ALLA SCOPERTA DI BERLINO by SABRINA - Ourboox.com
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ALLA SCOPERTA DI BERLINO

  • Joined Jan 2020
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ALLA SCOPERTA DI BERLINO by SABRINA - Ourboox.com

 

Prima di sfogliare la nostra guida, ecco un breve video alla scoperta dei luoghi d’interesse di Berlino.

 

 

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ALLA SCOPERTA DI BERLINO by SABRINA - Ourboox.com

 

La Porta di Brandeburgo è il simbolo di Berlino. È stata al centro di vittorie, sconfitte, rivoluzioni e sconvolgimenti politici. Oggi è un monumento che rappresentava la Germania riunita, ma è anche un monumento alla pace.

La Porta di Brandeburgo nasce tra il 1788 e il 1791 secondo un progetto di Carl Gotthard Langhans, per volere del re, Federico II di Prussia, seguendo il modello dei Propilei, l’ingresso monumentale dell’acropoli di Atene. Quindi è un modello di architettura classica.

Alla fine del ‘700, quando la Germania era sotto il potere della Prussia, la Porta del Bradenburgo era solamente un piccolo posto di controllo.

L’architetto Carl Gotthard Langhans, incaricato dal Re della Prussia di costruire una nuova porta più grande e più rappresentativa è ispirato dalle idee dell’illuminismo: prende come modello i templi dell’acropoli di Atene. La nuova porta non deve chiudere la città, ma tenerla aperta e lontana entra nello spirito democratico dell’Antica Grecia. La porta viene inaugurata nel 1794.
Nel 1806, Napoleone conquista l’Europa e anche la Prussia deve cedere al suo potere. Napoleone per rendere le sue vittime ancora più gloriose: toglie la quadriga il grande generale è portato attraverso la quadriglia posta sulla porta del Brademburgo. Così nel 1814, dopo la sconfitta di Napoleone, la quadriga viene riportata da Parigi a Berlino e rimessa nel suo posto.
La Porta di Brandeburgo, diventa un luogo carico di simbolismo e di ideologie. Dopo la vittoria nella guerra contro la Francia e l’unione della Germania nel 1871, è l’imperialismo tedesco ad impossessarsi del luogo: lo fa diventare il posto per parate militari. Tra il 1871 e il 1918 solo l’imperatore e la sua famiglia hanno il permesso di attraversare il passaggio centrale della porta.

Dopo la sconfitta rovinosa della Germania nella prima guerra mondiale, a Berlino scoppia una rivoluzione vera e propria con combattimenti strada per strada. La prima cosa che fanno i rivoluzionari nel 1918 è occupata dalla Porta di Brandeburgo. Alla fine la rivoluzione fallisce, ma nasce la prima repubblica democratica tedesca: la Repubblica di Weimar.

Dopo la Repubblica di Weimar Hitler arrivò al potere e abolì tutte le istituzioni ei diritti democratici e trasformò la Germania in una macchina da guerra.
Nella foto si vede uno striscione appeso alla Porta di Brandeburgo che deve esprimere la cieca fiducia del popolo tedesco in Hitler: “Führer befiehl, wir folgen!” (Führer ordina, noi seguiamo!). Una fiducia che, nella seconda guerra mondiale, doveva costare ai tedeschi 6,3 milioni di morti.

La Porta di Brandeburgo nel 1945, alla fine della guerra. Tre anni di continui bombardamenti hanno distrutto totalmente la città fino a trasformarla in un paesaggio lunare. La tragedia della Germania alla fine della guerra era terribile. Ma le atrocità degli altri certamente non attenuano la responsabilità della Germania. Tutto questo era solo un riflesso di quello che il nazismo aveva fatto ai popoli dell’Europa.

Dopo la caduta della Germania scoppiò la guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti che sarebbe trascinata in forme più o meno aspre fino agli anni ottanta. La Germania doveva pagare i conti: il paese venne diviso in due (nel 1949) e al centro della guerra fredda c’era Berlino, una città divisa in due da un muro (dal 1961 al 1989).
Nell’ottobre del 1989 gli eventi nella DDR precipitarono: sotto la pressione delle manifestazioni di massa e del flusso sempre crescente di persone che lasciavano il paese attraverso l’Ungheria, molte amministrazioni comunali della DDR la prima volta anche gruppi di opposizione.Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR annunciò una riforma molto ampia della legge sui viaggi all’estero, la gente di Berlino è interpretata in un modo suo: il muro doveva sparire. Migliaia di persone continuano anche davanti al muro, ancora sorvegliati dai soldati, ma migliaia di persone continuano anche ad aspettare dall’altra parte del muro, all’ovest, con ansia e verifica. 

Nell’incredibile confusione di quella notte, qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, aveva dato l’abitudine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime e abbracci, migliaia di persone dall’est e dall’ovest, scavalcarono il muro, si incontravano per la prima volta dopo 40 anni.

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La Porta di Brandeburgo (Brandeburgher Tor), deve il suo nome all’omonima regione in cui è presente e più precisamente si trova a Berlino sul lato ovest della Pariser Plaz, mentre dalla parte opposta della porta si trova il Tiergarten, uno dei tanti “ Polmoni verdi ”della città. Oltre ad essere il monumento più famoso di Berlino è forse anche il più conosciuto di tutta la Germania, inoltre è presente sui tagli da 10, da 20 e da 50 centesimi di euro coniati dalla zecca tedesca.

Questo monumento dopo tre anni di lavori fu aperto nel 1791, fu commissionato dall’imperatore Federico Guglielmo II di Prussia, dall’architetto Carl Gotthard Langhans. Quest’ultimo nel progettarla utilizza lo stile neoclassico, ispirandosi all’acropoli d’Atene, infatti è stato realizzato con dodici colonne doriche di pietra dal diametro di 1,75 metri che hanno eseguito una formazione di cinque passaggi con quello centrale più largo. La porta è alta 26 metri, larga 63 metri.

Oltre a segnare l’ingresso della città serviva anche venire confinato da una riserva di caccia dell’imperatore e la residenza della famiglia reale. La costruzione della porta, doveva rappresentare la vittoria della pace sulla guerra, tanto è vero che tra il 1793 ed il 1794 fu collocata sopra la Porta una quadriga (bronzo da corsa trainata da 4 cavalli) in bronzo (i cui stampi, fortunatamente raccolti) conservati), governata dalla dea greca della pace Eirene, con in mano un asta che sorregge la corona Prussiana e un’aquila.

Nel 1806 in seguito alla vittoria della Francia sulla Prussia, Napoleone fece rimuovere la quadriga dalla Porta e la porta a Parigi come bottino di guerra, dove restò per circa otto anni, infatti nel 1814 dopo la sconfitta di Napoleone i Prussiani riuscirono a riportarla a Berlino aggiungendo una croce di ferro al centro della corona.

Nel 1868 quando furono abbattute le mura cittadine vennero costruite ai lati della porta due basse costruzioni con lo stesso stile architettonico neoclassico. Nel gennaio del 1871 con la nascita dell’impero tedesco (Secondo Reich), il Kaiser (l’imperatore) Guglielmo I divenne diventare la Porta di Brandeburgo un luogo simbolo dell’ideologia imperialista tedesca, infatti nello stesso anno, fu celebrata la vittoria dell ‘impero tedesco sulla Francia e fino al 1918 tutte le principali parate militari furono fatte davanti a questa porta. In quegli anni (1871-1918) solo la famiglia imperiale poteva attraversare il passaggio centrale.

 Negli decenni successivi, anche il nazismo è il servizio della Porta come uno dei simboli della Germania. A causa dei pensanti bombardamenti subiti da Berlino, alla fine della seconda guerra mondiale, La Porta di Brandeburgo risultò molto danneggiata con la quadriga praticamente distrutta.

Dopo la metà degli anni ’50 fu restaurata tutta la Porta compresa la quadriga che fu ripristinata alla perfezione grazie agli stampi originali conservati con cura. In seguito alla costruzione del muro di Berlino la Porta di Brandeburgo divenne il simbolo della Germania dell’est; inoltre durante quegli anni venne girata la quadriga verso ovest e tolte, all’asta sostenuta dalla dea Eirene, sia la croce di ferro Prussiana, che l’aquila perché erano simboli della Germania dell’Ovest.

Il 22 dicembre del 1989 in seguito alla caduta del muro, la Porta fu riaperta ufficialmente e nello stesso giorno fu attraversata da circa 100 mila persone, che la danneggiarono gravemente mentre qualche giorno più tardi anche la quadriga fu danneggiata da un gruppo di ubriachi. Nel 1991 terminarono le riparazioni della quadriga ripristinando sia la croce di ferro che l’aquila, inoltre venne rimessa nel verso originale, mentre il nuovo restauro della Porta terminò alcuni anni dopo.

Da allora la Porta di Brandeburgo oltre a essere una tappa obbligata per tutti i turisti che visitano Berlino e il simbolo della Germania riunificata.

“Ai piedi” di questo monumento, ogni notte di San Silvestro migliaia di persone si riuniscono per festeggiare l’anno nuovo; negli anni ’90 fu anche il punto di partenza di tutte le Love Parade (festival di musica techno che richiamava centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo) organizzate a Berlino, anche se il simbolo di questo evento era incluso da un altro monumento ovvero la Colonna della Vittoria. Sempre con la Porta sullo sfondo, venne celebrata ufficialmente la vittoria della Germania, ai campionati mondiali di calcio nel 2014. Infine molti fra i più grandi artisti musicali internazionali hanno fatto dei concerti su dei palchi a ridosso del colonnato della Brandeburgher Tor.

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La Porta di Brandeburgo (Brandeburgher Tor), deve il suo nome all’omonima regione in cui è presente e si trova sul lato occidentale del Pariser Platz, nel quartiere di Mitte al confine con il quartiere del Tiergarten. Simboleggiamenti della Porta di Brandeburgo: vittorie, sconfitte, rivoluzioni e sconvolgimenti politici. E ‘anche simbolo della guerra contro la Francia napoleonica, le guerre mondiali, il nazismo, la guerra fredda e persino della riunificazione della Germania. Oggi è un monumento che rappresenta la Germania riunita, ma è anche un monumento alla pace.

La Porta di Brandeburgo è stata eretta tra il 1788 e il 1791 secondo un progetto di Carl Gotthard Langhans, per volere del re, Federico Guglielmo II di Prussia, seguendo il modello di architettura classica dei Propilei: l’ingresso monumentale dell’acropoli di Atene . La costruzione della porta, doveva rappresentare la vittoria della pace sulla guerra, perciò tra il 1793 ed il 1794 fu collocata, sopra la porta una quadriga in bronzo, carro romano trainato da 4 cavalli, guidata dalla dea greca della pace Eirene, con in mano un asta che sorregge la corona Prussiana e un’aquila.

La porta di Brandeburgo è in stile neoclassico, ha delle colonne con capitelli dorici, hanno un diametro di 1,75 metri alla base. Queste colonne creano 5 passaggi. Essa è alta 26 m, è larga 65,5 me profonda 11 m, altezza della quadriga in cima alla porta: circa 5 m.

Nella sua storia dal 1794 ad oggi è rimasta quasi immutata, sono avvenuti solo due cambiamenti importanti. Nel 1806, Napoleone conquista la Prussia che deve cedere al suo potere, così per rendere le sue vittime ancora più gloriose: toglie la quadriga dalla Porta di Brandeburgo e la porta in trionfo a Parigi, prova i tedeschi sconfissero i confronti trovati in patria la quadriga che fu rimessa al suo originario posto. Nella seconda guerra mondiale venne bombardata come tutta Berlino e qui venne realizzata un’opera di restauro.

È il monumento più famoso di Berlino ed è conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città stessa, per la rilevante importanza storica.

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La porta di Brandeburgo è il simbolo di Berlino e afferma la vittoria del bene sul maschio.

I lavori per la sua costruzione sono stati fatti nel ‘700 quando la Prussia, con la sua capitale Berlino, era al culmine del suo potere.

Lo stile architettonico usato è dorico-romano, ovvero un incrocio tra lo stile dorico e quello romano, come si capisce da alcuni elementi: il fregio alla base della colonna che appartiene allo stile romano, mentre altri segni come le metope che appartengono allo stile dorico .

La porta è alta 26 metri e larga 65. Le sei colonne in pietra hanno un diametro di 1,75 e osservato cinque varchi di passaggio, di cui quello in mezzo presenta un varco più largo rispetto alle altre quattro.Brandeburgo e prende la quadriga, un’opera posta in cima alla porta che rappresentava la dea della vittoria in una carrozza trainata da quattro cavalli. Napoleone porta quindi la quadriga a Parigi come trofeo di guerra. Quando Napoleone conquistò la città i cittadini di Berlino erano molto indignati dal suo gesto. Così nel 1814, dopo che Napoleone venne sconfitto, i tedeschi si ripresero nella quadriga, per riportala a Berlino. Nel 1871, dopo l’unione della Germania, molte volte si svolsero davanti alla porta.Ma il cambiamento più importante avvenne tra il 1871 e il 1918 in cui si decide che solo l’imperatore potrebbe passare sotto la porta di Brandeburgo. Dopo la sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale, in molte città Tedesche scoppiarono rivolte spontanee, a Berlino ci fu una vera e propria rivoluzione. Una delle prime cose che fecero i rivoluzionari fu occupare la porta di Brandeburgo. Alla fine la rivoluzione fallisce ma nasce la prima repubblica democratica tedesca: la repubblica di Weiner. Quando arriva al potere Hitler la Germania si trasforma in una vera e propria macchina da guerra e, appeso alla porta di Brandeburgo, appare lo striscione con scritto: “Führer befiehl, wir folgen!” (Führer ordina, noi seguiamo!) in molte città Tedesche scoppiarono rivolte spontanee, a Berlino ci fu una vera e propria rivoluzione. Una delle prime cose che fecero i rivoluzionari fu occupare la porta di Brandeburgo. Alla fine la rivoluzione fallisce ma nasce la prima repubblica democratica tedesca: la repubblica di Weiner. Quando arriva al potere Hitler la Germania si trasforma in una vera e propria macchina da guerra e, appeso alla porta di Brandeburgo, appare lo striscione con scritto: “Führer befiehl, wir folgen!” (Führer ordina, noi seguiamo!) in molte città Tedesche scoppiarono rivolte spontanee, a Berlino ci fu una vera e propria rivoluzione. Una delle prime cose che fecero i rivoluzionari fu occupare la porta di Brandeburgo. Alla fine la rivoluzione fallisce ma nasce la prima repubblica democratica tedesca: la repubblica di Weiner. Quando arriva al potere Hitler la Germania si trasforma in una vera e propria macchina da guerra e, appeso alla porta di Brandeburgo, appare lo striscione con scritto: “Führer befiehl, wir folgen!” (Führer ordina, noi seguiamo!) Quando arriva al potere Hitler la Germania si trasforma in una vera e propria macchina da guerra e, appeso alla porta di Brandeburgo, appare lo striscione con scritto: “Führer befiehl, wir folgen!” (Führer ordina, noi seguiamo!) Quando arriva al potere Hitler la Germania si trasforma in una vera e propria macchina da guerra e, appeso alla porta di Brandeburgo, appare lo striscione con scritto: “Führer befiehl, wir folgen!” (Führer ordina, noi seguiamo!)

 

 

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La Porta di Brandeburgo   è una porta in stile neoclassico di Berlino Si trova sul lato occidentale del Pariser Plats nel quartiere di Mitte al confine con il quartiere del Tiergarden

È il monumento più famoso di Berlino ed è conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città stessa.

Aperta al traffico il 6 agosto del 1791, la porta arrivò pubblicata a partire dal 1788 da Carl Gotthard Ladnas, che prese lo spunto dalla ricostruzione dei propilei di Atene pubblicata nel 1798 da Leroy nelle sue “Ruines des plus beaux Monuments de la Grèce”. La sua costruzione era stata commissionata dal re Federico Guglielmo II di Prussia in segno di pace. Lo stile usato da Langhans è un riveduto dorico-romano: al piede delle colonne sono infatti presenti le basi e alla fine del fregio da un lato e dall’altro del prospetto compaiono mezze metope, in contrasto con lo stile dorico autentico, che prevedeva colonne senza basi e parti terminali del fregio risolte con semplici triglifi essa rappresenta il punto finale occidentale del viale Unten dun Linten presso la Pariser Plats

La porta è alta 26 metri e larga 65. Le colonne doriche in pietra, che hanno un diametro di 1,75 metri, creato 5 varchi di passaggio.

Dopo l’abbattimento delle mura cittadine, Joahnn Heinrick Stak aggiunse nel 1868 ai lati della costruzione centrale due basse costruzioni.

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LA PORTA DI BRANDEBURGO con Martina

La porta Brandeburgo è il monumento più famoso e importante di Berlino ed è conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città. La porta fu aperta al pubblico nel 1791, i lavori di costruzione cominciarono nel 1788 da Carl Gotthard Langhans per ordine di Federico Guglielmo II di Prussia. E’ una porta gigantesca, è alta 26 metri e larga 65 metri. Le colonne alla base avevano un diametro di 1,75 metri e ha 5 varchi da cui passare. Il suo stile è classico è ispirato all’ acropoli di Atene. La porta di Brandeburgo è l’ unica di diciotto che è sopravvissuta alle guerre e alle terribili cose che ha passato la Germania. Il suo primo nome fu “Porta della pace”. Nel 1868 vennero aggiunte ai lati due basse costruzioni da Johann Heinrich Strack. Nel 1794 fu creata la quadriga da Johann Gottfried Schadow; poi nel 1807 Napoleone I la trasportò a Parigi, e nel 1814 fu riportata indietro dai prussiani che aggiunsero la croce di ferro alla corona sopra l’ asta, in mano alla dea della pace. Durante la guerra fredda si trovava vicino al muro che divise Berlino dal 1961 al 1989, inoltre tutta la piazza era chiusa e costantemente controllata da soldati di frontiera. La porta e la quadriga vennero seriamente danneggiate durante la seconda guerra mondiale, anche se in seguito vennero restaurate. La notte di capodanno del 1989 la quadriga venne danneggiata nuovamente,  ma nel 1991 venne terminato il restauro. Attualmente è anche rappresentata su alcune monete emesse dalla zecca tedesca.

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A Berlino si possono trovare molti castelli ma il Castello di Berlino, noto anche come Berlin Palace, per importanza storica e culturale, può essere considerato il principale. Era, infatti, un edificio di importanza monumentale di stile barocco, rinascimentale ed anche neoclassico e si trova nel cuore della città, quasi accanto ai più importanti musei berlinesi. Fu la residenza dei re di Prussia, dei principi di Brandeburgo e degli imperatori tedeschi e fu considerato per molti anni il principale centro morale e fisico di Berlino e persino dell’intera Prussia.

La costruzione del Castello cominciò nel 1443, per opera di Federico II. In seguito, dal 1451, l’edificio divenne la residenza della famiglia Hohenzollern. Nei secoli successivi questo palazzo fu continuamente ampliato ed abbellito con eleganti decorazioni, fornite dai più rinomati architetti ed artisti che operavano secondo lo stile dell’epoca, dal barocco al rinascimentale, al neoclassico.

Dopo aver superato la seconda guerra mondiale con danni piuttosto limitati (Berlino fu, in generale, pesantemente bombardata), fu abbattuto nel 1950 per ordine della nuova Repubblica Democratica, perché considerato “simbolo del militarismo prussiano”, cioè quelle caratteristiche che avevano portato alla guerra. L’ampia area ottenuta in seguito alla demolizione del Castello venne chiamata Marx-Engels-Platz e fu utilizzata come spazio per le manifestazioni di massa, fino alla costruzione, sul lato est del castello, del Palast der Republik, ovvero il Palazzo della Repubblica (1976), anch’esso demolito dal 2006 al 2009 per la forte presenza di amianto in quella zona.

Nel 2003 si è decisa la ricostruzione del Castello. Le tre facciate principali e la corte interna del Castello secondo lo stile originale, mentre il quarto lato secondo uno stile più moderno. L’esterno ricorda la sua bellezza e importanza originaria, quella degli anni passati, invece l’interno è orientato verso un nuovo e moderno utilizzo futuro. L’edificio, al suo interno, sarà sede di strutture museali di notevole importanza come il Museo Etnologico, la Biblioteca Centrale e Regionale di Berlino e sarà sede di  circa 1000 eventi individuali all’anno per i 3 milioni di visitatori previsti.

Nel novembre del 2008 è stato scelto il progetto dell’architetto italiano Franco Stella per la ricostruzione di questo edificio e nel 2013 è iniziata ufficialmente la sua ricostruzione. L’inaugurazione del Castello è prevista per il 2020.

 

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IL CASTELLO DI BERLINO con Federico

Il Castello di Berlino (Berliner Schloss, o Berliner Stadtschloss) era un edificio di Berlino, posto nel pieno centro della città, al centro dell’attuale Schlobplatz. Opera monumentale di grande importanza, fu la residenza dei principi elettori di Bradenburgo, dei re di Prussia e degli imperatori tedeschi, ed era considerato il centro fisico e morale di Berlino e dell’intera Prussia.

Danneggiato in maniera non irreparabile dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, venne abbattuto nel 1950 per ordine del governo della neonata Repubblica Democratica Tedesca in considerazione della sua importanza simbolica.

La costruzione del Castello cominciò nel 1443. Nei secoli l’edificio fu continuamente ampliato ed abbellito, con il contributo dei maggiori architetti ed artisti dell’epoca.

Danneggiato in maniera limitata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu abbattuto nel 1950 su ordine della nuova Repubblica democratica, perché considerato “ simbolo del militarismo prussiano “. Il quarto portale, da cui il 9 novembre 1918 Karl Liebknech aveva proclamato la fondazione della “ Repubblica socialista “, fu conservato e inserito nella facciata dello Staatsratsgebaude ( edificio del consiglio di Stato della RDT ).

L’ampia area ricavata dalla demolizione del Castello fu battezzata Marx-Engels-Platz ed itilizzata come spazio per le dimostrazioni di massa, fino alla costruzione, sul lato est, del Palast der Republik ( 1976 ), oggi a sua volta demolito.

Nel 2003 si è decisa la ricostruzione ( delle tre facciate principali e della Schluterhof, una corte interna ) del castello come Humboldt Forum. L’edificio ospiterà al suo interno, realizzato secondo canoni moderni, strutture museali come il Museo Etnologico, il Museo di Arte Asiatica, la Biblioteca Centrale e Regionale di Berlino e la Humboldt Universitat, nonché circa 1000 eventi individuali all’anno per i 3 milioni di visitatori previsti.

Nel novembre del 2008 si è scelto il progetto di Franco Stella per la  ricostruzione del Castello. Il costo stimato alla fine dei lavori è di circa 600 milioni di euro. L’inaugurazione è prevista per il 2020.

Negli ultimi anni sull’area è stata avviata la costruzione di un nuovo edificio culturale, denominato Humboldt Forum, il cui disegno delle facciate sterne costituisce una replica dell’antico castello.

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La colonna della Vittoria è uno dei monumenti più celebri di Berlino. Si trova al centro della piazza stellare.

La colonna della Vittoria fu progettata Heinrich Strack, un architetto tedesco, nel 1864 per celebrale la vittoria, nella guerra prussiano-danese, della Prussia, e inaugurata nel 2 settembre 1873. Differentemente dai piani originali, venne aggiunta sulla cima del monumento, una statua di bronzo raffigurante la Vittoria, una dea della mitologia romana, alta 8,3 metri e pesante 35 tonnellata. La scultura venne realizzata da Friedrich Drake, uno scultore tedesco. Questa statua venne aggiunta per celebrare le vittorie della Prussia sulla Francia e sull’Austria. Inizialmente questo monumento era stato collocato nei pressi del palazzo di Reichstag, ma successivamente, nel 1938 i nazisti la fecero spostare nel parco per poter essere vista dalla porta del Brandeburgo. Nel 1941 terminarono i lavori per l’aggiunta di un quarto blocco ai tre originali, teso a celebrare la recente vittoria sulla Francia. Dopo la guerra, i francesi avrebbero voluto distruggere la colonna, che ricordava le sconfitte inflitte dai tedeschi alla Francia, trovando però la ferma opposizione degli alleati anglo-americani. Diversi elementi decorativi vennero comunque rimossi per “depotenziare” il monumento e ripristinati solo successivamente.

Il significato della colonna della Vittoria è celebrativo, perché doveva celebrare la vittoria della guerra dello Schleswig, contro la Danimarca nel 1864.

La colonna della Vittoria è fissata su un pesante fondamento di granito rosso, la colonna si trova al di sopra di una cerchia di pilastri con un mosaico in vetro progettato da Anton von Werner, che rappresenta la nascita dll’impero tedesco. L’altezza complessiva è di 66,89 m. I pedoni possono raggiungere la colonna attraverso quattro tunnel costruiti nel 1941.

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La colonna della Vittoria (in tedesco Siegessäule) è uno dei monumenti più celebri di Berlino. Si trova al centro della piazza stellare denominata “Großer Stern“, all’interno del parco del Tiergarten.

Fu progettata nel 1864 da Heinrich Strack, per commemorare la vittoria della Prussia nella guerra prussiano-danese, e inaugurata il 2 settembre 1873. Differentemente dai piani originari, venne aggiunta una scultura di bronzo della Vittoria alta 8,3 m e pesante 35 tonnellate. La scultura, opera di Friedrich Drake, venne aggiunta per celebrare le vittorie della Prussia sull’Austria e la Francia. Originariamente il monumento era collocato nei pressi del Reichstag, ma nel 193839 il regime nazista fece spostare il monumento all’interno del parco perché potesse essere visto dalla porta di Brandeburgo. Nel 1941 terminarono i lavori per l’aggiunta di un quarto blocco ai tre originali, teso a celebrare la recente vittoria sulla Francia. Diversi elementi decorativi vennero comunque rimossi per “depotenziare” il monumento e ripristinati solo successivamente.

La colonna si trova al di sopra di una cerchia di pilastri con un mosaico in vetro progettato da Anton von Werner, che rappresenta la nascita dell’Impero tedesco. La colonna in sé è composta di quattro grossi blocchi di arenaria, tre dei quali sono decorati con le bocche da fuoco dei cannoni dei nemici sconfitti nelle tre guerre, mentre l’ultimo è decorato con una ghirlanda aggiunta quando il   monumento fu ingrandito. Il basamento è decorato con quattro bassorilievi di bronzo, che commemorano le tre guerre e l’entrata trionfale delle truppe a Berlino.  La colonna è alta 66,89 m e viene chiamata dai Berlinesi Elsa d’Oro. I pedoni possono raggiungerla passando per quattro tunnel sotterranei, realizzati nel 1941. Si può anche arrivare fino alla statua attraverso una scala a spirale con 285 gradini. La colonna della Vittoria viene rappresentata anche in alcuni film e nominata in molti libri.

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Il Reichstag, è un palazzo di Berlino che si trova tra il fiume Sprea a nord e a ovest e il Tiergarten  a est e a sud,  dove dal 1999 si riunisce il Bundestag, uno dei due rami del parlamento tedesco; deve il suo nome all’assemblea dei parlamentari che si svolgeva durante l’impero tedesco (secondo Reich), che a sua volta deriva dal Sacro Romano Impero in cui il massimo organo legislativo si chiamava appunto Reichstag.

La costruzione del palazzo andò per le lunghe, infatti fu inaugurato nel 1894, dopo 10 anni di lavori, ma la volontà di costruirlo risale al 1871, anno in cui nacque l’impero Tedesco. L’anno successivo terminò il concorso architettonico per la realizzazione del palazzo, ma il vincitore non vide realizzato il suo progetto, perché negli anni successivi, ci furono vari problemi sull’acquisto dei terreni per edificare il Reichstag (appartenevano a dei nobili vicini al Kaiser Guglielmo I), inoltre ci furono delle discussioni su come eseguire i lavori tra il Kaiser e il cancelliere von Bismarck. Risolti questi problemi nel 1882 si svolse un altro concorso architettonico che fu vinto da Paul Wallot  proveniente da Francoforte sul Meno. Lo stile architettonico scelto per questo edificio è neorinascimentale, con una parte importane moderna, infatti sul tetto del Reichstag fu costruita una cupola composta da ferro e da diverse vetrate,  che per la fine dell’Ottocento era un prodigio della tecnica. Una volta ultimato il Reichstag era lungo 137 metri, largo 97 e alto 74 metri circa compresa la cupola. La cupola era alta 24 metri e sopra di essa spiccava la corona imperiale tedesca.

Come detto in precedenza dal 1894 ospitò le assemblee del parlamento dell’impero che si continuarono a svolgere fino al 1918 anno in cui il Kaiser Guglielmo II fu costretto ad abdicare . Con la costituzione della Repubblica di Weimar (dal 1919 al 1933) continuò ad essere la sede del parlamento.

Fino al 1933 il Reichstag non subì nessuna modifica sostanziale, ma il 27 febbraio di quell’anno fu gravemente danneggiato da un incendio doloso voluto da Hitler. Negli anni del nazismo l’edificio fu utilizzato dalla propaganda e per scopi militari.

Il palazzo mai restaurato dopo l’incendio durante la seconda guerra mondiale subì diversi bombardamenti, inoltre, durante l’assedio di Berlino del 1945, fu l’obbiettivo principale dell’ artiglieria sovietica. Dopo questi ulteriori danni, alla fine della seconda guerra mondiale, il Reichstag passò sotto Berlino ovest a ridosso del confine con la zona est e date le sue penose condizioni, ci fu un dibattito se demolirlo o restaurarlo. Quest’ultima opzione prevalse, così nel 1954, iniziarono i lavori di restauro diretti dall’architetto Paul Baumgarten. Nel 1961 terminarono i lavori senza la cupola e il palazzo fu utilizzato come spazio espositivo e per le riunioni del parlamento di Berlino ovest fino al 1990.

Nel Reichstag, il 3 ottobre 1990, si tenne la cerimonia ufficiale della riunificazione tedesca e si scelse di trasferire in questo edificio il Bundestag. Prima di tale trasferimento, si volle rimodernare l’edificio e perciò si tenne un nuovo concorso architettonico, vinto nel 1992 dal britannico sir Norman Foster. Il suo primo progetto però venne scartato nel 1995 e sempre in quell’anno fu approvato il secondo progetto dell’architetto, poi, prima di iniziare i lavori, il palazzo fu “coperto” con una tela argentata dall’artista bulgaro Christo e da sua moglie. Questo stato dell’edificio attirò 5 milioni di visitatori in poco tempo. Il secondo progetto di Foster era più conservativo, infatti esternamente il palazzo era immutato nelle forme e nelle dimensioni, eccetto la cupola che fu ricostruita in chiave moderna, fatta di vetro con la struttura portante d’acciaio (la cupola in realtà, è una sfera dal diametro di 40 metri, “inserita” nel tetto del palazzo con la parte esterna alta 24, metri come quella originale) , mentre l’interno è stato completamente svuotato, rimasero solo la struttura portante e i muri esterni, inoltre all’interno della cupola è stata costruita la Lichbildhaür, una specie di lanterna.

Nel 1999 terminarono i lavori di restauro e così il Bundestag si trasferì nel Reichstag. Dal maggio di quell’anno fino al maggio del 2006 ci sono stati oltre 18 milioni di persone che hanno visitato la cupola e la terrazza del Reichstag. Da allora per motivi di sicurezza gli ingressi sono contingentati, infatti bisogna prenotare per accedere al palazzo. Dalla base della cupola si possono vedere dal vivo le riunioni del Bundestag.

Come già scritto, all’interno della cupola c’è la Lichbildhaür, che risulta riduttivo chiamare lanterna, infatti è un dispositivo altamente tecnologico che, grazie a dei pannelli fotovoltaici e ad un sistema di specchi controllati elettronicamente, aiuta a produrre energia elettrica, a scaldare di inverno o raffreddare d’estate il palazzo, a scaldare l’acqua calda utilizzata dal Reichstag e infine a “portare” la luce del sole tra gli scranni del Bundestag. Inoltre la Lichbildhaür di notte, se il Bundestag è riunito, proietta la luce artificiale dell’assemblea sulla cupola, così nei luoghi di Berlino in cui si vede il Reichstag si capisce che il parlamento è riunito.

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  • DOVE SI TROVA ?

Il monumento che commemora le vittime naziste, si trova nel quartiere di Mitte, lungo una sezione di quella che un tempo era la terra di nessuno tra i due lati del Muro, poco lontano dalla Porta di Brandeburgo a Berlino, capitale della Germania.

  • DI CHE LUOGO SI TRATTA ?

Il memoriale dell’olocausto è un luogo in cui si commemorano gli ebrei morti e massacrati nei campi di concentramento tedeschi.

  • QUANDO E‘ STATO COSTRUITO? PER VOLONTA’ DI CHI?

La costruzione del monumento è durata ben 17 anni.

Tra il 1988 e il 1989, Lea Rosh, Willy Brandt, Günter Grass e Christa Wolf sottoscrissero un appello per la realizzazione di un monumento nel centro della città di Berlino per ricordare lo sterminio degli ebrei in Europa. Nel 1994, vi fu un primo concorso pubblico per la progettazione del monumento che terminò tuttavia senza una definitiva assegnazione.

Nel 1997 ci fu un nuovo concorso pubblico, al quale vengono direttamente invitati numerosi artisti ed architetti di fama mondiale; nonostante anche il cancelliere Helmut Kohl si fosse pronunciato a favore del progetto di Peter Eisenman, la votazione finale viene ritardata a causa delle elezioni politiche del Bundestag, che approvò la realizzazione del memoriale il 25 giugno 1999.

Il 1º aprile 2003 cominciarono ufficialmente i lavori, che si conclusero il 15 dicembre 2004 con la posa dell’ultima stele. L’inaugurazione del monumento si è tenuta il 10 maggio 2005, due giorni prima dell’apertura al pubblico. Il costo approssimativo del complesso è stato di 25 milioni di euro. I lavori vennero progettati dall’architetto Peter Eisenman, assieme all’ingegnere Buro Happold.

  • CHE CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE HA ??

Il Memoriale è composto da un campo di 2.711 stele ed accoglie ogni anno più di 500.000 visitatori provenienti da ogni nazione.

Le stele sono in calcestruzzo e colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l’altezza varia da 0,2 a 4 m.

  • LE MODIFICHE CHE HA SUBITO NEL TEMPO

La Fondazione del Memoriale, dal 3 luglio 2009, dopo una modifica di legge del Bundestag sovrintende anche ai monumenti in memoria di alcune categorie dimenticate dell’olocausto, e specificatamente, quelli relativi alla persecuzione nazista dei Sinti, dei Rom e degli omosessuali. Già dal 12 dicembre 2003, il Bundestag (il parlamento federale tedesco), aveva approvato una risoluzione per costruire un Memoriale agli omosessuali che recitava « La Repubblica Federale di Germania erige un Memoriale a Berlino per gli omosessuali perseguitati dal Regime Nazionalsocialista. Con questo memoriale, la Repubblica federale di Germania intende: onorare le vittime delle persecuzioni e i loro morti, mantenere viva la memoria di questa ingiustizia, creare un simbolo duraturo di opposizione all’inimicizia, l’intolleranza e l’esclusione dei gay e delle lesbiche.

  • CURIOSITA’

 

Questo campo di stele è accessibile 24 ore su 24 da ciascun lato del suo perimetro e di notte è illuminato. Ai rispettivi quattro punti cardinali è possibile trovare sempre tabelle informative sul destino di alcune famiglie nonché sui luoghi dello sterminio.

La traduzione letterale del suo nome in tedesco è “Monumento commemorativo degli ebrei assassinati in Europa”.

Dalla parte sud-est del monumento, si può accedere a una zona sotterranea, dove si trova il centro d’informazione.

Il Monumento all’Olocausto suscita opinioni discordanti fra i visitatori. Per alcuni è un’esperienza impressionante attraversare i corridoi, circondati da blocchi sempre più alti mentre, per altri è semplicemente un luogo brutto da visitare.

Qualsiasi sia il risultato della visita, quello che è chiaro è che il monumento è una fermata obbligatoria per tutti i turisti che, senza far caso a ciò che gli altri raccontano, devono crearsi una propria idea su questo luogo.

 

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Il monumento che commemora gli ebrei vittime del genocidio nazista si trova nel quartiere di Mitte, poco lontano dalla Porta di Brandeburgo. Impressionante nella sua grigia sobrietà, ospita anche un Centro Informazione sotterraneo sul lato sudorientale, accessibile con l’ascensore o scendendo due piani di scale. Gli 800mq del Centro Informazioni sono il complemento all’opera monumentale. Qui è raccolta documentazione riguardante persone e famiglie vittime dell’olocausto – con testimonianze autentiche – e dati che permettono di comprendere meglio la vastità del genocidio, non solo in Germania ma in tutta Europa. Il Centro vuole rappresentare un punto di riferimento centrale per tutti i luoghi della memoria che si trovano sul territorio tedesco, come ad esempio l’iniziativa degli Stolpersteine (“pietre per inciampare”): targhe commemorative d’ottone poste sul selciato di fronte alle case che furono l’ultimo domicilio degli ebrei deportati. Ci sono voluti 17 anni perché il monumento fosse completato. Il monumento fu terminato solo nel 2005. Il progetto vincente fu firmato dall’architetto statunitense Peter Eisenmann: 2711 blocchi rettangolari di calcestruzzo, sistemati a griglia in modo da sembrare sepolture.
Il monumento è aperto giorno e notte e i visitatori possono camminare liberamente al suo interno. Il campo, nel suo insieme, sembra un labirinto di blocchi di altezze e dimensioni diverse, scenario ideale per una silenziosa riflessione.

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IL MUSEO EBRAICO con Greta

É il più grande museo ebraico in Europa, si trova a Berlino ed è composto da due edifici.

Una collezione permanente e svariate esposizioni temporanee raccontano due millenni di storia degli ebrei in Germania.

Originariamente il museo aveva sede in un edificio situato a Oranienburger Straße, ma venne chiuso nel 1938, dal regime nazista. Parte della collezione è sopravvissuta nella Berlino Ovest, presso il palazzo storico del Kollegienhaus principalmente per merito della Repubblica Federale Tedesca, che ha promosso il grande valore della cultura storica. Proprio per questo motivo, intorno agli anni 70 venne fondato un comitato per la riapertura del museo, e nel 1978 a Berlino si tenne la prima mostra sulla storia ebraica.

Solo 10 anni dopo, nel 1988 il Senato di Berlino ovest annuncia il concorso internazionale per la progettazione di una nuova sede, che doveva essere più funzionale e moderna, che potesse ospitare la collezione intera autonomamente, visto che sino ad allora era rimasta come “dipartimento ebraico” del Berlin-Museum. Nell’aprile dell’anno successivo viene annunciato vincitore del concorso il progetto di Daniel Libeskind.

Nel 1999 al museo venne finalmente riconosciuta la propria autonomia come istituzione ed ebbe anche una propria sede definitiva, anche grazie alle proposte e alle idee dello stesso Libeskind[.

Il palazzo che ospita il museo è stato ultimato nello stesso anno, mentre l’inaugurazione ufficiale è avvenuta nel 2001.

La  mostra permanente “duemila anni di storia ebraico-tedesca” ha fornito una visione della Germania dal punto di vista della sua minoranza ebraica.

L’edificio che ospita il museo si distingue notevolmente dalla tipologia solita dei musei: non risponde a nessun criterio di funzionalità poiché la linea guida seguita per la realizzazione del progetto è stata quella di raccontare la storia degli ebrei, in particolare degli ebrei in Germania. L’edificio stesso può essere considerato un’opera d’arte, poiché mescola architettura e scultura.

Libeskind ha battezzato il suo progetto between the lines (tra le linee) e nei punti in cui le due linee si intersecano si formano zone vuote, o voids, che attraversano l’intero museo.

L’edificio visto dall’alto ha la forma di una linea a zig-zag e per questa ragione è stato soprannominato blitz, che in tedesco significa fulmine. La forma dell’edificio ricorda una stella di David decomposta e destrutturata. L’edificio è interamente ricoperto da lastre di zinco e le facciate sono attraversate da finestre molto sottili e allungate, più simili a squarci o ferite che a vere e proprie finestre, disposte in modo casuale.

 

Il museo non ha un ingresso dalla strada, ma vi si accede dall’adiacente Berlin-Museum. Una scala e un sentiero sotterraneo collegano i due edifici, questo a simboleggiare quanto la storia ebraica e quella tedesca siano collegate e connesse fra loro. La scala conduce ad un sotterraneo, composto di tre corridoi, denominati assi che simboleggiano i diversi destini del popolo ebraico: l’asse dell’Olocausto conduce ad una torre che è stata lasciata vuota, denominata la Torre dell’Olocausto; l’asse dell’Esilio conduce ad un giardino quadrato esterno, denominato Giardino dell’Esilio, racchiuso fra 49 colonne; l’asse della continuità, collegato agli altri due corridoi, che rappresenta il permanere degli ebrei in Germania nonostante l’Olocausto e l’Esilio. Questo asse conduce ad una scala, che a sua volta conduce alla costruzione principale. L’entrata al museo è stata intenzionalmente resa difficile e lunga, per infondere nel visitatore le sensazioni di sfida e di difficoltà che sono distintive della storia ebraica.

Il Giardino dell’Esilio è una superficie esterna al museo, cui si accede attraverso l’asse dell’esilio. È una superficie quadrata circondata da 49 colonne di cemento alte sei metri, in modo tale che dall’esterno non si possa vedere nulla. Il numero delle colonne è simbolico, infatti serve a ricordare l’anno di nascita dello stato d’Israele, il 1948, un’altra colonna, quella centrale, rappresenta invece Berlino ed è riempita all’interno di terreno proveniente da Gerusalemme. Sulla sommità delle colonne sono stati piantati alberi di olivagno. Essi sono il simbolo della pace e della speranza di un ritorno in patria. Ma significano anche che, come gli alberi riescono a mettere radici in spazi così impervi come la cavità di un pilastro, così anche coloro che sono esiliati in una lontana terra straniera possono trovare la ragione per continuare a vivere in un’altra patria. Libeskind ha voluto fare in modo che il visitatore provasse la stessa sensazione di straniamento e disagio che hanno provato gli ebrei esiliati, e per questo motivo ha costruito il piano di calpestio inclinato di sei gradi, di modo che, camminando tra i pilastri, si provi la sensazione di una mancanza di equilibrio.

La Torre dell’Olocausto è posta alla fine dell’asse della morte e vi si accede aprendo una porta spessa e molto pesante. È una struttura completamente vuota, buia, non climatizzata (dunque fredda d’inverno e calda d’estate), che viene illuminata solo dalla luce indiretta del giorno che penetra da una stretta feritoia posta in alto. Impossibile vedere fuori e capire dove si è; attutiti si sentono i rumori provenienti dall’esterno. Vuole ricreare la condizione degli ebrei deportati che non sapevano in quale luogo si trovavano e non potevano avere notizie. Simbolici diventano anche una scaletta metallica a circa due metri e mezzo dal pavimento usata per la manutenzione della copertura (mezzo di salvezza ma irraggiungibile come lo è stata per molti) e i fori nella parete per far entrare l’aria.

10 000 volti in acciaio punzonato sono distribuiti sul pavimento dello Spazio Vuoto della Memoria, l’unico spazio vuoto dell’edificio di Libeskind in cui è possibile entrare. L’artista israeliano Menashe Kadishman ha dedicato la sua opera non soltanto alle vittime della Shoah, ma a tutte le vittime di guerra e violenze. I visitatori sono invitati a camminare sui volti e ad ascoltare il fragore prodotto dalle lastre di metallo che sbattono l’una contro l’altra e contro le persone che passano. Il frastuono e l’angoscia per tutti quei morti fanno desiderare di uscire al più presto dalla sala, senza poter smettere di calpestare le teste delle vittime della Shoah.

Fino a marzo 2017 nei sotterranei del Museo Ebraico di Berlino, si trovava il  Rafael Roth Learning Center. Qui la storia ebraica è stata presentata in forma multimediale e interattiva in 17 postazioni informatiche per singoli visitatori e gruppi. Sotto le parole chiave “Cose”, “Storie”, “Volti”, i visitatori hanno avuto modo di conoscere i punti salienti della collezione e di immergersi in grandi mostre virtuali ( per esempio sulla vita di Albert Einstein)

Le video interviste hanno offerto spunti sulla vita ebraica attuale in Germania. Il gioco per computer Sansanvis Park è stato sviluppato appositamente per i bambini. L’istituzione prende il nome dall’imprenditore immobiliare berlinese e mecenate Rafael Roth (1933-2013).

Nel corso della progettazione di una nuova esposizione permanente, il Museo Ebraico ha deciso di non continuare a gestire il Centro Didattico con le sue attrezzature tecniche dopo più di 15 anni di successi. Per il futuro si cercano nuovi modi di comunicazione multimediale.

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Il Muro di Berlino rappresenta un simbolo storico ancora oggi meta di turisti che, da tutto il mondo, si recano a Berlino per vederne i resti. Ancora oggi viene mantenuta in vita una parte di quello che è stato il muro di Berlino, come monito e come simbolo di una divisione che oggi non esiste più ma che ha creato solchi profondi nella memoria e nella storia della Germania, dell’Europa e del mondo intero. Il 1945, anno della fine del secondo conflitto mondiale, è la data a cui si riconduce l’inizio di un’altra guerra, questa volte strategica e combattuta senza armi: la Guerra Fredda. Da una parte gli Stati Uniti e dall’altra l’Unione Sovietica, con la Germania che diventò il terreno di questa contesa fino agli anni ‘80. Ma vediamo di fare un salto indietro per cercare di capire quali furono le cause storiche, politiche e sociali che portarono alla costruzione del muro.Il 1948 fu l’anno del Blocco di Berlino, un’operazione messa in atto dall’Unione Sovietica per contrastare la costruzione di un ponte aereo con cui gli Stati Uniti cercavano di rifornire la Germania. Inizialmente, ai cittadini che abitavano a Berlino fu concessa la libera circolazione, ma con l’avanzare della Guerra Fredda i singoli movimenti vennero impediti. Il confine venne chiuso nel 1952.Il Muro di Berlino era un sistema di fortificazione costruito dalla Germania Est, la Repubblica Democratica tedesca, filosovietica, per impedire alle persone di circolare tra Berlino Est e Berlino Ovest, la Repubblica Federale di Germania, filostatunitense. Per molti anni il Muro di Berlino fu considerato il simbolo della cortina di ferro, che separava la zona sovietica da quella americana. Il Muro per molti anni ha diviso per 28 anni la città di Berlino, fino al 9 novembre 1989, l’anno in cui il governo della Germania orientale decise di aprire le frontiere verso la Repubblica Federale.

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Il Muro di Berlino fu un forte sistema di fortificazioni e sbarramenti attivo dal 1961 al 1989. Fu eretto dal governo della Germania dell’Est per impedire la libera circolazione delle persone verso la Germania dell’Ovest (la Germania dell’ovest aveva condizioni di vita migliori rispetto alla Germania dell’est, così la popolazione d’oriente voleva andare in occidente per vivere meglio). Questa recinzione andava anche oltre la città di Berlino, infatti, era lunga 156 km e alta 3,6 metri. Cingeva la parte occidentale di Berlino che apparteneva alla giurisdizione della Germania Ovest e che prese il nome di Berlino Ovest. L’altra metà della città, però, era anche la capitale della Germania Est, ed era comunemente nota come Berlino Est.

Descrizione

Il muro che circondava Berlino Ovest divise in due parti Berlino per 28 anni: dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989, in questo giorno il governo tedesco-orientale fu costretto ad emanare il decreto per la  riapertura delle frontiere con la Germania Ovest. Tra Berlino Ovest e Berlino Est la recinzione era fortificata militarmente da due muri paralleli di cemento armato, separati dalla cosiddetta “striscia della morte”, larga alcune decine di metri. Durante questi anni, la polizia di frontiera, in accordo con le disposizioni del governo della Germania Est, uccise circa 133 persone che tentavano di superare il muro per andare verso Berlino Ovest in modo da sfuggire al regime comunista imposto nella DDR (Germania Est). In realtà il numero di persone uccise fu molto più alto, infatti, non si contarono i fuggiaschi catturati. Sembra che in verità i morti furono più di 200.

Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di manifestazioni pubbliche, il governo della Germania Est consentì le visite nella Repubblica Federale Tedesca (Germania ovest) e a Berlino Ovest ai suoi cittadini; in seguito a questo annuncio molti abitanti della Berlino Est si arrampicarono sul muro e lo scavalcarono per raggiungere quelli della Germania Ovest, dall’altro lato, in un’atmosfera di festa e allegria. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono rase al suolo e portate via dalla folla e dai cercatori di “souvenir”; in seguito furono usati macchinari industriali per abbattere quasi tutto quello che era rimasto della recinzione. Ancora oggi c’è un grande commercio di piccoli frammenti, purtroppo, però, molti di essi sono falsi. La caduta del Muro di Berlino diede il via alla riunificazione tedesca, che terminò ufficialmente il 3 ottobre 1990.

Storia

Dopo progressive divisioni negli anni quaranta e cinquanta, la notte fra il 12 e il 13 agosto 1961 furono erette le prime parti del muro, all’inizio composto solamente da filo spinato e solo in seguito di calcestruzzo e cemento armato. La recinzione, dalla costruzione alla demolizione, fu man mano migliorata sempre di più. Infatti, il Muro di Berlino fu caratterizzato da 4 generazioni (generali migliorie), che resero il muro sempre più robusto e impenetrabile.

I tentativi di fuga da est verso ovest furono innumerevoli e più gli anni passavano, più la popolazione creava metodi assurdi e disperati che portavano quasi sempre a morte certa, come quello di Winfried Freudenberg, tra l’altro ultima vittima del muro, che tentò di sorvolare il muro con una mongolfiera costruita da sé che però precipitò miseramente nei pressi di Berlino ovest.

Ci furono, però, persone che, residenti a ovest, volevano trasferirsi a est. Questa parte della popolazione, affermava con decisione di “dichiarare guerra” al muro e compiva atti simbolici come quello di John Runnings, che camminò per 500 metri in equilibrio sul muro e poi si sedette cavalcioni sulla recinzione e prese a colpirla a martellate. Solitamente la DDR faceva un breve interrogatorio ai ribelli che compivano queste azioni e come massimo li condannavano a qualche giorno di prigione, ma alla fine venivano sempre lasciati andare.

Oggi, visitando Berlino, si può trovare ancora una linea nel terreno e dei pezzi in calcestruzzo ad indicare dove sorgeva il muro, per fare in modo che la storia non venga mai dimenticata.

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IL MURO con Greta 

Dopo la Seconda Guerra mondiale, Unione Sovietica, Francia e Gran Bretagna volevano assicurarsi che la Germania non costituisse più un pericolo per l’Europa intera. Nel 1949, la Grmania fu divisa in Repubblica Federale Tedesca (RFT), alleata dell’occidente, e Repubblica Democratica Tedesca (RDT), filosovietica.
Sul piano economico, la Germania occidentale visse negli anni ’50 un fortissimo boom economico, aiutata all’inizio dai soldi americani.
La parte orientale, invece, faceva più fatica a riprendersi dalla guerra, perché non aveva aiuti e perché l’Unione Sovietica la pressava di ingenti richieste economiche. Più i due paesi si stabilivano a livello politico, più si facevano sentire le differenze per quanto riguarda lo standard di vita.

 

In quegli anni il confine tra est e ovest non era ancora insuperabile e per tutti gli anni ’50, centinaia di migliaia di persone, fuggivano ogni anno dall’est all’ovest; per la maggior parte erano giovani o persone con una buona formazione professionale, laureati che all’ovest si aspettavano un futuro più redditizio e più libero. Questa situazione stava diventando un pericolo per la Germania dell’est ed era un’ulteriore causa delle difficoltà economiche di questo stato.                            Prima della costruzione del muro, la polizia della Germania est applicò del filo spinato per impedire l’accesso verso Berlino ovest. Subito dopo l’esercito iniziò a costruire un muro di blocchi di cemento.
Nelle prime ore del 13 agosto 1961, le autorità della Germania dell’est, interruppero tutti i collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziarono a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile che attraversava tutta la città, che divideva le famiglie in due, che tagliava la strada tra casa e posto di lavoro, tra scuola e università.

Non solo a Berlino, ma in tutta la Germania il confine tra est e ovest diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare la zona di confine, che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre più terrificanti, con mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione e, addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto quello che si muoveva nella cosiddetta “striscia della morte”.

Il muro di Berlino era lungo più di 100 Km

Non mancavano i posti di blocco, il più famoso dei quali era il Checkpoint Charlie, da cui potevano passare tutti coloro che, per qualche motivo, ottenevano un permesso per recarsi ad Ovest: si trattava in gran parte di turisti e diplomatici, quasi mai di cittadini tedeschi.

Data la situazione, migliaia di persone si industriarono per trovare modi ingegnosi per oltrepassare il muro. Complessivamente, riuscirono a varcare il muro circa 5.000 tedeschi, ed alcuni lo fecero in modo davvero memorabile.Nel 1963, l’acrobata Horst Klein riuscì a tenersi in equilibrio su un filo della corrente elettrica a 18 metri di altezza.Nel 1979 Hans Strelczyk e Gunter Wetzel costruirono un pallone aerostatico con vecchie coperte per oltrepassare il muro con le proprie mogli ed i propri figli. Una dozzina di persone nel 1962 riuscirono a scavare un tunnel, mentre altre, semplicemente, si nascosero nei portabagagli di chi aveva il permesso.

Anche più di 1300 guardie provarono ad oltrepassare il muro. Uno di loro, il diciannovenne Conrad Schumann, è stato fotografato il 15 agosto del 1961 mentre varcava la barriera.

I leader occidentali non mancarono di denunciare la situazione della Germania dell’Est, protestando vivamente, ma nei fatti intraprendere azioni concrete avrebbe voluto dire correre il rischio di una nuova guerra, cosa che nessuno voleva davvero. Del resto la Germania est, sostenuta dal blocco sovietico, aveva tutto il diritto di controllare il proprio settore di Berlino, limitando a proprio piacimento il traffico di persone alla frontiera. Nel 1963 il presidente americano Kennedy, in visita a Berlino Ovest, non mancò di rassicurare i berlinesi del fatto che gli Stati Uniti non li avrebbero abbandonati, durante un famoso discorso in cui pronunciò la frase in tedesco ‘Ich bin ein Berliner’ (io sono un berlinese). 

Soltanto negli anni ‘80, finalmente, qualcosa iniziò a cambiare. Mentre il nuovo leader del Partito Comunista Sovietico, Mikhail Gorbachev, tentava di rendere più libero e democratico il blocco sovietico dall’interno, il muro diventava sempre più inattuale ed imbarazzante davanti alla comunità internazionale, sempre più critica nei confronti di un paese sovrano che aveva bisogno di sorvegliare i propri cittadini come dei prigionieri per impedire che emigrassero.

Nel 1989 erano cambiate tante cose rispetto al 1961:  l’intero blocco sovietico vacillava e sarebbe crollato definitivamente nel 1991. Dopo una serie di proteste spontanee dei cittadini di Berlino, il governo fece un annuncio improvviso: si poteva di nuovo viaggiare liberamente verso la Germania ovest.

Il 9 novembre del 1989 i berlinesi accorsero armati di piccone per demolire una volta per tutte l’odiato muro, il cui crollo fu universalmente interpretato come un segno del fatto che la divisione in due blocchi dell’Europa stava definitivamente finendo.

La caduta del muro venne accolta festosamente dagli abitanti di Berlino, che si riversarono per le strade della città in quello che probabilmente fu uno dei festeggiamenti spontanei in città più grandi della storia.
Poco meno di un anno più tardi, il 3 ottobre del 1990, la Germania venne definitivamente riunificata, assumendo i connotati che conosciamo oggi di ‘Repubblica Federale di Germania’.

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Il muro di Berlino si trovava in Germania, si tratta di una “recinzione” in calcestruzzo che chiudeva la parte occidentale della città di Berlino. Si trattava di un muro che è stato costruito nel 13 agosto del 1961 per volontà della Germania dell’est per impedire che  le persone uscissero dalla città scappando nella Germania dell’ovest ed è stata costruita dalla Germania dell’est. Il muro era alto 3,6 metri ed era lungo 156 km e ampio 480 km quadrati. Infine nel 1989 abbatterono il muro di Berlino aprendo le frontiere per la decisione del  governo della Germania dell’est.

Curiosità: Il muro di Berlino fu costruito nel giro di una notte tra il 12 e 13 agosto 1961.

L’idea di costruire il muro fu di Nikita Krusciov.

Tante persone provavano a fuggire dal blocco orientale.

 

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Il Checkpoint Charlie era un importante posto di blocco situato a Berlino tra il settore sovietico e quello statunitense. Si trova sulla Friedrichstraße, all’altezza dell’incrocio con Zimmerstraße e collegava il quartiere sovietico di Mitte con quello statunitense di Kreuzberg.                                          Venne istituito nell’agosto del 1961 per permettere il passaggio del personale militare delle forze alleate, personale che lavorava alla costruzione del muro di Berlino,  militari sovietici ,  personale diplomatico e certi visitatori stranieri.

LA SUA STORIA

Dopo la fine del secondo conflitto mondiale vi fu un periodo, determinato dalla contrapposizione tra il blocco occidentale ed il blocco sovietico, chiamato Guerra Fredda. Il 27 e 28 ottobre 1961, nel momento culminante della crisi di Berlino , carri armati sovietici e statunitensi si fronteggiarono in modo ostile al Checkpoint Charlie e si temette per alcune ore uno scontro frontale tra le due superpotenze. Nell’inverno 1961/1962 vicino al Checkpoint ebbero luogo alcune fughe molto spettacolari dalla DDR. Nei pressi, il 17 agosto 1962, fu colpito e lasciato morire dissanguato il diciottenne Peter Fechter, nel suo tentativo di fuga da Berlino Est ; mentre direttamente al Checkpoint venne ucciso nel 1974 il giovane poliziotto Burkhard Niering.                                                  Il Museo del Muro si trova al Checkpoint Charlie ed è stato fondato e aperto per iniziativa dell’impegno borghese subito dopo la costruzione del Muro nel 1962 dal Dott. Rainer Hildebrandt, direttamente sul leggendario valico di confine Checkpoint Charlie, il punto focale della guerra fredda, dove la divisione del mondo iniziò e dove finì.
La mostra permanente sul Muro di Berlino mostra la storia del confine più strettamente sorvegliato del mondo. Inoltre, viene documentata e descritta la storia della lotta non violenta internazionale per i diritti umani e dei movimenti di liberazione dell’Europa centrale e orientale, fino all’opposizione alla Repubblica Democratica Tedesca ed alla caduta del Muro. La mostra “La Nato – Missione per la libertà” (“NATO – Mission für Freiheit”) illustra la storia del dopoguerra nel mondo.
Come museo, il Museo del Muro è unico perché non solo rende omaggio al passato, ma mostra anche il presente in un modo sempre nuovo e vivace.

ALL’ INTERNO

Il Museo del Muro del Checkpoint Charlie è dedicato al Muro di Berlino e al più famoso dei passaggi di frontiera, fra Berlino dell’Est e Berlino dell’Ovest, il Checkpoint Charlie.                                                                                                   Inizialmente, nel 1963, era una disordinata collezione, cresciuta in maniera confusa  vicino al Muro di Berlino, per documentare le continue fughe e i tragici rapporti con il muro. Attualmente nelle sale espositive si possono osservare oggetti originali utilizzati per la fuga, auto,  palloni ad aria calda,  mini-sottomarini fatti in casa e vere e proprie finte tavole da surf. Oltre ai pannelli e agli oggetti di fuga, sono presentate anche opere di artisti che interpretano questa crudele divisione nella loro arte.
Il museo è pieno di foto, video e modellini, che mostrano come molti berlinesi cercarono di raggiungere la libertà. Ci furono perfino coloro che cercarono di scappare, nascosti nelle parti più insolite di un Trabant (l’auto utilizzata all’epoca), superando la frontiera all’ interno del vano  motore o sotto a un sedile. Nel percorso si racconta come una donna riuscì ad uscire da Berlino Est, accovacciata all’interno di un amplificatore, o la storia di altre persone nascoste nelle tavole da surf. In una delle sale si espongono i resti della mongolfiera, costruita artigianalmente a bordo della quale, due audaci famiglie attraversarono la frontiera.            Malgrado alcuni riuscirono a scappare, troppe furono le persone che morirono nel disperato tentativo di raggiungere la libertà. Per fortuna, molte guardie di frontiera disobbedirono all’ordine di sparare ai fuggitivi, aiutandoli a fuggire.

CURIOSITA’

La definizione di Checkpoint Charlie (ossia “posto di controllo C”) deriva dall’alfabeto fonetico NATO. Esso era infatti il terzo di una serie di posti di controllo: Checkpoint Alpha era il valico autostradale di Helmstedt (fra le due Germanie), Checkpoint Bravo il valico di Dreilinden (fra Berlino Ovest e la Germania Est). Dopo la riunificazione il punto di controllo venne rimosso e il posto di guardia originale oggi si trova nell’Alliierten Museum. In data 13 agosto 2000 venne inaugurata una ricostruzione fedele della prima cabina di controllo americana, divenuta in breve tempo un punto di grande richiamo turistico.

Il cantante Lucio Dalla, in un suo concerto dal vivo, raccontò di come scrisse il celebre brano Futura.«Il testo di Futura nacque come una sceneggiatura, poi divenuta canzone. La scrissi una volta che andai a Berlino. Non avevo mai visto il Muro e mi feci portare da un taxi al Checkpoint Charlie, punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Chiesi al tassista di aspettare qualche minuto. Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo si fermò un altro taxi e scese Phil Collins che si sedette nella panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta. In quei giorni a Berlino c’era un concerto dei Genesis, che erano un mio mito. Tanto che mi venne la tentazione di avvicinarmi a Collins per conoscerlo, per dirgli che anch’io ero un musicista. Ma non volli spezzare la magia di quel momento. Rimanemmo mezz’ora in silenzio, ognuno per gli affari suoi. In quella mezz’ora scrissi il testo di Futura, la storia di questi due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest che progettano di fare una figlia che si chiamerà Futura.

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L’isola dei musei è la parte settentrionale dell’isola della Sprea al centro di Berlino. IL suo nome è dovuto dal gran numero di musei di importanza internazionale che si trovano nell’area. I musei sono parte del gruppo dei Musei statali di Berlino, appartenenti alla Fondazione del patrimonio culturale prussiano. Per l’immensa importanza culturale e artistica, l’isola dei musei è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità nel 1999.

Solo nel corso del XIX la destinazione commerciale dell’area lasciò progressivamente spazio all’edificazione di musei, nel 1797 il re Federico Guglielmo II di Prussia accolse la proposta di Aloys  HIrt (archeologo e docente di storia dell’arte) di costruire un museo per l’esposizione permanente di opere d’arte antiche e dell’età moderna. Nel 1810 venne emesso dal re Federico Guglielmo III di Prussia un ordine di allestire una collezione d’arte pubblica e ben sezionata. Per la progettazione dell’edificio venne incaricato l’architetto del regno di Kari Friedrich Schinkel, nel 1982 presentò un disegno che prevedeva una completa riprogettazione della parte settentrionale dell’isola, accanto al museo erano previsti diversi ponti e una modifica nel corso del canale per renderlo più dritto. Wilhelm von Humboldt aggiunse la guida della “Commissione per la realizzazione del museo”.

L’Altes museum

Costruito dal 1822 al 1830 secondo il progetto dell’architetto Karl Friedrich Schinkel. Al piano terreno ospita una parte della “collezioen di antichità” (sculture, armi, gioielli, e argenti dell’arte e della storia greca dalla civiltà cicladica fino all’epoca romana. Al primo piano dall’agosto 2005 all’agosto 2009 si trova l’Agyptisches. Dal 2010  ospita anche arte etrusca e romana.

Neues museum

Celebre busto della regina egizia  Nefertiti e altre opere del faraone Akhenaton. Si trovano anche ritrovamenti dell’età della pietra, bronzo e del ferro provenienti da Troia

Pergamonmuseums

Sono ospitati ricostruzioni architettoniche e collezioni di sculture di epoca greca e romana il museo dell’Asia minore e il museo di arte islamica con oggetti d’arte dalVIII al XIX secolo. Ci sono anche monumentali edifici ricostruiti a dimensioni naturali come l’altare di Pergamo, la porta del mercato di Mileno, la porta di Ishtar, la facciata di Mschatta. Nella 4° ala si possono ammirare monumenti del museo egizio come la porta di Kalasha del faraone Sahura e la facciata di Tell Halaf.

Alte nationalgalerie

La sua collezione comprende opere d’arte del XIX secolo. Nel corso degli anni questa collezione venne ampliata e oggi è una delle più importanti del paese. Dentro si trovano opere di Caspar David Friedrich fino agli impressionisti francesi e affreschi dei Nazareni. Durante la guerra subì gravi danni, venne riaperto solo nel 2001 dopo un lungo restauro.

Bode-Museum

Questo museo ospita arte bizantina con opere dal III al XV secolo, nella raccolta di sculture si trovano opere italiane e tedesche dall’alto medioevo fino al XVIII secolo, la raccolta di monete comprende pezzi dal VII secolo A.C. fino a monete del XXI secolo. Vi sono esposte anche opere scelte dalla collezione della Gemaldegalerie.

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ISOLA DEI MUSEI con Martina

L’ isola dei musei è collocata nella parte settentrionale dell’isola della Sprea al centro di Berlino. E’ stata realizzata perchè in quella zona ci sono molti musei di importanza internazionale. E’ stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità nel 1999, mentre il primo museo fu costruito nel 1830. Nel medioevo quella parte di isola era una golena paludosa, in seguito venne utilizzata come giardino del castello di Berlino. Nel XVII secolo vanne canalizzato il ramo sinistro della Sprea creando quello che oggi viene chiamato Kupfergraben, cioè la parte più settentrionale del canale. Tra il fiume e il canale sorse l’isolotto di Cölln sul quale, dopo la metà del XVII, venne costruito il primo giardino che venne chiamato Lustgarten. Nel corso della storia venne usato per vari scopi prima culturali poi economici. Solo nel corso del XIX secolo si iniziò progressivamente all’edificazione di musei. Nel 1810 il re Federico Guglielmo III di Prussia ordinò di allestire una collezione d’ arte pubblica e ben selezionata. Nel 1830 fu realizzato il primo museo pubblico del regno di Prussia:l’Altes Museum. Nel 1859 venne realizzato il museo reale Prussiano, Neues Museum, nel 1876 venne completata la Nationalgalerie, nel 1904 il Kaiser-Friedrich-Museum e infine nel 1930 quello che solo nel 1958 assunse il nome di Pergamonmuseum  il quale ospitava il Deutsches Museum, l’Altare di Pergamo, museo dell’Asia Anteriore e museo dell’ arte islamica. Durante la seconda guerra mondiale i musei dell’isola vennero per oltre il 70% distrutti. In seguito alla costruzione del muro di Berlino, l’isola dei musei si trovò a Berlino est, quindi i lavori di ricostruzione cominciarono dopo l’unificazione della Germania. I cinque musei dell’isola fanno parte dell’unione dei musei statali di Berlino che fanno parte della fondazione del patrimonio culturale Prussiano.

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La torre della televisione si trova nel centro di Berlino.

Fu costruita tra il 1966 e il 1969 nella zona est della città di Berlino, allora territorio della repubblica democratica tedesca detta anche RDT.  La sua storia è parte della storia e la sua realizzazione fu un capolavoro politico e tecnico. Negli anni sessanta il governo della RDT aveva deciso di costruire la torre della televisione anche per il motivo di dimostrare la forza del sistema socialista, un simbolo architettonico della nuova Berlino, la capitale della “nuova Germania democratica”. La torre è visibile da tutti i distretti centrali di Berlino, e costituisce uno dei punti di riferimento per l’intera Germania.

La torre, alta 368 metri, fu eretta per il preciso scopo di essere la torre più alta della televisione dell’Europa, seconda solo a quella di Mosca. All’altezza di 207 metri la torre della televisione ospita un ristorante panoramico che ruota a 360° ogni mezzora.

Il 3 ottobre 1969 vi fu l’inaugurazione.

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  • DOVE SI TROVA?

La torre della televisione si trova a Berlino, più precisamente nella piazza di Alexanderplatz

  • DI CHE OPERA SI TRATTA?

Come si può capire dal nome è una torre, in cui si trovano sia  antenne per fare funzionare tutte le tv di Berlino, sia un ristorante con vista sulla città.

  • CHI È L’AUTORE DELLA TORRE DELLA TELEVISIONE?

L’architetto che ha progettato la torre della televisione è Walter Ulbricht. I lavori di costruzione sono iniziati nel 1964 e finiti nel 1969, l’idea era quella di dotare la Germania Est di un proprio sistema televisivo e di mostrare ai cittadini dell’ovest l’alto grado di sviluppo tecnologico raggiunto dalla Repubblica Democratica Tedesca. Per questo la torre si doveva vedere anche al di là del Muro. Con la riunificazione della Germania essa è diventata un simbolo non solo di Berlino, ma anche di tutto lo stato.

  • CHE CARATTERISTICHE HA?

La torre della televisione è la torre più alta della Germania e quarta per altezza in Europa. È alta circa 368 metri e ci sono due modi per salire in cima: a piedi (968 gradini) oppure in ascensore (40 secondi). In una giornata di sole si può vedere fino a 42 chilometri di distanza. All’interno della sfera, posta a circa 200 metri di altezza, si trovano circa 140 pannelli di acciaio che servono per copertura e per isolare la struttura.

I materiali utilizzati sono: l’acciaio e il calcestruzzo armato.

 

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Molecule man è una scultura di alluminio alta 30 metri e del peso di 45 tonnellate che a Berlino tutti hanno visto, ma che molti non conoscono. Inaugurata nel 1999 e collocata vicino ai ponti di Oberbaum e Elsenbrücke, si erge nell’alveo del fiume Sprea rappresentando tre uomini che si uniscono nel punto in cui, dopo la caduta del Muro, si ricongiunsero la parte est e la parte ovest di Berlino.

Tecnicamente la scultura sorge in quella che un tempo era l’intersezione dei tre quartieri di Treptow, Kreuzberg and Friedrichshain. Successivamente Kreuzberg e Friedrichshain sono diventati un unico distretto (nel 2001), mentre Treptow è stato assimilato a Köepenick-Treptow.

I buchi nella struttura rappresentano le molecole che danno il nome all’opera, mentre l’autore è Jonathan Borofsky, che non ha realizzato solo l’esemplare di Berlino. Una sua versione ridotta si trova infatti nell’Iowa, mentre la prima scultura in assoluto di questo tipo è stata realizzata nel 1977 a Los Angeles.

Per la sua particolare struttura e l’impatto visivo che esercita, the Molecule man ha attratto negli anni numerose persone hanno cercato di scalarla ma ovviamente esiste un assoluto divieto di arrampicarsi sulla scultura.

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§  DOVE SI TROVA ??

Molecule man si erge nell’alveo del fiume Sprea a Berlino.

§  DI CHE OPERA SI TRATTA ??

Molecule man è una scultura.

§  CHI E’ L’AUTORE??

L’autore di questa scultura è Jonathan Borofsky, che non ha realizzato solo quest’opera d’arte di Berlino. Una sua versione ridotta si trova infatti nell’Iowa, mentre la prima scultura in assoluto di questo tipo è stata realizzata nel 1977 a Los Angeles.

§  QUANDO E’ STATA REALIZZATA??

La statua è stata collocata lì nel maggio 1999.

§  CHE CARATTERISTICHE HA ??

E’ alta 30 metri , pesa 45 tonnellate ed è completamente fatta di alluminio.

§  QUAL E’ IL SUO SIGNIFICATO??

Il Molecule Man rappresenta la caduta del muro di Berlino ,la parte est e la parte ovest della città. I tre uomini rappresentano i tre quartieri della città Kreuzberg, Alt-Treptow und Friedrichshain

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EAST SIDE GALLERY con la prof.

La East Side Gallery è un lungo tratto (1,3 km) del Muro di Berlino che si trova in Mühlenstrasse, nella ex Berlino est. È la più lunga galleria d’arte all’aperto al mondo e ospita oltre cento dipinti murali originali.

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