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“Confini e muri”: il diritto alla comprensione e all’unione tra i popoli – L’Inclusione

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Artwork: Alunni delle classi IIA - IIB -IIC

  • Joined Jul 2016
  • Published Books 1
 by lazzaro lina - Illustrated by            Alunni delle classi IIA - IIB -IIC - Ourboox.com

L’inclusione

Inclusione significa appartenere a qualcosa, sia esso un gruppo di persone o un’istituzione, e sentirsi accolti. È quindi facile capire da cosa derivi la necessità dell’inclusione sociale: tra gli individui possono esserci delle differenze a causa delle quali una persona o un gruppo sono “esclusi” dalla società. L’inclusione sociale ha l’obiettivo di eliminare qualunque forma di discriminazione all’interno di una società, ma sempre nel rispetto della diversità. Inclusione dell’altro significa che i confini della comunità sono aperti a tutti, ma soprattutto a coloro che sono estranei.
L’inclusione non è un problema lontano. Fin dai tempi più antichi esistono le discriminazioni, come l’odio verso gli zingari. Secondo gli storici essi sarebbero originari dell’India. 
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Inizialmente furono percepiti come pellegrini e vennero ben accolti. Ma ben presto vennero identificati come criminali per la loro vita nomade e venne decretata la pena di morte a tutti coloro che si fossero rifiutati di lasciare la città di Roma.
Un’altra discriminazione fu quella verso gli Ebrei. Questa ostilità verso di loro venne chiamata antisemitismo. Loro in quel periodo venivano considerati “diversi” e furono accusati di “deicidio” cioè di aver ucciso Gesù. Su di loro circolavano dicerie assurde come ad esempio che  uccidevano i fanciulli cristiani per berne il sangue.  Agli Ebrei  venne vietato di possedere terre e vennero segregati in dei quartieri che assunsero il nome di “Ghetto”.
Da secoli le popolazioni del mondo decidono di lasciare la propria terra per spostarsi in altri paesi alla ricerca di migliori condizioni di vita e questo fenomeno, spesso anche clandestino, aumenta sempre di più.
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Oggi l’Italia è preoccupata per gli sbarchi clandestini, cioè di stranieri che arrivano in Italia senza regolare visto di permesso nascondendosi ovunque, sopportando violenze e rischiando la vita durante “il viaggio della speranza”.
È il Ministro dell’Interno  che adotta i provvedimenti che occorrono per l’esecuzione dell’espulsione.
Spesso l’immigrato viene considerato come una persona di cui è meglio non fidarsi. L’Italia, come tutto il mondo occidentale, è vista come una meta da raggiungere per trovare il benessere, ma purtroppo non è veramente questo ciò che spesso trovano una volta arrivati qui. Ci sono casi in cui è la criminalità organizzata internazionale a gestire l’ingresso clandestino. E questo rende il problema ancora più drammatico. 
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La popolazione italiana è divisa in due sul fenomeno dell’immigrazione clandestina: da una parte ci sono quelli che vogliono che i clandestini siano rimandati nei loro paesi di origine; altri credono che sia meglio trattenerli nei centri di accoglienza, in quanto ritenterebbero l’impresa non appena possibile, affrontando rischi sempre maggiori.
La legge stabilisce che :
  • Gli stranieri che vogliono soggiornare in Italia per più di tre mesi devono richiedere un permesso di soggiorno, che può essere rilasciato per motivi di adozione, asilo politico, lavoro autonomo, lavoro subordinato, lavoro subordinato-stagionale, missione, protezione umanitaria, residenza elettiva, ricerca scientifica, status di apolide, studio.
  • Può richiedere asilo o protezione in Italia il cittadino straniero che teme di essere perseguitato nel paese di cui ha la cittadinanza o la cui vita è minacciata dalla violenza indiscriminata in situazioni di conflitto.
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La legge per i migranti per motivi economici prevede che:
  • Può entrare in Italia solo chi è già in possesso di un contratto di lavoro che gli consenta il mantenimento economico. Dopo l’ingresso, il permesso di soggiorno va richiesto entro otto giorni. Il permesso ha una durata fino a due anni per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, fino a un anno negli altri casi. La legge prevede un permesso di soggiorno di un anno agli immigrati che perdono il lavoro e ha aumentato il numero degli anni necessari per ottenere la carta di soggiorno.
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Unione europea       
L’inclusione sociale costituisce una delle undici proprietà della politica di coesione. Il pacchetto di investimenti sociali, adottato nel 2013 delinea le riforme necessarie negli stati membri per garantire politiche sociali più adeguate e sostenibili attraverso l’investimento nelle competenze e capacità delle persone. Contiene, inoltre, alcuni messaggi fondamentali da tenere in considerazione al momento di modernizzare politiche sociali e di adeguarle alle nuove sfide, anche attraverso i fondi strutturali e di investimento europei. 

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La politica di coesione dell’Unione Europea sostiene l’inclusione sociale delle persone diversamente abili, dei lavoratori più giovani e/o anziani, dei lavoratori con scarse competenze professionali, degli immigrati e delle minoranze etniche quali le popolazioni Rom, delle persone che vivono in zone svantaggiate e delle donne nel mercato del lavoro. Sostiene la strategia Europa 2020, il cui obiettivo è allontanare dal rischio di povertà almeno 20 milioni di persone.
Gli obbiettivi dell’Unione europea sono:
-Lottare contro l’esclusione sociale e la discriminazione.
-Promuovere promesse scientifiche e tecnologiche.
-Rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale e la solidarietà tra gli stati membri.
-Rispettare la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica.
-Istituire un’Unione economica e monetaria con l’euro come moneta unica.

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I valori dell’UE sono condivisi dagli Stati membri in una società in cui prevalgono l’inclusione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e la non discriminazione.
-La dignità umana è inviolabile. Deve essere rispettata e tutelata e costituisce la base stessa dei diritti fondamentali.
-Le libertà individuali, quale rispetto della vita privata, libertà di pensare, di religione, di espressione e di informazione, sono tutte tutelate dalla carta di diritti fondamentali dell’UE.
-Uguaglianza significa riconoscere a tutti i cittadini gli stessi diritti davanti alla legge. Il principio della parità tra uomini e donne è alla base di tutte le politiche europee, dell’elemento con cui si fonda l’integrazione Europea.
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Il muro di Berlino        
Il muro di Berlino era un sistema di fortificazione fatto costruire dal governo della Germania Est per impedire la libera circolazione della popolazione fra Berlino Est e Berlino Ovest. È stato costruito nel 1961 ed è stato demolito nel 1989 dal governo Tedesco Orientale. Nel 1989 il governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e a Berlino Ovest sarebbero state permesse; durante le settimane successive piccole parti del muro furono demolite dalla folla. In seguito fu usato equipaggiamento industriale per abbattere tutto ciò che era rimasto.

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Tutt’oggi c’è ancora il commercio di alcuni pezzi del muro. Il muro di Berlino era lungo più di 100 km ed era realizzato in cemento e filo spinato; circondava letteralmente l’intera estensione di Berlino Ovest. 
Le uniche vie di accesso tre le due zone della città erano posti di blocco sorvegliati giorno e notte, migliaia di Tedeschi cercavano di oltrepassare il muro, talvolta in modi molto ingegnosi, ci riuscivano circa 5.000, altri fallirono nel tentativo, vennero arrestati e addirittura uccisi dalle guardie.
Le persone con una buona formazione professionale, laureati, operai specializzati e artigiani se ne andarono da Berlino Est e si spostarono nella Berlino Ovest con la speranza di avere un futuro migliore.
Il muro di Berlino veniva definito una trappola mortale per entrambi i territori.
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Dopo le dimissioni del leader del partito comunista Sovietico, la DDR rende di nuovo liberi gli spostamenti verso la Germania Ovest; il 3 ottobre del 1990 la Germania si riunifica definitivamente.
Non è tuttavia il caso di esultare: il ”muro” esiste ancora. È chiaro che Est e Ovest sono solo lontani ricordi.
Pensiamo a Donald Trump e all’idea di costruire una barriera artificiale per impedire ai Messicani di entrare in America. Allo stesso mi viene in mente il problema dei rifugiati, dei senzatetto e di chi vorrebbe esercitare liberamente i propri diritti.
Tanti muri vengono abbattuti, ma tanti altri, purtroppo, esistono ancora.
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IL DIRITTO ALL’ALIMENTAZIONE
Acqua e cibo sono gli elementi fondamentali ed essenziali dell’alimentazione e tutti devono essere in grado di poterli cercare ed ottenere. Infatti per l’uomo è un diritto avere accesso a cibo sano e sicuro per soddisfare i bisogni principali, non meno importante è il diritto di assumere acqua pulita e sana.
La malnutrizione è un fatto, purtroppo, diffuso e popolare che riguarda i nostri giorni nei paesi ridotti in miseria. La malnutrizione è causata dalla scarsa o poca alimentazione, oppure dal cibo di poca qualità.
 
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Il diritto all’alimentazione è un diritto molto importante e delicato che viene anche spiegato nell’articolo 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, dove i governi: ”riconoscono il diritto di ogni individuo ad un livello di vita appropriato per sè e per la propria famiglia, che includa un’alimentazione adeguata (..) nonché il miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita “.Il governo di ogni paese deve rendere, dunque, cibo e acqua accessibili a chiunque, proponendoli sani e nutrienti. Garantire, perciò, cibo e acqua vuol dire far si che questi ultimi siano sempre disponibili per le generazioni presenti e future.
Molte persone si chiedono: “QUALI SONO LE CAUSE PRINCIPALI DELL’INSUFFICENZA DI RISORSE ALIMENTARI E DELLA MALNUTRIZIONE “?

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Le principali cause della malnutrizione sono molteplici, come ad esempio, la povertà per la quale molte persone purtroppo sono costrette ad avere un’alimentazione limitata e scarsa, ma può essere causata anche dalle interruzioni delle produzioni del cibo, dovute a  diverse cause: disastri naturali, oppure conflitti dell’uomo che distruggono tutto e creano anche problemi dal punto di vista economico.
Le persone più esposte alla malnutrizione sono spesso i bambini sotto i cinque anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiara che dei 10 milioni di bambini che muoiono ogni anno, il 50% è da attribuire alla malnutrizione.  La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia dice che i bambini devono assumere cibo e acqua, sottolineando “in maniera nutriente e sana”.
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Ogni individuo, perciò, ha diritto:
  • A essere libero dalla fame
  • A un’alimentazione adeguata
  • Accedere ad acqua potabile e sicura
  • Di godere di benefici dei progressi scientifici riguardo acqua e cibo
  • A non essere soggetti a discriminazione (in questo, ci si riferisce a circostanze in cui la distribuzione del cibo è ineguale in base al sesso, all’età o anche al paese di appartenenza).
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LA MUSICA NELLE SCUOLE COME STRUMENTO DI INTEGRAZIONE ED INCLUSIONE
“La musica è l’arte dell’immaginario per eccellenza, è un’arte scevra di tutti i limiti imposti dalle parole, un’arte che tocca la profondità dell’esistenza umana, un’arte fatta di suoni che travalicano tutte le frontiere“(Daniel Barenboim “La Musica sveglia il tempo”)
È importante offrire ai giovani, l’opportunità di attività socializzanti che consentono di raggiungere gratificazioni immediate.  La musica come linguaggio universale è in grado di accogliere, integrare e avviare alla cittadinanza una percentuale di utenza che per problemi sia linguistici, sia relazionali o di apprendimento sarebbe destinato, in altri contesti, a diventare un carico sociale non trascurabile per la comunità se tali situazioni di disagio, conseguenza di mancata integrazione, scarsa formazione, insuccessi ed abbandoni, presentano il conto dopo l’età scolastica.
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Sport e inclusione
Lo sport, oltre ad essere un’attività che volge al raggiungimento di determinate abilità,
è un mezzo importantissimo per includere socialmente sia persone disabili sia ragazzi che provengono da esperienze particolari.
Lo sport è un veicolo importante di integrazione, di rispetto e di solidarietà.
Facciamo inclusione quando applichiamo, semplicemente,  alcune delle regole del fair play, cioè del gioco corretto.      
Lo sport è indispensabile per la formazione dei ragazzi e bisognerebbe praticare uno sport già da piccoli.

 

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Lo sport rappresenta un elemento fondamentale sul piano emotivo e sociale, un ambiente multidimensionale, dinamico, ludico, adatto ad intensificare la coscienza di sé e del proprio corpo.
Lo sport abbina l’attività fisica con quella ricreativa, favorisce la salute, la longevità, il benessere fisico e psicologico.
Come sottolineato dal Consiglio dell’Unione Europea, lo sport è fonte e motore di inclusione sociale e viene riconosciuto come uno strumento eccellente per l’integrazione delle minoranze e dei gruppi a rischio di emarginazione sociale.
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