Sigmund Freud by Chiara Scandellari - Ourboox.com
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Sigmund Freud

  • Joined May 2016
  • Published Books 1

Sigmund Freud, filosofo tedesco, Oggi è noto essenzialmente per la psicanalisi.

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Freud nacque a Freiberg, in Moravia (regione della Repubblica Ceca)nel 1856. Di origine ebraica, si laureò in medicina a Vienna e si dedicò per molto tempo alla ricerca teorica nel campo dell’anatomia e della fisiologia del sistema nervoso. In seguito, per motivi economici, dovette abbandonare lo studio teorico e cominciare a dedicarsi all’esercizio pratico della neuropsichiatria, venendo a conoscenza dell’ipnosi come metodo di cura per le psiconevrosi. Interessatosi alla materia, si recò in Francia grazie ad una borsa di studio ed iniziò a collaborare con Charcot, che faceva largo uso dell’ipnosi e teorizzava una base psichica (e non fisiologica) per le nevrosi e per l’isteria. Tornato a Vienna, si rese conto della scarsa efficacia terapeutica degli assunti di Charcot e si avvicinò alle tesi di Breuer, che utilizzava l’ipnosi in modo quasi antitetico a quello dello studioso francese. Insieme con Breuer, Freud inserì la tecnica ipnotica all’interno della “terapia catartica”, attraverso la quale si tentava di ‘sbloccare’ la psiche del paziente tramite la rievocazione di un fatto biografico del suo passato di cui lo stesso non aveva ricordo. In seguito Freud si staccò dalla pratica ipnotica ed elaborò teorie indipendenti riguardo all’interpretazione di questi eventi passati “rimossi” dalla coscienza, arrivando a formulare una distinzione ‘topografica’ della psiche in inconscio (costituito da quegli eventi mentali di cui non siamo consapevoli, da quei ricordi che devono affiorare tramite la terapia), preconscio (costituito da elementi latenti, facilmente riassumibili alla coscienza) e coscienza (costituita da tutto ciò di cui siamo consapevoli); e una distinzione in entità quali l’Es (impulsi irrazionali ed intuitivi), l’Io (in gran parte cosciente, con qualche elemento preconscio) e il Super-io (istanza normativo-morale, in gran parte inconscia). Freud si avvalse di tecniche innovative quali le associazioni libere, formulò in modo nuovo la tecnica per l’interpretazione dei sogni e, allo scopo di tentare una sorta di verifica delle sue teorie, si dedicò per quasi tutta la vita all’autoanalisi. Il suo lavoro gettò le basi della psicoanalisi, e, dopo le iniziali difficoltà, ottenne il riconoscimento accademico (Freud fu infatti professore all’Università di Vienna dal 1920). Freud decretò, con la pubblicazione del saggio “L’interpretazione dei sogni”, nel 1899, la nascita di quella che secondo il neuropatologo di Freiberg era una nuova disciplina scientifica: la psicanalisi. Con questa egli si proponeva di indagare la natura psichica dell’uomo, cioè il segreto dinamismo dietro la facciata dell’Io.

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Scopre una parte di quest’istanza nascosta che viene chiamata inconscio. L’inconscio è il regno dell’ambivalenza, della contraddizione logica, del tempo rallentato, dello spazio deformato; è il luogo degli istinti, dei desideri, intuito già prima di Freud ma considerato una sorta di eremo privo di comprensione razionale e dunque di ogni importanza nella vita quotidiana dell’uomo: Freud rovescia tale concezione e parte proprio dalla supposizione che sia l’inconscio a determinare gran parte delle azioni e delle sensazioni. Dunque questo diviene una nuova regione da integrare al sapere, perde la sua connotazione di irrazionalità e diviene la sfera dell’extra-razionale: in quanto tale non può più essere letta secondo le categorie della logica classica (tempo, spazio, non-contraddizione, causalità), ma vanno usati altri metodi, come l’analisi del sogno o delle libere associazioni. Alla base dell’analisi freudiana c’è però anche il germe del positivismo: la concezione della psicanalisi come una scienza (che si serve di un metodo nuovo) da parte di Freud stesso. A questo punto una domanda diventa inevitabile: per quali ragioni certe pulsioni vengono respinte, come mai certi ricordi sono a disposizione della coscienza, mentre altri possono essere, almeno in apparenza, sottratti ad essa e rimossi nell’inconscio? La ragione di ciò – risponde Freud – è da trovare nel fatto che si tratta di pulsioni e di desideri in palese contrasto con i valori e le esigenze etiche proclamate e ritenute valide dall’individuo cosciente. Per cui, quando c’è incompatibilità tra l’io cosciente (i suoi valori, i suoi ideali, i suoi punti di riferimento, ecc.) e certe pulsioni e certi desideri, allora entra in azione una sorta di “repressione” che strappa queste cose “vergognose” e “indicibili” alla coscienza e le trascina nell’inconscio, da dove uno continua la censura cerca di non farli riaffiorare allo vita cosciente. E rimozione e censura entrano in azione, per il fatto che “devono” agire su desideri e ricordi di natura principalmente e ampiamente sessuale e quindi su cose vergognose, da non dire e cancellare. Freud riconduce la vita dell’uomo ad una originaria libido, cioè ad una energia connessa principalmente al desiderio sessuale (lust, appunto): “analoga alla fame in generale, la libido designa la forza con la quale si manifesta l’istinto sessuale, come la fame designa la forza con la quale si manifesta l’istinto di assorbimento del nutrimento”. Ma mentre desideri come la fame o la sete non sono “peccaminosi” e non vengono rimossi, le pulsioni sessuali vengono rimosse, per poi riapparire nei sogni e nelle nevrosi. “La prima scoperta alla quale ci conduce la psicoanalisi è che, regolarmente, i sintomi morbosi sono legati alla vita amorosa del malato; questa scoperta, ci obbliga a considerare i disturbi della vita sessuale come una delle cause più importante della malattia.” I malati non si accorgono di questo, ma ciò accade perché “essi portano un pesante mantello di menzogne per coprirsi, come se ci fosse cattivo tempo nel mondo della sessualità”. Sessualità repressa che esplode in malattia o ritorna in parecchi sogni. È analizzando questi sogni che Freud scopre la sessualità infantile. Sono i sogni degli adulti che, infatti, rimandano di frequente a desideri inesauditi, desideri inappagati della vita sessuale infantile.

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