Dante Alighieri by m francesca - Illustrated by Colopi Martina, Serra Maria Francesca, Capozza Aurora - Ourboox.com
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Dante Alighieri

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Artwork: Colopi Martina, Serra Maria Francesca, Capozza Aurora

  • Joined Feb 2020
  • Published Books 1

DANTE ALIGHIERI

LA VITA

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Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265 da una piccola famiglia di parte guelfa. Dante ricevete educazione raffinata. La sua esperienza intellettuale e sentimentale si racchiude nella figura di Beatrice; la morte di quest’ultima segna per il poeta un periodo di smarrimento. Il poeta per trovare conforto a questo dolore si consola con la gentilissima (personificazione della filosofia). Nel 1295 si aggiunse l’esperienza politica, infatti fu eletto fra i priori. In quel periodo il comune fiorentino era lacerato dagli scontri tra guelfi bianchi e neri. I primi volevano una maggiore autonomia, mentre i secondi erano disponibili a 

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una intromissione del pontefice anche nelle cariche politiche.

Dante cercò di ristabilire la concordia fra i cittadini, ma, nonostante ciò, i neri nell’autunno del 1301 si impadronirono di Firenze, scatenando persecuzioni contro la parte sconfitta. Dante ,inviato a Roma come ambasciatore, nel 1302 apprese di essere stato condannato all’esilio con l’accusa di baratteria (corruzione nell’esercizio di cariche pubbliche).

Cominciò così l’esperienza dell’esilio. Nei primi tempi non rinunciò alla speranza di ritornare in patria, ma dopo un tentativo fallito di rientrare con la forza, iniziò il suo pellegrinaggio per varie regioni d’Italia. La sua funzione era quella di uomo di corte presso signori magnanimi. È comprensibile perciò l’umiliante condizione del poeta nel dover ricorrere alla generosità altrui per vivere. Nel frattempo erano svanite anche le ultime speranze di un ritorno in patria.

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Dante rifiuto un amnistia, grazie alla quale poteva ritornare a Firenze, ma che aveva come prezzo il riconoscimento della propria colpevolezza e quindi un’ umiliazione pubblica.Negli ultimi anni visse a Ravenna, dove morì il 14 settembre del 1321.

 

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LA VITA NUOVA

L’opera fu scritta prima dell’esilio, venne intitolata così proprio per indicare il rinnovamento spirituale determinato nel poeta da un amore eccezionale ed altissimo. Nella vita nuova Dante incontra Beatrice a nove anni (i multipli di tre si ripetono spesso nella commedia perché stanno ad indicare la trinità), il secondo incontro avviene a diciott’anni, in quest’occasione la donna amata gli concede il saluto. Dante per proteggere il suo amore dall’invidia dei malparlieri, dedica le sue poesie a donne schermo. Ma questo provocò lo sdegno di Beatrice che gli nega il saluto. La negazione del saluto genera nel poeta una forte sofferenza che scomparve solo quando quest’ultimo si rese conto che la felicità non era riposta nella concessione del saluto,

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ma nelle parole di lode alla gentilissima. La visione della morte di Beatrice preannuncia a Dante la triste realtà che solo poco dopo si concretizzerà. La vita Nova è un’esperienza sentimentale e intellettuale insieme.Il libro è suddiviso in tre parti: nella prima vengono descritti gli effetti che l’amore produce sull’amante, nella seconda la lode della donna, mentre nella terza la morte della gentilissima. La vita nuova narra di un’esperienza mistica, un viaggio a Dio con Beatrice come guida.

LE RIME

Le rime non sono una raccolta di poesie, ma una raccolta messa insieme e ordinata da moderni editori.

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Gli anni tra la morte di Beatrice e l’esilio sono per Dante un periodo di sperimentazione. ne è esempio la tenzone cioè uno scambio di battute tra Dante e l’amico Forese Donati . Contemporaneamente si verifica l’incontro di Dante con la poesia trobadorica soprattutto con il trobar clus. Da qui nascono le rime petrose così chiamate perché sono dedicate ad una donna pietra, crudele e insensibile.

 

IL CONVIVIO

Il Convivio è scritto in volgare. L’opera avrebbe dovuto comprendere 15 trattati, ma Dante ne porta a compimento solo quattro. Nel primo trattato Dante vuole offrire un banchetto di sapienza a tutti coloro che non possono dedicarsi agli studi.

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Nel secondo trattato il poeta spiega un metodo di lettura allegorico, distingue infatti quattro sensi di scrittura: letterale, allegorico, morale e anagogico. Il terzo trattato è un inno alla sapienza che rappresenta per Dante la perfezione dell’uomo. Nel quarto trattato viene affrontato il problema della nobiltà la quale non è un privilegio di sangue, ma si conquista con l’esercizio della virtù.

 

DE VULGARI ELOQUENTIA

L’opera è scritta in latino in quanto è destinata ai dotti, comprendeva quattro libri, ma Dante ne porta a compimento solo due.

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Nel primo passa in rassegna tutti i dialetti d’Italia alla ricerca del volgare illustre. Quest’ultimo, secondo Dante, deve essere illustre, cardinale, aulico e curiale.Nel secondo libro sono definiti gli argomenti epico-guerreschi, amorosi e morali.

 

LA MONARCHIA

 Quest’opera è scritta in latino ed è l’unica che è stata portata a compimento. È suddivisa in tre libri: nel primo libro Dante afferma la necessità di una monarchia universale; il secondo

dimostra come l’autorità imperiale sia stata concessa al popolo romano; il terzo libro affronta il problema del rapporto tra papato e impero.

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Inoltre, Dante afferma che i due poteri sono autonomi poichè entrambi derivano direttamente da Dio.

LE EPISTOLE

Sono 13 lettere scritte latino in stile elaborato. L’epistola XI che contiene un rimprovero ai cardinali italiani responsabili di aver trasferito la sede papale ad Avignone. L’epistola XII all’amico fiorentino in cui Dante rifiuta la possibilità di ritornare a Firenze. L’epistola a Cangrande Dalla Scala la quale contiene la dedica del paradiso al signore di Verona, ma soprattutto contiene indicazioni di lettura de poema.

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LA COMMEDIA

Dante cominciò a scrivere la commedia dopo il 1307. L’opera nasce da una visione cupa e apocalittica della realtà. Dante ritiene di essere stato investito da Dio della missione di indicare all’umanità la via della salvezza. Per questo compie il viaggio nei tre regni dell’oltretomba.

                                                                                                               Risultato immagini per inferno purgatorio e paradiso"

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La base filosofica del poema è costituita dalla scolastica, in particolar modo dal pensiero di San Tommaso. Dante distingue l’allegoria dei poeti dall’allegoria dei teologi. Nel primo caso il piano letterale è un’invenzione fittizia, nel secondo caso il piano letterale è vero.

 Per Dante lo stile della commedia è umile indipendentemente dall’uso della lingua volgare. L’argomento del poema è la realtà interna delle anime dopo la morte.
Nella commedia si riflette una molteplicità dei piani stilistici e linguistici.

Nell’ inferno lo stile è aspro con termini rari e dialettali, vocaboli scurrili, rime rare e difficili.

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Nel purgatorio il linguaggio è elevato e nobile.

Nel paradiso il linguaggio è sublime.
All’interno della Commedia è importante fare una distinzione tra Dante personaggio e Dante narratore.

Dante personaggio è colui che vive in prima persona la storia, mentre Dante narratore è colui che racconta la storia.

Nella descrizione dinamica raramente il tempo della storia si interrompe per dar luogo ad una pausa descrittiva, infatti quasi sempre i personaggi e i luoghi sono descritti mentre la narrazione continua a scorrere.

 Nella commedia si tratta di uno spazio non solo fisico, ma metafisico, simbolico. Il viaggio di Dante segna una traiettoria verticale, dal basso verso l’alto, dal buio alla luce. I regni oltre mondani rappresentano l’eterno: la condizione delle anime è fissata per l’eternità che è propriamente assenza di tempo.

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Questo non significa affatto che il tempo manchi nel poema. Oltre al tempo oggettivo c’è anche un tempo soggettivo, fatto di timori, speranze, momenti di slancio ed entusiasmo. E questa dimensione soggettiva del tempo
che conferisce la spinta dinamica al movimento narrativo.

 

 

 

 

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