminario. Oltre al Museo, potrete visitare anche l’antica Biblioteca Innocenziana e l’Archivio Storico Diocesano.

 

Cosa fare a Lecce: shopping e artigianato locale

Pupi a Lecce
Pupi in cartapesta. Foto di Fabrizio Martella

Se anche in vacanza non riuscite a fare a meno dello shopping, Lecce è la città che fa al caso vostro. Durante la vostra passeggiata, date un’occhiata alle numerose botteghe e negozi di artigianato: a Lecce è molto fiorente e ricca la produzione artigianale locale. In città numerosi artigiani lavorano ancora la cartapesta e realizzano figurine, statuette religiose e stupendi giocattoli.

Molto ricca e fiorente a Lecce è anche la produzione di oggetti in rame, terracotta o ferro battuto: numerose botteghe sono disseminate nel centro storico della città. Non avete che l’imbarazzo della scelta.

Molto interessante è la mostra permanente dell’artigianato dove potrete ammirare l’esposizione di oggetti antichi provenienti da tutto il Salento. Infine, se siete amanti dell’antiquariato, sappiate che, ogni ultima domenica del mese, troverete il mercatino dell’antiquariato in Piazza Libertini.

Cosa fare a Lecce: la musica e la movida notturna

Quando si parla di Lecce, non si può non citare la Notte della Taranta: un appuntamento musicale molto atteso. Una manifestazione, questa, che esalta la Pizzica, uno dei balli tradizionali più famosi in Italia.

Se visitate Lecce, lasciatevi trasportare dalle sonorità di questa festa che, ormai, si tiene tra Lecce, Melpignano e molteplici atri comuni del Salento.

Se amate la movida notturna, il centro torico di Lecce fa al caso vostro: con i suoi pub, le sue pizzerie e ristoranti, è molto semplice trovare nuovi spunti per divertirti. Lecce è una città ricca d giovani, molto attiva e vitale.

Cosa fare a Lecce: il mare cristallino del Salento

Mare a Gallipoli
Il mare a Baia verde – Gallipoli. Foto di Fabrizio Martella

Il Mar Adriatico ed il Mar Ionio bagnano il Salento con le loro acque cristalline e pulite. Se state organizzando il vostro viaggio a Lecce e contate di andarci in estate, non potete non lasciarvi incantare e travolgere dalle splendide località di Torre Specchia, San Foca, Roca, Torre dell’Orso e Sant’Andrea. Qui troverete spiagge sabbiose oppure rocciose lambite da un mare mozzafiato.

Meritano di essere visitate OtrantoSanta Cesarea Terme e Castro. Sulla costa Ionica, infine, vi consigliamo di fare un salto a Marina di Ugento, Gallipoli (diventata una vera e propria meta turistica per i giovani), Santa Maria al Bagno, Santa Caterina. Se fate un salto a Porto Cesareo, infine, vi consigliamo di trascorrere una giornata sulla bianca spiaggia di Punta Prosciutto.

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Cosa mangiare a Lecce

Lecce è una città ricca di cultura gastronomica: non sarà difficile assaporare i sapori tipici di questa città mentre vi perdete tra le bellezze storiche ed artistiche che essa offre. E allora, cosa mangiare a Lecce? Avrete l’imbarazzo della scelta.

Cosa mangiare a Lecce: i primi piatti

Orecchiette e Minchiareddhi
Il Sedile in piazza Santo Oronzo a Lecce. Foto di Agamennone_75 alias Antonio Colucci – Licenza CC BY-SA 2.0

Ciceri e tria è uno dei primi più antichi e gustosi della tradizione salentina. Un piatto “povero” ma ricco di gusto. Ciciri e tria non è altro che la pasta e ceci ma il formato della pasta è ben diverso da quello che troviamo al supermercato. La pasta è tagliata grossolanamente, a forma romboidale: una parte viene cotta nell’acqua bollente salata mentre l’altra parte viene fritta in olio bollente. Ed è proprio questa la particolarità di Ciciri e tria: pasta fritta che va ad amalgamarsi con un succulento condimento a base di ceci.

Non possono mancare le orecchiette al sugo, un vero e proprio “must” della cucina pugliese. Le orecchiette vengono condite con sugo di pomodoro e ricotta forte di pecora. Le orecchiette possono essere servite anche con le cime di rapa: anche questo è un primo piatto della tradizione pugliese.

Infine, non potete non assaggiare le sagne ‘ncannulate (o“Sagne torte”). Questo primo piatto è composto da tagliatelle condite con sugo di pomodoro, foglie di basilico e ricotta.

Cosa mangiare a Lecce: i secondi piatti

Purpu alla Pignata
Purpu alla Pignata

Le Municeddhe è uno dei piatti più antichi e rappresentativi della cucina tradizionale leccese. Le Municeddhe sono le lumache che vengono raccolte – normalmente nei mesi di luglio, agosto e settembre – quando intorno alla loro apertura hanno una membrana di colore bianco.

Se vi trovate a Lecce nella seconda settimana di agosto, potreste recarvi a Cannole, un piccolo paesino della provincia Qui potrete assaporare le lumachine nella tradizionale “Sagra della municeddha”.

Se amate i secondi piatti di carne, assaggiate i Turcinieddhi ovvero involtini di interiora di agnellini o capretti che vengono speziati ed insaporiti con erbe. I Turcinieddhi vengono cucinati arrostiti, sulla brace.

pezzetti di cavallo al sugo sono un altro tipico piatto della cucina leccese: la carne di cavallo è la protagonista di questo secondo piatto.

Molto tipico è il Galletto di Sant’Oronzo, preparato in occasione della festività di Sant’Oronzo che è il Patrono di Lecce. La festa padronale cade il 26 Agosto. Il galletto ruspante viene cotto in umido e condito con salsa di pomodoro.

Ottima anche la fracaja, un mix di pesciolini piccolissimi infarinati e fritti. Sempre mantenendoci tra i secondi piatti di pesce, molto tradizionale è il polpo alla pignata. Nella ricetta della tradizione culinaria leccese, il polpo viene cucinato in umido nella “pignata”, una pentola in terracotta.

Infine non dimentichiamo la Taieddhra, un succulento piatto costituito da zucchine, carciofi, patate, cipolle e cozze nere. Il tutto insaporito con pezzi di pomodoro fresco, olio, formaggio grattugiato e prezzemolo.

Cosa mangiare a Lecce: il pane tradizionale

Puccia
La Puccia leccese

La Puccia è il simbolo della tradizione culinaria di Lecce. Non potete non assaggiarlo. La Puccia è pane di grano duro di forma rotonda, molo soffice. Accanto alla Puccia abbiamo l’Uliata che è pane di grano duro dalla forma rotonda, nel cui impasto vengono aggiunte olive leccesi in salamoia.

I Pizzi leccesi sono il pane tipico di Lecce. L’impasto contiene pomodoro, cipolla, olive nere e olio. Infine, la pitta di patate che è una fragrante focaccia di patate ripiena.

Cosa mangiare a Lecce: i dolci tipici della tradizione culinaria

Il pasticciotto leccese
Il pasticciotto leccese

Terminiamo la nostra “carrellata” di piatti tipici leccesi con i dolci. La tradizionale gastronomica leccese ha una vasta gamma di dolci da provare. Iniziamo dai Purceddhruzzi che sono “sfiziosi” gnocchetti di pasta dolce croccante. Questi gnocchetti vengono fritti e poi passati nel miele. Infine vengono cosparsi di pinoli, confettini colorati e mandorle. I Purceddhruzzi sono tipici della tradizione culinaria natalizia.

Il dolce leccese per eccellenza è il Pasticciotto. Questo dolce è composto da pasta frolla farcita di morbida e fragrante crema pasticciera. Il Pasticciotto viene cotto in forno e consumato caldo. A Lecce potrete infine trovare la versione “al cioccolato” del Pasticciotto: in questo caso la pasta frolla è ripiena di cioccolata.

Non possiamo, infine, non citare il Fruttone, molto simile al Pasticciotto leccese. Questo dolce è composto da pasta frolla ripiena di marmellata e mandorle. La parte esterna del Fruttone è ricoperta da cioccolato fondente.

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CASTEL DEL MONTE

  • Viale della Vittoria, 182, Castel del Monte (AQ)

Il Museo Civico della Cultura Materiale di Castel del Monte in Abruzzo, propone un interessante percorso di museo diffuso all’interno del borgo e si suddivide in sei tappe, tra cui un mulino e cinque piccoli musei.

Museo della Pastorizia
Il Museo della Pastorizia di Castel del Monte, in Abruzzo, è allestito in un vecchio fondaco. Il Museo propone ricordi di una sapiente tradizione pastorale e di genti transumanti che trasferivano in autunno le greggi dai monti alle lontane pianure pugliesi, lungo le antichissime vie dei tratturi. Il museo custodisce un ritratto di Francesco Giuliani, celebre pastore castellese, poeta e scultore del legno, vissuto dal 1890 al 1970. Durante la Transumanza leggeva per gli analfabeti compagni di viaggio.

Museo dell’Arte della Lana
Conserva antichi telai, arcolai, importanti strumenti di lavoro e un vasto campionario dell’artigianato tessile locale, dal vello al tessuto, dagli abiti alle coperte.

Museo della Casa Antica
È una ricostruzione degli ambienti e delle suppellettili di un’abitazione tipica castellana. Entrando, si ha davvero la sensazione di essere in casa di qualcuno.

Museo del Lavoro nei Campi
Qui sono raccolti tutti gli strumenti utilizzati per la coltivazione della terra. Le produzioni locali hanno anche caratterizzato fortemente la gastronomia tipica, patate, legumi e verdure anche particolari come i volacri, che ancora si raccolgono a primavera negli stazzi montani.

Museo del Forno del Ballo
Il nome deriva dal fatto che le signore che aspettavano il proprio turno per la cottura del pane ingannavano il tempo raccontando storie, pettegolezzi e danzando nello spazio antistante.

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BASILICATA E DINTORNI

I dintorni di Matera tra montagna, brivido, poesia e macerie

Pensate che andare in Basilicata significhi visitare solo Matera e i sassi? Niente di più sbagliato. C’ero cascata anch’io in questo luogo comune ma ho dovuto ricredermi.  Basta allontanarsi un pò da Matera per accorgersi che il territorio lucano è estremamente eterogeneo e offre un’ incredibile varietà di paesaggi.
E’ importante ricordare che in Basilicata non vi è una rete di trasporti efficiente ed è quindi indispensabile essere automuniti per andare alla scoperta dell’entroterra.

Percorrendo la strada per Pietrapertosa e Castelmezzano pian piano si abbandonano le lande semiaride e brulle mentre nel panorama iniziano a spuntare le vette dei monti dell’Appennino Lucano.
Una volta arrivata a Castelmezzano, non mi è stato difficile capire perchè si parla di Dolomiti Lucane: sembra davvero di trovarsi in un caratteristico paesino di montagna del Nord Italia.

castelmezzano

Pietrapertosa e Castelmezzano sono due paesini di montagna che cooperano tra loro, soprattutto d’estate, quando è attivo il famoso Volo dell’angelo, una delle 4 principali attrattive della Basilicata, ideale per gli amanti degli sport estremi. Si tratta di una sorta di funivia che collega i due paesi mediante un cavo d’acciaio teso su uno strapiombo tra Pietrapertosa e Castelmezzano. I temerari che vogliono mettersi alla prova con questa esperienza vengono letteralmente lanciati, in posizione orizzontale, da una cima all’altra.

Aria fresca e pura da respirare a pieni polmoni, una moltitudine di casette gialle e arancioni arroccate sulle rocce e tanto verde: lo spettacolo è assicurato non solo per chi sperimenta il volo dell’angelo, ma anche per gli amanti del trekking.

I più allenati da Castelmezzano possono raggiungere Pietrapertosa seguendo il percorso delle sette pietre; se l’idea di un’escursione di un’ora a piedi non è allettante, ci si può limitare a raggiungere il castello in cima per godere comunque di un panorama a dir poco mozzafiato.

Consiglio di rimanere a Castelmezzano almeno fino al tramonto, quando il sole inizia a calare, il cielo si ricopre di striature e i monti si tingono flebilmente di rosa. A quest’ora il paesaggio diviene ancora più suggestivo.

castelmezzano paese

Castelmezzano, Matera

La Basilicata è anche una terra di poesia.

Valsinni, inserito tra i borghi più suggestivi dell’entroterra italiano, domina la Valle dei Sinni (da cui deriva il nome) e ospita il Parco Letterario dedicato a Isabella Morra, la poetessa della solitudine. Il parco ripercorre in maniera coinvolgente la triste storia della poetessa, che fu tragicamente uccisa dai fratelli a causa di un’ipotetica relazione clandestina con un poeta spagnolo.

Valsinni, Basilicata

Una meta imperdibile nei dintorni di Matera è Craco, conosciuta anche come la città fantasma.
Vista in lontananza, Craco vecchia sembra un borgo caratteristico arroccato tra i calanchi, aride dune bianche che scolpiscono un paesaggio lunare scelto da alcuni registi per girare parte dei loro film. Un esempio? La scena dell’impiccagione di Giuda ne “La passione di Cristo” di Mel Gibson.

calanchi lucani sono delle forme di erosione innescate dall’azione combinata dell’acqua piovana e del sole. Da qui il dissesto idrogeologico che ha causato una serie di frane costringendo gli abitanti di Craco ad abbandonare il paese nel 1969, trasferendosi a Craco Peschiera, più a valle. E così Craco è rimasta disabitata, vulnerabile ai frequenti atti di sciacallaggio che si sono susseguiti negli anni ’90.

Oggi Craco è divenuta un parco museale e, non essendo completamente sicura, si necessita di un’autorizzazione per la visita. Una visita che ti cambia l’umore perchè l’atmosfera che domina Craco è estremamente attraente e a tratti spettrale, soprattutto quando ci si trova davanti alle macerie della Cattedrale e si avvertono i brividi a fior di pelle.

Eppure la fama di Craco si deve sicuramente alla sua sfortuna che le ha permesso di rimanere intatta nel tempo anzichè finire vittima delle trasformazioni che ogni città subisce nel corso degli anni.

Craco, non essendo meta del turismo di massa, ha mantenuto la sua essenza rimanendo così com’era 50 anni fa, intima e ancora silenziosa, come una vera città fantasma.

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Ostuni e dintorni. Cosa vedere.

La Valle d’Itria è incastonata tra Bari, Brindisi e Taranto, ed è questo angolo di Puglia che andrebbe visitata almeno una volta della vita per i suoi scorci caratteristici, per le sue città bianche e le sue cittadine a picco sul mare. Ed è qui che ho passato una notte, a Pezze di Greco di Fasano, in un caratteristico trullo. Ho utilizzato le Vigne di Salamina come punto d’appoggio per poi andare alla scoperta dei dintorni alla ricerca di bellezze naturali, cittadine indimenticabili e gustosi piatti da assaggiare.

Le Vigne di Salamina, di Trulli On Line, si trova tra i dolci declivi della valle, tra boschi di quercie, grandi olivieti, muretti a secco e pareti calcaree. E’ un’oasi di pace dove riposare alla sera dopo le ore passate in giro per i dintorni, o per prendersi una fresca pausa a bordo piscina, quando la stagione lo permette. Il trullo che mi ha ospitata è il  Monte Zuzzu, un’antica struttura a tre coni, completamente ristrutturata nel rispetto della tradizione e perfettamente adattata ai bisogni di un habitat moderno. Il trullo Monte Zuzzu è composto da un soggiorno-living, dove è presente anche un divano-letto, una camera con letto matrimoniale, arredata con mobili rustici e una cucina, ma completa di tutto il necessario e un bagno piccolo e caratteristico. Il trullo dispone anche di una terrazza panoramica attrezzata. La proprietaria Nicla sarà, poi, sempre a vostra disposizione per risolvere ogni piccolo inconveniente o darvi preziosi consigli per visitare i dintorni. Ed è così che grazie a Nicla che ho conosciuto Fabiana di PugliaMuchMore che mi ha condotto a conoscere Ostuni.

# Ostuni, la città bianca

Ostuni appare con il suo bianco scintillio anche da lontano. Infatti avvicinandosi si intravedono subito le sue mura difensive imbiancate a calce. All’interno della città vecchia vi colpiranno le  strade tortuose, i gradini splendidamente curati, con le finestre e le porte coloratissime di blu e di verde. In autunno poi ad Ostuni puoi trovare solo gente del posto e puoi visitarla, in un giorno, senza la calca della folla estiva e ne puoi godere le bellezze in maniera privilegiata e quasi esclusiva.  Partendo dalla Piazza centrale sotto la colonna di San Oronzo potrai perderti in un bianco labirinto di stradine ripide dove incontrare botteghe artigiane, come quella del costruttore di mestoli (cercare il signor Giuseppe Roma, che vi incanterà con le sue storie in dialetto strettissimo), scorci veramente instagrammabili, il Duomo, la porta del cielo, ristorantini deliziosi e piccoli bugigattoli, come Sapori d’eccellenza, dove mangiare panini gourmet, con primizie a km zero, che vi faranno chiedere il bis.  Un consiglio spassionato, se capitate in Valle d’Itria non lasciatevi sfuggire, soprattutto fuori stagione, una sosta ad Ostuni.

Se poi cercate qualche esperienza particolarissima da fare nei dintorni chiedete di visitare il caseificio Conte nel quale poter impara i segreti dei formaggi pugliesi soprattutto del caciocavallo e della mozzarella. Se spesso ci lamentiamo di non poter sperimentare più i vecchi mestieri e le antiche artigianalità la Puglia offre ancora tanto anche in questo campo e spero che voi ne rimaniate affascinati come è successo a me.

# Polignano

Visitare Polignano a Mare è come andare in giro in una cartolina. Ogni angolo sembra fatto a posta per scattare centinaia e centinaia di fotografie. Pochi lo sanno ma questa cittadina ha addirittura origini preistoriche e la scogliera sulla quale è costruita era terra ambita anche al tempo dei romani. Adesso è fatta di case bianche, strade strette,magnifici balconi panoramici a picco sul mare, grotte piene di fascino, statue che ricordano il grande Domanico Modugno, che dedico proprio volare alla sua terra di nascita e di poesia. Infatti le strade e le case di Polignano sono coperte delle citazioni poetiche di Guido il Flaneur, un personaggio sulla sessantina originario di Bari, che a volte, potrete incontrare per le strade, a bere qualcosa in un bar o a discutere con qualche passante. Polignano è una cartolina animata nella quale vivere qualche ora in cerca di un intima magia. Io sicuramente vorrò rivederla. In primavera ad’esempio.

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Salento terra di bellezza, profumi, arte

Questa è la memoria di una recente vacanza che mi piace condividere lasciando però molte informazioni incompiute. Lo faccio scientemente per sfatare l’opinione che la vacanza è vacanza a differenza del viaggio che è scoperta. Premesso questo, vi dico che dieci giorni di vacanza con l’amica del cuore con cui negli anni ho condiviso esperienze e viaggi (con figli e mariti) è quello che ti fa rinascere. Se questo poi avviene nel Salento, veramente è una magia.

Cercavamo mare, arte, cibo e tranquillità e siamo approdate a Santa Cesarea terme. La scelta per l’adriatico deriva dal nostro amore per questo mare, per Santa Cesarea è stata un passaparola e si è rivelata un’ottima scelta.

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Cittadina termale in auge e di moda negli anni sessanta ha vissuto un progressivo decadimento e ora tenta un recupero. Questo suo essere ai margini ha giocato positivamente per noi che non amiamo le folle gracchianti. Abbiamo potuto così goderci il mare nelle calette e grotte, la piscina termale senza l’affollamento come altri centri vicini nel mese di Luglio. La bella sistemazione alberghiera in una antica villa nobiliare, Villa Raffaella, con un terrazzo sul mare ha aggiunto un tocco in più.

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Giornate tranquille con una scansione ripetuta ci hanno consentito di alternare mare, visite ai centri d’arte e ottimo cibo.

Anche la scelta di albergo con colazione compresa ci ha fatto gioco. Pranzo solo frutta sulla terrazza guardando l’amato mare e cena in vari luoghi di seguito segnalati.

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La spiaggetta libera Le Fontanelle e Il Caicco (si paga l’ingresso) con una piscina naturale che si allarga nel mare in cui si affacciano numerose grotte sono state la nostra meta per lunghe nuotate.

Anche Castro marina aveva una simile piscina naturale, mentre Andrano ci regala una giornata da sogno nella lucente grotta verde.

I pomeriggi, salvo eccezioni, erano dedicati alla ricognizione di un territorio sorprendente per tesori d’arte. Ho usato aggettivi a manciate per descriverli, ma credete, non sono fuori luogo.

– Castro con le intricate stradine colorate dove ti piace smarrirti;

– Otranto con la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, gli incredibili mosaici e la stupefacente cripta. Meno nota, ci siamo capitate quasi per caso, la sorprendente chiesa bizantina di San Pietro. Non ci sono parole per descriverne la bellezza, bisogna andarci;

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– Galatina con la cattedrale di Santa Caterina di Alessandria è emozionante: un tripudio di affreschi e una storia tutta da leggere;

– Lecce con il centro storico l’abbiamo vista di corsa nell’afa pomeridiana sulla via del ritorno;

– Scorrano con l’incredibile luminaria per la festa di Santa Domenica è famosa in tutto il mondo tranne che per noi. La mia amica Mariarosaria me l’ha segnalata appena in tempo…

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Non ho dettagliato altre località vicine, ma il bello della vacanza è anche la scoperta come dicevo all’inizio. Così, ad esempio, nella piazza di San Nicola a Cocumola trovi reperti messapici, visibili in teche trasparenti. Sono le fogge che servivano a conservare grano e cereali. Altra meraviglia. Ecco, sto punzecchiando la vostra curiosità.

Desidero segnalare alcuni luoghi e cibi che ci sono particolarmente piaciuti. Credo di fare un buon servizio ai lettori.

– Marino Archi a Santa Cesarea – dove abbiamo gustato gli asparagi di mare, una delizia che ci era sconosciuta;

– Porta d’Oriente sempre a Santa Cesarea;

– La Vida loca a Cocumola;

– Matisse a Uggiano dalla chiesa;

– La tana del lupo a Galatina dove la proprietaria ci ha fatto gustare cibi vegetariani di alto livello, mentre il marito ci intratteneva in racconti con grande teatralità.

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Puglia da vedere – Alberobello

 

 

Un week end lungo non basta per vedere questa regione, mi sono quindi concentrata sulla zona di Taranto, Bari, Massafra e Martina Franca, con una puntata fino a Manduria, mi manca ancora tutta la zona del Salento: purtroppo sarò costretta a tornare, magari d’estate, con quel caldo, ma quando uno prende un impegno con se stesso deve tenervi fede, ed è quello che ho intenzione di fare.

Ma veniamo alle cose interessanti.

Il mio primo impatto con la Puglia porta il nome di Alberobello, che bisogna iniziare col botto, no?
E chi non conosce questo paese unico, che coi suoi trulli è diventato patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO! Cammini in mezzo a quelle vie e se trovi una giornata serena com’è capitato a me, ti riscopri avvolto in un bianco che è quasi accecante: in momenti come questi senti il richiamo della  non troppo lontana Grecia con la sua tradizione di millenni nella quale inciampi ad ogni angolo.

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Fa davvero bene respirare il silenzio di una giornata calda che scivola tra le facce disegnate dal sole degli anziani seduti su una panchina.
Voglio però essere onesta e precisare che la domenica non me la sento di garantire tutto questo silenzio, anzi; è per questo che il suggerimento è quello di cercare di godersi questo posto in settimana, se possibile.

Perdetevi tra le vie acciottolate e fermatevi ogni tanto con lo sguardo all’insù, divertendovi a scovare simboli nuovi, i simboli che da sempre vengono dipinti sul cono dei trulli; hanno origini diverse, cristiane, pagane, ma hanno tutti la stessa funzione: proteggere dal malocchio la famiglia che abita in quel trullo.

Ecco, forse quest’aspetto cozza un po’ con la mentalità classica greca, ma a mio modo di vedere è proprio quello che rende affascinante questa terra con tutte le sue persone, e d’altra parte si sa che il fascino del meticcio è di quelli che stendono.

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