Il Bambino Gigante
Luca e Adelaide sono due gemelli giocherelloni: ognuno si diverte prendendosi gioco dell’altro. I dispetti sono all’ ordine del giorno e quando litigano, e la nonna li sgrida, ognuno dice che la colpa è dell’altro.
E’ La nonna che si occupa di loro e, siccome è anziana e non ce la fa a tenerli in casa per tutto il pomeriggio, spesso li porta al parco giochi.
Così accade anche oggi. E’ proprio una bella giornata e, mentre nonna Giorgia si gode il sole sulla panchina, i due nipotini giocano a nascondino.
Tocca ad Adelaide contare ad occhi chiusi e quando li riapre corre a cercare suo fratello.
Luca, però, sembra essersi volatilizzato: cerca di qua, cerca di là, non è proprio da nessuna parte.

C’è un unico cespuglio, dietro al quale Adelaide non ha ancora guardato. Così si avvicina e chiama suo fratello a gran voce: – Luca, Luca!
Luca non risponde. Adelaide un po’ preoccupata gira intorno al cespuglio e chiama ancora suo fratello: – Luca, Luca … Le risponde il silenzio. Adelaide continua a girare intorno alla siepe e a urlare il nome di suo fratello: – Luca, Luca, vieni fuori!
Ancora silenzio. Adelaide è presa dal panico: cosa dirà sua nonna? Quante volte ha raccomandato loro di non allontanarsi? Sicuramente questa volta li punirà!
Adelaide continua a cercare. Ad un tratto inciampa e cade a terra, slogandosi una caviglia.
– Ahi, che male! – esclama dolorante la bambina.
Il dolore è così forte che Adelaide non si accorge di essere trasportata da un vortice in un altro mondo.

Quando realizza di non trovarsi più al Parco Giochi, la sfortunata comincia a sudare freddo e ad aguzzare le orecchie per ascoltare il minimo rumore ed essere, quindi, pronta a difendersi. Intanto pensa che la nonna era una gran saggia quando proibiva a lei e a Luca di non allontanarsi troppo per non incorrere in pericoli.
Pericoli? C’era cascata tutta intera e non sapeva proprio come tirarsene fuori.
Ma che fine aveva fatto Luca?
Come a voler dare una risposta alla sua domanda, all’improvviso da dietro un cespuglio luminoso spunta suo fratello.
Lì tutto è luminoso. Ogni cosa risplende di luce magica, come quando Adelaide disegnava un oggetto sull’album da disegno a scuola e per renderlo magico lo circondava di un alone giallo con la porporina dorata.
Luca non è più quello di sempre. Anche lui è circondato da una luce splendente. Allora Adelaide comincia, come al solito, a fargli una sfilza di domande: – Cosa ti è successo? Perché sei così splendente? Cosa ci facciamo qui? Dove ci troviamo? Perché la nonna non è qui con noi?
Luca le risponde serafico, senza scomporsi e con voce calma e suadente: – Anch’io sono stato trasportato fin qui da un vortice. So che dovrei aver paura perché questo è un posto nuovo. Ma non è così. Stranamente non mi sento in pericolo. Guarda la giungla: qui tutto è luminoso e c’è una sensazione di benessere e di pace.
Luca ha appena pronunciato la parola “pace” quando all’improvviso si sente il ruggito di un leone.
Adelaide corre verso il fratello e si nasconde tra le sue braccia. Lei ha paura del leone e non vuole finire tra le sue fauci.
Luca la calma, trascinandola dietro al cespuglio luminoso.
All’improvviso sentono di nuovo un forte ruggito, proprio dietro di loro. I due bambini si girano di scatto e davanti ai loro occhi compare un leone grandissimo dalla criniera folta e dorata, con due occhi grandi e placidi e un muso enorme.
Improvvisamente i due bambini si accorgono di non essere più in ansia, non avvertono stranamente alcun pericolo e ascoltano con curiosità quello che il leone dice loro con una voce tonante e allo stesso tempo rassicurante.
– Non temete, io sono vostro amico e di me potete fidarvi.
Voi siete qui per compiere una missione: dovete aiutare il Bambino Gigante a liberarsi da un maleficio.
Potete farlo?

I due bambini si sentono investiti di un compito troppo grande, ma non vogliono deludere quel meraviglioso leone che li ha accolti con tanta benevolenza, dando loro molta importanza. Così, emozionati, salgono in groppa al leone e tutti e tre insieme vanno per la giungla alla ricerca di Gigiano, il Bambino Gigante.

Arrivati ad un ruscello si fermano per bere un po’ d’ acqua fresca, quando all’improvviso avvertono dei tonfi sordi e pesanti. I due bambini, si spaventano, ma il leone li tranquillizza subito: – Non abbiate timore, è il Bambino Gigante che avanza. Gigiano abita in questa foresta da solo: tutti i suoi compaesani lo hanno cacciato dal villaggio perché spaventava gli altri bambini. Il Bambino Gigante arriva e si presenta ai due fratelli in tutta la sua maestosità. Tutto di lui è grande. E’ un gigante con il volto di un bambino. Gigiano ringrazia i nuovi amici e comincia a raccontare la sua storia.
– Due anni fa ero un bambino normale. Vivevo sereno e tranquillo nel mio villaggio ai piedi del vulcano Dragon, dove regna il Drago dalle tre Teste.
Ero l’unico bambino amico del draghetto Alberto, figlio del Drago dalle tre Teste. Un giorno invitai a giocare con noi anche il mio amico Unicorno.
Giocavamo a chiapparello e durante il gioco purtroppo successe un brutto episodio: Unicorno correndo verso il draghetto Alberto lo colpì sbadatamente con il suo corno ben appuntito alla gola, recidendola.
In seguito a quell’incidente il draghetto non riusci mai più a sputare fuoco. Suo padre, il Drago dalle tre Teste, preso dalla disperazione e dalla vendetta chiese ai suoi draghi soldati di uccidere Unicorno, che nel frattempo era fuggito via, e si vendicò di me, che ero amico di Unicorno, costringendomi a bere una pozione magica che mi fece diventare immediatamente così grande da far paura agli altri bambini del villaggio. Quindi, i miei genitori furono costretti ad abbandonarmi nella giungla per evitare che fossi ucciso dai genitori degli altri bambini, che mi chiamavano: il mostro.
Luca e Adelaide rimangono sconcertati da quella storia così bizzarra e ancor di più si convincono di voler aiutare il Bambino

Gigante.
Ma cosa fare? Allora il leone comunica loro: – Esiste una pozione magica che può far ritornare Gigiano un bambino normale. Questo antidoto, però, è stato ben nascosto dal Drago dalle tre Teste. C’è, comunque, una mappa sulla quale è segnato il nascondiglio. La mappa è nascosta in una grotta sotterranea, nella quale si può accedere da una botola ben sorvegliata dall’ Orangotango, amico e fedele servitore del Drago dalle tre Teste. Da quella botola, purtroppo, l’ Orangotango non si allontana mai. Per cibarsi si accontenta di quello che i suoi amici gli portano: banane, banane e … banane.
Allora a Luca viene una splendida idea e la espone subito agli altri.
– Sapete che cosa possiamo fare? Andremo a raccogliere tantissime banane e prenderemo il terribile Orangotango per la gola.
I suoi amici non capiscono dove voglia arrivare, ma si fidano di lui. Il Bambino Gigante in un baleno raccoglie più di duecento banane e in men che non si dica l’idea di Luca si esplicita e si concretizza: gli amici costruiscono velocemente un sentiero di banane che dalla botola sorvegliata dall’Orangotango porta ad un campo di sabbie mobili molto vicino ad un precipizio.
Poi si dirigono dallo scimmione e Luca parandoglisi davanti con aria da bulletto gli dice: – Ciao amico, non ho mai visto così tante banane, ce n’è un sentiero intero. Qualcuno avrà voluto farti un regalo. E’ forse oggi il tuo compleanno?
L’Orangotango lo aggredisce, lanciandogli un sasso che prontamente Luca schiva, e rivolgendogli la parola in tono minaccioso gli dice: – Vattene via, piccolo uomo. Non lo sai che io di qua non mi allontano mai? Cadesse il mondo, io da questa botola non mi sposto.
Allora Luca senza scomporsi sbuccia una banana sotto il suo naso e, mangiandola con gusto, gli dice: – Mi dispiace per te, ma chi ha voluto farti questo regalo ha scelto proprio le banane più buone.
Così dicendo, gli volta le spalle e se ne va.
I quattro amici non si allontanano di molto. Trovano un nascondiglio e da lontano osservano i movimenti della bestia.
Quando scende la sera, l’orangotango sente tanta fame e pensa: Perché devo soffrire la fame fino a domani quando gli schiavi del Drago dalle tre Teste mi porteranno da mangiare? Ormai è buio e nessuno va in giro per la foresta a quest’ora. Quindi mi posso allontanare dalla botola per concedermi una bella cena a base di banane e finalmente stanotte dormirò sazio, con la pancia piena.
Così dicendo inizia a percorrere il sentiero ricoperto di banane e, mangiando una banana dopo l’altra, la sua curiosità lo spinge a proseguire per vedere fin dove arriva quel sentiero.

I quattro amici, che non si sono persi neanche una mossa del custode della mappa, escono allo scoperto e senza far rumore si avvicinano alla botola. Il Bambino Gigante solleva il grande sasso che chiude la botola e prontamente Luca scende attraverso il cunicolo sotterraneo. Arriva in fondo alla grotta e vede un qualcosa di luminoso. E’ la mappa che splende. La raccoglie e velocissimo ritorna in superficie, mostrando vittorioso agli altri l’oggetto tanto ambito.
Intanto la curiosità stava uccidendo l’orangotango. L’ animale, giunto alla fine del sentiero di banane, si impantana nelle sabbie mobili. Cerca di liberarsi da quella stretta e nella foga, a causa del buio, non si accorge del precipizio e cade giù nel vuoto per circa 300 metri.
Di lui nessuno seppe più nulla!
La piccola comitiva, intanto, si dirige verso il monte Ghiaccio dove si trova l’uomo delle nevi, l’unico in grado di riconoscere i luoghi segnati sulla mappa luminosa.
Nivo, l’uomo delle nevi, peloso come un orso bianco, vive con il suo Leopardo delle nevi in una grotta di ghiaccio, proprio sulla sommità del monte Ghiaccio. Nella sua grotta tutto è di ghiaccio: il letto è di ghiaccio, il tavolo con le sedie sono di ghiaccio, le ciotole e i piatti sono di ghiaccio. Persino lo spazzolino da denti è di ghiaccio.

L’uomo delle nevi accoglie la comitiva calorosamente e subito individua sulla mappa il luogo segreto dove è nascosto l’antidoto che serve al Bambino Gigante per farlo ridiventare normale.
Allora li invita a seguirlo.
Tutti insieme si dirigono verso il Pozzo Bianco dove da tempo non c’è più acqua.
Luca si infila in un vecchio secchio di legno e il Bambino Gigante lo cala con una robusta corda nelle profondità del pozzo. Lì in fondo tutto è buio. Luca si lascia guidare da uno spiraglio di luce che proviene dall’ esterno e muovendosi a tentoni, esplora ogni angolo del pozzo.

Quando sta per perdere ogni speranza, sente sotto il palmo della mano qualcosa di simile ad un’ampolla di vetro. La raccoglie, la porta sotto il raggio di luce e scopre che si tratta proprio della pozione magica.
Contento, lancia un urlo di gioia, la cui eco rimbomba fino all’esterno e i suoi amici capiscono che finalmente la missione è compiuta.
Ritornato in superficie, Luca consegna la pozione a Gigiano. Il gigante la beve in un sol sorso e ridiventa immediatamente un bambino normale, come tutti gli altri bambini del suo villaggio.

Gigiano è al settimo cielo e ringraziando gli amici con le lacrime agli occhi, dice: – Non so proprio come sdebitarmi. Vi devo il mio ritorno alla normalità e non sapete quanto io sia di nuovo felice.
I due fratelli gli rispondono orgogliosi che quell’ avventura li ha resi migliori e pertanto sono loro a doverlo ringraziare. Hanno scoperto, infatti, quanto è bello poter aiutare qualcuno e diventare, così, veri amici.
I due ragazzi non sanno ancora, però, che un’altra avventura era appena cominciata.
Infatti, il Drago dalle tre Teste, subito dopo aver scoperto che l’Orangotango era morto, aveva fatto seguire la strana comitiva dal fedelissimo Segugio, dal quale aveva saputo, quasi in tempo reale, che era stata ritrovata la pozione magica e che il Bambino Gigante era ritornato normale.
Così si precipita con il suo esercito di draghi verso il Monte
Ghiaccio per annientare quel pugno di amici che aveva osato sfidarlo.
Assiste al grido di guerra il dinosauro Diplodocus che pascola ai margini della foresta. Il pachiderma, intravedendo l’esercito dei draghi con in testa il segugio, capisce che la Compagnia degli Amici è in pericolo e quindi corre ad informarli che stanno per subire l’attacco dei draghi.

Così Nivo, fa nascondere tutti gli amici nella sua tana di ghiaccio e insieme al Leopardo delle nevi e ad Unicorno, subito accorso in aiuto, va ad affrontare l’esercito dei draghi.
Appena li vede avvicinarsi, arrampicandosi per i ripidi pendii del monte Ghiaccio, l’uomo delle nevi lancia freneticamente contro di loro una moltitudine di palle di neve. I proiettili di neve colpiscono e travolgono i draghi facendoli precipitare a valle. Anche il Leopardo delle nevi contribuisce alla rovinosa caduta, azzannando le zampe di quei pochi draghi che sono ancora in bilico. Così, destabilizzati, anche gli ultimi prodi rotolano giù. E per finire l’opera, Unicorno, neutralizza i draghi caduti recidendo loro la gola con il suo appuntito corno.

La battaglia finisce con la gloriosa vittoria dell’uomo delle nevi, del leopardo e di Unicorno contro l’esercito dei draghi.
Ma cosa ne è stato del Drago dalle tre Teste?
Da quella volta in poi, in quei luoghi non si fece più vedere.
E così Gigiano, finalmente, può ritornare nel suo villaggio, ben accolto dalla sua famiglia e anche dagli altri abitanti che non temono più per i loro figli.
I due fratelli, avendo ultimato la missione, salutano tutti gli amici del Mondo della Fantasia e particolarmente il Leone dagli occhi placidi ed entrano nel vortice disegnato da Unicorno con il suo corno appuntito, come fosse la punta di una matita magica.
Così il vortice, girando su se stesso a velocità supersonica, li trasporta di nuovo nel mondo reale.
I due bambini si ritrovano, in brevissimo tempo, ai giardini, dietro al cespuglio da dove erano scomparsi.
Sono ancora a terra, tutti indolenziti, quando sentono la voce della nonna che li chiama.
Allora si ricompongono alla meglio e quando si ritrovano davanti alla nonna le dicono: – Nonna scusaci per essere stati tanto tempo via. Sapessi che avventura che ci è capitata!
La nonna li guarda sorpresa, con uno sguardo interrogativo. Ma siccome è ora di tornare a casa, lascia cadere la domanda e li invita a sbrigarsi perchè è quasi ora di cena.
I ragazzi la seguono senza opporsi e la nonna si sorprende ancora di più e dice fra sè e sè: – Vuoi vedere che è successo veramente qualcosa? Ma subito ci ripensa e si dice:- Ma cosa vuoi sia successo di così eccezionale in 5 minuti che mi sono appisolata? Certo avranno un po’ fantasticato e vorranno raccontarmi una storiella,
come al solito.
Intanto i due nipoti, scambiandosi uno sguardo a pieni occhi, rinnovano la loro complicità nel riconoscere che tutto è avvenuto per davvero e ripensando al Bambino Gigante e alle cose straordinarie che sono loro capitate, capiscono che è meglio tenersi tutto per sé, perché nel mondo degli uomini nessuno avrebbe dato loro credito.
I bambini della V B
Scuola Primaria “Giannone”
Istituto Comprensivo” N. D’Apolito”
maestra Maria Columpsi
a.s. 2013/14
Bocale Jacopo – Crucio Costantino – Curatolo Anastasia – Curatolo Sara – De Simone Giuseppe – De Simone Maria – Di Maggio Samuele – Di Rita Marco – Di Rita Pasquale – Di Sciuva Angelo Pio – Donataccio Antonio – Donataccio Carlotta – Franco Syria – Manzo Matteo – Miscia Michele – Petracca Anita – Ricci Maria Pia – Stefania Pietro – Stefania Raffaele Antonio – Stefania Silvana
Published: May 31, 2018
Latest Revision: May 31, 2018
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