by Roberta Lodovici
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Ciao, sono Michelle e la storia che sto per raccontarvi, ebbe inizio in un giorno piovoso.
Era il 27 novembre del 2017 quando, dopo la fine delle lezioni, assieme alla mia amica Lisa abbiamo deciso di aspettare che smettesse di piovere visto che eravamo le uniche che non avevano nessuno che potesse venire a prenderle. Così siamo salite al secondo piano dove abbiamo scelto un’aula, tra le tante, in cui stare. Come abitudine di tutti i ragazzi annoiati durante una giornata così cupa e piovosa, abbiamo iniziato a raccontare storie horror.
Lisa si ricordava una storia che, dicono, sia successa nella nostra scuola, che si trova nella provincia di Como Più precisamente a Monte Olimpino. La storia tratta le avventure di un fantasma, che vagava nei bagni della scuola. In base ad un’altra leggenda si narra che il bidello della scuola, un vecchio, che si dice riucisse ad ipnotizzare i ragazzi con i suoi brillanti occhi. Portava le persone dall’altra parte della scuola vicino ad un vecchio ospedale, dove torturava tutti gli alunni che riusciva a catturare.
Quando abbiamo finito di raccontare le storie, per divertimento ci è venuto in mente di evocare il fantasma del bagno che si dice, sia una ragazza della quale però non riesco neanche a pronunciare il nome. Siamo andati nel bagno più vicino, che si trovava dall’altra parte del secondo piano, e abbiamo iniziato a chiamarla per nome, ma non succedeva niente. Non è successo niente di niente. Abbiamo continuato tanto perché ci stavamo annoiando, ma ad un certo punto ci siamo rese conto che erano ormai le 7 di sera, l’ora in cui la scuola chiudeva. All’improvviso abbiamo sentito le porte principali chiudersi, ci siamo spaventate e un colpo di aria ci ha fatto venire la pelle d’oca. Siamo andate a controllare le porte che di fatto erano chiuse. Noi eravamo bloccate.
Lisa era molto più calma di me e cercava di calmarmi dicendomi che andava tutto bene e che non ci sarebbe successo niente. Dopo un po’ di tempo, ancora più annoiate, Lisa ebbe l’idea di andare ad indagare nel seminterrato, io invece le ho subito detto che sarebbe stato sicuramente chiuso.
Ma lei, testarda, voleva andare a controllare lo stesso quindi l’ho seguita dato che è estremamente terrificante passeggiare da sola in una scuola durante la sera.
Siamo giunte nel seminterrato e sorprendentemente la porta era aperta. Entrando, non abbiamo visto niente perché era molto buio perciò ho illuminato la stanza con la torcia del mio cellulare.
Dentro l’immensa sala non c’era altro che un‘innumerevole quantità di banchi rotti, ma guardando più attentamente, in fondo alla stanza ho visto una porta. Anche Lisa l’aveva notata e mi ha detto che, secondo lei, qualcuno ci stava guardando attraverso di essa. Io invece le ho detto di smettere con le paranoie e di andare via da lì, ma la paura mi aveva trafitto tutto il corpo.
Essendo intrappolate dentro la scuola, ci stavamo chiedendo come mai nessuno si era accorto della nostra presenza. Lisa ad un certo punto, mi disse che doveva andare in bagno e ho dovuto accompagnarla perché aveva paura di andare da sola. Siamo andate in bagno al primo piano perché eravamo già lì (la scuola aveva un totale di 8 bagni, 4 per ragazze e 4 per ragazzi). L’ho aspettata fuori dal bagno, ma lei urlando mi ha detto di entrare subito. Ero molto spaventata e lei ha detto che era sicura di aver visto qualcuno dalla finestra del bagno.
Sapevo che voleva solo spaventarmi perché ho sempre avuto paura di queste cose, quindi non le ho prestato molta attenzione. Quando ha finito le ho detto di controllare se qualche porta fosse aperta, e nessuna lo era. Dopo di che siamo tornate all’ultimo piano e questa volta siamo andate in aula informatica. Sinceramente non so perché abbiamo girato l’intera scuola, credo fosse stata pura curiosità. Mi sono seduta ad uno dei tavoli e ho iniziato a giocare su uno dei computer, mentre Lisa ha aperto la finestra per far entrare un po’ di aria. È rimasta lì per un po’ e poi è venuta di corsa verso di me dicendomi che aveva visto di nuovo la ragazza che ci guardava dal vecchio edificio dietro la scuola. Le ho detto di smetterla di dire quelle cose perché iniziavo ad avere davvero paura, lei invece mi diceva che non era uno scherzo. Non le credevo e sono andata via da lì, ma lei continuava a seguirmi. Quando sono entrata in un’altra aula, ho chiuso subito la porta e mi sono seduta, ma lei, stranamente, non è mai entrata nell’aula in cui mi trovavo. Pensavo che con la sua estrema curiosità fosse andata ad indagare, ma dopo 10 minuti io ho iniziato a preoccuparmi. Sono andata sulle scale accanto ai bagni e ho visto che la mia amica stava andando verso quella parte, ma non era sola, una ragazza in divisa la stava prendendo per mano, ho pensato: “Forse non eravamo solo noi due alla fine”. Le ho seguite di nascosto per vedere cosa andavano a fare. Quando siamo arrivate sono rimasta fuori a guardare attraverso lo spazio tra la porta e il muro, ero molto timida con le persone che non conoscevo quindi non sono entrata. Ma all’improvviso ho iniziato a sentire delle urla. Con tutto il coraggio del mondo ho deciso di entrare e ho visto che la ragazza stava trascinando Lisa in bagno. Mi sono fermata molto spaventata e ho urlato: “LASCIALA!”. La ragazza si è resa conto della mia presenza e si voltò. Aveva gli occhi completamente neri e un sorriso diabolico dipinto sul viso.
Mi sono svegliata in ospedale dove mia madre mi disse che ero rimasta a scuola fino a tardi e che uno dei prof l’aveva chiamata per venire a prendermi dopo che mi aveva trovata svenuta sul corridoio principale.
Quando le ho chiesto dove fosse finita la mia amica, mi ha detto che questa mia amica in realtà non esisteva o che almeno lei non la conosceva. Ero molto confusa in quel momento, mi sembrava davvero strano perché veniva a casa mia ogni fine settimana. Il giorno dopo sono andata a casa sua per vedere se fosse solo uno scherzo dei miei genitori, ma la situazione si aggravava sempre di più. I suoi genitori mi avevano detto che non avevano mai avuto nessuna figlia e che sicuramente avevo bussato alla casa sbagliata.
Ma so che lei esisteva e che quella sera era stata più che reale. Ora che ho 20 anni, quando passo di notte vicino alla mia ex scuola vedo due ragazze che mi guardano dalla finestra vicino al bagno. Due ragazze con gli occhi neri che mi dicono: “Vieni a giocare”, e so che una di lei è la mia amica perché dalla finestra mi mostra il polso e su di esso c’è un braccialetto identico al mio che abbiamo fatto quando eravamo ancora alle elementari. Mi pento sempre sapendo che avrei potuto ascoltarla quando diceva che qualcuno ci stava guardando.
Published: Dec 16, 2020
Latest Revision: Dec 16, 2020
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