LA VITA
Platone nacque ad Atene nel 428 a.C.
Dopo essere tornato da alcune spedizioni militari, incontrò Socrate che diventò il suo maestro ed ispirò la sua riflessione filosofica.
Nel 399 a.C. Socrate morì e Platone perse la fiducia nella possibilità di partecipare alla vita politica ateniese.
Infatti iniziò a viaggiare e andò a Siracusa.
Nel 387 a.C. tornò ad Atene e abbandonò le sue aspirazioni politiche.
Fondò l‘Accademia, un luogo dedicato alla riflessione filosofica.
In questo periodo iniziò a scrivere dei dialoghi in cui affrontava le questioni filosofiche poste
da Socrate e la funzione dei Sofisti.
Morì nel 348 a.C.

IL CONTESTO
In quest’epoca Atene sta attraversando un periodo di crisi:
Oltre ad essere indebolita sul fronte esterno (guerra), deve anche far fronte ai problemi interni riguardanti i conflitti tra i democratici e gli aristocratici.
Proprio per questi motivi perde il suo primato marittimo e la sua egemonia sulla Grecia.
In seguito ad un breve periodo di oligarchia, torna un governo democratico che tuttavia non riesce a risollevare la città. Perciò si forma un clima di instabilità politica e di sfiducia dei cittadini verso le autorità.
Platone vive con sofferenza questo declino economico, culturale e morale
che interpreterà non come crisi della politica, ma dell’uomo.
In questo contesto Platone si pone come obbiettivo la rinascita dello stato, realizzabile
attraverso la formazione etica e politica dei cittadini, in grado di riportare Atene ad essere una polis ideale.
Infatti la filosofia e la pedagogia di Platone hanno sia contenuti etici sia politici.
Essendo troppo vecchio per partecipare alla vita politica, cerca di proporre un modello di
stato ideale, in cui regnano la giustizia e i valori morali.
Così fondò una scuola.
LE IDEE
Secondo Platone la realtà si divide in due grandi regioni:
-il mondo delle idee (vero, perfetto, incorruttibile)
– il mondo sensibile (una copia imperfetta e mutevole)
Questa prospettiva viene applicata anche verso gli esseri umani.
Da qui derivano due importanti principi pedagogici:
1) la conoscenza è remiscenza, cioè ricordo. Perciò educare non significa trasmettere conoscenze, ma favorire un percorso di introspezione.
2) l’anima si divide in 3 parti, quella concuscibile, quella irascibile e quella razionale.
Il fine dell’educazione consiste nel dominio dell’anima razionale su quelle concscibile e irascibile.

IL MITO DEL CAVALLO ALATO
Questo mito è contenuto nel Fedro.
Platone descrive l’anima come una biga trainata da una coppia di cavalli alati
(uno bianco e uno nero) guidati da un auriga.
I due cavalli rappresentano i due elementi irrazionali o passionali dell’anima:
Il cavallo bianco la componente irascibile.
Il cavallo nero la parte concuscibile.
L’auriga la componente razionale.
L’auriga cerca di indirizzare i cavalli verso l’iperuranio (cielo), dove abitano le idee.
Dunque lo scopo dell’anima è di giungere a contemplare i modelli ideali su cui si regge ogni cosa.
Tuttavia l’anima può contemplare il mondo delle idee solo per poco, poiché il cavallo nero tende a volare verso il basso. Quando l’anima si appesantisce troppo precipita sulla terra, incarnandosi nel corpo di un uomo.

Published: May 2, 2018
Latest Revision: May 5, 2018
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