ALLA SCOPERTA DEL MEDIOEVO by Stefania La Via - Illustrated by Classe 1 E- I.C.
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ALLA SCOPERTA DEL MEDIOEVO

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Artwork: Classe 1 E- I.C. "Nunzio Nasi"- Trapani

  • Joined Mar 2018
  • Published Books 4

LA CURTIS

 

Durante il Medioevo, soprattutto nell’epoca di Carlo Magno, il sistema economico era costituito dall’economia chiusa delle curtes, le ville, che punteggiavano tutta l’Europa.  Vere e proprie aziende agricole, esse erano governate da un signore locale, alcune invece erano di proprietà dello stesso imperatore che le controllava attraverso i propri “missi dominici” e degli amministratori. ad essi era indirizzato il “Capitulare de Villis”, un testo contenente le regole dell’amministrazione. Periodicamente venivano anche redatti degli inventari che registravano tutte le proprietà, i guadagni e le tasse di una curtis.

Si conserva ancora l’inventario del dominio regio di Annapes con la descrizione della dimora, delle stalle, delle cucine e dei magazzini, oltre che dei quantitativi di raccolto annuale. Le unità di misura utilizzate per i raccolti erano le stesse in tutti i domini di Carlo Magno per permettere di fare calcoli confrontabili

La curtis era divisa in due parti: pars dominica e pars massaricia.

Nella pars dominica si trovava la dimora del signore e i terreni migliori che venivano coltivati dagli schiavi e dai servi della gleba, la pars massaricia era invece affidata a contadini che dovevano lavorarla e pagare un affitto in natura al signore e prestare delle ore di lavoro gratuite dette corvees nei campi del signore.

All’interno della curtis si allevavano cavalli, vacche, porci, pecore, capre, galline e talvolta pavoni.

Le coltivazioni erano quelle di cereali e legumi: orzo, frumento, avena, fave e piselli.  Veniva prodotto il miele, ma anche formaggi, burro, salsicce e salumi. Attorno alla curtis si estendevano i boschi che servivano per far la legna,  per cacciare la selvaggina e allevare i maiali che si nutrivano di ghiande. Gli abitanti della curtis erano contadini, servi della gleba, schiavi, ma anche artigiani, fabbri, argentieri, bottai, a tutti il signore assicurava la sua protezione. In tutte le curtis si trovavano la chiesa, magazzini, officine, mulini, forni,  in alcune anche birrerie.  Per coltivare i campi venivano usati strumenti rudimentali come pale di legno e ferro, falci, falcetti, asce.

Alcune curtis erano di proprietà ecclesiastica.

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LA SOCIETA’ MEDIEVALE

 

La società medievale era divisa in tre gruppi: i combattenti (nobili), chi pregava (ecclesiastici), chi lavorava (servi della gleba, contadini e schiavi). Chi nasceva in una classe sociale vi rimaneva e così i suoi discendenti. La società era chiusa e immobile.

Questa situazione cambiò soltanto con la rinascita delle città che favorì la nascita di una nuova classe sociale, la borghesia. Grazie alla circolazione del denaro i lavoratori cominciarono ad essere pagati e si indebolirono i vincoli tra servitori e padroni.

Il sistema feudale con i vincoli di vassallaggio di fatto contribuiva all’immobilismo della società. Lo stesso re o imperatore aveva bisogno della fedeltà dei suoi nobili per proteggere il regno. Ai nobili più importanti, chiamati vassalli, egli dava parti del suo regno per governarle in suo nome, i cosiddetti feudi, che a loro volta venivano suddivisi dal signore feudale in feudi minori affidati a valvassori e valvassini, in una sorta di piramide in cui ogni gradino era legato a quello successivo da un rapporto di fedeltà.

Servi della gleba e contadini vivevano in condizioni di miseria e costituivano l’ultimo gradino della società insieme con gli schiavi.

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I CAVALIERI

 

 Mille anni fa in Europa i professionisti della guerra erano i calieri, armati di lancia, protetti da solide armature e forniti di potenti cavalli.

I signori feudali per proteggere i loro castelli avevano bisogno di soldati, il mestiere di cavaliere era esercitato dai figli cadetti di famiglie aristocratiche, in cerca di denaro e di fortuna. Per non disperdere il patrimonio familiare, infatti, secondo la legge del maggiorascato, esso passava interamente al figlio primogenito. Gli altri figli, se non destinati alla carriera ecclesiastica, sin da piccoli ( a circa 7 anni)venivano affidati ad un nobile signore dove iniziavano il percorso per diventare cavalieri. Si cominciava come paggi, poi si passava al grado di scudiero e infine, dopo una vera e propria cerimonia chiamata adoubement, si raggiungeva il grado di cavaliere.

I cavalieri gareggiavano tra loro per mettersi in mostra nel corso dei tornei. La loro fortuna infatti dipendeva da come sapevano combattere. I cavalieri più giovani si riunivano i compagnie e vagavano di castello in castello mettendosi al servizio dei vari signori locali.

Molte leggende e storie narravano la vita dei cavalieri, come ad esempio il famoso ciclo bretone con i romanzi ispirati a Re Artù e ai cavalieri della Tavola rotonda.

In realtà i cavalieri spesso erano dediti a rapine e saccheggi ma l’epica cavalleresca diffuse un’immagine ideale del cavaliere come colui che si comportava in modo irreprensibile difendendo i più deboli.

Un grave colpo alla cavalleria fu dato dall’invenzione delle armi da fuoco che cambiarono definitivamente il modo di combattere

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I CONTADINI

 

Oggi nel mondo il 40% dei lavoratori è occupato nel settore agricolo. Il 50% dei lavoratori è stato sostituito dalle invenzioni tecnologiche in campo agricolo.

Nel Medioevo esistevano, dal punto di vista sociale, diversi tipi di contadini. C’erano i discendenti degli schiavi dell’Impero romano che lavoravano nelle case dei signori e i “servi casati”, ovvero schiavi che ricevevano una casa e delle terre da coltivare. Non tutti i contadini erano servi, alcuni erano piccoli proprietari terrieri.

La giornata del contadino era ripetitiva, solo recarsi al mulino o partecipare alla messa introducevano nella loro vita piacevoli momenti di socialità.

Tutto si svolgeva secondo il ritmo delle stagioni, un avvenimento che coinvolgeva tutta la comunità era l’uccisione del maiale, che si svolgeva a Dicembre.

Cuore della comunità era la chiesa dove l’intera popolazione si rifugiava nel momento del pericolo. Inoltre il cimitero e la chiesa permettevano di ricordare la storia del villaggio.

Nella famiglia contadina tutti lavoravano nei campi, anche i più giovani. L’alimentazione variava a seconda della posizione geografica. Nell’Alto Medioevo gli alimenti fondamentali erano le verdure e la carne, che si otteneva sia da animali allevati sia dalla caccia. una parte del raccolto era usata per pagare tasse al proprietario della terra, il resto poteva essere usato per nutrirsi o veniva venduto. Alcuni tipi di pane erano più costosi e pregiati, quindi di solito si consumava il pane di segale.

La caccia era praticata soltanto dai signori e non dai contadini che invece erano sottoposti a molte imposizioni, come le corvées, giornate di lavoro da dedicare al terreno del signore.

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LE DONNE E LA FAMIGLIA

 

Nella società medievale il dovere di una donna era di essere moglie, casalinga e madre, anche se non mancavano casi, per quanto rari, di donne che esercitavano un mestiere o che studiavano.

Le donne di famiglia nobile o ricca, anche se avevano numerosi servitori, dovevano sorvegliare l’andamento della casa e vegliare sui figli. Le donna del popolo, oltre a sbrigare tutti i mestieri domestici, aiutavano nei campi e filavano la lana. nelle città molte donne lavoravano come artigiane o commercianti. Nel mondo contadino quasi sempre marito e moglie lavoravano fianco a fianco nei campi.

Le ragazze si sposavano giovanissime a 11 o 12 anni. I matrimoni d’amore erano rarissimi, tra i nobili la scelta della futura moglie avveniva per ragioni di tipo economico. Alla donna era riservato il compito di avere molti figli perché a quei tempi la mortalità infantile era molto alta. Per i nobili era necessario avere un figlio maschio cui lasciare in eredità i possedimenti e i titoli. Le donne, che solitamente sposavano uomini più grandi di loro, retavano vedove con maggiore frequenza. Potevano ereditare i beni del marito ma non ne potevano disporre pienamente. Unica alternativa al matrimonio era la vita monacale.

Per imparare ad essere brave mogli non era necessario saper leggere e scrivere e così a quasi tutte le donne era precluso l’accesso alla cultura e al sapere. Solo poche erano colte, cioè sapevano leggere, scrivere, disegnare, dipingere.

Non conosciamo il nome di molte donne artiste del Medioevo, i lavori dell’artista e dell’artigiano erano lavori soprattutto da uomini. In generale uomini e donne avevano ruoli molto rigidi da cui era difficile discostarsi

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TESSUTI E ABBIGLIAMENTO

 

Dopo l’alimentazione la cosa di cui si aveva più bisogno era l’abbigliamento.

Ogni classe sociale aveva il proprio: i contadini erano rivestiti da un grembiule o camicione che era realizzato con lana di pecora, indossavano zoccoli di legno ma molto spesso andavano scalzi. Venivano utilizzate suole molto spesse per tenere le scarpe fuori dal fango.

I nobili e i ricchi borghesi indossavano abiti pregiati di stoffe pettinate, lino, seta e velluto.

Le donne dovevano indossare una gonna che arrivava sino alle caviglie, gli uomini potevano mettere in mostra le gambe solo con calzamaglie. Gli uomini potevano indossare dei guanti la cui funzione era più che altro di eleganza, rappresentavano infatti l’autorità e il potere.

Tutti portavano come biancheria intima un camicione di tela o di lino che per gli uomini arrivava alle ginocchia e per le donne fino ai piedi, e calze o calzamaglie in lana.

Le botteghe che producevano lana e tessuti erano piccole e potevano contenere massimo 5 o 6 persone. Alla lavorazione delle stoffe occorrevano diverse fasi tra cui la filatura, la tessitura e la tintura. Nel XV secolo si inziarono a costruire laboratori che potevano contenere al massimo 10 telai. La lana era di uso corrente e si andava dal prodotto grezzo alle lane più fini.  Il cotone e la seta venivano inizialmente importati ma in seguito si iniziò a produrne anche in Italia. Le pellicce giungevano dall’Europa orientale.

Molto ricercati dalle famiglie nobili erano gli arazzi che venivano utilizzati per abbellire le pareti.

Per le scarpe la miglior pelle era quella proveniente da Cordoba, in Spagna. Spesso le calzature avebano punte talmente lunghe che per non inciampare dovevano essere sollevate e fissate con un legaccio.

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AGRICOLTURA E CIBO

 

Circa l’80% delle persone nel Medioevo lavorava la terra. Anche nelle città quasi ogni famiglia aveva un suo orticello e allevava animali da cortile. Tutti gli alimenti provenivano dall’agricoltura, Se l’annata era scarsa si rischiava di morire di fame, infatti erano molto frequenti le carestie.

Il cibo più diffuso erano i cerali e i legumi, la cui produzione aumentò notevolmente con il passaggio dalla rotazione biennale a quella triennale. Quando serviva nuova terra coltivabile si prosciugavano le paludi o si disboscava un pezzo di foresta.

I cereali venivano macinati nei mulini dietro pagamento di una tassa in denaro o in natura.

Di solito ogni famiglia si cuoceva il pane in proprio, nelle città invece esistevano le botteghe dei fornai. il pane era di solito quello integrale, fatto di segale o di avena. Il pane bianco era un alimento raro, privilegio dei nobili e dei ricchi. Vino e olio erano consumati in abbondanza. La frutta spesso scarseggiava.

Per la maggior parte della popolazione la carne era un lusso. Un maiale doveva bastare alla famiglia per tutto l’inverno. Si allevavano pecore (sfruttate sia per la lana sia per la crne), bovini e pollame. I contadini potevano cacciare anche qualche coniglio infatti i diritti di caccia alla selvaggine erano riservati esclusivamente al signore feudale.

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SCUOLA E ISTRUZIONE

 

La maggior parte della popolazione medievale non frequentava la scuola. L’educazione dei bambini era essenzialmente pratica: si insegnava loro ciò di cui avrebbero avuto bisogno nella vita, secondo il loro stato sociale.

Anche tra i nobili ben pochi sapevano leggere e scrivere. Le scuole esistevano solo nei monasteri ed erano riservate soprattutto a chi voleva abbracciare la vita religiosa.

Con la rinascita delle città la nuova classe sociale, la borghesia, fu la prima ad avvertire la necessità dell’istruzione. Nacquero le prime scuole laiche.

i libri erano soltanto manoscritti, quindi rari e costosi, la diffusione del libro si ebbe soltanto a partire dal XV secolo dopo l’introduzione della stampa a caratteri mobili ad opera del tedesco Johannes Gutenberg.

la lingua degli studi era il latino. Nel XII secolo nacquero le prime università. I ragazzi cominciavano a frequentarle già verso i 14 anni. Il primo ciclo, quello dedicato alle arti liberali, durava 6 anni. Successivamente ci si poteva specializzare in diritto, teologia o medicina. La più antica università europea è quella di Bologna, fondata nel 1088.

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MALATTIE E RIMEDI

 

Nel Medioevo si moriva per niente: c’erano molte malattie e infezioni che oggi si curano facilmente ma che allora causavano la morte di tante persone, soprattutto bambini. La mortalità infantile infatti era elevatissima. In ogni caso la speranza di vita non superava i 40 anni.

A quei tempi, almeno fino alla nascita delle prime università, la medicina non era considerata una scienza ma un misto tra superstizione e magia. Ci si curava con le erbe ma anche con formule magiche e preghiere.

In generale vi era scarsa igiene, che facilitava la diffusione delle malattie. Nelle città i rifiuti erano abbandonati per strada mentre gli scarichi igienici finivano in rigagnoli a cielo aperto  che inquinavano le acque. In campagna spesso si condivideva la casa con gli animali.

Erano frequenti le grandi epidemie, soprattutto di peste nera, causata dalle pulci dei ratti neri, arrivati in Europa con le navi mercantili provenienti dall’Asia. L’Europa fu colpita da varie epidemie di peste almeno sino alla fine del XVII secolo.

L’assistenza ospedaliera era assicurata in genere dai religiosi nelle infermerie dei conventi e dei monasteri. I primi ospedali pubblici nacquero a partire dal XIV secolo.

I farmacisti o speziali preparavano le medicine usando ingredienti naturali. Nei monasteri si coltivavano spezie ed erbe medicinali. I medici operavano senza anestesia e spesso i chirurghi erano anche barbieri e cavadenti!

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SPORT E PASSATEMPI

 

Gli sport medievali, generalmente violenti, erano un modo di allenarsi alla guerra.

I figli dei nobili cavalcavano e usavano l’arco e partecipavano a battute di caccio. Molti si appassionavano ai combattimenti dei galli e alla lotta tra cani e un orso incatenato. C’erano anche giochi che possiamo considerare gli antenati di sport moderni come l’hockey , il baseball e il calcio, quest’ultimo eseguito su un terreno vastissimo a cui prendeva parte un’intera folla.

I bambini si divertivano con cerchi trottole, biglie e bambole, i ragazzi più grandi si esercitavano nel combattimento con spade di legno.

L’attrazione maggiore erano i tornei con la giostra dei cavalieri che cercavano di disarcionarsi l’un l’altro. Essi si svolgevano in aperta campagna e raramente all’interno delle città. Vi partecipavano i più nobili che erano in grado di compare cavalli e armature.

Inizialmente erano una sorta di allenamento per le battaglie vere, infatti non c’erano vittime, ma poi cominciarono a diventare più violenti per questo la chiesa li proibì, ma tale proibizione non durò a lungo perché i tornei erano un vero spettacolo per il pubblico.

Erano molto popolari anche i giochi da tavolo con dadi o con gettoni. Gli scacchi arrivarono in Europa nell’XI secolo, forse portati da mercanti arabi. Il gioco delle carte rimase sconosciuto fino al XV secolo.

Molto diffusi erano anche i giochi con la palla, quelle da calcio erano fatte con lo stomaco o la vescica di un animale, le palle da baseball e da tennis erano di cuoio riempito di stoffa.

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