SCAVI DI ERCOLANO DI MICHELE E CIRO

by iaccarino

Artwork: Michele e Ciro

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SCAVI DI ERCOLANO DI MICHELE E CIRO

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Artwork: Michele e Ciro

  • Joined Nov 2019
  • Published Books 58

SCAVI DI ERCOLANO

Ambientazione

Ai piedi del Vesuvio, a picco sul mare, sorgeva l’antica città di Ercolano, l’antica Hercolaneum, oggi a circa 30 metri di profondità rispetto all’abitato moderno. L’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. non l’ha risparmiata, rimase sepolta sotto uno strato di ben ventitré metri come la vicina Pompei, fino a quando gli scavi condotti dai Borbone non l’hanno riportata alla luce.

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SCAVI DI ERCOLANO DI MICHELE E CIRO by iaccarino - Illustrated by Michele e Ciro - Ourboox.com

Origini

Ercolano ha origini arcaiche, inizialmente abitata da un insediamento indigeno, subì successivamente le influenze sannitiche, greche, etrusche e infine romane. A partire dal ritrovamento casuale di un teatro antico, si è andato scoprendo il meraviglioso tesoro nascosto e ben conservato testimonianza dell’antica città: il tessuto urbano, l’imponente complesso termale, una magnifica palestra, la distribuzione delle case, alcune delle quali affacciano scenograficamente sul mare, e infine una monumentale basilica.

È possibile farsi un’idea chiara e completa dell’edilizia residenziale dell’epoca, ricostruire la vita quotidiana dei cittadini e il loro modo di vivere la città, ammirare i preziosi reperti che testimoniano cultura e abitudini dell’epoca e infine apprezzare i diversi stili di pittura vesuviana.

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Posizione dei fornici di Ercolano

 

Scavando in quella che all’epoca era l’area portuale, ancora ricoperta da abbondanti materiali vulcanici, fu ritrovato un primo scheletro e la notizia fece il giro del mondo, a seguire ne furono trovati altri e altri ancora. Ben 300 scheletri circa apparvero agli occhi sbalorditi degli archeologi nei mesi successivi compreso una barca capovolta. Tutti i corpi erano stipati uno sull’altro nelle cavità dei fornici, delle costruzioni ad arco aperte verso il mare in cui si tenevano in secca le barche durante la stagione invernale.

 

 

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Gli scheletri

Gli abitanti di Ercolano, nel disperato tentativo di salvarsi, si erano stipati sotto queste arcate con una densità superiore a 3 persone per metro quadrato, in gruppi da 15 a 40 persone sotto ogni arcata. Alcuni erano uomini di mare, con gli arti superiori sviluppati dall’uso dei remi e con i denti consumati dai fili per ricucire le reti. Le ossa di un uomo di bassa statura, sui 45 anni, trovato all’esterno dei fornici, vicino alla barca, erano segnate dalla malnutrizione e curvate da sovraccarichi.

Lo scheletro di un bimbo di otto anni aveva un braccio rotto da poche settimane e già in via di saldatura. Vicino, vi era un rametto di vite che, per la sua leggerezza e flessibilità, poteva essere la steccatura utilizzata per bloccare l’arto.

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Le pitture antiche d’Ercolano e contorni

 

Le pitture antiche d’Ercolano e contorni incise con qualche spiegazione, Napoli, 1762.

 

Dei quaranta volumi originariamente previsti ne furono pubblicati solo otto, di cui cinque dedicati alle pitture ercolanesi, due ai bronzi, l’ottavo a lucerne e candelabri.

Pubblicata in formato in folio e corredata da ricche incisioni in rame ad opera di un nutrito gruppo di incisori (tra cui Luigi Vanvitelli), il testo, inizialmente riservato ad un pubblico selezionato, divenne in seguito un riferimento fondamentale per le discipline archeologiche.

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