FEDERICO II E I SUOI CASTELLI
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La storia di Federico II di Svevia

  • Joined Jun 2023
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La storia di Federico II di Svevia

 

Federico II di Svevia nacque il 26 dicembre 1194 a Jesi (nelle Marche), suo padre era l’imperatore Enrico VI di Svezia, sua madre era Costanza d’Altavilla. Egli apparteneva, quindi, ad una famiglia nobile. Rimase orfano di padre a tre anni e di madre a quattro anni. La madre Costanza, morendo, affidò la reggenza del regno e la tutela del figlio al papa Innocenzo III. Nonostante questa decisione della madre, lo zio di Federico, invece, lo affidò ai suoi cavalieri tedeschi.

 

 

 

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  • Zona arancione: territorio ereditato da Federico II, dopo la morte del padre (1197).
  • Zona fucsia: territorio ereditato da Federico II, dopo la morte della madre (1198)

Alla morte dei genitori, Federico II, ereditò da parte del padre la Svevia, da parte della made il Regno di Sicilia (l’Italia meridionale).

Passano gli anni e Federico II diventò un colto ragazzo coraggioso. In quel periodo, il territorio della Germania era del re tedesco Ottone IV di Brunswich. I suoi rapporti con il papa Innocenzo III non erano buoni, quest’ultimo prima lo scomunicò, poi, dopo diversi scontri militari, gli tolse la carica di re della Germania. Il titolo di re della Germania fu dato a Federico II di Svevia.

 

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Zona verde: territorio della Germania acquisito da Federico II.

Il 22 dicembre 1220, Federico II fu incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero, da Onorio III (successore del papa Innocenzo III) nella chiesa di San Pietro a Roma.

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In questa sede, Federico II si impegnò ad organizzare una crociata (la sesta, nella storia delle crociate) a Gerusalemme, dove i cristiani venivano perseguitati ed uccisi dai musulmani.

La crociata di Federico II, inizio nel giugno del 1228. Arrivato a Gerusalemme, invece di combattere contro il sultano Al-Kamil, fece amicizia.  Inoltre lo convinse a firmare un contratto, nel quale si dichiarava che i musulmani non dovevano perseguitare ed uccidere i cristiani. Subito dopo, Federico II, convinse il sultano a dichiararlo re di Gerusalemme (1229)  o della Terra Santa.

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Al papa Gregorio IX (successore di Onorio III), non piacque questo accordo, tra Federico II ed il sultano, e lo scomunicò.

Diversi anni più tardi, Federico II riuscì ad impadronirsi anche delle regioni settentrionali dell’Italia.

 

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Zona gialla: il territorio di Gerusalemme acquisito da Federico II

Zona bianca: il territorio dello Stato Pontificio comandato esclusivamente dal Papa.

Zona blu: il  territorio dell’Italia Settentrionale acquisito  da Federico II

 

Federico II morì nel Castel Fiorentino (Foggia) il 13 dicembre del 1250.

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Federico II, lo “Stupor Mundi”

 

Federico II era di aspetto gentile, allegro, con occhi celesti, capelli ramati e viso espressivo. Era di statura media, robusto e molto affascinante. Non stava mai in ozio, la sua giornata era sempre occupata dai suoi molteplici interessi. Federico II fu chiamato  “Stupor Mundi”, lo stupore del mondo, per via della sua grandissima curiosità intellettuale, che lo portò allo studio di tante discipline, della filosofia, dell’astronomia, della matematica, della medicina, dell’economia, delle scienze. La sua vocazione scientifica è attestata dal suo trattato di falconeria , in lingua latina “L’arte della caccia con gli uccelli”.

Federico II era molto colto, conosceva molte lingue, il latino, il greco, il siciliano, il tedesco, l’arabo e l’ebraico. Lui creò un centro culturale a Palermo e un’università a Napoli. Lui scrisse  anche delle poesie. Federico II, che aveva vasti territori, decise di riorganizzare il suo Stato, infatti, con i suoi cavalieri collaboratori, “Le costituzioni melfitane” (1231).

Lui inventò una moneta, l’augustale. Essa era una moneta d’oro coniata nel 1231 dalle zecche di Messina (Sicilia) e Brindisi (Puglia). Da un lato era rappresentato il busto di Federico II (di profilo) con una corona d’alloro, dall’altro lato della moneta era rappresentata un’aquila con le ali aperte con la scritta Federico II.

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Federico II e la Lucania

 

Federico II amava molto il sole, il mare ed il bosco dell’Italia meridionale, che tra il 1200 ed il 1250, grazie a lui, divento uno dei luoghi più belli e più sviluppati culturalmente ed economicamente.

Federico era affascinato dalle terre lucane e riconosceva tutto ciò che esse offrivano, con la presenza di molti corsi d’acqua, tanti boschi e foreste  che ricoprivano l’80 % di tali territori.

Nelle contrade lucane, i corsi d’acqua riuscivano, con la loro forza, a far macinare moltissimi mulini.. Altri consentivano anche la navigazione ed il trasporto di cibo e materiali vari.

Il Basento collegava vaste aree interne della Basilicata, da Potenza alla costa ionica.

Vi erano anche diversi terreni coltivati con cereali e legumi, orti, seminati di grano, vigne e frutteti.

Federico II amava il bosco, era considerato un luogo silenzioso e di pace. Esso era caratterizzato da cerri, rovere, faggi, olmi ed ornielli. E’ proprio qui che Federico II, con il suo cavallo Dragone ed il suo falco, andava a caccia di cervi, cinqhiali, lepri ed uccelli vari.

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Il castello di Lagopesole

 

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Il castello di Lagopesole

 

Lagopesole è una frazione del comune di Avigliano, in provincia di Potenza, in Basilicata.

Il nome di Lagopesole deriva da Lacus Pensilis

( lago pesole = lago sospeso = lago poco profondo, ma incantevole), che fu prosciugato (bonificato) nel 1930 dalla famiglia Doria, allora proprietaria del castello.

Fu proprio la geografia del luogo a convincere Federico II ad ampliare la preesistente roccaforte normanna, per trasformarla,  nella sua residenza estiva, approfittando del bosco e della selvaggina, luogo perfetto per praticare l’ arte della caccia con gli uccelli, sua attività prediletta.

Il castello di Lagopesole è un castello situato su una montagnetta alta 826 metri sul livello del mare. Esso è con la base rettangolare con le feritoie quadrangolari e finestre bifore. Il cortile minore era stato già costruito dai normanni. All’interno di questo vi è  un mastio (o donjon), cioè una robusta torre quadrata, con destinazione difensiva e militare. Esso ha tre feritoie ( una a sud, una a est, una ad ovest, a nord c’è la porta d’ingresso). Il cortile maggiore fu realizzato da Federico II ed ha un’enorme cisterna ed una cappella palatina.

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La Cappella

 

All’interno del castello è possibile vedere il portale della chiesa Palatina (costruzione che non veniva considerata di proprietà della chiesa cattolica, ma del “palazzo”, cioè del regnante).

La chiesa presenta una sola navata, l’abside semicircolare ed affreschi del XIII sec. La porta a sinistra della cappella conduce ad una grande scala, dove si possono raggiungere vari ambienti, come il “salone dell’imperatore” al primo piano, mentre al piano terra si entra nelle scuderie.

La parete sinistra della cappella si trovano due grandi mensole in pietra scolpita, che sostenevano una tribuna, dalla quale l’imperatore assisteva alle funzioni religiose.

– Gli affreschi presenti nella cappella

A sinistra del finestrone si riconoscono una donna ed un uomo, quest’ultimo è raffigurato con una conchiglia appuntata. I due personaggi sono inginocchiati dinanzi a uno scudo con il fondo blu e una croce latina bianca, sulla quale sono disegnate altre conchiglie che venivano rilasciate ai pellegrini che compivano il pellegrinaggio a Santiago di Compostela

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Il Castello di Melfi

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Melfi è all’estremo nord della Basilicata, confina con il fiume Ofanto, che segna il limite con la Puglia.

Il castello di Melfi è situato su una collinetta a 500 metri (circa) sul livello del mare.

Il primo castello, a pianta quadrata, con quattro torri angolari, è di origine normanna.  Consistenti opere di ristrutturazione ed ampliamento furono fatte da Federico II, per potenziare il sistema difensivo. Lui abbatte una torre, per costruire un’altra più ampia e robusta, la torre dell’Imperatore.  Tra il 1223 ed il 1225 egli cominciò a costruire un muro di cinta con le torri esterne (Torre del Marcangione e la Torre dei setti venti) che avevano funzione di carcere.

Il castello di Melfi fu scelto da Federico II come residenza, sede di Concili papali, incontri con altri re ed uomini colti.

Il castello fu utilizzato anche come Tesoreria regia, cioè era anche deposito delle riscossioni delle tasse effettuate in Basilicata. Le due torri avevano funzioni di carcere.

In questo castello, Federico II scrisse, con i suoi collaboratori Le Costituzioni Melfitane, ossia un insieme di leggi che riguardavano l’economia e la vita sociale dell’Italia meridionale.

Dopo la morte di Federico II, i suoi successori, gli Angioini, costruirono altre sei torri, completarono il muro di cinta, una cisterna ed un fossato.

Successivamente, nei vari secoli, il castello ha subito anche molti terremoti.

Oggi il castello ha dieci torri ed è adibito a museo.

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                     Fasi dell’attività laboratoriale

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