by Riccardo Nava
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Storia della Caesar Salad
La Caesar Salad è stata inventata da un italiano in Mexico ma si pensa che è stata creata in America per 2 motivi: il primo è che è composta anche da una salsa di origine americana e il secondo è che la Caesar Salad è stata creata sul confine tra Messico e America.
Fù creata una sera del 1924 particolarmente affollata per il ristorante di Cesare Cardini che ha finito le scorte di carne e pesce e vedendo i clienti di non poco riguardo decidere di affidarsi alla sua creatività e così portò al tavolo 2 carelli pieni di insalata e iniziò a creare per prima cosa la maionese poi la mise con la lattuga ci aggiunse anche dei tocchetti di pane fritto e infine delle scaglie di parmigiano stagionato e si dice che forse ci aggiunse anche delle acciughe ma non è certo.
Storia del Sandwich
Il sandwich in Gran Bretagna John Montagau, conte di sandwich nella metà del 1700 il suo chef gli cucinò un roast beef e il conte di sandwich chiese di poterlo mangiare cin una mano così lo chef mise il roast beef in due fette di pane imburrate ed ecco il primo sandwich.
Storia dei Corn Flakes
I Corn flakes il 14 aprile 1894 John Kellog all’età di 42 anni, medico, stava preparando la sua solita minestra di mais ma dopo aver lasciato il mais a cuocere venne distratto da un guasto che doveva risolvere tornò tardi il mais era stracotto così lo taglio in piccole parti e lo mise nella minestra e così i pazienti mangiarono i primi Corn flakes che gradirono molto.
Storia del Caffè
Il caffè kaldi un pastore che viveva nell’altopiano di kaffa in Etiopia.
un giorno kaldi vedendo le sue capre mangiare delle bacche che le rendevano più agitate decise di prendere quelle bacche e con l’aiuto di un monaco le fece cuocere e così kaldi bevette il primo caffè della storia.
Storia delle patatine fritte
Le patatine fritte furono scoperte in Bolivia, Perù, in America centrale.
i conquistadores spagnoli le mangiavano crude, dalla metà del 1700 si iniziò a produrle fritte.
non erano ancora nella forma in cui le conosciamo noi ora, erano tagliate a piccole “foglie” di patata.
la forma a “bastoncino” si dice fù inventata da due paesi: Belgio o Francia.
questi due paesi dicono entrambi di aver inventato questa “forma” di patatina fritta.
I belgi si aggrappano alla teoria del manoscritto del 1981 che dice che dei pescatori amavano friggere dei piccoli pesci del Mosa che in realtà erano appunto queste patatine visto che in inverno l’acqua gelava e la pesca non era possibile.
I francesi invece sostengono di averle inventato questa forma di patatina fritta nel 1789 durante una rivoluzione.
Un giorno un cuoco afro-americano si trovò a servire un cliente a cui le sue patatine non piacevano le sue patatine fritte così lo chef le rifece solo molto più fini e molto più salate pensando che non venissero buone ma questa fù una scoperta inaspettata e da quel giorno tutti andarono da lui solo per quelle patatine.
Storia della Birra
La birra fù dai sumeri circa 5000 anni fà, in Mesopotamia.
a quei tempi non era la birra che conosciamo noi, mancava il luppolo.
La birra fù inventata prima del vino per il fatto che era più facile coltivare cereali piuttosto che avere una piantagione di viti.
GUINNES
La Guinnes in particolare è una birra scura proveniente dall’Irlanda.
Nasce nel 1759 a Dublino, l’inventore è Arthur Guinnes.
Arthur non decise di buttare via tutto ma di fare comunque una birra e così inventò la Guinnes; alcune persone però sostengono che nonostante un incendio il re di Inghilterra decise comunque fare la birra e le diede ai lavoratori portuali.
Storia della Coca-Cola
La Coca-cola è una bevanda analcolica di tipo bibita.
La Coca-Cola fu inventata dal farmacista statunitense john Stith Pemberton l’8 maggio 1886 ad Atlanta, Georgia, inizialmente come rimedio per il mal di testa e per la stanchezza. Il primo nome che venne dato alla bevanda fu “Pemberton’s French Wine Coca”.
L’alcol venne in seguito sostituito con un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute.
Nonostante la scoperta, Pemberton accumulò forti debiti e per 2300 dollari vendette formula e diritti della Coca-Cola ad Asa Candler, uomo d’affari che aveva intuito il potenziale della bevanda e compresa l’importanza della pubblicità per diffonderla e per sbaragliare la concorrenza . Dopo la quotazione in borsa dell’azienda nel 1919, la Coca-Cola cominciò la sua diffusione mondiale negli anni venti, trasformandosi in un ‘business’ di grandi dimensioni, gestito dalla The Coca-Cola Company con sede a New York.
Nel 1927 la Coca-Cola viene importata in Italia. Nel 1960 comparve la prima Coca-Cola in lattina, mentre nel 1980 anche quella in bottiglia PET.
EST! EST!! EST!!!
Il nome di questo vino deriva da una leggenda, secondo la quale nell’anno 1111 Enrico V di Germania stava raggiungendo Roma con il suo esercito per ricevere dal papa Pasquale II la corona di Imperatore del Sacro Romano Impero. Al suo seguito si trovava anche un vescovo, Johannes Defuk, intenditore di vini.
Per soddisfare questa sua passione alla scoperta di nuovi sapori, il vescovo Defuk mandava il suo coppiere Martino in avanscoperta, con l’incarico di precederlo lungo la via per Roma, per assaggiare e scegliere i vini migliori in ogni luogo in cui passavano. I due avevano concordato un segnale in codice: qualora Martino avesse trovato del buon vino in una locanda, avrebbe dovuto scrivere “Est” (c’è), abbreviazione di “est bonum”, ovvero “c’è [vino] buono“, vicino alla porta della locanda. Se il vino era particolarmente buono, avrebbe dovuto scrivere “Est Est”. Il servo, una volta giunto a Montefiascone e assaggiato il vino locale, ne notò l’eccezionale qualità e, per comunicarlo, decise di ripetere per tre volte il segnale convenuto e di rafforzare il messaggio con ben sei punti esclamativi: “Est! Est!! Est!!!”
Il vescovo, arrivato in paese, condivise il giudizio del suo coppiere e prolungò la sua permanenza a Montefiascone per tre giorni. Addirittura, al termine della missione imperiale vi tornò, fermandosi fino al giorno della sua morte (avvenuta, pare, per un eccesso di bevute). Venne sepolto nella chiesa di san Flaviano, dove ancora si può leggere, sulla lapide in peperino grigio, l’iscrizione: «Per il troppo EST! qui giace morto il mio signore Johannes Defuk». In riconoscenza dell’ospitalità ricevuta, il vescovo lasciò alla cittadinanza di Montefiascone un’eredità di 24.000 scudi, a condizione che ad ogni anniversario della sua morte una botticella di vino venisse versata sul sepolcro, tradizione che venne ripetuta per diversi secoli. Al vescovo è ancora dedicato un corteo storico con personaggi in costume d’epoca, che fanno rivivere questa leggenda.
Filu e ferru
Il nome risale a qualche secolo fa e deriva dal metodo utilizzato per nascondere gli alambicchi quando l’acquavite veniva prodotta clandestinamente. I contenitori con il distillato e gli alambicchi venivano nascosti sottoterra e, per poterne individuare la posizione esatta in momenti successivi, venivano legati con uno o più fili di ferro con un capo che sporgeva dal terreno.
Donnafugata
l nome Donnafugata deriva dall’arabo “Ain-jafat” e significa “Fonte di salute”. Una leggenda narra comunque, di una donna che prigioniera nel Castello riuscì a scappare. Si tratterebbe della regina Bianca di Navarra che venne rinchiusa, dal perfido conte Bernardo Cabrera, signore della Contea di Modica, in una stanza dalla quale riuscì a fuggire attraverso le gallerie che conducevano nella campagna che circondava il palazzo. Da qui il nome dialettale “Ronnafugata”, cioè “donna fuggita”.
Il Gallo nero del Chianti
L’origine di questo simbolo deriva da un’antica leggenda. Si narra che al tempo delle lotte medievali Firenze e Siena, da sempre in guerra per il possesso di questo preziosissimo angolo di Toscana ed entrambe stanche di battaglie sanguinose, decidessero di regolare la questione con un singolare arbitrato.
Le due città decisero infatti di affidare la definizione del confine ad una prova tra due cavalieri, uno con i colori di Firenze ed uno con i colori di Siena. Il confine fiorentino-senese sarebbe stato fissato nel punto dove i due cavalieri si fossero incontrati partendo all’alba dalle rispettive città, al canto del gallo. I senesi scelsero un gallo bianco e lo rimpinzarono di cibo, convinti che all’alba questo avrebbe cantato più forte, mentre i fiorentini scelsero un gallo nero che lasciarono a stecchetto. Il giorno della prova, il gallo nero fiorentino, morso dalla fame, cominciò a cantare prima ancora che il sole fosse sorto, mentre quello bianco, senese, dormiva ancora beato perché ancora sazio.
Il cavaliere fiorentino, al segnale convenuto, si mise subito al galoppo, mentre il collega senese dovette aspettare ancora molto prima che l’altro volatile si decidesse a cantare: il risultato della pacifica tenzone fu che i due cavalieri si incontrarono a soli 12 km dalle mura di Siena e così la Repubblica Fiorentina poté annettersi tutto il Chianti.
Il vino degli abissi
Capitan Nemo offrì ai suoi ospiti sul Nautilus pesci rari e un «liquore fermentato estratto dall’alga nota col nome di “rodomenia palmata”». Lo credevano matto, racconta Jules Verne in “Ventimila leghe sotto i mari”, quando invitò tutti a una battuta di caccia nella sua foresta di Crespo, nel Pacifico, rivelando che si trattava di boschi sottomarini.
Ma la foresta esisteva davvero e tutti la videro usando speciali scafandri. Quei viaggi tra perle giganti, mostri e tunnel segreti che portano al Mediterraneo, vengono in mente ascoltando il racconto di un’impresa meno epica ma carica dello stesso fascino che porta alla scoperta di nuovi mondi nascosti. L’avventura sottomarina è quella di Pierluigi Lugano, 65 anni, ex professore di storia dell’arte e ora vignaiolo. Ha aperto la prima cantina d’Italia in fondo al mare. Ha stivato ogni anno 15 mila bottiglie a 60 metri di profondità. E ora ha portato a galla un nuovo vino: un migliaio di bottiglie con un primato di immersione, 30 mesi tra pesci e alghe.
Il nuovo vino si chiamerà Abissi Riserva, uno spumante, o per meglio dire un Metodo classico, ovvero un vino prodotto con la stessa procedura di uno champagne. Solo che le bottiglie, invece di riposare in cantine buie, spesso storiche, con il giusto grado di temperatura e servizio, vengono adagiate sul fondale davanti alla Cala degli Inglesi, nel Parco marino di Portofino.
Vino ad alta quota
Il rifugio è stato costruito nel 1965 in sostituzione – e a poca distanza – del precedente rifugio Gamba.
Si trova in ottima posizione sulla cresta rocciosa che divide il ghiacciaio del Brouillard dal ghiacciaio del Freney.
È intitolato a Guido Monzino, che ne ha curato la costruzione e lo ha donato alla Società Guide Alpine Courmayeur.
La Cave du vin blanc de Morgex et de la Salle dopo 30 anni di esperienza nella produzione di vino spumante a metodo classico in valle d’Aosta, è impegnata da ormai 8 anni nella sperimentazione e produzione di spumante ad alta quota ed esattamente presso la piccola cantina del rifugio Franco Monzino a 2590 m.
Il Prié Blanc unico vitigno autoctono valdostano a bacca bianca e franco di piede, trova nella Cave du vin blanc il suo naturale interprete e nello spumante a Metodo Classico una delle sue migliori espressioni. La lavorazione della Cuvée des guides viene fatta interamente al rifugio Monzino. Questi viene raggiunto a piedi in circa due ore e trenta, tragitto percorso più volte nell’arco dell’anno, necessariamente a piedi per garantire la sopravvivenza dei lieviti in fase di trasporto e per le altre diverse lavorazioni, lieviti che non sopportano dislivelli di altitudine repentini, mentre la restante parte del materiale viene trasportata in elicottero. Il “ tirage” viene fatto sempre al rifugio e quindi le bottiglie vengono messe a riposare per circa 18 mesi.
Il “dégorgement”una delle ultime fasi della lavorazione, vede ancora protagonista il ghiacciaio del Bruillard che lambisce il rifugio, i suoi seracchi ospiteranno per alcune notti i magnum capovolti, affinché i sedimenti possano congelare ed essere espulsi successivamente. L’altitudine, la pressione atmosferica, la temperatura dei 2600m del rifugio Monzino e le particolari attenzioni richieste in lavorazione ne determinano le caratteristiche inimitabili.L’esperienza nata nel 2005 e sin qui maturata, le diverse analisi di laboratori nazionali ed esteri, le molteplici degustazioni comparative in quota, le particolarità del Prié Blanc, ci portano oggi a considerare le cento bottiglie magnum prodotte annualmente un unicum nel panorama enologico mondiale.
Negroni
Fu ideato a Firenze nel 1919-20 dal conte Camillo Negroni. Negli anni ’20 il conte era solito frequentare l’aristocratico Caffè Casoni in Via de’ Tornabuoni a Firenze (locale in cui verrà trasferita in seguito l’attività del già esistente Caffè Giacosa e successivamente passato fra le proprietà di Roberto Cavalli) e, per variare dal suo abituale aperitivo Americano, chiese al barman Angelo Tesauro (secondo altri autori però pare che fosse Fosco Scarselli) di aggiungere un po’ di gin in sostituzione del seltz, in onore degli ultimi viaggi londinesi. Il nuovo cocktail divenne noto come l'”Americano alla moda del conte Negroni”, ovvero un Americano con un’aggiunta di gin, e in seguito prese il nome del conte stesso.
Negroni sbagliato
l Negroni sbagliato è un cocktail creato nel Bar Basso di Milano nel 1972 dal bartender Mirko Stocchetto e in genere chiamato semplicemente sbagliato.
Differisce dal classico Negroni amaro fiorentino per la presenza dello spumante brut, che sostituisce il gin. Il drink diventa così più leggero grazie alla minore presenza alcolica.
Published: Nov 24, 2020
Latest Revision: Dec 15, 2020
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