romanzo giallo

by Jessica Socea

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romanzo giallo

  • Joined Oct 2020
  • Published Books 2

17 ottobre, 2017.

Io e mia sorella eravamo pronti per andare a scuola, come ogni mattina la mamma ci aveva preparato la colazione e subito dopo ci portò a scuola.

Era mercoledì, e di turno libero a pranzo c’era papà, io uscivo alle 12:40 mia sorella rispettivamente 20 minuti dopo.

Si fecero le 13.25 papà non arrivava e al telefono non rispondeva.

Io e mia sorella ,abbiamo cosi deciso di incamminarci da soli, era un bel po’ di tempo da percorrere a piedi, circa una quarantina di minuti.

Erano le 2:10 quando aprimmo la porta di casa e rimanemmo immobili per parecchi istanti.

Era una delle scene più orribili e indesiderabili che una persona avrebbe potuto vedere.

 

2

La libreria di papa era rovesciata, tutti i cassetti aperti, fogli e documenti ovunque, i vasi dei fiori erano rotti, i vetri erano disparsi, il pavimento era bagnato a causa dell’ acqua caduta, le tende delle finestre erano rotte e buttate sopra al divano ribaltato.

Pensai subito che si sarebbe trattato di un furto, la mia prima idea era quella di chiamare subito la polizia e allontanarmi il più possibile insieme a mia sorella dalla casa per paura che ci fosse ancora qualcuno dentro.

Ero ancora immobile quando sentii la mano di mia sorella lasciare la mia, inizio a correre subito verso la stanza di mamma e papa per paura le fosse successo qualcosa, ero abbastanza tranquillo in questo caso, i miei genitori erano sicuramente al lavoro ma la mia incertezza era che ci fosse qualcuno di sopra, mi catapultai addosso a mia sorella ma non riuscii a prenderla.

3

non ebbi neanche il tempo a rialzarmi quando mia sorella cacciò un urlo estremamente acuto.

Era li ferma davanti al letto dei miei, pensavo ci fosse qualcuno, quel qualcuno era papà, avvolto in una macchia di sangue, legato ai piedi e alle mani con un coltello ricoperto di sangue per terra, la scena era inspiegabile.

Per un momento non sentii più le gambe, caddi ai piedi di papà che era lì, vittima di un omicidio, uomo innocente che tutti amavano, persona che avrebbe dato la vita per chiunque a costo della felicità di qualcun’ altro.

Mio padre, mio padre continuavo a ripetere, finche non gridai

MIO PADREEE, PERCHE LUI.

Vicino a me c’era la povera Asia, nel panico e nella confusione più totale che piangeva e che faceva fatica a respirare.

4

La presi in braccio e la strinsi forte, non le lasciai la mano per nessun motivo al mondo.

Passammo tutta la notte alla centrale della polizia, la mamma non rispondeva al cellulare e Asia piangeva disperatamente, io ero confuso, il mio sguardo era disperso nel nulla, temevo per la mamma.

Il giorno seguente andammo dalla nonna, non poteva ancora denunciare la scomparsa della mamma perchè non erano passate 48 ore.

Erano le 6 di mattino, non ero riuscito a dormire per niente, per la mia testa passavano una marea di film mentali inspiegabili.

Asia era in camera della nonna, dormiva abbracciata a lei.

 

5

Mi ripetevo sempre che la mamma era scomparsa, avevo il presentimento le fosse successo anche a lei qualcosa, non potevo aspettare altre 24 ore, così decisi indipendentemente e alla svelta di aprire un’ indagine, cosa pazza per un ragazzino di 16 anni che non sapeva neanche da dove cominciare, ma io dovevo farlo, avevo il dovere di farlo.

Iniziai a ricordare se la mamma ci avesse detto qualcosa su quello che avrebbe fatto il giorno seguente, anche una minima cosa che mi avrebbe aiutato a trovare un luogo dove  sarebbe potuta esserci.

Sapevo che ogni mattina passava alle sue solite lezioni di yoga, ed è li che ho pensato di soffermarmi, ogni sabato a cena venivano da noi la famiglia Martino, medici di professione e Dangelis, poliziotti di professione la signora Rebecca Martino e Marina Dangelis facevano yoga insieme alla mamma dopo di che andavano a fare colazione insieme, di solito si soffermavano a parlare molto, raccontandosi “cose da donne”.

6

Andai a trovare Rebecca, suo figlio ed io eravamo alle elementari insieme e lei era sempre gelosa sul perchè io riuscivo ad ottenere risultati più ottimi di Luca.

Insomma erano una famiglia molto strana e segretosa, io ho sempre pensato che quel che dicono di solito sono solo menzogne e che nessuno dei 2 signori Martino aveva dei lavori cosi importanti in cui guadagnavano molto.

Suonai al campanello, la porta si aprì dopo qualche istante, era la signora Rebecca, appena mi vide corse ad abbracciarmi: Oh caro Simone, ho saputo di quel che è successo al caro Alessandro, ci dispiace moltissimo, tua madre e la piccoletta come stanno?! Non abbiamo avuto tempo di passare da voi ieri, ma per qualsiasi cosa noi ci siamo, volevo crederle ma oramai tutti coloro che mi circondavano potevano essere sospetti, bugiardi, dovevo fidarmi solo del mio istinto.

7

Grazie Rebecca, il compito dell’ uomo di casa ora è mio, ma sono qui per chiederti di mia madre, anche lei e scomparsa e non so più come fare, non ho chiuso occhio, io e mia sorella stiamo veramente male, quindi se solo l’hai anche vista ti prego di dirmelo, avete parlato anche per telefono? In quel momento le chiesi di dirmi anche ogni singolo dettaglio, ma nulla, diceva di non averla vista, che non parlava da molto con lei perchè era sempre occupata con il suo “lavorino” e saltavano anche le cene a causa del lavoro di mamma inoltre disse che aveva cercato di chiamarla verso le 13 ma non rispose.

A questo punto dovevo pensare che la mamma sarebbe scomparsa prima delle 13,ma dove sarà potuta mai stare?

E poi a pensarci bene, in quell’ orario usciva di scuola mia sorella, quindi le sarebbe potuto accadere qualcosa nel mentre veniva a prenderci, anche se doveva venirci papà.

 

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Subito dopo andai da Marina, in cambio lei era gentile, con la mamma parlava di tutto, non aveva figli, so che ne desiderava da sempre, era dolce con noi e ci portava sempre tanti regali, a dire il vero la mamma non era molto contenta di questo, spesso la rimproverava, le cose che ci dava erano a dir poco molto costose, a volte arrivò al punto di regalare a mia sorella per natale un tablet, cosa che già aveva.

Parlai anche con lei, molte volte però non sapeva che dire, ripeteva sempre le stesse cose, andrà tutto bene, vedrai che la mamma arriverà basta solo che credi e che preghi, in tal caso ci siamo noi, stai tranquillo, torna a casa e occupati della sorellina che della mamma e del papa ci sono gli esperti Simo.

Tornai a casa, nessuna delle 2 vide la mamma, l’unica cosa che aspettavo era il giorno seguente, potevamo iniziare a denunciare la sua scomparsa.

Passai tutto il pomeriggio con Asia, era l’unica forza che avevo.

9

Sul caso di papà non si trovò molto, sembrava che tutte le prove erano state cancellate cosi attentamente che solo un poliziotto esperto avrebbe potuto trovare, nel nostro paesino non ce ne erano molti, oltre ai signor Deangelis e al gruppo della polizia.

I giorni passavano io nn riuscivo più a distinguere se quello che vivevo era un sogno o una realtà, chissà sarà stata la signora Rebecca che era sempre gelosa su di me e della mia bravura, e che la infastidiva che la mamma guadagnasse di più di lei oppure la signora Marina che voleva sempre dei figli, in questo caso io e Asia e che essendo poliziotta avrebbe potuto eliminare le tracce?

Era difficile dirlo ma io continuavo a credere nella polizia e nel suo lavoro.

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