PADOVA E LA STREET ART
by Denise Parlati
Artwork: 1CL IIS VALLE di Padova
Copyright © 2020
PEETA,pseudonimo di Manuel di Rita (Venezia, 1980),è uno street artist italiano.
Come la maggior parte degli street artist si è dotato di un nome d’arte che “è Semplicemente un soprannome datomi dai compagni di scuola: Pita, che ho deciso di scrivere con due “e” poiché mi sembrava più complesso e dunque attraente dal punto di vista grafico”.
Biografia
Negli anni l’approccio all’arte di strada si sviluppa attraverso la ricerca del lettering e condivide questa passione con la crew di cui fa parte, la EAD, (l’acronimo di Escuela Antiguas Disciples) formato da Joys, Made, Yama, Axe, Orion, Zagor ). Con il tempo collabora con altre Crew come FX and RWK crews.
“In generale, mi viene più facile definire la Street Art , dice PEETA,se in contrapposizione con i graffiti: la Street Art è in qualche modo un’evoluzione dei graffiti, che ha scelto altre tecniche e altri soggetti. Non solo: ha scelto un’estetica più semplice, esplicitamente comunicativa, nessun codice elitario ma la volontà di diffondere dei messaggi. Pur nascendo come movimento illegale, così come i graffiti, è maggiormente riuscita a ricavarsi uno spazio di legalità all’interno di festival e altre tipologie di manifestazioni artistiche e così oggi sembra comprendere, erroneamente, tutto il mondo dei graffiti che partecipa ugualmente a questo tipo di eventi e interventi ma che parla formalmente un altro linguaggio, memore di un diverso percorso e di diverse radici.”
“Chi proviene dalla provincia, da piccoli paesi, chi ha vissuto la propria giovinezza e sviluppato la propria curiosità in altri tempi e dunque non ha mai avuto un contatto quotidiano con i muri dipinti, fa un’estrema fatica a capire l’astrattismo del mio lettering quanto la mia esigenza di esprimerlo su un muro piuttosto che scegliere un supporto tradizionale.”
“All’inizio dipingevo finte sculture galleggianti poiché provenivo da studi sulla scultura e dall’osservazione ho imparato a dipingerle in modo abbastanza realistico ”
Stile
” Agli inizi degli anni novanta c’era una tendenza allo stile “3D” come quello di altri writer tedeschi come Daim, Delta. (oggi conosciuto tramite il suo nome di nascita, Boris Tallengen) e Loomit. Poi ho lavorato a scuola molto con la materia con il legno, ho scolpito molto le forme su questi materiali e questa mia formazione l’ho sviluppata sempre di più, quindi ho fatto esperimenti su delle tele. Studio le luci, le ombre e poi è venuto fuori il mio stile anamorfico. Hanno cominciato a chiedermi opere in Giappone, in Russia. Dappertutto. Non è più come fare freestyle. Faccio il bozzetto a mano, quindi lo rendo digitale passandolo in analogico. Poi progetto al computer e faccio il rendering. Faccio molto lavoro prima di mettermi sul muro. Ci metto una settimana almeno di progettazione e due di lavoro effettivo. Studio al millimetro il punto di vista a partire dal quale poi la mia opera potrà essere vista in tutte le sue possibilità. Se poi vedo qualcuno che la fotografa dal punto sbagliato mi infastidisco.
“La procedura cambia notevolmente in base al supporto: se voglio dipingere un muro dovrò cercare di adattare le forme ed i colori all’architettura e al contesto circostante. Le tele, invece, ignorandone il contesto di arrivo, le caratterizzo di per sé stesse caricandole di espressività ‒ probabilmente ai più impercettibile ‒ attraverso scelte quali i colori o altri dettagli esecutivi. Le sculture infine hanno un altro importantissimo limite che va esplorato, cioè quello della possibilità fisica di costruzione delle forme, che le condiziona in larga parte.”.
“Per me la creatività è una perfetta sinergia tra spontaneità e conoscenza.”.
NOTE:
https://www.artribune.com/arti-visive/street-urban-art/2018/12/intervista-peeta/
https://streetartrat.com/?s=peeta
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TAG DELL’ARTISTA
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Denise Parlati
TITOLO:Non ha un titolo ma si trova dentro l’Anda hotel, MESTRE
AUTORE: collaborazione JOYS e PEETA. Joys e Peeta hanno sperimentato e mescolato due stili molto diversi tra loro: quello più geometrico di Joys e quello anamorfico di Peeta, sono comunque due studi geometrici simili.
TECNICA: spray e pennello
DATA: 18 Marzo 2018
LUOGO: Mestre, Marzo 2018, ben 200 metri quadrati
LETTURA ICONOGRAFICA:L’opera è orizzontale e viene considerato un manifesto per “Anda”, fatto per rappresentare un segno per il loro ostello che possa diventare un contenitore culturale cioè una rappresentare Anda in stile artistico e creativo.
Joys realizza(realizzato con)delle linee parallele nere che si incrociano con linee oblique. Dall’incrocio ci sono delle scavature, dove in prospettiva sembra come se si possa appoggiare dei oggetti per l’effetto tridimensionale che danno. Gli interni sono colori vivaci: rosso, celeste e grigio. Giusto al centro dell’Opera c’è una forma che si introduce in questi spazi: è completamente bianca, si incastra, ma allo stesso tempo fuoriesce dal muro sembra una scultura, una sorta di elica d’aereo, ma guardando bene si trovano lettere del nome “Peeta”.
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Rebecca Tollin
TITOLO: non ha un nome
AUTORE: PEETA
TECNICA: bozzetoo con spray e pennino
DATA: creata in occasione della biennale di street art del 2018
LUOGO: Via Bonarotti,Padova
LETTURA ICONOGRAFICA: l’opera si sviluppa in verticale sulla facciata di un palazzo che presenta tre finestre vere in sucessione verticalmente.
L’artista simula una voragine ovale grigio scura su uno sfondo grigio ; all’interno della quale le tre finestre reali vengonbo coinvolte con chiaro, scuro,sfumature,ombreggiature e dentro il cubo posto alla sinistra del muro ci sono tre palle nere che sembra quasi di toccare.
L’artista realizza l’opera in modo che la sua prospettiva possa essere vista mettendo lo spettatore in un punto preciso della strada.
LETTURA ICONOLOGICA: un’intera facciata di un palazzo in via bonarotti, un’opera che si sviluppa in verticale ma mette a dura prova l’occhio dello spettatore in un continuo gioco d’inganni prospettici. In quest’opera è considerata un manifesto in cui forme e colori si adattano all’architettura del palazzo.
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Mirco Stievano
TITOLO: Pedro
AUTORE: PEETA
TECNICA: Spray – Pennello – Scotch
DATA: 16 Aprile 2013
LUOGO: Presso il centro sociale Pedro
LETTURA ICONOGRAFICA: L’immagine si sviluppa in orizzontale, ha uno sfondo completamente bianco, l’immagine è caratterizzata da i 3 colori primari : Rosso, Blu, Giallo. Nella parte inferiore c’è una scritta in 3D che forma delle X, queste X essendo tridimensionali formano delle ombre sfumate, nella parte superiore ci sono strisce di colore verticali, di varie dimensioni, la parte superiore sorge su una recinzione, al centro le due parti si interrompono bruscamente con una linea che le divide.
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Sofia Bassan
TITOLO: Back 2 back to Biennale
AUTORE: PEETA
TECNICA: Bombolette spray
DATA:Giugno 2013
LUOGO: Biennale di Venezia, giugno 2013
LETTURA ICONOGRAFICA:L’opera è stata realizzata orizzontalmente in uno degli spazi adibiti al B2B della Biennale di Venezia nel 2013.
E’ stata realizzata con lo stile 3D creando punti di luce ed ombre; lo sfondo dell’opera è stato realizzato con una scala di grigi che fa risaltare gli altri tre colori utilizzati dall’artista: bianco,rosso e blu. L’opera è stata realizzata con l’ausilio di bombolette spray con la quale l’artista ha tracciato dei segni molto armoniosi tra loro.
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Giulia Casellario
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MADE_514, pseudonimo di Alberto Capozzi (Padova,1975), è un artista e writer italiano.
Il nome d’arte “MADE” è una allusione all’urgente necessità del “fare” che contraddistingue l’opera di Capozzi fin dagli esordi. Le cifre dopo il nome “514” sono il risultato della ripresa del posto che occupano nell’alfabeto le lettere EAD. Made, infatti, dal 1991 collabora ed aderisce alla crew EAD (l’acronimo di Escuela Antiguas Disciples) formato da Joys, Made, Yama, Axe, Orion, Zagor.
Biografia
Comincia a dipingere graffiti negli anni novanta, sui muri di Abano Terme (PD). Studia presso l’IIS. VALLE di Padova ed a partire da quegli anni viene fondato il collettivo EAD. Insieme si occupano di numerosi interventi di riqualificazione urbana anche grazie alla collaborazione del gruppo con l’associazione JEOS.
Made si rivela fin dagli esordi come un “writer” . Writer è l’artista che si dedica alla sperimentazione sui caratteri delle lettere del proprio nome.
Come Orion, anche Made è partito, quindi, dalla necessità di studiare il “lettering”, cosa che lo ha portato a lavorare non solo su murales, ma anche su tela e attraverso sculture.
Il sito personale dell’artista raccoglie una serie di esempi molto indicativi del suo stile che pur variando di supporto, in realtà rimane ancorato ad alcune caratteristiche ben precise.
“Sono partito dallo studio della grafia ed in particolare delle lettere del mio nome perché la scrittura, a differenza del disegno, non è immediatamente sottoposta a giudizio, eppure dall’uso delle lettere si possono ricavare tante informazioni. E’ un codice che ha un linguaggio suo proprio e sul quale si può lavorare, sperimentando le sue infinite possibilità..”
Il tag “Made” è per l’artista il punto di inizio e di fine delle sue opere. Le lettere del suo nome, sempre presenti nella sua ricerca, sono state stravolte e riviste al punto tale da non essere più riconoscibili.
Ispirato da Loomit, Dade, Jim Philips ed Escher, Made afferma di avere sviluppato uno stile ed un modo di proporsi che non prevede di lanciare un messaggio unico. La sua ricerca stilistica lo porta a maturare una forma espressiva che guida lo spettatore ad individuare ed a ricavarne la ragione ultima attraverso la sua stessa osservazione e riflessione.
Stile
Nelle sue opere, si sviluppano atmosfere oniriche che stimolano suggestioni estetiche e empatiche, con il risultato che gli osservatori si proiettano immediatamente nelle opere dell’artista.
L’artista ha portato lo studio lettering ad un livello di complessità dove il dinamismo sinuoso delle lettere del suo nome prende il volo e si rompe in un mix di suggestioni orientali e psichedeliche.
Le sue opere sono caratterizzate da forme morbide, linee taglienti, macchie emotive e movimenti molto dinamici opposti a un modello geometrico, in cui le lettere trovano lo spazio per fondersi con il mondo figurativo.
La miscela di caratteri e figurativi, presente fin dagli inizi delle opere dell’artista, e l’uso frequente di toni luminosi e forti contrasti, gli permette di produrre scenari con impatti cromatici molto forti, in cui le opere superano la barriera del bidimensionalità e, attraverso uno studio sulla profondità e la prospettiva, si staccano dalla parete.
L’inserimento di arti, volti e figure gli garantisce il raggiungimento di apici di tensione che trascendono le tre dimensioni per coinvolgere la quarta, la dimensione temporale.
Nella sua ricerca sulle lettere, usa il tag come veicolo di studio, il gesto di movimento come espressione della volontà, la scritta come costrutto risultante, il messaggio è spesso distorto e psichedelico.
Sembra esserci una tensione in un equilibrio precario ma perfetto che anima l’opera di Made514 tra caos e controllo. Un filo sottile che riesce, nei graffiti come nelle opere su tela e carta, a combinare due aspetti apparentemente antitetici in una sottile fusione dell’affascinante aspetto visivo. Questa stessa tensione ritorna come un percorso ininterrotto in tutta la produzione dell’artista. Le lettere diventano gradualmente fluide nei pezzi delle opere diventando forme, fino a fondersi in una sinuosità caotica, ma regolata da letture precise.
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Alessia Bareato
TITOLO: non ha un nome
AUTORE: MADE514
TECNICA:
DATA:
LUOGO: Istituto Giovanni Valle, Padova
LETTURA ICONOGRAFICA: I colori principali dell’opera sono bianco, quello che risalta maggiormente all’occhio, blu e giallo. Grigio chiaro e scuro, azzurro e giallo chiaro sono invece usati nell’opera per darle punti di luce e ombra, un senso profondità e tridimensionalità (fatto accentuato dalla scelta di accostamento di colori).
L’opera, come si può osservare, non è strutturata su un’unica parete uniforme ma su una base spezzata il ché dona due piani di lavoro. È inoltre interrotta da finestre presenti nella struttura dell’edificio.
Sono presenti delle sfere di svariate dimensioni gialle e blu per l’intera superficie.
Si sviluppa principalmente su una striscia centrale bianca, simile ad una via che sfocia in una cascata. Nella facciata in primo piano sono presenti diversi esseri, alcuni con sembianze pseudo umanoidi altri di forma totalmente astratta; in secondo piano due esseri, uno piccolo e astratto mentre l’altro grande con sembianze umanoidi che stringe una sfera blu in delle mani.
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Giulia Pege
TITOLO: – Muro all’Arcella.
AUTORE: MADE514
TECNICA:
DATA: realizzata nell’estate del 2019, in occasione dell’esposizione per la biennale di street art.
LUOGO: Padova, Arcella, via T. Minio, ingresso all’IIS Valle.
LETTURA ICONOGRAFICA:L’opera è sviluppata in verticale. Lo sfondo è completamente coperto di verde (di due tonalità), lo sfondo verde è realizzato con linee e piccoli cerchi “tono su tono” che vanno verso il centro dell’opera.
Sopra lo sfondo, partendo dal basso, si intravedono delle lettere dell’alfabeto, che diventano forme di colore blu scuro, e rosso.
Queste lettere hanno l’aspetto di “lingue” che si aprono, e si richiudono,
si intrecciano ricoprendo tutta la superficie , dal basso verso l’alto. All’esterno sono blu con macchie rosse, mentre l’interno di queste lingue, è completamente bianco con sfumature grigio scuro, cosa che permette a queste forme di avere un aspetto tridimensionale.
L’effetto finale è che sembrano apparire dal centro dell’opera e voler raggiungere lo spettatore.
Tra le “turbolenze” si sviluppa una figura “zoomorfa” (un animale), le parti che si intravedono di questa figura sono la testa, in alto a destra, mentre in basso si scorge una mano, che sembra porgere allo spettatore un uovo striato.
L’opera presenta un grande contrasto di colori; cosa che da una grande profondità e un forte effetto dinamico all’opera.
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Manuèl Carraro
TITOLO: non ha un nome
AUTORE: MADE514
DATA: FESTIVAL STREET ART abano terme 2019
Tecnica: spray e pennello
LUOGO: TETTO DELL’ALBERGO RITZ ABANO TERME ( pd).
LETTURA ICONOGRAFICA:È un’opera su di un pavimento di forma rettangolare con intorno una cornice bianca.Lo sfondo è di un colore neutro grigio chiaro sul quale sono state create delle spirali rosse con un segno sottile, evidenziate da un rosa pallido.In primo piano possiamo vedere teste di pesci in direzioni opposte e code bianche che escono ed entrano da forme concentriche tridimensionali e realistiche, questo sembra un fondo marino.
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Diana Carrare
TITOLO: non ha un nome
AUTORE:MADE514
DATA:estate del 2017
TECNICA: pittura murale con colori da parete e un pizzico di bomboletta spray.
LUOGO: Via Marche, 109,quartiere San Giovanni, Campobasso.
LETTURA ICONOGRAFICA:Sullo sfondo ci sono tanti spirali a forma di rosa di colore grigio e di varie dimensioni. Poi man mano che si guarda verso il centro possiamo vedere due animali cui corpi attorcigliati fra loro. Dell’animale si vede solo la testa, forse di un gatto di profilo che si trova al centro della composizione.Mentre con un occhio celeste che guarda con attenzione allato.Il gatto è bloccato da una sorta di serpente bianco striato di rosso.questo corpo ha linee morbide,sinuose che coprono tutto il muro.L’animale al centro sembra quasi sentirsi protetto da questo enorme corpo che lo avvolge.Attorno Ci sono piccoli sassi rossi che da la tridimensionalità,come se venissero da dentro l’abitazione e per fare questo hanno rotto i muri.In basso al dipinto si sono pezzi di cristalli come se cadessero dal muro.Si poteva vedere chiaramente i volti degli animali, felini feroci e adulti con corpi bianchi curvi e rossi come i cristalli.Da tutto quel accorciamento dei due corpi si possono dedurre due zampe, probabilmente del gatto.Al lato in alto c’è scritto “Fall Equinox”,in cui tredici artisti usano le loro esperienze personali e le questioni politiche dei rispettivi paesi per riflettere le emozioni per lo spettatore attraverso varietà di mezzi, tecniche e forme. Gli artisti usano il loro passato per creare nel presente. La loro vita, la loro religione, i loro sentimenti, i loro pensieri danno vita a pezzi meravigliosamente e accuratamente costruiti che ritagliano dall’anima umana ciò che significa lottare e incontrare il cambiamento. Gli artisti si concentrano su questioni che ruotano attorno a identità, religione, immigrazione e umanità.
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Emma Merlin
TITOLO:Time lapse (ladro di tempo)
AUTORE: Made514
TECNICA: manga
LUOGO:Padova (Cinema Altino)
LETTURA ICONOGRAFICA: Si sviluppa su un muro orizzontale. Lo sfondo è stato realizzato su due livelli: un livello di colore blu scuro che pare andare in uno spazio interstellare. da questo spazio interstellare si trova alla destra “un uomo” che fuoriesce da una specie di luce più chiara :a le gambe incrociate, indossa una tunica arancione, con un braccio in basso e l’altro rivolto verso il resto dell’opera. Il secondo livello è verde acqua fatto da inserzioni di forme esagonali che si staccano dal muro che separa dallo spazio interstellare. In questo secondo livello si trova uno spazio di “serpenti” realizzato con l’unione di molte firme di Made514 ed da una estremità (sinistra) tocca il sole, che con dei raggi gialli e arancioni lo fa sembrare esplodere. Ci ha messo 3 giorni per concludere quest’opera.
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Roulè, ovvero Andrea Andolina, nato a Padova, dove vive, è uno street artist italiano.
Come la maggior parte degli street artist si è dotato di un nome d’arte e non si sa bene per quale motivo lo abbia scelto.
Biografia
“Nell’89 quando ci fu la caduta del muro di Berlino, da qui ho cominciato a pensare che potevo dedicarmi a questa disciplina, il writing”
Negli anni l’approccio all’arte di strada si sviluppa attraverso la ricerca del lettering e condivide questa passione con la crew di cui fa parte, la EAD, (l’acronimo di Escuela Antiguas Disciples) formato da Joys, Made, Yama, Axe, Orion, Zagor ). Ben presto il gruppo viene utilizzato dalle amministrazioni locali con un intento di riqualificazione urbana. L’artista quindi nasce come writer, ma oltre ai graffiti su muro, si dedica all’illustrazione ed alla fotografia. In particolare l’artista risulta molto interessato alla fotografia che diventa un mezzo espressivo che utilizza in maniera molto personale.
Stile
Molto interessante è la ricerca che Roulè sviluppa attraverso la fotografia. Si tratta di veri e propri “miniset “ che l’artista allestisce in maniera minuziosa e che ricreano scene di vita di strada. Visivamente crea piccolissimi personaggi che con le loro ambientazioni ci fanno immaginare momenti quotidiani dell’artista di strada. Per quel che riguarda le opere su muro, invece, oltre al “tag”, l’artista si occupa di ripensare in maniera sempre creativa e originale una serie di furgoni ed automobili abbandonati che si sciolgono. Sono le cosiddette “pitture liquide” dove il soggetto principale dell’opera pur dipinto con una estrema nota realistica, in un secondo momento, poi, svela la sua natura di finzione perdendo il colore di cui è fatta. Vecchie automobili degli anni Cinquanta, furgoni francesi dalle carrozzerie improbabili, taxi inglesi, camper squassati, automobili americane grandi e corrose dalla ruggine: tutti in stato di abbandono, con indecifrabili scritte aggiunte alle carrozzerie e immancabilmente con gli pneumatici sgonfi. Roulè studia nel dettaglio questo tipo di soggetti che non appartengono proprio alla sua esperienza diretta, sono automobili di una altra epoca che probabilmente all’artista piace e a cui si dedica con la necessità di farla rivivere nella sua epoca.
In generale ciò che stupisce è il continuo cambio delle prospettive: le mini sculture sembrano scene a grandezza naturale, i furgoni sembrano veri, ma poi si sciolgono, nelle foto con le opere il protagonista sembra volare …
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Anna Cecchinato
TITOLO: non ha un nome
LUOGO: sui siti non viene specificato dove si trova
DESCRIZIONE: l’opera di Roule raffigura un camioncino di tre principali colori ovvero: giallo, azzurro e verde. Le ruote del camion sembra che si stiano sciogliendo come molte opere di questo artista. Questa opera viene disegnata su una normale tela invece che sui muri come molti altri street artist fanno. Il camioncino inoltre è ricoperto di tag, scritte e disegni e da l’impressione di essere stato esposto a varie condizioni atmosferiche abbandonato in qualche zona periferica.
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Filippo Marcenta
TITOLO: sconosciuto
LUOGO: sconosciuto
DATA: sconosciuta
Questa è un’opera fotografica di Roule. Per realizzare quest’opera, l’artista ha creato un mini set utilizzando piccole sculture. Ha riprodotto una scena urbana che forse racconta un episodio della sua vita. In questa fotografia c’è un uomo seduto su una struttura in legno. Lo spazio è delimitato dal nastro che segnala che ci sono lavori in corso. Ci sono due secchi di vernice blu che si sono rovesciati a terra e la vernice ha creato una scia che sembra un piccolo fiume. L’uomo è da solo e mi sembra triste ed è seduto su un muretto. Con questa fotografia forse Roule ci vuole dire che fare l’artista è difficile perché in certi momenti puoi pensare che nessuno capisca la tua arte
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Giacomo Schivon
ARTISTA: Roulè
TITOLO: Mini set che ricostruisce una scena di arte urbana
DATA: 2019
LUOGO: sconosciuto
TECNICA: Drop
L’opera è rappresentata su un muro in orizzontale e raffigura un furgone che si sta sciogliendo , da qui il nome drop una tecnica che rappresenta l’immagine che si scioglie in con gocce.
I colori sono rosa chiaro , arancione, rosso , nero e bianco.
Metà opera è ben definita e l’altra si sta sciogliendo.
Sul furgone c’è un tag , ossia un termine indicatore che rappresenta , in questo caso l’artista , infatti , il tag in questione è una R di Roulè.
Il van raffigurato sembra essere abbandonato , vedendo le condizioni in cui è messo , è un po’ impolverato e sporco.
I mini set di Roulè
Con una grande cura dei dettagli , Roulè , si dedica a creare dei mini set che poi fotografa.
In questa scena viene rappresentato un piccolo momento di arte urbana.
Per terra ci sono dei secchi di colore , scale e scatole , tutti oggetti che aiutano l’artista nella realizzazione dell’opera.
In questo momento l’artista , Roulè , sta dipingendo il suo enorme tag , una R gigante che prende quasi tutto il furgone.
Il furgone è molto spesso protagonista delle opere di Roulè.
L’opera sembra reale , anche solo guardando lo specchietto retrovisore del lato opposto riflesso sul finestrino.
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Tommaso Furlan
TITOLO = Van Drop
LUOGO = ristorante AMICI MIEI
DATA = giugno 2019
TECNICA = Airlite color, manipolazione di una foto
DIMENSIONE = il muro 12,0 m x 10,5 m
L’opera si trova lungo il muro, e lui sviluppò la composizione in orizzontale.
Durante la pre–produzione sceglie una foto e la manipola in laboratorio così che il furgoncino diventa originale e l’oggetto quotidiano assume una espansione ironica.L’opera è SITE SPECIFIC, cioè che indica un intervento che si inscrive in un preciso luogo e interagisce con l’ambiente circostante. Il camioncino in particolare interagisce con l’ambiente circostante, perché sembra fatto di gelato, che si scioglie e si collega al ristorante.Lui normalmente mescola varie tecniche, per questa opera ha utilizzato la tecnica italiana AIRLITE la cui pittura purifica l’aria.Il camion sembra essere fatto di gelato, di fragola e di vaniglia, che in seguito si scioglie, sul tettuccio c’è una ciliegia che sembra “proprio vera” di color rosso. Le gocce varie e grandi di diversi colori: rosa, giallo, pink, nero e soprattutto colori a pastello. Il colore più presente è il rosa chiaro. Il furgoncino è decorato al centro con una linea lunga viola, le gomme sono nere e il cerchione è rosa e si scioglie. Ci sono molti particolari soprattutto nella parte anteriore con il motore e il fanale anteriore tenuto da un palo grigio.Il TAG si trova sul lato destro in basso di colore grigio, applicato grazie alla tecnica dello “STENCIL”.
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Manuel Diserò
ARTISTA: Roulè
TITOLO: sconosciuto
DATA: 2019
LUOGO: sconosciuto
TECNICA: Drop
LETTURA ICONOGRAFICA:
L’artista padovano Roule ha realizzato quest’opera con l’utilizzo della tecnica “drop” e fa parte della serie Sign liquid che presenta una sequenza di automobili e furgoni vintage in stato di onirico abbandono. Il van in questione è sui toni del marrone, sembra stato a lungo esposto al passare del tempo di un’ immaginaria periferia ma, ad uno sguardo più attento, si capisce che questo veicolo non è altro che un immagine in dissolvenza e gocce di colore in libera caduta che si espandono. La carrozzeria del furgoncino è principalmente nei toni dell’ arancione (parte frontale e laterale inferiore) la parte posteriore è più scura, nei toni del marroncino ad eccezione dei parafanghi evidenziati con colori più chiari e con un marcato contorno atto a dare il senso del volume. Il fianco del furgone è evidenziato da una larga striscia bianca che parte dal primo all’ultimo finestrino e salta all’occhio per il forte contrasto di colore. Soprattutto il tettuccio c’è un grosso spessore di colore bianco con sfumature e qui, nella parte anteriore, c’è un secchio rovesciato di cui vediamo la parte laterale e il fondo. Attraverso i grandi vetri trasparenti del furgone notiamo che all’interno vi è lo stesso materiale chiaro del tettuccio che sembra sia colato da sopra. Le ruote sono nere con i cerchioni interni grigi, sia la parte interna che esterna si sta sciogliendo. Nella parte bassa del muro, quasi centrale, si intravede un cespuglio verde e quella che sembra una scala rovesciata orizzontalmente o una panca. Il camioncino è realizzato con molta cura nei dettagli, lo vediamo nella minuzia dei particolari quali lo specchietto retrovisore, la resa dei vetri eccetera.
finestrino.
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Tony Gallo, pseudonimo di Alberto TONELLO (Padova, 1975), è uno street artist italiano.
Come la maggior parte degli street artist si è dotato di un nome d’arte e non si sa bene per quale motivo lo abbia scelto.
Biografia
Il suo percorso artistico comincia come musicista suonando come componente della band Stato Bardo come chitarrista. Ex rocker, a partire dal 2008 si avvicina al mondo della pittura, una passione sempre portata avanti negli anni e che arriva poi a colmare un vuoto dopo lo scioglimento del gruppo.
“Ho fatto parte di una band ed ancora adesso faccio il parrucchiere, sono tutti mestieri cui mi sono dedicato con creatività”
“Dice di aver fatto il percorso inverso rispetto ad uno street artist tradizionale. Io non sono mai stato writer, ho cominciato dalle tele. Comincio sempre dal disegno, ho cominciato a travestire degli uomini con cappelli da gatto, da animali.”
Stile
” I soggetti partono dalle mie emozioni, mi interessano gli animali e la natura. Nelle mie opere l’essere umano, come in una seconda pelle, ha la possibilità di mimetizzarsi nella natura prendendo le sembianze di un animale o di un albero, mantenendo intatti però i sentimenti, le emozioni, i valori dell’uomo. Questa ricerca artistica è diventata per me l’addentrarsi in un viaggio magico da cui ho tratto una prima lezione importante, ancorché apparentemente contraddittoria: bisogna oltrepassare sempre la realtà, al contempo guai a fidarsi delle apparenze. Amo pensare che la mia espressività artistica susciti in chi la osserva reazioni e sentimenti di curiosità, perché nasce dalla necessità profonda di esplorare un mondo fantastico che solo a pochi è dato conoscere, e mi piace credere che attraverso di essa qualcuno possa scorgerlo. I miei soggetti si travestono di colori accesi per essere meglio accettati, ma al contempo non temono il giudizio perché sfoggiano una segreta personalità atta a scavare nelle emozioni delle persone con cui interagiscono.”
“In questi anni d’arte mi sono ispirato, tra gli altri, al pittore e disegnatore australiano Anthony Lister
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Simone Mistrorigo
AUTORE: Tony Gallo
TITOLO: anonima
LUOGO: V. Gustavo Modena, porta di un asilo, Padova
TECNICA: graffito su muro
LETTURA ICONOGRAFICA
Secondo me quest’opera assume significati molto importanti come quello del cellulare e dei social , tema molto legato al presente del giorno d’oggi; molte persone spesso si conoscono attraverso questi mezzi e spesso non assomigliano minimamente alla realtà.
In quest’opera sono rappresentati due ragazzi di giovane età:il ragazzo ha i capelli blu,il viso allungato con una bocca sottile come fosse un taglio, e indossa una maglia a righe orizzontali rosse e gialle.La ragazza ha i capelli rosa, il viso allungato occhi sempre ridotti come dei puntini,ha un becco al posto del naso, inoltre , indossa anche lei una maglia decorata con croci nere e pallini gialli su di uno sfondo verde/viola. Essi comunicano attraverso due bicchieri collegati da un filo.A parer mio il becco rappresenta il modo di comunicare di certe persone che non vivono la vita vera, ma solo attraverso i social, infatti con il becco non si può riuscire a comunicare del tutto i propri sentimenti e le proprie emozioni. A parer mio l’uso dello sfondo bianco all’interno da parte dell’artista potrebbe rappresentare l’esistenza di un mondo parallelo dove esistono solo i due ragazzi.
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Icaro Marchetti
TITOLO: L’amore di un albero
DATA: realizzato nel 2018
LUOGO: bar Pier 88 (bassanello)
TECNICA: ha usato vari strumenti (bombolette spray ,pennelli)
ICONOGRAFIA: È un opera creata dallo street artist padovano TONY GALLO .
Il murales si trova al bassanello sulla facciata dell’innovativo bar Pier88 che si inalza proprio sul lungo argine. il soggetto rappresentato nel dipinto è un giovane ha un cappuccio giallo con punti rossi, una bandana gialla , una t-shirt a strisce azzurre e rosa dei pantaloncini rossi con macchie rosa delle calze alte a strisce azzurre e blu e delle scarpe rosse.
Lo sfondo del murales è verde scuro che va in contrasto sia con il marroncino dei tronchi sia con i vivaci colori usati per dipingere gli abiti del bambino. Il ragazzo siede su un ceppo di albero e sta abbracciando un albero su cui è inciso un cuore. Riguardo il significato non sono riuscito a trovare nulla. In questa opera Tony Gallo esprime tutto il suo amore per la natura
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Luna Manigrasso
AUTORE: Tony Gallo
TITOLO: Le quattro stagioni
TECNICA: Aclilico su muro
DESCRIZIONE: Quest’oper si trova in via saonara ( nel parcheggio dell’ ipercity; si possono notare due bambini con un’ aspetto che ricorda un’ animale di peluce. Quello a sinistra indossa una felpa rosa a pua, nel volto ha un grande becco arancione, indossa dei pantaloni a rige verdi e rosse, in mano ha una forbicie è un foglio ritagliato a forma d’ ucello. La bambina a destra invece indossa una felpa gialla con dei piccoli fiori dordò, ha dei capelli rosa , indossa dei pantaloni verdi e delle scarpe rosse.
Lo sfondo è azurro e sembra essere stato dipintoa pennellate (da notare i bordi dello sfondo), poi ci sono degli ucelli di carta che danno l’impressione di essere attacati nello sfondo, accanto alla bambina c’ è un secchio e un penello (con cui a dipinto lo sfondo)
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Christel Encajonado
AUTORE:TonyGallo
LUOGO:Quartiere Osvaldo Padova
DIMENSIONI:Opera su muro,l’immagine si sviluppa in orizzontale
DATA:Finisce l’opera il 19 Giugno 2019
LETTURA ICONOGRAFICA
Tony Gallo ha scelto un racconto che si intitola Cappuccetto Orso chesi sviluppa in orrizzontale per intero con lo sfondo degli alberi stilizzati marroni senza foglie e un cielo sereno. I personaggi sono due, uno édisteso con le mani sulla faccia e nonostante abbia un corpo da uomo (con pantaloni azzurri con piccoli quadratini e maglietta a righe gialla e verde con un fazzoletto bianco a pallini colorati) in realtà ha un volto animalesco:con il muso e occhietti ridotti a due puntini. Questa specie di orso viene consolato da cappuccetto rosso che ha capelli blu e un finto becco sul viso, tiene in mano un peluche di lupo e pare di averlo perso perchè a sinistra c’é un suo ritratto con scritto missing
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Alessio B, pseudonimo di Alberto (Padova, 1971),è uno street artist italiano.
Come la maggior parte degli street artist si è dotato di un nome d’arte e non si sa bene per quale motivo lo abbia scelto.
Biografia
Scopre la Street Art a sedici anni, affascinato dai lavori di stencil art di Blek le Rat, che lo incuriosiscono durante un viaggio a Parigi, e di Banksy. Inizia quindi a dipingere come autodidatta eseguendo lavori ad olio su tela, utilizzando anche la spatola, e si specializza nell’esecuzione di ritratti. Si iscrive alla Facoltà di Architettura a Venezia, dove studia i classici e i contemporanei; nello stesso periodo frequenta Emilio Vedova, che lo incoraggia a sperimentare nuove tecniche esecutive.
“Grazie alle persone che ho conosciuto ed alle esperienze che ho fatto .. sono arrivato a capire che l’arte non può restare chiusa in un museo. A proposito a Berlino c’è il primo museo di street art, e un quartiere con opere di 450 artisti .. Dovremmo prendere ad esempio realtà come questo”
Stile
Il lavoro di “preproduzione” è per Alessio B molto importante. Viene realizzato prima il disegno con le ombreggiature, poi più di una maschera in modo da poter lavorare con il chiaroscuro direttamente sul muro. La maschera viene realizzata in varie dimensioni a seconda della grandezza e del muro su cui vuole lavorare. Si tratta di un lungo lavoro, rispetto al quale l’esecuzione risulta più immediata perché ogni singolo livello di chiaroscuro va intagliato. Alessio B sottolinea di avere lavorato anche ininterrottamente per giorni ad uno stencil perché riuscisse secondo l’effetto voluto.
L’artista sottolinea di aver coltivato l’aspetto della creazione delle sue opere spesso di giorno, anche perché la notte doveva realizzarle.
Negli anni l’artista percorre diversi sentieri espressivi: dalle tele dipinte con colori spray utilizzando stencil per la creazione delle immagini in negativo fino alla realizzazione di immagini su tavole precedentemente intonacate. Alcuni dipinti su carta e sculture in vari materiali sono, invece, ricoperti di immagini tratte da giornali o manifesti pubblicitari e poi “laccate” con un materiale che, solidificando, “fossilizza” l’opera quasi congelandola per poterla trasmettere ai posteri.
Con le sue immagini – bambini che si tengono per mano, che disegnano un cuore sul muro, che guardano sognanti il cielo stellato, la Monnalisa in smoking con le mani in tasca che sorride ironicamente – e le sue frasi caratteristiche – FOLLOW YOUR HEART, ART IS NOT A CRIME , IKONA – l’artista ha tappezzato i muri delle città di mezzo Mondo.
“Io utilizzo molto i bambini perché arrivano in maniera più diretta”- dice l’artista che aggiunge-“l’artista non deve essere necessariamente trasgressivo, si può protestare anche contro eventi importanti come la guerra in Siria ma senza prendere una parte politica o l’altra …l’arte è un forte mezzo di comunicazione che può aiutare a pensare” ed aggiunge “Mi sento arrivato quando ho reso felice per 5 secondi una persona. Se ho strappato un sorriso ho fatto bene il mio lavoro, che non è un lavoro. Ad esempio ho interpretato come tanti la Monna Lisa. Me la porto dietro come un marchio di fabbrica.”
L’esecuzione di una sua opera è sempre legata all’immediatezza, ma dietro c’è uno studio accurato del soggetto, che passa dalla realizzazione di un bozzetto e dalla progettazione minuziosa degli stancil, fino al loro intaglio, in ogni più piccolo particolare: è proprio la sovrapposizione di queste maschere a permettere di realizzare la tridimensionalità dell’opera nella sua completezza
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Francesco Lepore
TITOLO: Blow with Sinapsi
LUOGO: Corso Stat uniti
DATA: Realizzata 11 settembre 2018, al Festival StreetArt ad Abano Terme
DIMENSIONI: è di 10metri x 20metri
ICONOGRAFIA: L’opera si sviluppa in orizzontale, lo sfondo è di un colore blu intenso, in primo piano si vede una bambina, vista di profilo, con una treccia. La bambina è rappresentata a metà busto, con le due mani tiene il fiore di tarassaco, fiore su cui soffia. La bambina è in bianco e nero, mentre il resto è molto colorato. Il rosso scelto per la ragnatela è in netto contrasto con lo sfondo blu. Alessio B ha collaborato con Zero mentale
Manrico Baldo alias Zero Mentale. Zero Mentale è un concetto di ri-nascita, di ri-appropriazione, di distacco dalla formazione espressiva dell’artista. L’artista predilige i pannelli in legno medio density di 1 metro x 1 metro. Zero Mentale diventa una filosofia di vita
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Emma Favero
TITOLO=Peace
DATA=2015
AUTORE=Alessio B
LUOGO=Prato della Valle
TECNICA=Murales realizzato con stencil
LETTURA ICONOGRAFICA
Una bambina indossa un kefia,il volto non si vede perché il foulard copre completamente il capo, lasciando intravedere solamente gli occhi.La bambina è rappresentata in primo piano,a mezzo busto e indossa una maglia larga nera.Con una mano fa il segno di evviva, con l’altra tiene un pennello.Non ha un espressione allegra,nonostante l’età, il segno che fa e il pennello in mano.Non sembra proprio che la scritta che ha fatto (peace),sia stato un gioco…
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Maria Viktoria Ihnatov
TITOLO: Look at the star
LUOGO: muro palazzo Sacra famiglia
LETTURA ICONOGRAFICA: Il casco copre I capelli di una bambina. Si vede molto bene il viso. La bambina ha lo sguardo rivolto verso l’alto ed ha una espressione felice, ma riflessiva. A dare questa impression è anche la mano che raggiunge il viso con l’indice sulla guancia e il resto della mano chiusa. La posa è tipica del pensatore. La bambina si trova quindi nello spazio ed il tubo che le scende dalla parte sinistra, ne alimenta l’ossigeno. La bambina è rappresentata fino al busto, con indosso una maglia bianca a mezza manica. Per la bambina l’autore volontariamente non ha usato I colori e l’ha caratterizzata solo mediante il bianco della maglietta e una scala di grigi per la pelle delle braccia, del viso e del casco. Il contrasto fra la bambina e lo sfondo è netto. Dietro alla protagonista un cielo di stele bianche su di uno sfondo Azzurro che verso il basso diventa rosa.
Curiosità: le stele si illuminano al buio e sono in omaggio alla cappella degli scrovegni
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Alessia Raho
TITOLO: “HOPE”
TECNICA: Stencil
LUOGO: Quartiere Arcella
ICONOGRAFIA: L’ opera raffigura la Nike di Samatracia, cioè la statua di una giovane donna con dietro le spalle un paio di ali.
La donna è senza testa e senza braccia; indossa una tunica di tessuto molto leggero che con l’effetto del vento segna le curve della donna e crea molte pieghette.
Il petto si protrae in avanti mentre la gamba sinistra rimane più indietro rispetto alla gamba destra.
Il colore di base è il grigio i punti di luce sono bianchi mentre le zone d’ombra sono nere.
Sopra il collo ci sono delle macchie de colori primari.
In alto c’è la scritta d’orata e in maiuscolo “HOPE” cioè speranza.
Quest opera è stata realizzata con la tecnica dello stencil su un armadio elettrico bianco tendente al grigio.
SIGNIFICATO: La Nike di Samatracia fu originariamente creata per celebrare la vittoria di una battaglia; Alessio B. ha voluto riprodurre la Nike come simbolo di speranza
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Massimiliano Malosetti
TITOLO=Monna Lisa
DATA=2015
AUTORE=Alessio B
LUOGO=Prato della Valle
TECNICA=Murales realizzato con stencil
LETTURA ICONOGRAFICA
L’opera rappresenta la Monna Lisa di L. Da Vinci. Il volto è ripreso dal celebre dipinto. Il corpo è quello di un uomo elegante che indossa giacca e pantaloni eleganti. La figura è priva di colori: in bianco e nero. Il viso è femminile, mentre l’abbigliamento è tipico da uomo. L’opera non è fatta con lo stencil, ma è un poster pronto incollato sul muro.
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Published: Mar 23, 2020
Latest Revision: Apr 2, 2020
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