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patrimonio

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Artwork: CIOLI

  • Joined Oct 2019
  • Published Books 13

CULTURA, AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA SUL MECENATISMO CULTURALE, POMPEI PROTAGONISTA DI ARTBONUS

Pompei è protagonista del nuovo spot ArtBonus: l’affresco della Venere in conchiglia, che dà il nome alla domus restaurata e riaperta al pubblico nel 2016, è una delle opere scelte dal Ministero della Cultura e del Turismo per la comunicazione istituzionale dedicata al mecenatismo culturale. La nuova campagna del Governo, promossa dal ministero guidato da Dario Franceschini, si concentra sulla tutela del patrimonio culturale italiano e invita tutti a diventare mecenati usufruendo del beneficio fiscale del 65% per le donazioni a sostegno della cultura e dello spettacolo.

Lo spot istituzionale, attualmente in onda sulle reti Rai e sulle piattaforme digitali del MiBACT, è stato realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia per la regia di Paolo Santamaria e racconta l’unicità del patrimonio culturale italiano attraverso gli occhi dei visitatori. Come in una vera e propria sindrome di Stendahl, i protagonisti dello spot sono stregati dalle opere d’arte in un’intima

Sede: Roma

Fondazione: 1974

Sigla: MiBACT

Da: Governo Moro IV

Sottosegretari: Anna Laura Orrico Lorenza Bonaccorsi

Indirizzo: Via del Collegio Romano, 27 – 00186 Roma

Il primo riconoscimento ufficiale di “bene culturale” in campo internazionale si ebbe durante la Convenzione dell’Aia firmata il 14 maggio 1954 da quaranta Stati di tutto il mondo e confermata in Italia con la legge del 7 febbraio 1958 (sostituendo per la materia l’articolo 822 del Codice civile del 1942). Le norme sui beni culturali erano essenzialmente accordi per la salvaguardia di questi patrimoni in occasione di eventi bellici, sostenendo che gli attentati ai beni culturali di qualsiasi popolo costituivano una violenza al patrimonio dell’intera comunità internazionale. In Italia la definizione di “bene culturale” venne via via modellata da alcune commissioni parlamentari tra gli anni sessanta e settanta, che dovevano anche dare indicazioni per la creazione di un futuro dicastero. La prima fu la commissione Franceschini (19641967), che raggiunse importanti risultati sul piano scientifico, ma meno utili sul piano politico. Poi, tra il 1968 e il 1970 operò la commissione Papaldo, che non ottenne un risultato parlamentare definitivo e fu seguita da una Commissione bis.

Nel frattempo a Parigi, il 17 novembre 1970, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura firmava una convenzione internazionale per stabilire le misure da adottare per bloccare l’esportazione, importazione e il trasferimento di proprietà in illecito di beni culturali. Vennero definiti in tale ambito come beni culturali:

«Tutti i beni che […] sono designati da ciascuno Stato come importanti per l’archeologia, la preistoria, la letteratura, l’arte o la scienza»

Nonostante le difficoltà di dare una concreta realizzazione istituzionale a tali propositi ed ai risultati delle Commissioni parlamentari, nel 1974 un’iniziativa congiunta dell’allora Presidente del Consiglio Aldo Moro e di Giovanni Spadolini ruppe i lunghi indugi e decise l’istituzione di un Ministero per i beni culturali e ambientali. Il ministero venne sottoposto a numerose modifiche di carattere sia organizzativo sia relativo ai propri ambiti di competenza fino a giungere alla denominazione di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che identifica, dal 2013, il MiBACT.

Grande importanza normativa ebbe la promulgazione del Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali (Dlgs. n. 490 del 29 ottobre 1999), dove si raggrupparono tutte le norme sulla materia, ponendo particolarmente l’accento sulla tutela dei beni, in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, sostituito successivamente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato nel 2004.

 

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