by arianna trapasso
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La giornata era una di quelle speciali: i ragazzi tornavano al centro formativo CFP dopo 2 mesi di lockdow. Apparentemente tutto era come era stato lasciato: Danilo già rimproverava i ragazzi che scendevano di corsa le scale, latutor misurava la temperatura, e i professori salutavano con il solito “buongiornissimo!”
La classe 2°c entrò nell’aula 205 per iniziare l’ora di d’inglese. La professoressa Baulina cominciò a restituire l’ultimo compito svolto in dad chiamando nome per nome dando il voto e facendo il commento sul compito.
Tornando al posto ognuno brontolava apertamente o sorrideva a seconda del risultato.
Colino, il ragazzo più bravo della classe era stranamente immusonito, silenzioso rinchiuso nel suo abbigliamento e atteggiamento da nerd, ma nessuno ci fece caso più di tanto. Arrivato il suo turno l’insegnante inizia a manifestare a voce alta la sua delusione per il compito di Colino. Anche mentre tornava al posto l’insegnante insisteva su quanto non avesse capito la consegna, sugli errori come se i bellissimi voti presi fino a quel momento non fossero mai esistiti.
Colino era seduto al banco con la testa bassa, l’insegnate continuava a parlare ma lui era lontano da quella realtà:” non sono stato fino ad ora uno studente modello?” ” non ho forse valutazioni altissime tanto quanto è vero che i professori si chiedevano perchè avessi scelto un istituto professionale?”… “e i miei compagni perchè mi deridono in questo modo?”.
La sua mente viaggiava spedita verso l’odio per tutto ciò che lo circondava a tal punto di costruirsi una gabbia intorno a se dalla quale non riusciva più ad uscire. Colino aspettò la campanella d’uscita e si nascose nel bagno vicino agli spogliatoi aspettando che i ragazzi di cucina finissero laboratorio per andare a rubare un coltello e la mannaia. Alle 18:30 orario in cui i professori escono per tornare a casa Colino si recò dietro l’acquario quando vide passare la professoressa d’inglese la sorprese da dietro tagliandole la cola da orecchio a orecchio.
Ma questo folle gesto non bastava ancora, con la mannaia la decapitò con un colpo deciso. Lasciando dietro di se una scia di sangue portò la testa sulla cattedra.
Colino dopo aver lasciato la testa sulla cattedra si rese solo in quel momento cosa aveva appena fatto. Preso dal panico Colino chiuse la porta dell’aula e iniziò a correre ritrovandosi davanti alla scia di sangue e il corpo, si fermò a guardare lascia e il corpo senza testa che ancora faceva uscire sangue come una fontana, non fece nulla tranne che pensare dove nascondere le armi del delitto. In preda al panico con le mani nei capelli mentre piangeva si sedette un attimo a riflettere se consegnarsi alla polizia oppure fare come ogni assassino fa, nascondersi dietro una maschera invisibile. Colino alzandosi nascose le armi: la mannaia la nascose nell’orto vicino ai pomodori scavando una piccola buca, il coltello lo pulì e lo lasciò in cucina. Purtroppo però Colino non era stato abbastanza attento… correndo verso l’orto non si accorse di aver toccato il sangue con il piede lasciando una traccia, l’impronta della scarpa. Tornò a casa come se non fosse successo nulla e spiegando alla madre che era tornato a casa tardi perchè era rimasto a studiare da un amico, il giorno dopo la preside andò a scuola però non vide il corpo e lascia perchè ha posteggiato dietro la cucina e non vide nemmeno l’auto anche se ci era passata di fianco. andò nel suo ufficio e subito dopo arrivò Danilo per igienizzare tutto prima che arrivino gli studenti e per far le sue solite cose. Danilo quando andò fuori per igienizzare l’acquario vide la scia di sangue e decise di seguirla e vide il corpo della professoressa baulina senza testa immerso in una pozza di sangue ancora fresco corse subito nell’ufficio della preside per portare la preside vicino al corpo. La preside chiamò subito la polizia e Danilo nel frattempo seguì le gocce di sangue lasciate dalla testa e salendo piano per piano vide che le gocce di sangue portarono all’aula 205 Danilo non esitò ad aprirla con con un fazzoletto per evitare di lasciare impronte e… non riuscì a credere ai suoi occhi, la testa del corpo era li che ancora gocciolava su un’altra pozza di sangue, lui era incredulo pensando fosse un film e che queste cose succedono solo nei film horror; vedere la testa con la bocca aperta, le labbra viola, il viso bianco e gli occhi socchiusi verso l’alto per lui era troppo e questo ha provocato un’infarto. Nel giro di 10 minuti arrivò la polizia e l’ambulanza Danilo venne portato in ospedale e i poliziotti iniziarono subito ad indagare. Passò mezz’ora dall’arivo della polizia e gli studenti, professori, tutor, bidelli ecc. arrivavano.
La tutor mariano arrivò e non capì cosa stesse succedendo e chiese agli studenti cosa stesse succedendo e loro risposero piangendo:” è morta, è morta la prof Baulina è morta troppo giovane e cosa aveva fatto per meritarsi una roba cosi?! l’ hanno decapitata!!” la tutor corse subito per entrare a vedere ma si fermò di scatto.. vide la barella con sopra la prof Baulina dentro a quel sacco nero.
Passarono giorni dall’accaduto e gli studenti non potendo andare a scuola per le indagini in corso tornarono con la didattica a distanza e la polizia in così poco tempo aveva già una strada e Colino lo sapeva più di tutti che quell’impronta di sangue poteva portare a lui. Iniziarono gli interrogatori a più di 300 studenti inclusi bidelli, professori, tutor; sequestrarono a tutti le scarpe con la suola uguale all’impronta, seguirono la direzione dell’impronta che portava all’orto e i cani con i poliziotti cercavano qualcosa e così è stato.
il Cane si sedette in un punto e iniziarono a scavare e trovarono la mannaia la misero in una busta. Il detective andò alla scientifica e chiese se sul corpo c’erano segni di violenza o altro ma no non c’era niente, ma… sulla testa c’era una cosa che incuriosiva la scientifica il taglio di decapitazione.
Facendo attentamente si resero conto che c’era il taglio della gola da orecchio a orecchio ma di qualche millimetro sotto c’era il taglio di decapitazione e capirono che c’era un’altra del delitto e corsero subito a prendere qualsiasi cosa tagliente in quella scuola. Trovarono delle impronte sul coltello che colino ha lavato e iniziarono gli interrogatori alle persone rinvenute dalle impronte del coltello e dalla suola delle scarpe tra queste persone c’era colino. Tra interrogatori di qua e di la senza nessun risultato arrivò quello di Colino, quel giorno era piuttosto nervoso e il detective capì che era lui l’assassino cercò di farlo confessare e ci riuscì facendo vere le immagini del corpo e della testa, dalle impronte rilevate sul coltello e dalla scarpa.:” Colino, sappiamo che sei stato te e se collabori avrai una riduzione della pena. perchè non confessi?” Colino rimase muto per qualche minuto ma non ce la fece più e confessò ” ok, va bene sono stato io ma non volevo farlo veramente, quando ma ha iniziato ad urlare io non ero più in me e ho fatto quello che ho fatto”.
Colino venne arrestato a 15 anni di carcere e la libertà condizionata dopo 9 anni per aver collaborato.
Passato qualche mese i ragazzi ancora increduli e segnati dall’accaduto riparlandone in classe fecero notare ai professori quanto era vera la frase ” l’apparenza inganna ” di come un ragazzo all’apparenza possa sembrare intelligente tranquillo e invece è solo un mostro.
Published: Dec 18, 2020
Latest Revision: Dec 18, 2020
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