LA RIFORMA PROTESTANTE E IL CONCILIO DI TRENTO

by Marco

Artwork: MARCO PREITE

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LA RIFORMA PROTESTANTE E IL CONCILIO DI TRENTO

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LE CAUSE DELLA RIFORMA PROTESTANTE

Nel corso dei secoli la Chiesa era diventata molto potente sia dal punto di vista economico che politico. Molti nobili avevano deciso di diventare uomini di Chiesa per poter arricchirsi e diventare più potenti, avevano figli e vivevano nel lusso. Inoltre praticavano il nepotismo, cioè approfittavano delle proprie cariche per dare ai propri parenti lavori prestigiosi e la simonia , cioè la vendita di cariche ecclesiastiche dietro ingenti somme di denaro. . Gli uomini di Chiesa avevano un comportamento del tutto diverso dal messaggio di amore, solidarietà e fratellanza di Gesù Cristo. Così molti ecclesiastici hanno commesso gravi abusi di potere, il più famoso è lo scandalo delle indulgenze.

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 La riforma protestante fu causata anche dalla simonia, che fu fortemente criticata da Martin Lutero nelle sue 95 tesi affisse nel 1517. 

Nel 1855 lo storico francese Jules Michelet definì il Rinascimento come «la scoperta del mondo e dell’uomo».Epoca di artisti, architetti e uomini di genio che avevano cominciato a osservare il mondo attraverso una nuova prospettiva.

A racchiudere in sé la somma delle nuove tendenze pittoriche, scultoree, architettoniche e persino ingegneristiche ci pensarono due geni universali.     

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Il primo fu Leonardo da Vinci, un fiorentino, era pittore e patologo, botanico e scultore, scienziato e architetto, nonché impareggiabile visionario. Il simbolo vivente della tecnica e dell’arte rinascimentale.

L’altro, un giovane scultore di nome Michelangelo Buonarroti.A Roma, durante il pontificato di Alessandro, scolpì la Pietà.Tornato in Toscana partorì invece il Davide. Traspariva il tormento e l’estasi di una coscienza inquieta, a cavallo tra Medioevo ed Età moderna, ma ancora turbata dalla morte e terrorizzata dalla dannazione eterna.       

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Martin Lutero e La Riforma Protestante

Il monaco tedesco Martin Lutero (Eisleben 1483-1546) avvia un movimento teologico e politico che si ripropone la restaurazione dell’autentico annuncio evangelico e del vero cristianesimo, la riforma della vita della Chiesa compromessa da abusi e da errate interpretazioni della rivelazione cristiana. La rottura con la Chiesa di Roma avviene nel 1517 quando Lutero pubblica le sue tesi contro la vendita delle indulgenze per raccogliere i fondi necessari alla costruzione della Basilica di S. Pietro in Roma denunciandola come una sorta di mercificazione della grazia divina. In realtà, però, il suo pensiero teologico era già sostanzialmente maturato: elabora una teologia della “pura grazia”, basata sui principi della salvezza per “sola fede” e della autorità della “sola Scrittura”.

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Il peccato radicale e universale è la mancanza di fede, vale a dire l’incredulità. Da tale situazione non si esce se non mediante la fede. L’uomo non si libera da sé, nemmeno compiendo le opere buone, le quali non meritano affatto la salvezza, cioè non lo rendono giusto davanti a Dio. Solo chi dà ragione alla parola di Dio, cioè ha fede il lui, viene giustificato, cioè considerato giusto. Sulla base di queste premesse Lutero ammette come autorità unicamente la parola di dio, cioè la Bibbia (che traduce in tedesco per farla conoscere a tutti i fedeli), rifiuta l’autorità del papa e critica l’impianto sacramentale cattolico.

 

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La reazione del Papa, Leone X, non si fece attendere. Fu rapida, estrema e inappellabile. Il 15 giugno 1520, Leone X emanò la bolla “Exsurge Domine” con la quale dava a Lutero sessanta giorni di tempo per ritrattare le sue tesi e dichiarazioni, pena la scomunica. Per tutta risposta Lutero, il 10 dicembre 1520, diede pubblicamente fuoco ai volumi di diritto canonico, nonché alla stessa bolla papale.
Il 3 gennaio 1521, l’anno dopo, Martin Lutero venne scomunicato, con la bolla “Decet Romanum Pontificem”. I seguaci di Lutero all’Università di Erfurst risposero strappando la bolla papale. Era imminente anche la condanna dei tribunali dell’inquisizione, che giudicandolo lo avrebbero visto colpevole di eresia.

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A salvarlo da tale destino fu il principe Federico di Sassonia, grazie alla cui protezione poté continuare a predicare e a tradurre in tedesco il Nuovo Testamento. Nel 1534 completerà la traduzione dell’intera Bibbia.

Nacque così la Riforma protestante che, oltre al significato religioso, ebbe anche importanti riflessi politici. I principi tedeschi, infatti, stanchi di soggiacere alle pesantissime pretese economiche di Roma, decisero di prendere la palla al balzo e di non pagare più le tasse alla Curia romana.

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Le 95 tesi di Martin Lutero

Impegnato nel grandioso progetto di rifacimento della Basilicata di san Pietro in Vaticano, papa Leone X si trovava in una profonda crisi finanziaria, anche perché la Santa Sede aveva già contratto un enorme debito per le guerre antifrancesi in Italia. Fu quindi bandita, attraverso le diocesi, compresa quella di Magonza, un’intensa campagna di vendita di indulgenze.

Il principe elettore di Sassonia Federico il saggio, nel cui territorio Lutero viveva e insegnava, e suo cugino il duca Giorgio di Sassonia, il cui territorio era confinante, si riservarono la vendita di indulgenze nelle loro terre, ma i fedeli si mettevano comunque in viaggio per acquistarle nelle terre confinanti.

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Si raggiunsero eccessi e si diffusero interpretazioni distorte della dottrina in materia di sacramenti: «si verificavano grossolani abusi, per cui, confondendo la pena temporale con la colpa, si prometteva che bastasse acquistare la bolla indulgenziale per ottenere il perdono di determinati peccati o che l’anima (ad esempio di parenti defunti) “volasse dal purgatorio in cielo”».

L’azione di Lutero fu in gran parte una risposta a questa vendita di indulgenze da parte di johann tetzel, un frate domenicano, che agiva su commissione dell’arcivescovo Alberto di Magonza nominato commissario dal papa Leone X, in quelle terre.

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Lutero trovava inammissibile che la remissione della pena per i peccati commessi potesse essere lucrata con il versamento di una somma di denaro, considerando che secondo la dottrina cattolica l’assoluzione penitenziale rimette la colpa ma non la pena (che per i morti è scontata nel purgatorio). Per sostenere le sue convinzioni redasse le 95 tesi, invitando il principe di Sassonia e la comunità accademica a una discussione sul valore e l’efficacia delle pene e delle indulgenze. L’iniziativa di Lutero provocò ben presto una scossa religiosa, che ebbe non poche ripercussioni anche di carattere politico.

Secondo la tradizione, Lutero affisse l’elenco delle tesi sul portone della chiesa di Ognissanti del castello di Wittenberg, il 31 ottobre 1517. 

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L’evento non è documentato da testimonianze coeve, mentre è documentato l’uso delle porte delle chiese con una funzione molto simile alle bacheche per gli annunci. La maggior parte degli storici concorda che in quella data Lutero spedì le 95 tesi all’arcivescovo di Magonza Alberto di Hohenzollern e ad altri vescovi, ad alcuni amici e ad altre università. Alcuni storici suggeriscono che l’affissione potrebbe essere avvenuta nel novembre del 1517. Resta però il fatto che Lutero stesso non racconta in nessuno dei suoi scritti l’accaduto.

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La riforma protestante e la sua diffusione

Il Luteranesimo dopo essersi diffuso in Germania si propagò presto in Scandinavia, in Francia, in Polonia, trovando molte adesioni anche in Inghilterra. La Svizzera fu un terreno particolarmente fertile per la Riforma, poiche nel suo territorio gli influssi feudali si manifestavano in maniera molto minore rispetto agli altri Paesi. La Svizzera era infatti popolata da contadini liberi e da borghesi nelle città mercantili: a Berna il potere era detenuto dal patriziato mercantile, mentre a Zurigo vigevano ordinamenti più democratici.
Il male che intaccava la vita svizzera, era costituito dall’aruolamento di eserciti mercenari, i cui servigi erano particolarmenti richiesti dalle potenze cattoliche: Francia, Papato e Impero.

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A fornire gli uomini per questi eserciti erano essenzialmente i cantoni montanari, mentre i cantoni urbani si occupavano della contrattazione degli arruolamenti. In questo modo, la Svizzera era divenuta uno strumento nelle mani delle potenze confinanti.
Lo scopo principale dei riformatori elvetici fu quello di abbattere il potere delle autorità tradizionali, sia laiche che spirituali, per giungere a costituire uno Stato più forte, ma soprattutto autonomo e libero dal tributo di sangue da versare periodicamente alla causa straniera.
Questo scopo segnò l’intera attività di Ulrich Zwingli (1484-1531), nato da una famiglia di contadini benestanti e cresciuto negli studi umanistici. Prima ancora di Lutero egli aveva chiesto una della Chiesa, ma solo nel 1519 egli ruppe con essa. Per sua proposta, in quell’anno, il cantone di Zurigo vietò il mercato delle indulgenze.

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La teologia calvinista riprende alcune tesi fondamentali del luteranesimo (la Scrittura come unica regola di fede, la negazione del libero arbitrio, la giustificazione per fede senza le opere), aggiungendovi le dottrine elaborate da Calvino, che fanno perno sulla doppia predestinazione: alcuni uomini sono destinati alla gloria eterna, altri alla dannazione eterna. Per il c. la Chiesa è la comunità degli eletti, ma ciò non toglie valore all’organizzazione delle singole Chiese locali. Le istituzioni civili necessarie e volute da Dio anche quando si manifestano in forme tiranniche si fondano sul rispetto dell’autorità (che non contrasta con l’interiore libertà del cristianesimo) e sulla fedeltà alla propria vocazione, cioè al posto che a ciascuno compete nella società. Nel complesso l’autorità civile viene subordinata all’autorità ecclesiastica, in contrasto con la posizione luterana.

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Per quanto riguarda i sacramenti, il c. ammette solo il battesimo e la cena eucaristica, escludendo per questa sia la transustanziazione sia ogni dottrina implicante presenza reale, e considerando il ‘pane’ come un simbolo in cui si realizza l’unione dei fedeli che partecipano al corpo di Cristo.

Da Ginevra il calvinismo, o ‘cristianesimo riformato’, si diffuse nel resto della Svizzera, in Scozia (dove, introdotto e consolidato da John Knox, assunse la denominazione di presbiterianesimo), in Francia (dove i calvinisti presero il nome, di incerta origine, di ugonotti), nei Paesi Bassi (nei quali si affermò come Chiesa riformata), in Inghilterra (dove diede origine alla corrente dei puritani), in Germania, in Polonia e in altri paesi dell’Europa centrale e orientale.

Successivamente il calvinismo si diffuse nelle colonie inglesi d’America, nell’Africa del Sud, in Asia(ecc.)

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In Italia il calvinismo è rappresentato dalla Chiesa valdese, la quale ha la sua maggiore concentrazione nelle valli del Piemonte dette, appunto valli valdesi, con la loro capitale religiosa a Torre Pellice. Le chiese calviniste sono riunite nell’Alleanza riformata mondiale, creata a Ginevra nel 1875, la quale comprende 175 chiese di 84 paesi, con poco meno di 70 milioni di membri.

 

Nel 1527 Enrico VIII annunciò la sua volontà di divorziare dalla moglie; dei sei figli nati dal matrimonio con Caterina, sopravviveva soltanto una bambina, la futura Maria I d’Inghilterra, ma il re, desideroso di avere un erede maschio, addusse il pretesto dell’invalidità della dispensa papale che aveva reso possibile il suo primo matrimonio, per chiederne l’annullamento. Alle ragioni politiche si aggiungeva la volontà del sovrano di ufficializzare la sua relazione con Anna Bolena, damigella della regina; il divorzio tuttavia incontrava numerosi ostacoli ed era destinato a produrre conseguenze di grande portata.

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Enrico, divenuto capo della sua Chiesa, s’impossessò dell’ingente ricchezza che la Chiesa Cattolica aveva ammassato nei vari monasteri. La religione Anglicana, nonostante il filo-luterano Cranme, conservò numerose caratteristiche di quella cattolica e i cambiamenti alla liturgia furono pochissimi. Con Eduardo VI, furono apportati i primi cambiamenti, che includevano una profonda revisione seguendo linee protestanti. Cranme riuscì a far approvare una nuova liturgia in lingua Inglese, il Libro delle Preghiere Comuni, pubblicato nel 1549  (rivisto nel 1552 per autorità del Parlamento).

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Anche l’Italia fu in qualche modo raggiunta dai molteplici stimoli che accompagnarono questo vento di protesta e cambiamento.La Riforma luterana vi attecchisse forse più che in altri Paesi. Il terreno fertile, infatti, era stato preparato dalle profezie apocalittiche di fine Quattrocento di Savonarola, dall’anticlericalismo diffuso nei circoli colti e non ultimo dalle sofferenze patite per le numerose guerre in Italia.I cittadini da esse esasperati desideravano avere una chiesa come centro religioso.

 

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CONTRORIFORMA

Spostò la capitale del suo regno a Madrid e costruì l’Escorial, la sua residenza regale, lì visse recluso tentando di mantenere unito un’impero che tendeva inesorabilmente a scollarsi.
 L’ordinamento della monarchia spagnola era costituito dai Consigli Generali e Territoriali i quali organi esprimevano una burocrazia inefficiente.
 Carattere di Filippo II = Rigido e scostante, profondamente religioso.
 Durezza sul piano religioso, i convincimenti del sovrano erano in perfetta sintonia con i nuovi indirizzi assunti dalla Chiesa Cattolica. La Chiesa spagnola adottò integralmente i deliberati del Concilio di Trento. Il regno di Filippo II s’inaugurò con grandiosi auto d’affe (rogo) in tutte le città della Spagna.

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L’attività della potentissima Inquisizione si rivolse soprattutto contro le minoranze etnico – religiose. I circa 300mila Moriscosse, discendenti dei musulmani che avevano un tempo assoggettato la Spagna, erano concentrati nella parte meridionale del paese: erano poco integrati col resto della popolazione e conservavano,se non la fede, cui avevano ufficialmente rinunciato, le proprie usanze, a testimonianza di una non dimenticata fedeltà alla tradizione islamica (digiuni, riti di nascita, di matrimonio, di morte). La repressione fu inesorabile provocando la dispersione di decine di migliaia di Moriscosse e tale fenomeno scompaginò (disturbò) alcuni nuclei economicamente produttivi e vitali. Nel 1609 la loro espulsione sarà totale.La politica estera è ispirata a un progetto ambizioso identificando gli interessi della Spagna con quelli della “vera cristianità”. Lo spirito era quello della Crociata e della Riconquista.

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Il Concilio di Trento (1545-1563)

Il Concilio di Trento si svolse dal 1545 al 1563 tra Trento e Bologna, dove venne trasferito dal 1547 al 1549 per evitare la peste nel Nord Italia e per sottrarsi alle ingerenze dell’imperatore, prima di tornare a Trento nel 1552.    

Iniziato da papa Paolo III fu continuato da Giulio III (dal 1551 al 1555), Marcello II (aprile-maggio 1255) e da papa Paolo IV, che concluse nel 1563 i lavori.    

Il Concilio di Trento venne interrotto dal 1552 al 1555 a causa delle guerre tra Impero e principi protestanti.    

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Nel 1545, all’inizio del Concilio di Trento, fu necessario decidere se affrontare prima i problemi connessi alla correzione degli abusi della Chiesa, come richiesto da chi voleva andare incontro ai Protestanti, o se dare precedenza alle questioni dottrinali, cosa che Carlo V voleva rimandare finché non fosse riuscito a convincere i principi tedeschi luterani a inviare a Trento i loro rappresentanti.
L’assemblea tridentina, fedele al papa che ne guidava i lavori attraverso i delegati pontifici, stabilì che le due questioni dovessero essere affrontate insieme.

Subito venne condannata la tesi di Lutero della giustificazione per sola fede: si stabilì che l’uomo ottiene la salvezza per l’intervento di Dio, ma anche per le opere buone compiute.
Questa presa di posizione mise fine a ogni possibilità di dialogo con i Protestanti e il Concilio di Trento, che doveva “riconciliare” Cattolici e Protestanti, finì per avviare un’opera di definizione della dottrina cattolica nonostante la presenza dal 1552 di delegati protestanti.

documenti dogmantici approvati al Concilio di Trento, definiti canoni, stabilirono ferrei confini con le tesi protestanti, mentre i documenti sulla disciplina ecclesiastica cercarono di porre rimedio ai problemi del clero.

Oltre all’importanza delle opere a livello dottrinale e disciplinare:     Per smentire la tesi luterana che dava importanza all’interpretazione personale della Bibbia, si stabilì che la rivelazione divina non fosse contenuta solo nelle Sacre Scritture, ma anche nell’interpretazione che ne facevano il clero e il papa.

Per contrastare Lutero che riconosceva solo due sacramenti, battesimo ed eucarestia, si riaffermò che i sacramenti erano sette e che erano validi e trasmettevano la grazia perché conferiti dal clero.

Per ovviare alla pratica del clero di riscuotere i redditi dei loro benefici pur risiedendo altrove e senza adempiere ai loro doveri, si decise che i vescovi e i parroci avessero l’obbligo di residenza nelle loro diocesi e parrocchie Per risolvere il problema dell’ignoranza e amoralità, si decretò che il clero dovesse ricevere una preparazione attraverso scuole specifiche, i seminari, e che fosse tenuto a essere un modello di moralità e a educare il popolo.

Nel 1559 Papa Paolo IV creò e fece pubblicare un elenco dei libri proibiti, l’Indice, per controllare la diffusione delle idee pericolose.
Nel 1563 il Concilio di Trento terminò in modo frettoloso.

Tra 1564 e 1565 il papa approvò una professione di fede tridentina, che sintetizzava le conclusioni del Concilio di Trento e che andava pronunciata in tutte le occasioni possibili, e la redazione di un Catechismo, un manuale da dare ai parroci per aiutarli a svolgere la funzione di guida per il popolo.

Una volta ratificate le decisioni del Concilio di Trento, i papi si incaricarono di interpretarle e di attuarle: l’Europa cattolica entrava nell’Età della Controriforma.

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Questa presa di posizione mise fine a ogni possibilità di dialogo con i Protestanti e il Concilio di Trento, che doveva “riconciliare” Cattolici e Protestanti, finì per avviare un’opera di definizione della dottrina cattolica nonostante la presenza dal 1552 di delegati protestanti.     

documenti dogmantici approvati al Concilio di Trento, definiti canoni, stabilirono ferrei confini con le tesi protestanti, mentre i documenti sulla disciplina ecclesiastica cercarono di porre rimedio ai problemi del clero.     

Oltre all’importanza delle opere a livello dottrinale e disciplinare:     Per smentire la tesi luterana che dava importanza all’interpretazione personale della Bibbia, si stabilì che la rivelazione divina non fosse contenuta solo nelle Sacre Scritture, ma anche nell’interpretazione che ne facevano il clero e il papa.

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Per contrastare Lutero che riconosceva solo due sacramenti, battesimo ed eucarestia, si riaffermò che i sacramenti erano sette e che erano validi e trasmettevano la grazia perché conferiti dal clero.

Per ovviare alla pratica del clero di riscuotere i redditi dei loro benefici pur risiedendo altrove e senza adempiere ai loro doveri, si decise che i vescovi e i parroci avessero l’obbligo di residenza nelle loro diocesi e parrocchie Per risolvere il problema dell’ignoranza e amoralità, si decretò che il clero dovesse ricevere una preparazione attraverso scuole specifiche, i seminari, e che fosse tenuto a essere un modello di moralità e a educare il popolo.

Nel 1559 Papa Paolo IV creò e fece pubblicare un elenco dei libri proibiti, l’Indice, per controllare la diffusione delle idee pericolose.

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Nel 1563 il Concilio di Trento terminò in modo frettoloso.    

Tra 1564 e 1565 il papa approvò una professione di fede tridentina, che sintetizzava le conclusioni del Concilio di Trento e che andava pronunciata in tutte le occasioni possibili, e la redazione di un Catechismo, un manuale da dare ai parroci per aiutarli a svolgere la funzione di guida per il popolo.  

Una volta ratificate le decisioni del Concilio di Trento, i papi si incaricarono di interpretarle e di attuarle: l’Europa cattolica entrava nell’Età della Controriforma

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SITOGRAFIA

 

https://doc.studenti.it/appunti/storia/conseguenza-controriforma.html

 

https://doc.studenti.it/podcast/lo-scontro-tra-enrico-viii-e-il-papato.htmsl

 

Chiesa Anglicana: viaggio nella storia della religione che riconosce la Regina per “capo supremo”

 

https://www.studenti.it/concilio-di-trento-storia-protagonisti-conclusioni.html

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