CONOSCERE PER NON DIMENTICARE ...
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shoah

  • Joined Jan 2020
  • Published Books 1

La SHOAH (lo sterminio degli ebrei) 

Breve cronologia di come si “crea” il contesto politico e culturale in cui matura la spaventosa tragedia dell’olocausto.

1922 Italia. Va al potere Benito Mussolini che fonda un regime basato sulla violenza e sulla gerarchia. Il sistema delle squadre speciali del partito (camicie nere) piace molto a Hitler che ne prenderà spunto.

1923 Germania. Un giovane pittore, ex combattente della I guerra mondiale, tenta un colpo di stato e viene arrestato. In prigione scrive una specie di programma politico. Era Adolf Hitler e il suo libro, il Mein Kampf, descrive abbastanza bene cosa vuol fare della Germania e dell’Europa.

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1933 Hitler vince le elezioni e diventa capo del governo.

1933-1935 Tutte le opposizioni vengono messe fuori legge, le libertà democratiche sospese, un pacchetto completo di leggi stabiliscono norme di comportamento degli abitanti tedeschi di razza ebraica. (Leggi di Norimberga). Nota: erano vietati i rapporti sessuali tra ariani ed ebrei, per impedire la contaminazione razziale.

1938 Avviato un programma di eliminazione della popolazione handicappata e malata di mente. L’opposizione della chiesa e dei cittadini fa retrocedere il governo. Intanto si diffondono campi di lavoro e reclutamento per gli oppositori politici del regime e persone sgradite alla civiltà germanica.

In politica estera la Germania si annette tutti i territori con cittadini tedeschi: Austria, Renania, Cecoslovacchia.

1939 Aggressione della Polonia. La questione ebraica diventa pressante. Si fa strada l’idea di trovare una “SOLUZIONE FINALE”.

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1939-1941 Quando la guerra sembra andare bene la questione degli ebrei resta sullo sfondo: vengono rinchiusi in ghetti (Varsavia) o eliminati sul posto (Kiev). Quando ogni possibilità di trasferimento coatto diventa impossibile viene pianificata l’eliminazione sistematica di tutti gli ebrei d’Europa.

1942 Soluzione finale

Campi di lavoro per gestire gli schiavi slavi e gli ebrei abili al lavoro. Gli altri smistati verso campi di sterminio, costruiti appositamente per l’eliminazione di massa (Auschiwtz era un campo misto di lavoro e di sterminio, gli altri erano Majadnaek, Chelmno, Belzec, Treblinka e Sobibor, tutti in territorio polacco). Tra il ’42 e il ’44 i campi lavorarono a pieno ritmo.

In tutta l’Europa occupata una macchina burocratica molto sofisticata andava a cercare gli ebrei quasi uno a uno, casa per casa: leggi, procedure, uffici, funzionari erano predisposti esclusivamente per la gestione della soluzione finale.

A fine ’44, quando la guerra era segnata, il progetto fu abbandonato. Il 27 gennaio 1945 il campo di Auschwitz, fu conquistato dalle forze armate sovietiche in rapido avanzamento verso Berlino.

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Tutta colpa di Hitler??

Le responsabilità della popolazione sono enormi ma non per l’adesione al progetto politico del nazismo (alternativa radicale alla democrazia e ai valori della società borghese: uguaglianza, libertà, solidarietà) bensì per INDIFFERENZA. Alcune indagini hanno descritto un riscontro di questo tipo:

 

  • 5% tedeschi entusiasti di Hitler
  • 69% indifferenti
  • 21% dubbio e smarrimento
  • 5% decisa opposizione

E’ il 90% di cittadini passivi a permettere a un gruppo ristretto di fanatici criminali di realizzare lo sterminio.

plicitamente ai ragazzi.

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Perché proprio gli ebrei?

Erano tradizionalmente malvisti in molti strati popolari, per ragioni religiose e culturali, e si prestavano perfettamente a simboleggiare tutto ciò che c’era di odioso, terribile e minaccioso del mondo: un CAPRO ESPIATORIO perfetto. Era molto semplice e molto efficace dal punto di vista propagandistico. Il “nemico” della società, la causa di tutti i mali era materiale, non ideale come poteva essere il comunismo o il capitalismo. Indicando nell’ebreo il male assoluto, il regime nazista personificava l’odio per il comunismo, il capitalismo, l’internazionalismo, la modernità.

Peraltro non possiamo e dobbiamo dimenticare che i campi di concentramento e di sterminio non hanno riguardato solamente gli ebrei. Il totale dei morti nei campi infatti potrebbe superare i dieci milioni se aggiungiamo tutti i perseguitati dal regime nazista: zingari, oppositori politici (anarchici e comunisti), testimoni di geova, handicappati, emarginati sociali.

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Cosa voleva fare Hitler?

Il progetto di Hitler era di ridisegnare la mappa etnica dell’Europa secondo una concezione del mondo divisa in razze. Gli ariani avrebbero dominato; gli slavi sarebbero stati gli schiavi addetti ai lavori forzati, tutto l’est ridotto ad una colonia della Germania da sfruttare e i popoli raggruppati e spostati a seconda delle etnie. Gli ebrei esiliati in un’isola africana (avevano pensato al Madagascar) oppure eliminati del tutto.

L’eccezionalità dei campi di sterminio

Il progetto tragico di Hitler si realizzò effettivamente in delle aree limitate e nascoste chiamati Lager. La specificità era l’organizzazione interna che portava alla distruzione morale dei prigionieri. Quello che fa considerare Auschwitz “il male assoluto” è la capacità di pianificare l’annientamento dell’uomo prima di mandarlo nelle camere a gas. I tre milioni di ebrei, comunisti e zingari uccisi nei campi non soffrivano più, non speravano più, non sognavano più quando andavano a fare l’ultima doccia.

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E noi che c’entriamo?

L’attualità di questa brutta storia si può individuare lungo due binari, che accompagnano spesso le società contemporanee: il razzismo e l’indifferenza.

1) Il razzismo.

Dal diario di Anna Frank ‘Se un cristiano compie una cattiva azione la responsabilità é soltanto sua, se un ebreo compie una cattiva azione, la responsabilità ricade su tutti gli ebrei”. La shoah è stata la combinazione della NORMALITA’ indotta dall’organizzazione burocratica e dall’obbedienza e indifferenza alle direttive superiori e dall’ORRORE di una concezione dello straniero/diverso come non-umano. Questo porre l’ebreo al di là dell’umano ha funzionato come anestetico per la coscienza.

2) Indifferenza.

La chiusura nella vita privata e il disinteresse per la vita sociale e politica è uno dei fattori causali della tragedia. Per questo c’è la giornata della memoria. Non basta “non dimenticare” bisogna prendere coscienza che l’abbandono dei valori portanti della nostra civiltà (libertà individuale, uguaglianza, solidarietà) unita alla diffusione di idee razziste e violente può – in certi momenti storici – portare a forme simili di sterminio di massa. Non è un meccanismo irripetibile. I momenti storici a rischio si verificano quando le istituzioni perdono di stabilità e di legittimità. Se non è lo Stato a codificare i principi entro un quadro coerente di leggi e relazioni tra le parti il rischio di scivolare in fenomeni simili al nazifascismo c’è, proprio alla luce della “non mostruosità” del “non anacronismo”. Ovvero la nostra civiltà – mentalità comune, cultura di massa, capacità tecnologica, scientifica, di organizzazione – produce la democrazia, i diritti dell’uomo e tutto il resto, ma può produrre anche ideologie di superiorità della razza e pianificazione di una qualche “soluzione finale”.

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