LA STORIA DI RAGUSA IBLA

by Giovanni Diquattro

Artwork: Giovanni Diquattro, Giuseppe Spata, Marco Diquattro, Jasmine Majhoubi

This free e-book was created with
Ourboox.com

Create your own amazing e-book!
It's simple and free.

Start now

LA STORIA DI RAGUSA IBLA

by

Artwork: Giovanni Diquattro, Giuseppe Spata, Marco Diquattro, Jasmine Majhoubi

  • Joined Mar 2022
  • Published Books 3

Ragusa Ibla è il quartiere più antico di Ragusa. Ibla è chiamata anche Ragusa inferiore mentre Ragusa superiore (Ragusa) è la parte più recente della città costruita in seguito al terremoto del 1693.

 

2
LA STORIA DI RAGUSA IBLA by Giovanni Diquattro - Illustrated by Giovanni Diquattro, Giuseppe Spata, Marco Diquattro, Jasmine Majhoubi - Ourboox.com

EPOCA NORMANNA

Con la riconquista Normanna della Sicilia, Ragusa diventa contea e Ruggero d’Altavilla la concede al figlio tenendo per sé Modica, Scicli, Ispica e Giarratana. Poco più di 100 anni dopo l’isola vive un’altra conquista, questa volta passa sotto il dominio Angioino da cui i siciliani si ribelleranno con i famosi Vespri Siciliani. Anche Ragusa insorse e nel 1282 si liberò dal presidio francese. I nobili siciliani offrirono la corona dell’isola agli Aragonesi, Ragusa tornò così contea prima sotto la famiglia Chiaramonte e poi sotto i Cabrera.

4
LA STORIA DI RAGUSA IBLA by Giovanni Diquattro - Illustrated by Giovanni Diquattro, Giuseppe Spata, Marco Diquattro, Jasmine Majhoubi - Ourboox.com

A quest’ultimi i ragusani si ribellarono nel 1448 finendo così sotto la Contea di Modica che da quel momento diventò la città più importante di un vasto territorio assimilabile all’attuale provincia di Ragusa. Nel periodo aragonese furono istituite le concessioni enfiteutiche, una sorta di affitto perenne, che permise ai contadini di diventare proprietari delle terre, che cambiò radicalmente l’economia locale. Scardinato il sistema feudale nacque una potente classe borghese di imprenditori agricoli, i massari. Il paesaggio cambia, le masserie con i loro tipici muri a secco segneranno il territorio ibleo caratterizzandolo con un reticolo di muri che recinteranno le chiuse e le ville di campagna.

6

Il terremoto del 1693 distruggerà anche Ragusa causando circa cinquemila morti, più della metà della popolazione totale. La ricostruzione acuì il conflitto tra la vecchia nobiltà feudale, fortemente interessata a ricostruire la città sul vecchio impianto medievale di Ibla, e la nuova nobiltà agricola alla ricerca di nuovi spazi. Quest’ultima promosse la ricostruzione sulla collina del Parto rifacendosi ai nuovi canoni dell’urbanistica barocca.

7
LA STORIA DI RAGUSA IBLA by Giovanni Diquattro - Illustrated by Giovanni Diquattro, Giuseppe Spata, Marco Diquattro, Jasmine Majhoubi - Ourboox.com

Resta decisamente il mistero più fitto sulle restanti Ible, denominate da Stefano di Bisanzio con l’appellattivo di Ibla la Major (detta anche Magna), Ibla la Minor e Ibla la Parva. Tuttavia, un geografo tedesco del XVI secoloFilippo Cluverio, asserì di aver identificato la Ibla Minor (ovvero l’Ibla Erea menzionata nell’Itinerario antonino e nella Tabula Peutingeriana), collocandola presso il sito archeologico di Ragusa, la quale, a seguito di ciò, ha nel XX secolo intitolato il suo centro storico Ragusa Ibla. La conclusione alla quale giunse il Cluverio viene però ancora considerata incerta, poiché dubbiosa è stata definita la traduzione che egli mise in opera e la sua conseguente connessione con il passato siculo del ragusano.

9
LA STORIA DI RAGUSA IBLA by Giovanni Diquattro - Illustrated by Giovanni Diquattro, Giuseppe Spata, Marco Diquattro, Jasmine Majhoubi - Ourboox.com

Un fatto certamente di rilievo, che può aiutare a comprendere l’importanza di Ibla in epoca antica, è dato dalla presenza di un ibleo (non si sa di quale delle Ible fosse nativo), alle OlimpiadiArchiaaraldo detto Ibleo, fu il primo straniero a partecipare e a vincere ad Olimpia, i cui riti sacri erano di norma riservati solo agli Elei (egli vinse 3 cicli olimpici), vinse anche ai Giochi pitici, cosicché nella città attica di Pito gli venne dedicata una statua dove si rimarcavano la sua origine iblea e le sue doti vocali, consacrandola al dio Febo: l’Apollo luminoso.

11

 

Tucidide parlando dei megaresi che si stabilirono in Sicilia dice che essi ottennero dal re Iblone la terra sulla quale edificare la loro città. Stefano di Bisanzio ricalca tale notizia senza però chiarire se Iblone fosse un re eponimo (come nel caso di Siculo con i Siculi) o se, come sembra più probabile, a sua volta colse l’appellativo da Ibla; una città per molti, per altri una presunta divinità. Erodiano asserisce che Iblone derivava il proprio appellativo da Ibla, città della Sicilia.

12
LA STORIA DI RAGUSA IBLA by Giovanni Diquattro - Illustrated by Giovanni Diquattro, Giuseppe Spata, Marco Diquattro, Jasmine Majhoubi - Ourboox.com

Si sa inoltre da Strabone e da Eforo di Cumo che Megara Iblea fu la seconda colonia greca più antica di Sicilia (solo Naxos la precedette) o comunque fu contemporanea di Siracusa – non concorda con la loro versione cronologica Tucidide, il quale dipende da Antioco – e poiché i due studiosi sostengono che Megara Iblea sorse sul luogo di un’antica Ibla, dalla quale prese il nome (differentemente dalla versiose tucididea, essi ignorano la figura di Iblone), diversi studiosi moderni credono possibile che in origine l’Ibla di Sicilia fosse solo quella dove poi sorse Megara Ibla o Iblea, nel siracusano, e dalla sua complessa diaspora si formarono in seguito altre Ible: una nel catanese e un’altra nel ragusano, abbracciando così l’intera area della Sicilia sud-orientale.

14

Molte e discusse sono le possibili collocazioni della sede originaria del mitico re menzionato da Tucidide. Poiché Iblone concedette l’area costiera adiacente alla Penisola di Thapsos (all’interno dell’odierno triangolo industriale PrioloMelilliAugusta e vicinissima all’ingresso nord di Siracusa), alcuni studiosi hanno ipotizzato che la città del re siculo non potesse trovarsi troppo distante dalla terra che egli possedeva e che quindi questa sperduta città sarebbe da ricercarsi nella valle del Marcellino, la quale sorge nei pressi di Villasmundo; frazione collinare tra Melilli e Augusta.

15

Afferma che nell’Ibla detta Gereatis i Barbari (gli Iblei, definiti da Filisto come i più antichi della Sicilia) veneravano una dea Iblea; egli però tace il nome di questa divinità. Dal suo passo sono sorte numerose ipotesi. Secondo diversi storici la Gereatide di Pausania andrebbe identificata con la Geleatide di Tucidide, ed entrambe sarebbero legate ai Galeoti; stirpe di indovini che secondo Stefano abitava Ibla Megara e giungeva dall’Iperborea (vd. sezione di appr.). Emanuele Ciaceri sostiene invece che il nome di Gereatide derivi dalla natura della dea venerata: una divinità fecondatrice, produttrice; dal termine «gerra» che nella lingua sicula indica i genitali maschili e femminili, in sostanza si tratterebbe di una Grande Madre.

16

La vicenda del comandante militare gelese si inserisce in un quadro più ampio, che vedeva Ippocrate impegnato nella conquista della Sicilia orientale e, nello specifico, alle prese con la chora siracusana: egli, al momento dell’assalto a Ibla, aveva da poco sconfitto l’esercito siracusano presso il fiume Eloro; l’odierno Tellaro, che andava a sfociare nel territorio omonimo della prima sub-colonia di Siracusa, l’Eloro, fondata probabilmente nel corso dell’VIII sec. a.C. (i cui resti archeologici ricadono odiernamente nell’area di Noto marittima, già Val di Noto), dopodiché, stando alla testimonianza di Diodoro Siculo, si accampò tra le mura della polis di Siracusa, cercando un pretesto per introdursi nel suo governo. Vedendo tuttavia svanire ogni velleità di conquista, decise di concentrare la sua offensiva verso il territorio dei Siculi: assalì quindi Ergezio (dalla posizione geografica ignota), con la quale in precedenza aveva sempre avuto rapporti pacifici – la cui presa è stata descritta da Polieno nei suoi Stratagemmi – e in seguito rivolse la sua spada contro Ibla.

17

Possibili cause dell’assalto a Ibla

Secondo l’itineario dei theoroi delfici, risalente alla prima metà del II secolo, Ibla si trovava tra Camarina (colonia siracusana di VI secolo a.C., il cui sito archeologico si frappone oggi tra le località ragusane di Scoglitti e Santa Croce Camerina) ed Ergezio, seguiva Noai (anche quest’ultima d’incerta collocazione ma identificabile forse con l’antica Noto); si parla dunque, con ogni probabilità, dell’entroterra dei monti Iblei e dei confini della chora aretusea: Camarina, infatti, si sostiene che fosse stata fondata in quel punto per arginare l’espansione di Gela, che comunque preoccupava i Siracusani (i Gelesi, otto anni dopo la fondazione camarinense, lasciando stare la costa orientale e dirigendosi piuttosto verso la costa occidentale, avrebbero a loro volta fondato Akragas, destinata a divenire una delle più potenti rivali e alleate di Siracusa).

18

Lavoro realizzato da: Giovanni Diquattro, Marco Diquattro, Giuseppe Spata e Jasmine Majhoubi.

19
This free e-book was created with
Ourboox.com

Create your own amazing e-book!
It's simple and free.

Start now

Ad Remove Ads [X]
Skip to content