La 3 A Walt Disney al tempo del Coronavirus by nika belli - Ourboox.com
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La 3 A Walt Disney al tempo del Coronavirus

  • Joined Apr 2020
  • Published Books 1

 

 

Questo e-book è stato realizzato

dalla maestra Nika

con le fiabe e le storie fantastiche scritte dai suoi alunni

della 3 A Walt Disney

 per combattere e vincere

il nemico Covid-19 .
Un  nemico terribile che ci ha portato via

la scuola ed il piacere di stare insieme ,

di giocare insieme ,

di abbracciarci ,

di lavorare e collaborare

uno accanto all’altro.

2

 

           COVID-BUSTERS

 

Molti anni fa, una trentina di agenti segreti provenienti da molto lontano si intrufolarono nella nostra città in incognito. Avevano con loro delle fialette contenenti un pericolosissimo virus verde creato in laboratorio da persone cattive che poteva paralizzare come delle statue chi lo toccava o lo respirava.  Con una telefonata alla centrale di polizia minacciarono di spargere il virus dappertutto se entro le ore 22:00 del giorno successivo non avessero ricevuto le chiavi della città.

Le autorità attivarono lo stato di crisi e convocarono tutti i maggiori esperti di virus, tra cui due giovani ingegneri chimici, molto promettenti perché avevano costruito dei macchinari di ultima generazione per raccogliere e isolare i virus.

I cattivi agenti segreti avevano già buttato una fialetta a scopo dimostrativo nella biglietteria della stazione della metropolitana e tutti i presenti si erano pietrificati.

Si era creata una nuvola di fumo verde e puzzolente che aveva fatto scappare chi ci era riuscito e aveva seminato il panico tra tutti. I medici intanto avevano già denominato questo virus “Covid”.

I due giovani, che si facevano chiamare con dei nomi in codice A.e.d.o. ed A.mck, arrivarono a tutta velocità con un nuovissimo “carro armato antiCovid” e lo parcheggiarono fuori dalla biglietteria.

Poi entrarono bardati con le loro tute  bianche, visiere protettive e le mascherine sul viso; in mano avevano gli “aspiraCovid” da loro realizzati e aspirarono, con il loro zaino protonico, tutte le tracce di virus in sicurezza. La gente applaudì e loro si sentirono degli eroi.

Allora i cattivi si arrabbiarono e andarono all’aeroporto. Buttarono delle fialette qua e là e ci fu di nuovo il panico. Qualche persona stava già male perché aveva respirato il fumo del virus e qualcuno era fermo come una statua nel corridoio.

La polizia e gli esperti intervennero con protezioni e attrezzature e ancora una volta interpellarono i nostri giovani covid-busters A.e.d.o. ed A.mck  che ripulirono bene l’aeroporto grazie alla macchina di loro invenzione.

Successivamente gli agenti segreti si ritirarono e sparirono dalla circolazione. Ma il tempo per consegnare le chiavi della città stava per scadere.

La polizia, i governanti e la comunità scientifica si riunirono per studiare le contromosse ma non sapevano dove trovarli!

I due giovani ingegneri avevano un amico di nome Archimede che tutti consideravano fuori di testa perché inventava cose strane, ma non era vero: secondo loro era un genio! Andarono da lui e gli chiesero di creare in poche ore un rilevatore di puzza per rintracciare le fialette di Covid nel momento in cui venivano aperte per far uscire il virus. Lui fu contento di aiutarli.

Con questa macchina andando in giro per le strade della città individuarono il covo degli agenti segreti e mandarono la polizia per catturarli. Gli agenti segreti si trovavano nella zona industriale, in un capannone abbandonato e stavano spargendo centinaia di fialette perché il tempo era ormai scaduto e non avevano ricevuto quel che chiedevano.

Man mano che si avvicinavano ai terroristi vedevano persone già paralizzate e altre scappare in cerca di aiuto: bisognava fare in fretta!!!

I nostri coraggiosi protagonisti a bordo del loro carro armato “antiCovid” intervennero appena in tempo ripulendo la zona con il loro zaino protonico e intrappolando tutte le tracce di fumo puzzolente rilasciate dal virus.

Intanto la polizia arrestò gli agenti segreti e le persone colpite vennero portate in ospedale. Fortunatamente la paralisi durava solo 12 ore e poi gli effetti svanivano!

I due giovani ingegneri brindarono con il loro amico Archimede e furono premiati dal sindaco della città che fece organizzare una grande festa in loro onore per tutti i cittadini.

Da quel giorno Archimede fu considerato un grande inventore e i due giovani rimasero a disposizione della polizia come esperti sotto copertura: in fondo era sempre stato un loro sogno, che da quel momento si avverava.

 

 

Edo Lamarca e

Andrea Turolla

 

3
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“UNITI CONTRO COVID”

 

 

C’era una volta un mondo lontano dove le persone lottavano tra loro e si arrabbiavano facilmente.            In quel luogo aveva pensato di abitare anche un orco di nome Covid.                                                                        Lui era il più cattivo di tutti. Catturava gli altri, grandi e bambini, e li rinchiudeva in una torre alta, incantandoli con un incantesimo che prendeva tutto il corpo e li faceva ammalare.  Per catturarli l’orco offriva un dolcetto al cioccolato a tutti quelli che trovava per strada e quando loro si avvicinavano per assaggiarlo, il profumo del dolcetto entrava dal naso e dalla bocca per mandare l’incantesimo in tutto il corpo.                      C’era solo un modo per non essere catturati: restare a casa.                                                                                    Ma le persone che non avevano capito molto bene e quelli più furbi che credevano di uscire senza problemi venivano catturati da Covid.                                          Tutto pian piano diventava deserto.                                  Un giorno passava di là una bella guerriera di nome Sofia che era la protettrice delle regole.                          Lei aveva ordinato a tutti di rimanere a casa e con una pozione magica era salita sulla Torre e aveva sconfitto l’orco Covid, liberando tutti dall’incantesimo.                Da quel giorno tutti avevano capito che tutti uniti e rispettando le regole, il mondo era più bello.                    E vissero tutti felici e contenti.

 

Benedicta A. e Aurora P.

5
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La malattia Coronadraghi

 

In una città molto lontana di nome Fantasia, abitavano due fratellini che si chiamavano Matilde e Marco.          Erano due bimbi speciali perché avevano un ciondolo d’oro, regalato dalla mamma, che possedeva il potere di farli entrare in un mondo tutto loro di nome “Mondo Arcobaleno”.                                                                    In una notte di luna piena il ciondolo iniziò a funzionare male a causa di troppa energia e si aprirono due portali da cui uscirono un drago cattivo nel mondo reale ed un drago buono nel mondo Arcobaleno, quello in cui riuscivano ad andare i due fratelli.                                    La mattina dopo arrivò una nuova componente del mondo Arcobaleno, la fata Carlotta. Matilde e Marco volevano far vedere alla fata che il loro mondo stava diventando tutto cupo e nero, quando arrivò un drago che gli disse: – Io sono il drago Vansel e il mio fuoco provoca una malattia contagiosa; ma non sono qui per contagiarvi, ma per dirvi che il mio capo Covid è il drago che è arrivato da voi e vuole trasmettere la malattia Coronadraghi in tutto il mondo!  Fate attenzione perché è malvagio e cattivo , ma si può sconfiggere con l’acqua magica che lo disintegra!          Fata Carlotta aggiunse : – Anche io posso aiutarvi dandovi quattro oggetti magici : mascherina magica, corde magiche, un’armatura ciascuno e soprattutto l’acqua magica!                                                            Prima di partire i due fratellini fecero delle domande a Vansel per riuscire ad intrappolare Covid : – Da dove venite? Qual è il piatto preferito da Covid ?.                   Il drago rispose: – Veniamo da Dragolandia ed il piatto preferito da Covid è il sushi.                                              I bambini poi chiesero un ultimo favore alla fata : – Fata Carlotta ,per favore, puoi far comparire del sushi ed una gabbia per Covid?                                                      La fata li accontentò.                                                          Matilde e Marco per attirare Covid buttarono del sushi nella gabbia ed appena lui entrò lo rinchiusero e lo portarono nel Mondo Arcobaleno.                                Appena Covid smise di mangiare si accorse di essere stato imprigionato, così iniziò a sputare fuoco per la rabbia, ma per fortuna i due bambini non si fecero niente grazie alle armature.                                              Ora  dovevano fermare le fiamme contagiose mettendogli la mascherina magica, così andarono a chiamare tutti gli abitanti di Mondo Arcobaleno. Questi appena arrivarono fecero dei nodi stretti alle zampe di Covid con le corde magiche, perché non si muovesse o tentasse di scappare, mentre Marco e Matilde gli spruzzarono l’acqua magica che dopo un attimo lo fece disintegrare.

 

 

Stella P. e

Giulia P.

 

7
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ROBIN E COVID

 

C’era una volta un bambino di nome Robin.                    Robin aveva otto anni, aveva i capelli castani e ricci, gli occhi neri dallo sguardo furbo ed intelligente.                Robin aveva anche dei poteri magici: non solo riusciva a vedere cose che le altre persone non riuscivano a vedere, ma riusciva a fare anche incantesimi.                In quel periodo stava succedendo una cosa strana , molta gente si ammalava e i dottori non riuscivano a capirne la causa.                                                              Così un giorno Robin , passeggiando per le vie della città, vide un piccolo animaletto a forma di pallina con una piccola coroncina.                                                      Robin gli chiese come si chiamava e che cosa stesse facendo nella sua città. L’animaletto rispose: – Sono Covid, sono arrivato dal cielo e qui contagerò tutte le persone.                                                              Dopodiché Covid sbottò in una malefica risata.              Robin allora fece un incantesimo su di lui e lo rispedì da dove era  venuto .                                                        Così tutti ringraziarono Robin e la gente non si ammalò più.

Elena R, e Katyusha U.

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IL VIRUS INVISIBILE

 

C’era una volta un bambino di nome Gigi che viveva con i suoi genitori che si chiamavano Anna e Luca. Gigi era un bambino sempre sorridente, dal carattere molto felice e allegro, circondato di amici con cui giocava spesso al parco.

Una mattina Gigi si alzò per andare a fare colazione in cucina, ma si accorse che la colazione non era pronta e i genitori erano ancora nel letto.                                        Era molto insolito , qualcosa di strano stava succedendo alla sua famiglia.                                            Gigi scoprì che i suoi genitori stavano molto male e avevano contratto purtroppo un brutto virus dal nome COVID19 che li aveva fatti ammalare, togliendo loro tutte le forze.                                                                Gigi, volendo aiutare i suoi genitori in questo momento di difficoltà e sofferenza, decise di rinunciare a uscire e giocare con i suoi amici al parco per dedicarsi di più alle faccende domestiche; per esempio iniziò a preparare la colazione, imparò a riordinare la sua cameretta, a stendere i panni, lavare i piatti…

Col passare del tempo Gigi si sentiva sempre più stanco e tanto solo, perché i genitori non potevano più badare a lui , non poteva più giocare con gli amici e non poteva neanche più vedere i nonni.

Una notte, non riuscendo a dormire, perché era molto preoccupato della salute dei genitori, andò in soffitta e si mise a cercare nella scatola dei giochi di quando era molto piccolo e trovò un libro intitolato “La forza dei draghi”. Incuriosito dal titolo, incominciò subito a leggerlo. Ma dopo pagine, stanco e sfinito, si addormentò in un  sonno profondo. Iniziò a sognare e nel sogno gli comparve uno dei draghi del libro.

Il drago gli disse: “Ciao Gigi,mi chiamo Victory. Ti vedo molto triste e preoccupato, che cosa ti succede?”

Gigi rispose: “I miei genitori sono malati da tanto tempo e io non riesco a trovare una cura medica. Mi puoi aiutare?”

Il drago lo rassicurò dicendogli: “Sì, certo! Sono qui per questo! Ti aiuterò molto volentieri. Devi sapere che il mio fuoco può sconfiggere qualunque cosa! Adesso riposati amico mio e vedrai che tutto andrà bene!”

Il mattino seguente Gigi si svegliò presto come le altre mattine per preparare la colazione ma  trovò i suoi genitori seduti a tavola in cucina che lo stavano aspettando per mangiare insieme, ed erano felici e radiosi come non mai!

Finalmente il Covid-19 era stato sconfitto dal suo super amico: il drago Victory!!!

 

Andrea B. eTomas G.

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 IL CONIGLIO DI PASQUA E IL ROSPO CORONAVIRUS

 

#AndràTuttoBene

 

 

Tanto tempofa in un bosco viveva un coniglio di Pasqua. Era bianco, con lunghe orecchie e pelo morbido come la lana. Lui era sempre bravo e gentile.

In primavera era molto indaffarato a decorare le uova che la notte di Pasqua nascondeva nel bosco. La mattina di Pasqua gli animali del bosco facevano la gara a chi ne trovava di più e poi le dividevano tra loro. Un giorno arrivò un rospo grosso e tondo, color verde scuro che portava in testa una corona, si chiamava Coronavirus.

Il terribile Coronavirus aveva un sacchettino con dentro della polvere magica. La sparse sui sentieri del bosco e tutti gli animali iniziarono ad ammalarsi. Quando un animale sano ne incontrava uno malato, quello sano si ammalava subito. Gli animali impauriti restavano chiusi nelle loro tane.

Il coniglio di Pasqua ebbe un’idea, uscì di notte, perché di notte non c’era nessuno.

Il suo piano era geniale, aveva messo nelle uova un bigliettino con scritto “Domani mattina tutti insieme sconfiggeremo il rospo Coronavirus. P.S. Tutti quanti costruitevi delle mascherine con le foglie e le ragnatele”.

La mattina seguente si ritrovarono tutti insieme davanti alle loro tane.

Il duello fu difficile, ma il coniglio con un calcione scaraventò Coronavirus nel ruscello del villaggio.

Il rospo perse la corona malvagia che gli aveva messo un mago cattivo e disse: «Grazie coniglio di Pasqua, mi hai finalmente liberato dall’incantesimo del mago Crudelix»

Da quel giorno il rospo diventò bravo e gentile con tutti, come era prima, quando non aveva ancora la corona in testa.

Per quella vittoria ci fu una festa a base di cioccolato al latte, fondente, bianco e alle nocciole.

Da quel giorno vissero tutti felici, contenti e amici.

 

 

Federico P.

 

 

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Il sortilegio di Covid

 

Tanto tempo fa, in un paese brutto e desolato c’era uno stregone che voleva vendicarsi delle persone che l’avevano esiliato dal Regno delle Fiabe: il suo nome era Covid.

Un giorno prese il suo amuleto, vi scagliò un maleficio e lo teletrasportò nella sua vecchia torre nel Regno delle Fiabe, in attesa che qualcuno lo trovasse.

Molti anni dopo una bambina di nome Bianca stava giocando con il suo aquilone che finì sul tetto della torre di un mago ormai dimenticato.

Bianca si fece coraggio ed entrò nella torre per recuperare il suo aquilone.

Quando fu dentro vide una scatola, si avvicinò e la aprì: dentro c’era un amuleto bellissimo.

Bianca spinta dalla tentazione lo prese, recuperò il suo aquilone e se ne andò, senza sapere di aver dato inizio al sortilegio dello stregone Covid.

I giorni passarono e Bianca aveva mostrato a tutti il suo amuleto, ma un giorno avvenne qualcosa di molto strano: il dito di Bianca era diventato di pietra e la stessa cosa stava accadendo a tutti i suoi amici.

A quel punto Bianca decise di andare a chiedere consiglio alle fate curative. Le fate erano confuse, ma parlando con Bianca vennero a conoscenza dell’amuleto e capirono che era stato stregato dal perfido Covid.

La faccenda divenne seria perché tutti quelli che avevano avuto contatti con Bianca e i suoi amici stavano diventando di pietra, ma le fate trovarono il metodo per sconfiggere il sortilegio: restare a casa e stare a un metro di distanza dagli altri.

Le fate trovarono anche l’antidoto e in tre mesi tutti guarirono.

Fu un periodo lungo e difficile e tutti diedero il proprio contributo per sconfiggere il sortilegio dello stregone e far tornare il Regno delle Fiabe felice e sereno, anche più di prima.

  

 Greta  Z. e  Francesco D.

 

 

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Viaggio al centro del virus

 

C’era una volta , in un piccolo paesino un dottore di nome Ben, che combatteva il Covid-19: un terribile virus che uccideva la popolazione. Covid-19 era piccolo, furioso e pieno di pori!                                                      Un giorno Ben decise di andare dal suo amico scienziato di nome Artur  Minimei.                                  Artur era alto, magro e in testa aveva solo due ciuffetti di capelli sopra le orecchie. I suoi occhi sprizzavano intelligenza, la sua bocca era piccola e con tanti denti bianchissimi; indossava un lungo camice e dei pantaloni blu.                                                                Dopo avergli esposto il problema, il suo amico Artur gli donò , per salvare la popolazione, il Covid-distuctor: un marchingegno capace di distruggere il grande tiranno Covid. Lo scienziato disse a Ben :- Vai alla porticina nel grande albero in mezzo al parco, apri la porticina e vai a sconfiggere Covid-19.                                                    Ben annuì e si diresse verso il parco. Arrivato al grande albero, Ben aprì la porta e subito scivolò dentro un grande tubo, pieno di curve e rettilinei. Alla fine del tubo Ben si accorse di essere arrivato in un boschetto molto buio al di là del quale vide il castello di Covid-19. Si incamminò, entrò nel castello e salì una scala a chiocciola fino a che giunse davanti ad una porticina su cui era scritto “Covid-19”. Entrò nella stanza e lo vide di spalle.                                                                        Provò ad attaccarlo con il Covid-distructor , ma lo mancò. Intanto Covid che si era accorto dell’intruso cercò di infettarlo, ma non ci riuscì.                              Dopo una lunga battaglia Ben risultò vincitore e salvò il pianeta.                                                                          Quando tornò a casa ci fu una grande festa con dolcetti ed acclamazioni. Così tutti vissero felici e contenti.

 

Ettore C. e Alessandro V.

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La vendetta del pianeta Terra

 

C’era una volta sul pianeta Terra, tanta gente che non si preoccupava di avere cura né del pianeta né degli altri abitanti. Queste persone si comportavano male: inquinavano con le loro auto, non si curavano dei mari e lasciavano le strade sporche di rifiuti difficili da smaltire. Non avevano tempo per nessuno; conducevano una vita frenetica, sempre in auto o al telefono o ore ed ore al lavoro ….                                      Così perdevano momenti prezioso di vita con i loro figli e le loro famiglie.                                                              La Terra ad un certo punto, stanca di vedere e sopportare tutto questo decise di far fermare tutto con un piccolo ed invisibile virus dal nome importante Corona, detto Covid 19.  Apparentemente questo virus sembrava solo una semplice influenza, magari un po’ più forte, ma all’improvviso tutto cambiò. Il futuro degli uomini cambiò: la tv disse loro di stare a casa, lontano da tutti, così si chiusero uffici negozi, bar , ristoranti.  La gente cominciava ad ammalarsi, gli ospedali non avevano più posto per mettere le persone bisognose di cure, dottori e infermieri stanchi continuavano senza sosta ad occuparsi di loro stando lontano dalle loro famiglie, con la paura di venir contagiati ed ammalarsi anche loro.                                                                        Il Covid 19 faceva molta paura, stava uccidendo molte persone ma all’improvviso arrivò un dottore, un super eroe; in realtà era un grande scienziato che creò un vaccino-cerotto che appena messo faceva guarire tutta la gente.                                                                  Intanto però tutti gli abitanti della Terra per aiutare i medici ed impedire che altri si ammalassero si impegnarono a stare a casa per poter poi tornare a vivere tutti felici e contenti.

Beatrice e Rebecca P.

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GIORGIO VS COVID

C’era una volta un bambino di nome Giorgio che non ascoltava mai la sua famiglia perché nonostante i richiami lui continuava a giocare ai videogiochi.            A forza di giocare era anche diventato molto abile e raggiungeva livelli altissimi, ma pur di giocare rinunciava anche ad uscire e ad incontrarsi con gli amici, trovando la scusa che d’estate faceva troppo caldo o d’inverno faceva troppo freddo.                    Perfino il giorno di carnevale, quando c’era la sfilata dei carri e lui avrebbe dovuto scegliere il vestito con cui mascherarsi, fu incuriosito da un videogioco chiamato Covid ed incominciò a giocarci.  Giocò e giocò così tanto che si dimenticò del carnevale. Il gioco, molto di moda tra i ragazzi, proponeva di sfidare Covid,un virtuale compagno di videogioco. Tra i bambini si diceva anche che era un gioco pericoloso perché ti trasportava in un’altra dimensione,ma lui incurante di ciò continuò a giocare dimenticandosi anche del carnevale.                    Improvvisamente incominciò a vedere delle lucine che gli giravano intorno e lo fecero entrare nel mondo virtuale del gioco. Il gioco consisteva nel sopravvivere al cattivo Covid sconfiggendolo. Così Giorgio iniziò ad affrontare livelli sempre più difficili, ma quel mondo era così reale che incominciò ad avere paura e a sentirsi solo. Quando arrivò ad affrontare il cattivo Covid, capì che doveva vincerlo se voleva tornare indietro, così si concentrò e lo vinse spingendolo in un burrone pieno di lava. Dopo un po’ Giorgio iniziò a rivedere le lucine e capì che stava rientrando nel suo mondo reale.          Arrivato smise di giocare ai videogiochi e iniziò a leggere bellissimi libri, ascoltò i consigli dei genitori e uscì fuori più spesso.

Edoardo N e Valentino M.

21

Covid alla maratona

 

C’era una volta… no anzi, c’è oggi una strega che vive in un bosco in una piccola casetta di legno, ma non dovete pensare che sia una strega malvagia, perché non lo è.                                                                             Lei passa tutta la sua giornata  a preparar pozioni e alla sera ha l’abitudine di guardare il telegiornale .        Una sera al telegiornale ha sentito dire che un esserino, grande più o meno come uno gnomo, che porta sempre una corona sulla testa si stava aggirando per la città.    Si diceva anche che era chiamato Covid, che aveva tanti gemelli uguali a lui e che sembrava molto pericoloso: tanti avevano provato a catturarlo, ma senza riuscirci.

Dopo questa notizia la strega decide di fare una pozione magica per sconfiggerlo.                                      Nel pentolone sul fuoco ha già iniziato a mettere gli ingredienti: ali di farfalla, zampe di rana e coda di lucertola a cui aggiunge acqua, zucchero, sale e pepe.    Dopo aver fatto bollire il tutto per mezzora, mette la pozione in un bottiglione.                                                A questo punto la strega si dirige con il suo bottiglione verso la città alla ricerca di Covid e dei sui gemelli,anche se in realtà non sa dove possa abitare.     Quando arriva in città si accorge di un manifesto su cui era scritto che la città stava organizzando una bella maratona e tutti quelli di nome Covid erano invitati a partecipare.                                                               Allora la strega si sistema lungo il percorso, con un banchetto pieno di bicchieri con la pozione per dissetare i maratoneti.  Quando gli atleti passano davanti al suo banchetto e bevono la sua pozione dopo pochi secondi magicamente scompaiono nel nulla.          Così al traguardo non arriva nessuno e le guardia che erano pronte a catturare  i Covid si chiedono stupiti dove siano finiti tutti, ma poco importa se la città si è liberata di un grave pericolo.

Frida A.

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Gianluca e Pietro contro il Coronavirus

Nell’anno 2020 un bambino di nome Gianluca andò a scuola, ma stanco della lezione chiese di andare in bagno e lì si chiuse.                                                          Dopo un po’ sentì una voce, guardò verso la porta e vide un fantasma arancione. Cercò di scappare, ma non riuscì ad aprire la porta e capì che era stato chiuso dentro.                                                                              Il fantasma gli disse: – Io sono Coronavirus, il re dei fantasmi, sono qui per distruggere il mondo.                  Poi proseguì dicendo: – Io ti farò uscire, ma tu in cambio dovrai aiutarmi ad intrappolare tutti, così saranno per me una preda più facile.                              Gianluca rifiutò di essere suo complice e il fantasma se ne andò lasciandolo chiuso in bagno.                                Gianluca disperato incominciò ad urlare e per fortuna lo sentì il suo amico Pietro, che riuscì ad aprire la porta.    Gianluca raccontò a Pietro tutto quello che gli era successo ed insieme decisero di andare a caccia del fantasma per sconfiggerlo.                                              Poiché sapevano che da soli non ce l’avrebbero fatta, chiesero aiuto agli animali dello zoo e della fattoria.

Loro gli dissero: – Accettiamo!  Vi aiuteremo a costruire delle trappole per fermare il fantasma, ma voi in cambio ci darete la libertà e d’ora in poi rispetterete sempre l’ambiente.                                                           I due amici accettarono e così tutti insieme scavarono una buca, fecero cadere il fantasma e lo ricoprirono di terra.Poi per essere più sicuri che non potesse più uscire, misero un grande masso sulla buca coperta.  Così eliminato il fantasma Coronavirus vissero tutti felici e contenti.

Leonardo G . e  Gabriele B.

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