Scrivere novelle “… aspettando di riveder le stelle!”
Avevano chiuso le scuole, le palestre, i giardini, “Come poteva fare per rivedere la sua Elisa?”, pensava Mario. Pensava e ripensava a qualche stratagemma, cercava di inventarsi qualcosa, ma non riusciva a trovare nessuna soluzione.
Qualche settimana prima che si scatenasse un’ orrenda pandemia, Mario aveva incontrato, anzi si era scontrato con Elisa sulle scale della scuola. Per arrivare in tempo a prendere il pullman aveva fatto rotolare quella ragazza giù per le scale. In quel momento non si era nemmeno fermato, ma aveva solo urlato un semplice “ Scusa! “ e continuato la sua folle corsa.
Il mattino seguente nel corridoio della scuola rivide Elisa chiaramente zoppicante , ma nemmeno ci pensò che poteva essere lui la causa e le passò accanto senza dire nulla. Non fece più di qualche passo che si sentì afferrare per il collo della camicia e riportato senza appoggiare i piedi a terra davanti alla ragazza.
– Ma chi ti credi di essere il padrone del mondo? Sei un cafone, un villano. Almeno abbi l’educazione di fermarti a chiedere come sto e a scusarti. Idiota!- urlò Elisa furiosa mentre Mario si riaggiustava la camicia con la solita espressione di chi non capisce quella lingua, solo che questa volta proprio non capiva perché quella ragazza ce l’aveva con lui. Provò a scusarsi e a chiedere spiegazioni ma intimidito anche dal gruppetto di ragazzi che si era formato intorno a loro, gli uscirono solo parole incomprensibili e farfugliamenti vari. Il suono della campanella che annunciava la fine della ricreazione lo tolse dall’imbarazzo. Ancora scosso dall’episodio, Mario durante le ore delle lezioni successive continuò a pensarci, collezionando una nota in matematica e un’altra in inglese per non essere stato attento. La campanella della fine delle lezioni mise fine al suo tormento. Come al solito afferrò di corsa lo zaino e fece per uscire andando a sbattere con il ginocchio su una sedia. Non si fece male ma quel colpo gli riportò alla mente ciò che era successo il giorno prima sulle scale. “Porca miseria, sono proprio un deficiente” pensò.
Si era scusato con Elisa e da quel giorno avevano iniziato a chiacchierare sempre più spesso e sempre di più. Mario era ormai noto come un ragazzo timido, specialmente nei confronti delle femmine, alquanto schivo, un po’ distratto, sbadato, ma un genio dell’informatica e come tutti i geni aveva un modo di fare tutto suo. Elisa gli piaceva: stranamente nell’arco della giornata spesso si ritrovava a pensarla e qualche volta azzardava anche a inviarle qualche messaggio. Elisa era diversa dalle altre, pensava. A lei interessava davvero la sua passione per l’informatica, si informava, chiedeva, a volte scherzando dicevano di voler realizzare una nuova App.
Mario era contento, andava a scuola molto più volentieri, quasi felice, ma quel momento finì, di colpo, all’improvviso, come quando si esce da una stanza e si spegne la luce.
Non si diede di certo per vinto. Iniziarono una fitta corrispondenza su Whatsapp. Tra vocali, videochiamate ed emoticon il tempo passava bene. Si raccontavano di tutto, dei loro gusti sulla musica, sul cibo, aneddoti e barzellette. Mario l’aiutava a fare i compiti perchè Elisa era di un anno più piccola e frequentava la seconda, ma era per lui la ragazza più bella di tutta la scuola , anche più bella delle inarrivabili ragazze di quinta. Aveva dei capelli neri lunghissimi e degli occhi tra il grigio e il verde. Scoprirono di aver in comune anche la passione per “Fortnite” e così dopo le video lezioni si ritrovavano sul Pc a giocare . “Siamo una forza insieme” diceva Mario quando vincevano, ma anche se perdevano ridevano e scherzavano lo stesso.
I giorni passavano, la loro amicizia diventava sempre più forte, fino a quando Mario iniziò a parlare in modo in diverso. Non parlava più di App, di guerre interstellari, di ping e download, ma di spiagge, ruscelli, passeggiate. Si era innamorato e ne prese atto porgendo con un messaggio ricco di cuoricini e palloncini la fatidica domanda.
Dietro uno schermo si sa, si abbattono parecchie barriere, si dicono cose che magari vis a vis sono più difficili da dire , e per Mario affetto da timidezza cronica, forse quella pandemia era stata la sua salvezza. Si dichiarò innamorato come mai prima, anche perchè in effetti non lo era mai stato, e non voleva altro che abbracciarla il prima possibile.
Anche Elisa, travolta da quell’euforia, da quei complimenti , da tutti i like che Mario gli metteva alle foto, si disse innamorata di lui.
La loro storia era ufficialmente iniziata. Parlavano, scherzavano, spesso stavano ore al telefono perché Mario era geloso di un tipo che su Facebook le dedicava troppi link romantici. A Elisa piaceva provocarlo, anzi a volte gli inviava anche gli screen di altre conversazioni dove qualcuno le diceva che era bellissima. Per farle capire che era arrabbiato, quando giocavano a Fortnite e Elisa “moriva” , Mario non andava a rianimarla e così iniziavano discussioni che spesso duravano tutta la notte fino a che i polpastrelli non diventavano viola, fino a perdere le impronte digitali.
Poco prima delle riapertura della fase due Elisa mandò un messaggio. Si era messa con Stefano, si era innamorata. Stefano andava in palestra, aveva già diciotto anni, tra poco avrebbe preso pure la patente, inoltre aveva 9000 followers.
Fu un colpo terribile per Mario. Il lockdown era finito ma lui non aveva proprio nessuna voglia di uscire. Non voleva vedere né sentire nessuno. Come aveva potuto Elisa fargli questo? Lui le aveva donato il suo cuore, era pronto a condividere la sua App sperimentale con lei e lei lo aveva preferito a uno Stefano qualunque .
“Meno male che la scuola prima di settembre non riaprirà” pensava.
Come avrebbe potuto guardare quegli occhi grigio-verdi e pensare che ormai li avrebbe guardati un altro.
“Meglio così” si diceva. Almeno avrò più tempo per elaborare questo dolore e sembrare indifferente.
Mario ritornò piano piano ai suoi logaritmi, alle sue App, ma ormai il periodo della pandemia lo aveva cambiato profondamente. Non sarebbe stato mai più lo stesso, non avrebbe mai più aperto il suo cuore a nessuna. Non avrebbe mai e poi mai rianimato una femmina né messo like. Sì, l’epidemia lo aveva stravolto, ma lui era un inguaribile ottimista e sapeva che in futuro avrebbe ricordato solo i meravigliosi momenti di quel periodo.
BRUNO R.
Ragazzi e ragazze la storia che vi voglio raccontare oggi ha come tema principale l’AMORE: l’amore di un cavaliere verso una dama, disposto a tutto per lei, pronto ad affrontare ogni sfida… E invece no la mia storia è ancora incentrata sull’amore ma un amore diverso, forse ancora più complicato, l’amore ai tempi del coronavirus, e intendete bene non mi riferisco all’amore per i soldi che è diventato sempre più evidente nella società di oggi, con migliaia di persone che mettano i soldi e il guadagno prima della salute loro e dei propri cari, ma mi riferisco all’amore tra due semplici persone, un ragazzo e una ragazza, che nonostante questo periodo buio sono riuscite a far nascere una scintilla nella propria vita.
Questa storia è ambientata a Firenze, la città dell’arte, massima espressione del Rinascimento italiano, ma anche la città italiana dell’amore perché una volta vista non si dimentica, proprio come due persone innamorate.
Come direbbe Modugno… ehm, no scusate era Celentano, questa è la storia di uno di noi, un semplice ragazzo, di nome Arturo,di 17 anni di Firenze che frequenta la scuola superiore con buoni risultati e inoltre ama il calcio, lo pratica, tifa la squadra della sua città, la Fiorentina, e va allo stadio ad incitare i proprio giocatori ogni fine settimana; il suo unico amore per il momento è il calcio.
Ebbene la sua storia ha inizio proprio in concomitanza con l’ultima partita a porte aperte della sua squadra del cuore, la “Viola”, che detto tra noi probabilmente avrebbe evitato di vedere se solo avesse saputo le conseguenze che avrebbe portato.
Proprio in questa occasione, infatti, conoscerà Vanessa, una ragazza di 16 anni, che abita a Pisa, ed anche lei tifosa della Fiorentina, la quale si recava per la prima volta allo stadio con una sua amica.
Il nostro bravo Arturo si può dire che è tutto tranne che coraggioso, anzi diciamo pure che è l’esatto opposto del buon Riccardo Cuor di Leone per intenderci, ma quella sera utilizzerà quel poco coraggio che ha. Infatti, entrato nello stadio con i suoi amici e pronto a recarsi al proprio posto, viene fermato dalle due ragazze che gli chiedono quale sia il posto indicato sul loro biglietto e il destino vuole che il loro posto sia proprio accanto a quello del ragazzo.
I due iniziano a parlare ed esultare assieme per i cinque gol segnati dalla Fiorentina in quella partita alla Sampdoria, evento più unico che raro ed alla fine si scambiano i numeri di telefono con la promessa di andare ad altre partite insieme.
Con lo scoppio della pandemia Arturo però, ormai innamorato, non può più vedere la ragazza ed è così che decide di scriverle. Tra i due nasce un feeling sempre maggiore grazie alle nuove tecnologie ed in questi due mesi di quarantena ha inizio la loro storia d’ amore.
Potremmo dire che questo amore è voluto dal destino grazie al loro incontro casuale allo stadio, come avviene nelle romanze fiabesche.
Destino o no, comunque i due ragazzi sperano di tornare a godersi una partita di calcio assieme, sperando di assistere ad una di quelle partite miracolate dove la loro squadra del cuore vince.
Giorgio C.
Anita e Amedeo. Amedeo è un giovane ragazzo di campagna figlio di due splendidi genitori, i quali sono in una situazione economica nella media. Anita invece è una ragazza residente di una piccola cittadina nei pressi di Pisa, la quale si trova in una situazione familiare pessima a causa della recente morte del padre a causa di un incidente stradale. La giovane ragazza per la troppa sofferenza e per la mancanza di affetto di una figura maschile familiare, si fidanza con un ragazzo della sua età residente nella sua stessa città, di nome Flavio. Era appena finita l’estate, l’inizio delle scuole era alle porte. Amedeo e Anita praticavano la stessa scuola ma per le classi distanti non si erano mai conosciuti. Destino fu che, invece, quell’anno le loro classi furono l’una accanto all’altra. D’altronde per conoscere il vero amore ci vuole anche un pizzico di fortuna. Era il primo giorno scolastico, le prime ore erano giunte al termine ed era arrivato il momento dell’intervallo. Amedeo come abitualmente faceva uscì di classe per andare nel cortile scolastico, ma proprio sulle scalinate vide passarsi davanti Anita, la ragazza di cui si innamorò per il resto della sua vita. Da quel momento, ogni ennesimo giorno, si ripeteva la stessa storia: il ragazzo al suono della campanella usciva in fretta e furia dalla classe con l’unico obiettivo di vedere la sua amata. Poco prima delle vacanze natalizie Amedeo trovò finalmente il coraggio di dichiararsi, ma purtroppo Anita era fidanzata con Flavio e non poté ricambiare il suo sentimento. Nonostante questo però Anita decise di scambiarsi il numero telefonico non Amedeo, cercando di colmare un minimo il suo sentimento. Amedeo nonostante la delusione sorrise comprendendo che in futuro avrebbe potuto comunque continuare a parlare con lei. Nelle settimane successive i due strinsero un legame molto profondo, che provocò in Anita uno stato di indecisione, rendendola ora insicura del proprio sentimento nei confronti del suo ragazzo. Con estrema lentezza arrivò l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie e al suono della campanella finale Amedeo e Anita si salutarono con un caloroso abbraccio promettendosi di risentirsi sui social. Durante le vacanze i due però si sentirono ben poco, questo perché Anita era costantemente impegnata con Flavio. I mesi passarono e improvvisamente arrivò il momento della pandemia di Coronavirus. Questo periodo di staticità fu terribile per Amedeo, il quale oltre a provare un costante sentimento di tristezza a causa dell’amore non corrisposto, fu purtroppo infetto dal virus. Amedeo fu portato in ospedale nel reparto di terapia intensiva per Covid. Anita, subito dopo essere venuta al corrente della situazione tragica, capì che era lui il ragazzo. La ragazza aspettò con ansia la ripresa di Amedeo che dopo due settimane di terapia intensiva riuscì a rimettersi completamente. Ritornato a casa chiamò la sua amata non sapendo che Anita ricambiasse il suo sentimento di amore. Quando lei glielo riferì il cuore di Amedeo cominciò a battere molto velocemente e il sentimento fu cosi intenso che i due innamorati si misero a piangere dalla gioia per quel fantastico momento. Terminata la quarantena la coppia si ritrovò e finalmente Amedeo poté manifestare appieno il sentimento che provava per la sua amata.
Gabriele P.
Lui le stringeva la mano mentre lei lo guardava sorridendo, quando erano insieme il tempo era diverso, scorreva veloce, ogni attimo era perfetto, anche nei momenti in cui c’era poco da dire, e i due tacevano. Si forse questo è amore… quando il momento di silenzio non vuol dire imbarazzo, quando senti che non hai nulla di cui temere, perché’ lei è il tuo scudo che pioggia e vento non possono scalfire; e quel sentimento è come l’estate che non vuol morire perchè l’autunno fa sentire più soli. Anche il primo giorno di scuola di tre anni fa, lei entrò dalla porta, bionda, con gli occhi che splendevano, la pelle chiara e liscia di un angelo…all’ inizio ne rimase colpito, sapeva che era pura attrazione niente di più, ma quando tornò a casa, ripensandoci sù, capì che di lei non poté farne a meno. E’ sempre come se fosse la prima volta, stesso sguardo, stessi gesti, sembrano cose banali in apparenza, ma è quel banale che riempie la giornata. Francesca di solito prende il treno delle 6.15, mancano pochi minuti, ancora un po’ di tempo per stare insieme, eh sì! quel tempo quante volte avrebbe voluto fermare la lancetta, quella vita frenetica gli soffocava il respiro, tutti corrono ma la verità è che nessuno sa dove va. Quel maledetto treno arriva sbuffante puntuale come ogni giorno, e se la porta via, lo odiava quel mostro, ma l’odio presto lasciò spazio al desiderio di rivederla l’indomani. Un nemico silente, che non lo vedi, non lo percepisci, sai che c’è, eppure non puoi far nulla per evitarlo, Francesca venne a sapere del lockdown dalla madre, una donna austera, chiusa, per niente felice della relazione della figlia, lui ragazzo di periferia, lei invece della Milano borghese. Paolo era da poco rincasato, accesa la televisione la notizia era su tutti i canali. I genitori erano preoccupati, come era possibile vivere rinchiusi in un appartamento del genere, l’acqua il più delle volte era fuori uso per giorni. Ma a Paolo non interessava, aveva solo pensieri per Francesca, quando si sarebbero rivisti? l’immagine della ragazza contagiata, fece trasalire in lui un brivido di paura. Chi si sarebbe aspettato che da quel bacio che si erano dati alla stazione sarebbero passati mesi, se soltanto lui lo avesse saputo, avrebbe fatto in modo che quel bacio fosse stato il più indimenticabile. La loro era una storia particolare, e questa lontananza la rendeva ancor di più. Erano passati ben quindici lunghi giorni dal loro ultimo incontro e nessun dei due aveva avuto più notizia dell’altro, ma soprattutto Francesca, lei aveva tentato di scrivergli, ma da lui non arrivava risposta, neppure un segno, la sola sensazione che Paolo fosse stato colpito da quel virus, non le faceva passare di certo notti tranquille. Lei avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di sentire ancora una volta il suo calore tra le braccia, a tal punto di violare le regole del lockdown. Lei aveva capito che l’unico modo per capire quello che stava accadendo era tornare da lui, prese la sua macchina e si mise in viaggio. Quel viaggio non durò molto, eppure sembrò essere infinito, le incertezze e le preoccupazioni le assalivano la mente, ma ormai niente era in grado di fermarla. Arrivata di fronte alla porta di casa del suo amato, un forte brivido le scorse il corpo, gelandole il sangue, poiché da fuori riusciva a udire le grida addolorate della madre. Bussò alla porta e quando il padre le aprì, in lacrime, le comunicarono che Paolo, da giorni ricoverato in ospedale per aver contratto il virus, non ce l’aveva fatta a sopravvivere. Francesca rimase attonita e improvvisamente si sentì crollare il mondo addosso come se la luce se ne fosse per sempre andata dalla sua vita.
Davide F.
Anche oggi è un’altra giornata senza emozioni, un’altra giornata buia e piena di pensieri, “Un’altra giornata senza poter vedere l’amore della mia vita”, pensava Luca.
Durante questi giorni di buio Luca, spaventato dalla paura e dal dolore per la sua amata, cercava di eliminare per un momento tutti questi brutti pensieri e tutte queste preoccupazioni chiudendo gli occhi e entrando in un mondo parallelo immaginando di trovarsi di fronte la sua cara Giulia: una ragazza piena di vita e con un cuore d’oro che cercava sempre di aiutarti quando stavi male o eri in difficoltà ed è proprio per questo motivo che Luca si innamorò follemente di lei, non per il suo aspetto fisico, anche se era una ragazza veramente meravigliosa, ma per il suo splendido e unico carattere. In questo brutto periodo l’unico modo per vedere la sua Giulia era sognarla o immaginarla perché non poteva nemmeno parlarci per telefono.
Due mesi prima che tutto questo succedesse Luca viveva una vita normale come tutti gli altri ragazzi, nel weekend usciva con gli amici e i più complicati pensieri che aveva in testa erano pensare dove trascorrere il sabato sera e come riuscire a prendere 6 a matematica, la sua materia peggiore.
Luca viveva in una casa in campagna con i suoi genitori e con il suo fidato cane, suo padre lavorava in una fabbrica e sua madre faceva la commessa in un negozio di ottica.
Luca frequentava l’ultimo anno di ragioneria e una volta superato l’esame della maturità diceva sempre ai suoi genitori che avrebbe iniziato l’università per l’aeronautica, una delle sue grandi passioni.
Un sabato sera, Luca e i suoi amici erano andati a una festa natalizia per festeggiare le vacanze di Natale, ma proprio quella sera fece cambiare per sempre il suo destino.
Era una festa molto bella, c’erano tantissimi ragazzi e ragazze e la musica era meravigliosa, ma proprio a metà della serata, Luca andò a prendere un drink e lì incontrò una fantastica ragazza di nome Giulia che aveva finito i soldi e che quindi non poteva più prendere da bere; Luca era rimasto affascinato di lei e pensava di offrirgli da bere così avrebbe ottenuto la sua attenzione, e questo è successo.
I due simpatizzarono subito e rimasero a parlare tutta la sera fino a tarda notte e alla fine, per salutarsi, si erano dati un bacio sulla guancia e da questo momento Luca capi che tra i due era scattato qualcosa, una scintilla amorosa o un colpo di fulmine, ma nonostante questo si erano giurati che si sarebbero rivisti.
Qualche giorno dopo i due si erano rivisti in un parco da soli e si leggeva negli occhi di entrambi che ormai erano innamorati persi e infatti a fine giornata la coppia innamorata si baciò, e questo non fu un semplice bacio in amicizia sulla guancia, ma fu un vero bacio profondo e pieno di vero amore; da questo momento Luca e Giulia si erano innamorati perdutamente e avevano giurato che nessuno li avrebbe potuti separare, solo una cosa ci riuscì in maniera devastante, questo potente nemico invisibile, il Coronavirus.
Quando scoppiò in Italia la pandemia la vita di ognuno di noi fu devastata, alcuni persero il lavoro, come per esempio la mamma di Luca che perse il suo amato lavoro, alcuni persero la vita per colpa di questa emergenza sanitaria e alcuni furono separati dai propri parenti e dai propri fidanzati perché questa emergenza costrinse il governo a effettuare delle misure eccezionali imponendo a ogni persona la quarantena obbligatoria senza poter più uscire dal proprio comune e quindi anche Luca e Giulia, che avevano giurato di stare sempre insieme, furono separati, ma la cosa peggiore è che i due innamorati furono separati in maniera molto più crudele e dolorosa.
Erano già passati quasi dieci giorni dall’inizio della quarantena e la coppia rimase in contatto quasi tutti i giorni grazie alla tecnologia di oggi, ma un giorno Giulia prese il virus e si impaurì molto, Luca cercò di tranquillizzarla in ogni modo possibile ma invano perché pochi giorni dopo che lei ha scoperto di essere positiva al virus venne ricoverata d’urgenza in ospedale per mancanza respiratoria e venne introdotta subito in terapia intensiva e quindi entrò in quel lungo tunnel in cui non sai se ne uscirai dalla luce o dal buio.
Dopo aver ricevuto questa brutta notizia Luca impazzì, non riuscì più a pensare, non sapeva cosa fare, non sapeva cosa dire e cercava in ogni modo di capire perchè è successo proprio a lei, cosa aveva fatto di sbagliato? E perché questo virus, che era stato descritto come un virus che avrebbe colpito in maniera più forte soprattutto gli anziani, è riuscito a colpire in maniera così disastrosa la sua Giulia?
Luca rimase ore e ore a pensare fino a tarda notte, pensava, pensava, non faceva altro che pensare e non aveva nemmeno più detto una parola, non riusciva a immaginare l’idea di non poter più rivedere Giulia.
Così iniziò a pregare, pregò così tante volte che non sapeva nemmeno più cosa dire, o meglio, non aveva più le parole per esprimere il suo dolore; così decise di vagare con la mente per qualche momento immaginando e ricordando i momenti belli che avevano passato insieme sfogandosi nella scrittura e sperando, ogni giorno, di ricevere la notizia di lei che era finalmente uscita da questo tunnel.
I giorni passarono e nessuna di queste notizie entrò nelle orecchie di Luca; il suo libro, che era pieno di sfogo e di ricordi belli passati con Giulia, non aveva più pagine su cui scrivere, e la forza di Luca non riusciva più a sostenerlo, stava per crollare…
Qualche giorno seguente Luca si svegliò, era una mattina molto calda e soleggiata per essere fine marzo, gli uccellini cinguettavano dando il buongiorno a tutte le case, ma Luca non sentiva e non vedeva più nulla, aveva nella mente la sua Giulia aspettando con ansia una risposta da parte della sua famiglia o dell’ospedale, e finalmente proprio in questa giornata la tanto attesa risposta arrivò; Giulia si era ripresa, non stava ancora bene ma almeno era uscita dalla terapia intensiva, dopo ventitrè lunghi e interminabili giorni era uscita finalmente dal cosiddetto tunnel ma fortunatamente dalla parte giusta.
Da questa brutta esperienza i due ne uscirono diversi e molto cambiati: lei rimase traumatizzata perché aveva rischiato di morire e lui, in quei giorni, non aveva mai smesso di pensare a lei, la sua mente stava per perdersi nel vuoto totale e la sua anima stava per scomparire dal dolore, ma l’unica cosa che riuscì a tenerlo a galla fu la scrittura. Con essa era riuscito a sfogarsi e a liberare la mente immaginando anche situazioni mai avvenute, perché basta questo, basta immaginare o pensare anche ad un solo ricordo felice per non annegare.
Alessio F.
Published: Jul 6, 2020
Latest Revision: Jul 6, 2020
Ourboox Unique Identifier: OB-886755
Copyright © 2020