Pavone

by Sara

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Pavone

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  • Joined Sep 2020
  • Published Books 1

Bidoia Franca, Crestan Sara, Turchet Martina, Vasilache Denisa (IV Au)

 

ANALISI DELLA CONFERENZA “HOMO RELIGIOSUS? L’ESPERIENZA DEL SACRO NELLA STORIA DELLE RELIGIONI” – NATALE SPINETO

  1. Quali sono le principali scuole delle scienze sociali europee che hanno tematizzato il concetto di “Sacro”?

Le principali scuole europee a tematizzare il concetto di “Sacro” sono state quella francese, scuola che si occupa principalmente di studi sociologici; quella tedesca, o romantica, che tende specialmente alla poesia e alla filosofia e quella britannica la quale si basa su studi antropologici.

 

  1. Quali definizioni di sacro hanno dato queste scuole?

La scuola francese analizza il concetto di “sacro” da un punto di vista sociologico, uno dei maggiori esponenti della scuola francese e del Positivismo è Comte, per il quale il “sacro” risulta essere il fattore di coesione sociale, il “sacro” non viene però collegato a una religione particolare. Per Durkheim, uno dei principali studiosi della storia della religione e grande sociologo , il “sacro” risulta essere la società stessa oltre che il simbolo della forza sociale, il “sacro” è diverso e separato dalla vita ordinaria dell’uomo, è, infatti, opposto al profano (dal latino pro faunum al di fuori del tempio).

Per la tradizione tedesca il “sacro” è una realtà ineffabile, misteriosa e in essa risiede l’essenza, la verità assoluta delle cose. Il grande autore che rappresenta questa scuola è Rudolf Otto, secondo lui il sacro è un “totalmente altro” rispetto alle esperienze sensibili e intellettuali, infatti non è tangibile, visibile e immaginabile, è assolutamente misterioso. Il sacro entra nel nostro mondo attraverso le esperienze, e l’uomo accede al sacro attraverso i simboli.

La scuola britannica si occupa di ricercare  la forma originaria della religione, ritrovata nel “Mana”, termine melanesiano che indica una potenza che pervade tutte le cose e che è onnisciente. Questa forza è ambivalente e ambigua poiché può essere sia un fattore positivo della vita, ma anche una forza  pericolosa e negativa, che potrebbe portare alla morte.

  1. Quale è la definizione del sacro data da Mircea Eliade? A quale delle precedenti scuole si avvicina maggiormente?

La definizione di Mircea Eliade di “sacro” si avvicina maggiormente alla tradizione tedesca poiché anche per lo studioso il “sacro” è una realtà ineffabile e misteriosa. Lo storico delle religioni riprende la tradizione di Rudolf Otto e le tendenze romantiche basandosi su due concetti fondamentali : le ierofanie, ovvero le manifestazioni del sacro attraverso oggetti, esseri viventi o non e l’homo religiousus concezione secondo cui il “sacro” è un elemento strutturale nella mente umana ed è ineliminabile. Per Eliade l’uomo è caratterizzato dalla finitezza e dalla limitatezza e per questo motivo tende a qualcosa che si riveli completo, eterno e stabile che non può essere trovato a livello quotidiano; nel momento stesso in cui l’uomo è cosciente della propria precarietà e finitezza ha l’intuizione verso il “sacro”, viene così spiegata la naturale tendenza verso l’infinità che l’uomo prova; questa convenzione porta lo studioso ad affermare dunque che non esiste umanità non religiosa, ma che il “sacro” è innato dentro ogni essere vivente.

  1. Quale è il destino del “sacro” nella riflessione delle scienze umane contemporanee?

Il concetto di “sacro” è stato oggetto delle critiche decostruttive che si sono rivolte verso la prospettiva fenomenologica, la quale ha sviluppato e portato all’estremo l’importanza del sacro. Negli studi contemporanei si è usata sempre meno la parola “Sacro” poiché ritenuta difficile e imprecisa, infatti studiosi delle religioni o gli antropologi hanno preferito evitarne l’uso. Il concetto di “sacro” può essere usato quando si parla della tendenza dell’umanità di riferirsi a qualcosa di altro rispetto alla realtà quotidiana, secondo Natale Spineto.

  1. Quale di queste posizioni rispecchia maggiormente il vostro personale rapporto con il sacro e la religione? Per quali ragioni?

La posizione tedesca o romantica è quella che più rispecchia il nostro rapporto con il sacro e la religione, infatti, anche per noi il sacro è una forza ineffabile e misteriosa che si mostra attraverso simboli grazie alle esperienze che compiamo. Per accedere al sacro è necessaria una lettura attenta della simbologia per riuscire a traslare in una realtà non immaginabile dal solo intelletto umano. Risulta necessario separarsi dall’esperienza intellettuale, dalla realtà visibile e razionale per dare spazio a una conoscenza spirituale che permetta il contatto puro con un mondo altro rispetto al quotidiano sensibile. Al tempo stesso siamo d’accordo con la posizione francese, la quale vede nel sacro e nella religione il punto di coesione sociale, il collante che mira al benessere e la grandezza degli individui.

Un chiaro esempio di coesione sociale che verifica tale teoria nel corso della storia umana sono le crociate attraverso cui migliaia di guerrieri sono andati in battaglia in nome della fede e della sacralità della religione cristiana. La manifestazione del sacro è avvenuta tramite il sogno di Constantino in cui la croce è  interpretata come diretto messaggio della parola di Dio.

Sebbene le crociate risultino essere una manifestazione negativa della coesione sociale in nome del sacro, le suffragette e il conseguimento di pari diritti politici, giuridici ed economici rispetto agli uomini è una forte espressione di una connessione sociale positiva ed efficace, in quanto resa sacra dalla parità tra uomo e donna, un valore in cui le suffragette e i sostenitori credevano e lottavano fortemente. Nonostante abbiamo preso d’esempio due momenti storici che cataloghiamo come “positivi” e “negativi” siamo dell’idea che il “sacro” sia una realtà ben lontana dalla razionalità umana, si discosta totalmente, eliminando ogni catalogazione razionale e di conseguenza anche l’idea di bene e male; la ragione è una convenzione che permette all’uomo di capirsi l’un con l’altro e di “contenere” l’umanità dall’ambivalenza del sacro, alla quale sarebbe stato difficile attribuire un significato logico-razionale.

  1. Proponete ulteriori riflessioni o considerazioni sui materiali video e sulla vostra personale esperienza.

Il sacro per noi è un qualcosa di inviolabile, uno o più valori che variano da persona a persona e che ognuno interpreta secondo la più personale visione del mondo, dell’umanità, dell’universo, di sé stessi e di tutto ciò comprensibile e non dalla mente umana. Spesso il “Sacro” irrompe in una realtà irrazionale, inconcepibile dalla razionalità umana, da una convenzione e un sistema di regole inventate per poter dare significato alle parole e ai concetti; per questo il “sacro” è un aspetto intimo , poiché le convenzioni istituite dalla razionalità non lo possono spiegare con  parole e concetti che ha a disposizione, risulta quasi essere una follia, un aspetto estatico della vita umana.

Per tanto consideriamo sacra la vita di ogni essere vivente, per questo ci impegniamo nel nostro piccolo a ricercare il benessere di persone, animali o piante che ci circondano: bastano piccoli gesti per far star bene un essere vivente.

Sacro è viaggiare, perché questo comporta scoprire persone nuove, luoghi mai visti prima e realtà diverse, ci permette di avere un punto di vista differente, fondamentale perché aiuta l’integrazione e la sensibilizzazione al mondo esterno.

Inoltre, consideriamo sacro rivolgersi a Dio, pregare, confessarsi. Una sensazione che fa sentire bene e ascoltate le persone, un modo per chiarire le proprie idee, per conoscere meglio il proprio io interiore ed esteriore.

Sacri sono i valori come la giustizia, perché è una forma di rispetto, ciò che ognuno di noi merita, e come il coraggio perché permette di affrontare realtà che si pensa di non poter attraversare, da forza all’uomo.

Consideriamo sacro l’amore in ogni sua forma, poiché in un mondo sopraffatto da superficialità e orgoglio, un gesto affettuoso, gentile e inaspettato può far ricordare che siamo esseri umani, fatti di sentimenti e non macchine fatte per vivere una vita basata su soldi e interessi materiali.

Sacra è l’istruzione, perché porta le persone a essere indipendenti mentalmente, a produrre pensieri tramite le proprie conoscenze e capacità: questo vuol dire non essere influenzati e raggiungere i propri scopi senza essere condizionati delle persone che ci circondano.

Consideriamo sacra la libertà interiore data dalla conoscenza, quella che tutti gli esseri viventi meritano. La storia insegna a non commettere più errori di abuso di persone o animali, della loro libertà e della loro possibilità di vivere una buona vita.

Sacro è il gioco, che permette ai bambini di sviluppare la creatività, i loro interessi e quindi una loro espressione e idea del mondo che li circonda.

Consideriamo sacri i giornalisti che si battono in realtà difficili, rischiando la loro vita per portare la verità al popolo, per far sapere alle grandi comunità la realtà nuda e cruda che le grandi potenze del mondo cercano di nascondere. Insieme a loro, sacri sono i medici che operano in guerra, i militari in missione e tutti i missionari che partono per aiutare chi è in difficoltà.

Sacra è la natura, che ci regala la cosa più bella: la vita.

Il sacro è sempre intorno e dentro noi, ci influenza, ci ascolta, ci da sostegno e forza, è qualcosa che conosciamo da sempre ma che fugge continuamente; difficile è una sua interpretazione logico-razionale per questo parlarne è faticoso ma è semplice sentirlo e apprezzarlo, avvertire la sua presenza, la sua importanza e la sua forza. Aprire la propria mente e il proprio spirito permette di vivere un contatto diretto con il “sacro”, vivere un dialogo che non necessita di parole ma solo di sensazioni e “vibrazioni”; avere coscienza del proprio essere e della realtà circostante da modo a ognuno di noi di accedere a questo spazio ignoto, addirittura folle se paragonato alla razionalità scientifica. Tutta la vita ricercheremo questo ignoto, ma probabilmente la ricerca del “sacro” è il sacro stesso.

 

Autovalutazione lavoro

Il lavoro è stato svolto in gruppo, tutte hanno collaborato alla realizzazione delle risposte in modo collaborativo. Il gruppo è riuscito a far mergere il pensiero comune sull’argomento appassionandosi e informandosi sui temi affrontati; tutte sono riuscite ad esporre in maniera corretta e coerente alla richiesta il proprio punto di vista e le teorie degli studiosi.

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