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Il Dolore e la Sofferenza

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Artwork: Martina Esposito

  • Joined May 2020
  • Published Books 1

ARGOMENTI

 

1.       italiano- Ungaretti

2.       geografia-Africa

3.       storia-Dopoguerra in Italia

4.       scienze-I Terremoti

5.       arte-L’Urlo di Munch

6.       educazione fisica-Dolori Muscolari

7.       tecnologia-Il Disastro di Vajont

8.       inglese-Romeo e Giulietta

9.       francese-Le Racisme

10.     musica- G.Verdi “La Traviata”

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INTRODUZIONE…

 

Molti scrittori, scienziati e artisti parlano nelle loro opere del dolore e della sofferenza. Alcuni affermano che il dolore è un insegnamento, è uno strumento per conoscere se stessi, per altri è la più grande maledizione, insieme alla morte che possa colpire l’uomo.

Basta pensare ad Ungaretti che nella raccolta lirica il “dolore” racconta di vari tipi di dolore, del figlio morto ed è quasi una cronistoria dell’angoscia vissuta dal poeta, o ancora quando parla delle due guerre e dell’infinito dolore scaturisce da esso.

Secondo me il dolore può renderci più profondi, più consapevoli di ciò che siamo. 

Tutto ciò può avverarsi solo se il dolore stesso non ci annienta

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ITALIANO: UNGARETTI

 

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria nel 1888 da genitori lucchesi. Trascorre i suoi primi 24 anni della sua vita subendo una suggestione e un fascino tali da divenire una struttura di tutta la sua vita artistica futura. Successivamente si trasferisce a Parigi dove può conoscere Guillaume Apolinnare, André Gide, Paul Valery e, tra gli italiani, Giovanni Papini, Ardengo Soffici e Aldo Palazzeschi, che quest’ultimo lo convinse a pubblicare alcune poesie sulla rivista Lacerba. Scoppiata la prima guerra mondiale, Ungaretti è interventista e si arruola da volontario come fante, partecipando alla battaglia sul Carso, un’esigenza che si rivela fondamentale per la sua poesia: L’allegria.

Aderì al fascismo e firma una prefazione a un’edizione del 1923 di Allegria di naufragi. Tornato in Italia, Ungaretti lavora a Roma presso il Ministero degli Esteri, finchè nel 1936 è chiamato in Brasile a tenere la cattedra di lingua e letteratura italiana all’università di San Paolo, dove conosce anche il dolore per la perdita del figlio Antonietto di 9 anni.

Ritornato in Italia, tiene la cattedra di letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’università di Roma. Esso muore a Milano nel 1970

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Le Opere Di Ungaretti..

 

La sua prima raccolta poetica è Il porto sepolto, che costituisce il primo nucleo di Allegria di naufragi, la prima fase dell’esperienza poetica ungarettiana, in cui il tema dominante è quello dell’uomo di fronte alla morte, che riflette le personali esperienze vissute dal poeta in trincea durante la prima guerra mondiale. Subentra la seconda fase contrassegnata dalla raccolta Sentimento del tempo(1933), dove viene proposta la meditazione sui temi esistenziali dell’uomo e del ministero della vita, della natura e di Dio. La terza fase dell’avventura ungarettiana è contrassegnata da Il dolore (1947), in cui la poesia ungarettiana si caratterizza per dar voce a vicende autobiografiche e politiche del tempo.​ La poesia di Giuseppe Ungaretti è stata la prima espressione dell’ermetismo. Ungaretti, protagonista di una straordinaria avventura letteraria, è stato pertanto un punto di riferimento per tanti altri poeti che si sono riconosciuti nella sua poetica. Le poesie di Ungaretti sono brevissime, ma sempre invita al lettore a meditare. In tali poesie è essenziale il titolo. Esse sembrano inviare un messaggio antico e nuovo nello stesso tempo e appaiono lontanissime. Sono parole poetiche che suscitano una verità di emozioni e di effetti, caricandosi di tutto il senso del dolore e della pena di vivere dell’uomo

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“Il Dolore”

Il dolore è una raccolta di liriche di Giuseppe Ungaretti composte tra il 1937 e il 1946 ed è suddivisa in sei sezioni: la prima, Tutto ho perduto, contiene due poesie dedicate alla morte del fratello; nella seconda e nella terza, intitolate Giorno per giorno e il tempo è muto, figurano le poesie scritte in memoria del figlio Antonietto. La quarta invece, Incontro a un pino, contiene una sola composizione sulla guerra. Nella quinta e nella sesta, rispettivamente Roma occupata e I ricordo, si trovano l’esperienze del secondo conflitto mondiale.

Le vari parti sono collegate da un unico tema, quello del dolore, la vicenda autobiografica e quella collettiva si fondono nella contemplazione dell’universale di sofferenza degli uomini. Qui i testi non sono accompagnati da notazioni dell’autore, il quale si limitò a rivelare:” So cosa significhi la morte, ma da allora, quando mi è stata strappata la parte migliore di me (il poeta allude alla perdita del figlio), l’esperimento in me, da quel momento, la morte. Il dolore è il libro che più amo, Sul piano formale, invece, Ungaretti utilizza la sintassi e le misure metriche tradizionali, mentre il linguaggio si fa più accessibile.

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GEOGRAFIA: AFRICA

 

Il continente africano si estende su una superficie tre volte superiore a quella dell’Europa ed è delimitato dal Mar Mediterraneo a nord, dall’Oceano Atlantico a ovest, dal’Oceano Indiano e dal Mar Rosso a est. Lo stretto di Gibilterra, lungo 14km, lo divide dalla’Europa. L’Africa ha poche grandi catene montuose ed è caratterizzata da vastissimi tavolati creando bruschi dislivelli.

Inoltre, si trovano alcuni fiumi più lunghi al mondo come il Nilo e il Niger. Il bacino del Congo è uno dei più ampi al mondo e si estende in molti paesi dell’Africa centrale. Lungo la fossa della Rift Valley si trovano i laghi Tanganica, Niassa o Malawi, ma il più esteso è il Lago Vittoria.

Nel continente africano si estendono il Sahara, una delle più vaste desertiche e aride del mondo. Attraversata dall’equatore, l’Africa presenta una grande varietà climatica e ambientale, difatti nella fascia equatoriale le temperature sono elevate e l’umidità è molto intensa, in questa zona c’è la foresta pluviale caratterizzata da una vasta e potente fauna e vegetali. A nord e al sud si sviluppa la Savana, per il regno dei mammiferi e il clima può essere sia piovoso e sia secco.

In Africa vivono oltre un miliardo di persone. Questa vastità di persone, permette la presenza di numerose lingue e dialetti come l’arabo che è la lingua ufficiale, ma si parla anche il sudanese.

Le religioni che prevalgono sono l’Islam e il Cristianesimo.

La maggior parte della popolazione africana vive nelle zone rurali. La realtà dell’economia africana è molto diversa, ci sono paesi in cui ci sono forti difficoltà sociali ed economiche mentre al contempo c’è una realtà con commercio positivo. I sottosuolo africano costituisce una quantità di minerali e metalli tra cui: oro, plastica, rame e diamanti. Il petrolio costituisce una risorsa importante. L’industrializzazione è scarsa e la produzione è limitata e alcune zone in cui ci sono industrie siderurgiche, metallurgiche e tessili.

Negli ultimi decenni invece il settore turistico si sta sviluppando nella località del Mar Rosso e nel Madagascar.

L’Africa è protagonista di gravi tensioni politiche, scontri armati, violenze diffuse e stabilità politiche in diverse aree. Guerre civili si sono avute in molti stati africani e molte sono ancora in corso.

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STORIA: IL DOPOGUERRA IN ITALIA

 

In Italia, il dopoguerra fu caratterizzato da una profonda crisi che ebbe delle conseguenze sulla vita futura dello Stato. Nel conflitto il Paese aveva subito pesanti perdite umane e gravi danni materiali. La situazione dell’economia invece era allarmante. C’era anche anche il grosso problema della riconversione dell’industria bellica a produzioni adeguate a tempi di pace. In questa difficile situazione si inserivano anche forti tensioni di tipo sociale: il periodo 1919-1920, il cosiddetto biennio russo, fu infatti caratterizzato da una lunga serie di agitazioni e scioperi. I lavoratori dell’industria chiedevano un miglioramento globale delle loro condizioni, ottennero importanti conquiste, la diminuzione dell’orario settimanale a paghe invariate. Entrarono in agitazione anche i contadini, che chiedevano le terre dal governo durante la guerra. Il momento culminante di questo periodo si ebbe però senza dubbio nel settembre 1920, quando in tutta Italia gli operai misero in atto l’occupazione delle fabbriche. L’agitazione, grazie anche alla posizione tollerante assunta da Giolitti, ritornano in quel periodo alla guida del governo, si concluse con un lieve aumento salariale per gli operai ma con una loro sostanziale sconfitta. La vicenda finì, infatti, per indebolire il movimento: da un lato perchè era emersa l’impossibilità, da parte dei lavoratori, di dar vita a una rivoluzione sul modello sovietico; dall’altro perchè gli industriali avevano assunto un atteggiamento di chiusura che col passare del tempo si sarebbe fatto sempre più rigido. D’altro canto anche i ceti medi(artigiani, commercianti, impiegati..) mostravano chiari segni di inquietudine. Essi divennero pertanto una facile esca per le proteste dei nazionalisti, rivolte in particolare contro la cosiddetta vittoria mutilata, cioè i trattati di pace che avevano negato all’Italia la Dalmazia e Fiume. Queste proteste erano culminate nell’occupazione della stessa Fiume da parte di volontari guidati da Gabriele D’Annunzio. Con il Trattato di Rapallo, firmato da Giolitti con la Iugoslavia, Fiume fu poi dichiarata “città libera”, e l’esercito italiano allontanò con poca fatica le truppe dannunziane.

Nel difficile contesto del dopoguerra italiano anche il sistema politico mostrò segni di fragilità. Ciò che emerse in modo evidente fu sopratutto l’inadeguatezza della vecchia classe dirigente di stampo liberale ad affrontare la nuova situazione, determinata dalla progressiva crescita dei partiti di massa. Fra questi si pose subito in evidenza, il partito Popolare Italiano, nato nel 1919 e guidato da Don Luigi Sturzo. I popolari erano d’ispirazione cattolica. I socialisti che pure avevano conosciuto una forte crescita di consensi, erano indeboliti dal contrasto intemo fra la corrente riformista e i massimalisti, che continuavano invece a sostenere l’obbiettivo della rivoluzione. Questo contrasto avrebbe portato, nel 1921, alla scissione dell’ala gli estrema sinistra e alla nascita del Partito Comunista Italiano. Nell’elezioni nel 1919 si creò una situazione molto strana infatti nè socialisti nè i liberali potevano formare un nuovo governo.

L’unica coalizione possibile era infatti quella fra i liberali e i popolari, poiché i socialisti rifiutavano qualsiasi forma di collaborazione con i partiti “borghesi”. In queste stesse elezioni comparve per la prima volta un’organizzazione, i Fasci italiani di combattimento, fondati da Benino Mussolini nell’aprile del 1919 riassunse ben presto caratteristiche fortemente antidemocratiche.

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SCIENZE: I TERREMOTI

 

Il terremoto è una vibrazione del terreno. Esso è chiamato anche sisma. I terremoti sono causati dai movimenti della crosta terreste. Il punto all’interno della Terra, dove avvengono tali movimenti prende nome di Ipocentro. Il punto della superficie, dove si avvertono le vibrazioni più forti, prende nome di Epicentro.

La zona della superficie terreste perpendicolare all’ipocentro è quella maggiormente colpita dal terremoto. A volte l’ipocentro si trova ad una tale profondità che il terremoto non viene percepito in superficie. Altre volte invece l’ipocentro non è così profondo e il terremoto viene avvertito in superficie: la vibrazione può essere lieve, ma può essere anche molto violenta. Per misurare l’intensità di un terremoto si usa uno strumento detto sismografo. Esso è formato da un rotolo di carta un pennino e una molla.

 

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CHE COSA FARE SE LA TERRA TREMA?

 

In caso di terremoto, se stiamo a casa dobbiamo ripararci nei punti più solidi dell’edificio ad esempio sotto allargato di una porta. Se ci troviamo a scuola o a lavoro dobbiamo ripararci sotto al nostro banco o scrivania. Invece se ci troviamo all’aperto, dobbiamo rimanere fermi ed attendere la fine del terremoto evitando di stare sotto a qualche balcone.

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ARTE: L’URLO DI MUNCH

 

Nei libri di storia dell’arte Munch viene spesso e volentieri inserito tra i simbolisti e tra i primi esponenti dell’espressionismo, importante movimento artistico del primo Novecento. Già da giovane, nel decennio del 1880 Munch aprì la sua arte alle proprie emozioni. In questo modo ruppe con il naturalismo dominante, che dava la priorità all’oggettivo e non al soggettivo. Fu un precursore delle correnti artistiche del decennio del 1890, dove si impose l’aspetto psicologico e soggettivo. Temi esistenziali come l’angoscia, la morte, la gelosia e la melancolia divennero centrali.

Nella sua ricerca nell’esprimere “le visioni più sottili dell’anima” Munch sviluppò la sua caratteristica forma espressiva. Esprimere emozioni forti e soggettive richiedeva un’altra forma espressiva rispetto a quella dei naturalisti. Nelle opere di Munch si mescolano realtà interiori ed esteriori in grandi superfici racchiude da contorni ben definiti. I motivi vengono stilizzati e astrattizzati in simboli per ogni emozione e stato d’animo. Munch elaborò nel corso della sua attività artistica una serie di simboli ricorrenti per rappresentare stati d’animo ed emozioni. I colori hanno spesso un ruolo altamente simbolico nelle opere di Munch.

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L’URLO DI MUNCH

 

L’urlo rappresenta un sentiero in salita sulla collina di Ekberg sopra alla città di Oslo, su questo sentiero si sta consumando un urlo lancinante, acuto, che in quest’opera acquisisce un carattere indefinito e universale, elevando la scena a simbolo del dramma collettivo dell’angoscia, del dolore e della paura. Il sonettò urlante terrorizzata che per ammettere il grido si comprime la testa con le mani, perdendo ogni forma e diventando preda del suo stesso sentimento, si perde insieme alla sua voce straziata e alla sua forma umana tra le lingue del fuoco e del cielo morente. Ma il vero centro dell’opera è costituito dalla bocca che, aprendosi in un innaturale spasmo, emette un grido che distorce l’intero paesaggio. Questo sentimento di malessere è distintivo del pessimismo diffuso in quel periodo. A rimanere immutati e diritti sono il parapetto e i due personaggi a sinistra. Queste due figure umane sono sorde sia al grido che sta angosciando il pittore. Sulla destra, è collocato il paesaggio, innaturale e poco accogliente, quasi fosse un’appendice dell’inquietudine dell’artista. L’Urlo presenta un forte effetto espressivo, ottenuto mediante un’associazione di colori complementari in modo da mettere in risalto il cromatismo del dipinto. Vi è un netto contrasto anche tra le linee: quelle dello sfondo sono infatti curvilinee, mentre la verticalità delle due figure che percorrono il sentiero fa eco ai parapetti del ponte: ne consegue che, mentre l’ambiente sembra quasi voler partecipare al dramma psichico che sta lacerando la figura in primo piano,  le due persone viste di spalle sono saldamente ancorate alla dimensione concreta della realtà. Altro importante elemento del dipinto è il sentiero e il suo parapetto, senza i quali la figura principale quasi si miscelerebbe con lo sfondo.

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EDUCAZIONE FISICA: I DOLORI MUSCOLARI

 

Il dolore muscolare è molto frequente a seguito di sforzi causati principalmente dall’attività sportiva. Si ipotizza che siano dovuti a infiammazioni delle fibre muscolari provocate sopratutto dalla produzione dei liquidi da parte del metabolismo. Il dolore viene molte volte avvertito nei casi dove il muscolo è troppo stressato

Ci sono vari tipi di dolori: contrattura muscolare, crampi, stiramento muscolare, lacerazione, mal di schiena e tendiniti

  1. Contrattura muscolare: l’indurimento della muscolatura si determina a causa dell’eccessiva o errata sollecitazione. Dopo l’avvenimento di contratture è da evitare qualsiasi sforzo muscolare
  2. Crampi: il crampo consiste in una contrazione duratura e involontaria del muscolo, accompagnata dall’incapacità di rilassamento 
  3. Stiramento muscolare: in situazione di stiramento, le fibre muscolari e il tessuto che le circonda, vengono tese eccessivamente, ma senza la lacerazione dei tessuti interni.Come rimedio può essere utile il magnesio
  4. Lacerazione: gli strappi muscolari sono lesioni non da sottovalutare, in quanto possano. causare limitazioni funzionari persistenti. Quando vi è una lacerazione subentrano dolori acuti
  5. Mal di schiena: il mal di schiena colpisce nella maggior parte delle volte le persone adulte. Le cause sono: posture scorrette, tensioni squilibrate, e rari movimenti.
  6. Tendiniti: la tendinite è da considerare una reazione di tipo infiammatorio che può verificasi al livello dei legamenti. La cura per la tendinite è il riposo 

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TECNOLOGIA-IL DISASTRO DI VAJONT

COME È STATO CREATO?

L’idea di mutare in parte il progetto originario formulando l’ipotesi di un unico impianto integrato con gli altri delle valli circostanti viene attribuita a Carlo Semenza, che la formulò la prima volta nel 1929. Il progetto viene normalmente identificato con il nome “Grande Vajont”.

Lo scopo del progetto era quello di creare in mezzo ai monti dolomitici una grossa riserva di acqua che permettesse di sfruttare l’energia potenziale che permettesse di sfruttare l’energia potenziale, , sotto forma di potenza idrica, per portare energia elettrica a Venezia e a tutto il Triveneto anche nei periodi di secca dei fiumi, in particolare del fiume Piave. L’invaso venne creato per accumulare le acque del Piave dopo il loro passaggio nella diga di Pive di Cadore dalla quale l’acqua giungeva nel serbatoio del Vajont tramite tubazioni con dislivello minimo, quindi minor perdita di energia potenziale. A questo sistema si aggiungevano, tramite condotte e ponti-tubo, anche i laghi di Voto e Valle di Cadore, di Pontesei, e dell Val Gallina.

Al termine della seconda guerra mondiale, i progetti sul Vajont vennero ripresi. La concessione definitiva venne accordata con D.P.R. nr. 729 del 21 marzo 1948; il progetto iniziale prevedeva una diga a doppio arco alta 202m con un invaso di 58,2 milioni di metri cubi. Sempre nel 1948, cominciò a svilupparsi l’idea di poter innalzare il coronamento della diga fino a 679 m s.l.m appieno le caratteristiche geologiche del calcare del Vajont, che caratterizzava il punto di innesto della diga nei fianchi della valle.

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IL DISASTRO DI VAJONT

La sera del 9 ottobre del 1963, alle 22:39, un enorme blocco di terra di 400 metri cade dal Monte Toc, provocando una frana di 270 milioni di metri cubi di roccia, che in circa un minuto scivola nel lago artificiale ad una velocità di 100 km/h.   La sera del 9 ottobre del 1963, alle 22:39, un enorme blocco di terra di 400 metri cade dal Monte Toc, provocando una frana di 270 milioni di metri cubi di roccia, che in circa un minuto scivola nel lago artificiale ad una velocità di 100 km/h.   Quella sera molti degli abitanti di Longarone stavano guardando la finale di Coppa dei Campioni (Real Madrid contro Glasgow Rangers) quando la loro città viene spazzata via. Perdono la vita circa 1920 persone, tra cui centinaia di bambini. Soltanto 750 persone verranno identificate: alcuni corpi non saranno più riconoscibili dopo la tragedia, altri non verranno mai più ritrovati. Prima ancora di raggiungere Longarone, l’onda aveva smosso una quantità d’aria tale da essere considerata paragonabile ad una piccola bomba atomica, così forte che gran parte delle vittime vennero trovate nude, poiché i loro vestiti erano stati spazzati via dallo spostamento. Ironicamente, mentre l’80% degli abitanti di Longarone e molte costruzioni della città stessa venivano spazzate via, la diga del Vajont rimane integra, ed è in piedi ancora oggi.

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INGLESE-ROMEO AND JULIET

 

The story starts with a battle between the servants of the two rivals families, Montague and Capulet, put down by the Prince of Verona. Count Paris, a young nobleman, talks to Capulet asking to marry his daughter, Juliet. Capulet invites him to attract the attention of Juliet during a ball of that night. Meanwhile Juliet’s mother tries to persuade her to accept to marry Paris, also if she don’t like him.Romeo, Montague’s son, is infatuated of a Capulet, Rosalind, and he goes to the ball to see her, with his friends Mercutio and Benvolio. But there he meet, instead of Rosalind, Juliet and they fall in love. Romeo remain in the Capulet garden after the party, to stay with Juliet, and in the famous balcony scene, they declare their love for each other.
The next day, with the help of Juliet’s Nurse and the Friar Lawrence, Romeo and Juliet get married in secret, hoping to bring peace between the two families.Tybalt invites Romeo, but he refuses to fight because they are now kinsmen because Romeo has married Juliet. Mercutio, who doesn’t know this, is angered by Tybalt’s insolence and decides to fight him. But Mercutio is wounded and dies, wishing “a plague on the two houses. Romeo, angered, kills Tybalt. The Prince punishes Romeo with the exile. So he sees Juliet one last time and he goes to Mantua. Juliet now has to marry Paris after 3 days, but the Friar Lawrence gives her a potion that put her to a “supposed-death” for forty-two hours. But unfortunately Romeo learns about Juliet’s death from a servant, for this he buys a poison, he returns to Verona in secret, and goes to the Capulet’s crypt and dies near Juliet. When Juliet awakes and sees Romeo dead, she kills herself with his dagger.

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FRANCESE- LE RACISME

 

La France est une terre d’accueil où des generations d’immigrés sont venus s’installer.
L’immagration européenne est l’immigration des populations originaires d’Afrique.
Mais l’integration des étrangers ne s’est pas faite sans difficulté et des organismes antiracisme sont nés.
Par exemple “s.o.s racisme” pour la defence d’une France multiculturelle “black, blanc, bleu”, mais ainsi d’autres organisations sont impliquées dans la lutte contre toutes formes de racisme et pour la defence des citoyens victimes d’une injustice.

Le raciste est celui qui se croit meilleur ou superieur et ca c’est un comportement assez repandu commun à toutes les societés. On se sent superieur et on se méfie despersonnes qui ont des caractèristiques physiques, culturelles, religieuses, differentes des notres.
Le racisme exisiste partout où vivent les hommes , c’est comme une maladie.
Pour lutter contre le racisme il faut se dire qui on est toujours l’étranger pour les autres. Apprendre à vivre ensemble, cela est lutter contre le racisme.

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MUSICA- GIUSEPPE VERDI

 

Giuseppe Fortunato Francesco Verdi nacque il 10 ottobre 1813 a Roncole di Busseto.
Di famiglia umile, cominciò gli studi a Busseto dove aiutava negli affari il negoziante Barezzi, che fu poi il suo protettore, e li proseguì a Milano con Vincenzo Lavigna.
Nel ’36 accettò un posto di maestro di cappella a Busseto e nel ’38 tentò l’avventura operistica, con cui non raggiunse subito il successo.
Messo a dura prova dalla perdita della moglie Margherita Barezzi, figlia del suo protettore, e dei  2 figli, trovò un provvidenziale sostegno nel successo ottenuto al Teatro della Scala  da Nabucco, nel 1841.
Da allora, per molti anni, concentrò tutte le sue energie nell’attività compositiva, ottenendo sempre maggiore popolarità e un deciso miglioramento delle sue condizioni economiche.
Dalla metà degli anni ’50, dopo Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata, nuove riflessioni autocritiche lo condussero a un rinnovato vigore espressivo, il che gli procurò una posizione di straordinario rilievo internazionale .
Nominato senatore del Regno d’Italia nel ’74, inaugurò a Milano la Casa di riposo per musicisti da lui fondata.
Verdi morì il 27 gennaio 1901 in un appartamento a Milano dove era solito alloggiare.

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LA TRAVIATA

La traviata trama | Atto I

La protagonista Violetta Valery, donna mondana amante del barone Douphol, confessa all’amica Flora Bervoix di aver paura per il proprio futuro, viste le sue instabili condizioni di salute. Nel frattempo, alla festa a cui stanno partecipando tutti i protagonisti, il visconte Gastone di Letorières presenta a Violetta il giovane amico Alfredo Germont, che la invita a ballare.

La donna, però, viene colpita da un malore improvviso. Alfredo le rimane accanto, confidandole tutto il suo amore. Turbata, lei gli regala il suo fiore preferito, una camelia, invitandolo a tornare da lei quando sarà appassito. Rimasta da sola, Violetta si rende conto di essersi innamorata di lui.

La traviata trama | Atto II

Alfredo e Violetta vivono insieme in una villa fuori Parigi, ma la loro situazione economica è disastrosa. Così, l’uomo decide di tornare a Parigi per porre rimedio. Rimasta sola, Violetta riceve la visita del padre di Alfredo, Giorgio Germont, che la accusa di aver causato la rovina economica del figlio.

L’uomo le chiede inoltre di rinunciare al suo amore per Alfredo per poter permettere alla sorella del ragazzo – il cui fidanzamento è stato messo in pericolo dalla relazione scandalosa del fratello – di sposarsi. La donna, allora, nel tentativo di fare il bene del suo amato e della sua famiglia, accetta, promettendo che dirà ad Alfredo di non amarlo più.

Tornato Alfredo, che rivela alla donna della volontà del padre di incontrarla (non sapendo che ciò è già avvenuto). Violetta lo abbraccia fortemente, gli dichiara il suo amore e scappa via. Alfredo trova la lettera d’addio scritta da Violetta e, deluso, si fa convincere dal padre a tornare a casa.

Violetta si reca a una festa a casa dell’amica Flora, insieme al barone Douphol. Tra gli invitati, però, c’è anche Alfredo, che la ignora totalmente e continua a giocare d’azzardo, vincendo contro tutti gli avversari, compreso lo stesso Douphol. Innervosito, il barone lo sfida a duello e a quel punto Violetta implora Alfredo di lasciare la festa.

La donna dice anche all’ex amante di non volerlo rivedere mai più, scatenando la sua reazione irosa: il ragazzo le lancia una borsa piena di soldi, insultandola e provocando lo sgomento dei presenti, compreso quello del padre Giorgio, che lo rimprovera senza svelargli la verità. Poco dopo, Violetta ammette di amare ancora Alfredo, che viene sfidato a duello dal barone Douphol.

La traviata trama | Atto III

Violetta è a casa, gravemente malata di tisi. Il medico conferma che non le rimane molto da vivere. La donna legge una leggera di Giorgio Germont, nella quale l’uomo le confessa di aver detto tutta la verità ad Alfredo, che sta andando da lei a chiederle scusa.

Violetta però teme di non sopravvivere fino al suo arrivo. All’arrivo di Alfredo, i due si abbracciano, sognando un futuro insieme. Tuttavia, però, la donna ha un nuovo malore e dopo aver salutato Giorgio Germont, arrivato nella casa, si spegne tra le braccia di Alfredo. Augurandogli di trovare una bella sposa e donandogli un medaglione con il proprio ritratto. “Così non mi dimenticherai”, gli dice.

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