Carnevale

by Luisa

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Carnevale

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Ecco i nostri elaborati sul Carnevale..

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Ognuno ha scelto una maschera e l’ha descritta a piacere..

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Venezia

 

Venezia è una delle città simbolo del Carnevale, oltre ad essere una città speciale e unica al mondo per le sue caratteristiche.

 

Venezia, il capoluogo della regione Veneto, è adagiata su più di 100 piccole isole all’interno di una laguna nel mare Adriatico. In questa città non esistono strade ma canali, tra cui il Canal Grande, fiancheggiato da palazzi rinascimentali e gotici. Sulla piazza centrale, piazza San Marco, sorgono la Basilica di San Marco, arricchita da mosaici bizantini, e il campanile di San Marco, da cui si possono ammirare i tetti rossi della città.

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Elegante, preziosa, inimitabile, divertente, romantica: così è Venezia, gemma del panorama turistico veneto ed italiano, dove chiese, palazzi, antichi ponti, monumenti e piazze raccontano la vivacità artistica e culturale che ha segnato e segna ancora la storia di questa città. Venezia - LagunaCuore pulsante di Venezia è la splendida Piazza San Marco, il salotto più elegante d’Europa, circondata da opere di indiscutibile valore: l’imponente Campanile e la Basilica con i suoi cinque portali e i decori di marmi e mosaici che anticipano lo sfarzo e la ricchezza degli interni; il Palazzo Ducale , simbolo dei tempi d’oro della Serenissima; la Torre dei Mori, più nota come Torre dell’Orologio, per il capolavoro di ingegneria che da secoli segna il tempo di Venezia; l’Ala napoleonica, dove ha sede il Museo Correr.

Diversi i caffè storici che danno sulla piazza. Da non perdere, il meraviglioso Caffè Florian: aperto nel 1720, è il più antico caffè d’Italia. Gli interni, elegantissimi, spiccano per gli stucchi, i quadri, gli specchi… Tra gli illustri clienti che si sono seduti ai suoi tavolini, ci sono anche Giacomo Casanova, Lord Byron, Ugo Foscolo, Gabriele d’Annunzio.
Poco distante da piazza San Marco si trova Campo Santo Stefano, con l’omonima chiesa.
I “campi” di Venezia sono delle piazze storiche, spesso abbellite al centro da monumenti di pregio e dominate da imponenti e splendidi edifici religiosi, da cui prendono il nome. Le vie, invece, qui si chiamano calli (il singolare è “calle”) che si snodano tra due file continue di edifici. I veneziani dicono che il modo migliore per conoscere la loro meravigliosa città è quello di imboccare una calle e di camminare con il naso all’insù, osservando tutto quello che si presenterà davanti… Senza guida, senza cartina e senza paura di perdersi, perché, come per incanto, si arriverà comunque sempre… a piazza San Marco!

Da Piazza San Marco, attraversando il famoso Ponte dei Sospiri, da dove si gode una meravigliosa veduta sulla laguna, si arriva nel sestiere Castello, ricco di capolavori architettonici e artistici, dove si incontra la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, quella di San Zaccaria e la chiesa di San Giovanni in Bragora, considerata da molti una delle più belle della città. Continuando la passeggiata fra le calli, da non perdere una visita all’Arsenale , per secoli il più grande del mondo, costruito nel XII secolo e poi ampliato grazie al grande sviluppo politico-commerciale di Venezia, oggi sede della Biennale d’arte e di architettura.
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica si tiene, invece, nello storico Palazzo del Cinema, al Lido.

Da piazza San Marco è visibile l’isola di San Giorgio Maggiore e l’alto campanile che si innalza dal monumentale complesso, capolavoro di grandi architetti, tra cui il celebre Andrea Palladio. Un vero museo a cielo aperto che si può vedere solcando le acque del Canal Grande, la “strada” principale della città, che inizia a Punta della Dogana, l’antico porto della Serenissima, con la sua caratteristica forma triangolare. Quattro sono i ponti che attraversano il canale: il ponte dell’Accademia, il ponte di Rialto (il più antico e il più famoso), il ponte degli Scalzi e il ponte della Costituzione.
Punta della Dogana, la zona di Venezia dove il Canal Grande e il Canale della Giudecca si dividono, ospita alcuni edifici, tra cui il complesso della Dogana da Mar che, insieme a Palazzo Grassi, entrambi sede della Fondazione François Pinault, sono centri d’eccellenza per l’arte contemporanea in Italia e nel mondo.

Da non perdere, poi, la Collezione Peggy Guggenheim, esposta a Palazzo Venier dei Leoni, prestigiosa raccolta di opere d’arte del XX secolo. Proseguendo si incontrano altre importanti sedi museali: le Gallerie dell’Accademia , ospitate dal maestoso complesso della Scuola Grande de la Carità, che comprende anche l’omonima chiesa e il monastero, e Ca’ Rezzonico, uno dei più bei palazzi rinascimentali, sede del Museo del Settecento veneziano.
Sempre nella parte occidentale della città, ci sono i sestieri (le sei zone in cui si divide Venezia) di Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo, Santa Croce e, con alcuni dei “campi” più famosi di Venezia, incorniciati da splendidi edifici religiosi e palazzi signorili.

Una corolla di isole
Intorno a Venezia, una corolla di isole: Burano, famosa per la produzione dei merletti; Murano, per la lavorazione del vetro; Pellestrina, caratterizzata da dune sabbiose ed alti canneti; Torcello, uno degli insediamenti umani più antichi della zona.

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DESCRIVIAMO UN AMBIENTE DI VENEZIA

 

I nostri testi descrittivi: osserviamo un’immagine di Venezia (di interni o esterni) e la descriviamo lavorando in coppia..

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“Il ponte di Rialto”  di Francesco A. e Luigi

È una mattina nuvolosa nella città di Venezia. Sul Ponte di Rialto ci sono molti turisti che ammirano il Canal Grande e c’è molta confusione, perché le persone fanno acquisti nei negozi di souvenir. In mezzo al canale c’è un gondoliere, che sta facendo fare un giro turistico ad un gruppo di stranieri, mentre ai lati del canale ci sono molti palazzi di varie epoche, ma tutti imponenti, decorati e ricchi di ampie vetrate. Ci sono anche tanti pali che emergono dall’acqua, ai quali sono legate molte piccole imbarcazioni.

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“Il vicolo veneziano” di Davide e Desmond

È mattina ed è appena piovuto a Venezia. In un piccolo vicolo, sul quale si affacciano case colorate di diverse tonalità, c’è un piccolo ponticello. Lungo le strette calli di questo luogo ci sono molte persone che chiacchierano. Molte di loro sono dirette ai negozietti vicini, come un forno e un negozio di souvenir. Le tante finestre che si affacciano sulle calli hanno piccoli e stretti balconi, ricchi di vasi con piante fiorite. Il lungo canale che scorre ha l’acqua un po’ verde è un po’ blu, con una tonalità molto scura. Nonostante il colore, le case si riflettono nell’acqua e ci sono molti colori ovunque.

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“Tramonto a Venezia” di Gioia e Yousef

 

C’è un bellissimo tramonto tra le calli della città di Venezia. Tra i vari edifici ci sono anche case un po’ più antiche di altre, che sono già illuminate. Alcuni palazzi hanno dei tetti piatti, sono bassi e davanti al portone c’è subito l’acqua del canale. A fianco dell’ingresso ci sono diversi pali che escono dall’acqua, ai quali sono attaccate delle gondole. Ci sono tante finestre che si affacciano su questi canali, alcune sono grandi e altre piccole, ma molte hanno le imposte colorate e i balconi non tanto grandi. I portoni sono grandi, altri sono più stretti e alti. Per le calli c’è silenzio e si diffonde un forte profumo di cibo. Da un palazzo si sentono delle grida: è Arlecchino che sta urlando, perché Pantalone lo sta sgridando e bastonando. Lo sgrida perché non vuole sprecare luce. Poco dopo Pantalone insegue ed urla contro Pulcinella, perché gli ha rubato del cibo. Il palazzo di Pantalone è alto quattro piani, è tutto marrone, con decorazioni bianche e grigie. Tra gli edifici intorno il suo è il più grande. La casa ha due portoni, perché  è divisa in due parti. Per i canali e le calli ora c’è più gente e c’è più confusione, perché scende la sera e tutti tornano a casa per la cena. Dalle finestre aperte, come quella di Colombina, si sentono voci e profumi di cibo cucinato. Si sentono anche le voci delle persone che tornano a casa stanche, ma felici di rivedersi e di riunirsi dopo una lunga giornata di lavoro.

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“Piazza San Marco” di Nicholas S. E Greta D.V.

 

Sta tramontando sulla piazza San Marco di Venezia e il cielo sembra dipinto come un affresco. Le sfumature e le tonalità dei colori pastello sono molto rilassanti. Ci sono nuvole viola, altre più blu e quelle più basse e più vicino al sole che tramonta hanno delle sfumature di viola, di rosa e di giallo. C’è poca gente nella piazza, perché molte persone sono già rientrate a casa ed altre hanno già riempito i ristoranti, dai quali proviene rumore, profumi di pietanze e molte risate. È un incanto per i turisti osservare la piazza dalla gondola, vedendo per prime le due Colonne di San Marco e San Teodoro. Queste hanno ai lati i due imponenti edifici del Palazzo Ducale e della Biblioteca Marciana, entrambi decorati, ricchi di portici e colonne, di merlature e statue. In lontananza si vede il Campanile di San Marco e, di fronte, più nascosta, la Basilica.

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“L’acqua alta” di Greta S. e Arkane

 

In piazza San Marco, a Venezia, nei giorni scorsi c’è stata l’acqua alta, per colpa della marea, che ha invaso tutte le zone riservate ai pedoni. Oggi l’acqua si è ritirata, ma ne è rimasta ancora e crea delle enormi pozzanghere, nelle quali si riflette la basilica di San Marco. In piazza c’é tanta gente: molti sono veneziani e si riconoscono per il dialetto parlato, altri sono turisti, che invece stanno fermi ad osservare i mosaici esterni della basilica. Su un lato c’è una fila lunghissima di visitatori, che vuole entrare dentro la chiesa. Arlecchino sta passando di lì ed è molto affamato. Poco prima stava dormendo dietro al divano, ma Pantalone lo aveva scoperto e l’aveva mandato a fare delle commissioni, senza dargli la colazione. Ora Arlecchino si trova davanti al Palazzo Ducale, che si affaccia sulla laguna veneta, e osserva questo enorme edificio così decorato e ricco di colonne e portici.

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“San Valentino a Venezia” (Gilda, Miracle e Martina)

 

È la sera di San Valentino a Venezia e lungo i canali ci sono i ristoranti addobbati per l’occasione, con i tendoni esterni color rosso fuoco, apposta per l’occasione. Dentro ci sono addobbi romantici color rosso e bianco, rosse come le tovaglie dei tavolini per due persone e bianche come le stoviglie apparecchiate. Ai muri sono appesi quadri stupendi e ricchi di romanticismo. Fuori l’acqua scintilla, riflettendo le tante luci dei locali, e ai pali sono attraccate le gondole. Proprio dentro ad una di queste c’è una coppia che si bacia. Davanti al portico di un palazzo c’è un’altra coppia, con un ragazzo che sta facendo la proposta di matrimonio alla sua fidanzata. Anche Arlecchino sta chiedendo la mano a Colombina, ma seduti ad un tavolo di una semplice locanda. È molto teso e spera che lei accetti.

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“A casa di Pantalone” (Francesco T. e Edoardo)

 

È pomeriggio e dall’ampia vetrata della casa di Pantalone si ammira la Basilica della Salute, ai cui piedi si può intravedere anche il verde canale, attraversato dalle gondole. L’enorme finestra della sala ha tre colonne esterne, che terminano con i caratteristici archi veneziani. Davanti alla vetrata c’è un tavolo con quattro sedie dalla seduta imbottita e soffice. Sul pavimento ci sono tappeti persiani molto colorati. Dietro alla poltrona bianca posta a destra, quella col cuscino dorato, c’é Arlecchino che dorme e, tendendo l’orecchio, si può anche sentire rumore del suo russare! Pantalone sta tornando a casa per il pranzo, mentre Colombina è in cucina che lavora. Aveva preparato una torta, ma Pulcinella se l’è già mangiata!
Colombina se n’è appena accorta e pensa “Accidenti! Pantalone se la prenderà con me!”. 

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“La sala”  (Adelaide e Marco)

 

In un giorno di primavera dalle belle finestre decorate e arcuate della sala del palazzo di Pantalone entrava il caldo sole primaverile. Era un gran bel salone, con dei bei divani antichi, imbottiti di tessuto rosso e con dei fiori argentati, che avevano i piedi di legno. Vicini ai divani c’erano delle belle poltrone bianche, anch’esse con i piedi di legno. In mezzo alla sala c’era un bel tappeto colorato di rosso e di blu e sopra ad esso c’era un tavolino abbinato al tappeto, sul quale c’era un bel vaso di fiori rossi. Dal soffitto scendeva un particolare lampadario di vetro di Murano dai mille colori: rosso, blu, arancione, vetro trasparente, rosa e azzurro. Anche le pareti erano riccamente decorate e ornate di decoro e di ampi quadri dalle belle cornici dorate.

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“Il ponticello” (Beatrice e Andra”)

 

È mattina e il sole scalda la città di Venezia. Tra le calli ce n’è una che porta alle scale di un bellissimo ponte, pieno di fiori rosa acceso e lilla, posti sopra una ringhiera decorata con onde di ferro. Alla fine di questo bellissimo ponte c’è un’altra calle con, a fianco, un largo e basso palazzo rosso fuoco, che ha le finestre ad arco e le imposte verde scuro. Di fronte al palazzo, ai piedi della scalinata, c’è un locale che vende asciugamani di tutti i tipi e di tutti i colori. Dentro al locale c’è una lunga scala, che porta fino al secondo piano, in una stanza tutta buia dove c’è solo una finestra. Da questa si possono stendere i panni, mettendoli su un filo che si collega ai due palazzi, con in mezzo il canale. Il palazzo di fronte è giallino e molto vecchio. Da una delle finestre proviene la voce della padrona di quel palazzo, che sta sgridando suo figlio di quattro anni, perché ha preso il ferro da stiro e sta ridendo. La mamma se n’è accorta e lo sgrida così forte che un passante, che si trovava lì per caso, si preoccupa al punto di andare a bussare al loro portone.

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“La stanza per gli ospiti” (Isabella e Maram)

 

È mattina e un bel sole riscalda la stanza per accogliere gli ospiti, che si trova nel palazzo di Pantalone. La porta dell’ingresso del palazzo è squadrata ed è di color legno, con sfumature rossastre. Sopra, ma dalla parte interna, c’è appeso un quadro antico, tutto incorniciato di bianco. Accanto ai lati della porta ci sono due grandi finestre, così alte che dal pavimento arrivano al soffitto. Quest’ultimo è color oro scuro, ci sono delle travi dello stesso colore e, ai lati del muro, ci sono decorazioni color oro, ma più chiaro. Al centro del soffitto c’è un lampadario antico, di ferro battuto, sul quale sono appese delle candele dorate, che ora sono accese per illuminare di più la stanza. Sulla parete destra, accanto alla seconda finestra, c’è un’altra porta squadrata come quella di ingresso, ma un po’ più alta e anche essa ha sopra un quadro antico. Accanto alla porta c’è un grande specchio con una cornice dorata, che è molto elaborata. Sotto c’è un tavolino di legno, dallo stile più moderno rispetto al resto della mobilia. Vicino allo specchio c’è un’altra porta squadrata, anche essa con un quadro antico incorniciato di bianco. Al centro della parete, tra le due porte, c’è un quadro molto grande con la cornice di legno e le sfumature rossastre. Sotto c’è un divanetto di tessuto bianco e il telaio è di legno scuro. Al suo fianco c’è un tavolino con sopra una lampada piccola, che però è attaccata al muro ed è di color oro scuro. Sulla parete opposta c’è un’altra porta squadrata e anche essa sopra ha un quadro. A fianco alla porta c’è un enorme quadro, più grande di tutti gli altri, con disegnato un paesaggio. Sotto questo c’è un angolo riservato alla seduta, infatti ci sono delle poltroncine poste a semicerchio per poter conversare. Dalla parte opposta della parete ci sono due portoni arcuati, con decorazioni sul muro sempre arcuate. Il pavimento di questa sala ha lo sfondo grigio chiaro e bianco, mentre le pareti sono bianche con delle decorazioni a muro, che riflettono la luce delle candele. Questa sala è molto preziosa.

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  LE

NOSTRE

SCENETTE

TEATRALI

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A coppie o in gruppetti da 3, a nostra scelta, abbiamo elaborato le nostre prime scenette teatrali..

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“Evviva le frittelle di Colombina !” (testo di Miracle e Anna)

 

Arlecchino: Miracle

Pulcinella: Anna 

Pantalone: Alessandro

 

Scena 1

 

I 2 amici, Arlecchino e Pulcinella, sono in casa, ma non lavorano..

 

Arlecchino: – Pulcinella, andiamo in cucina.. sento un buon odorino!

Pulcinella:-.. sì Arlecchino, anche io lo sento!

A: – Lo sai cosa vuol dire?

P: – .. ah sí, certo! .. che possiamo mangiare!

A: – Ma no! .. che c’è Pantalone in casa, perciò dobbiamo essere furbi !

P: – Va bene, che idee hai?

A: – Tu ti travestirai come Colombina, così Pantalone non ti riconoscerà!

P: – Ma perchè io?  

A : – Ma dai.. tu assomigli di più ad una femmina… come anche il tuo nome!

P: –  Ma io non sono una femmina, sono un maschio!

A: – Ehi, io sono il tuo capo, amico!  Segui i miei ordini !

P: – E va bene!

 

Scena 2

 

I 2 amici sono in cucina.

Pulcinella: – Uff, questo vestito è troppo stretto..che fatica essere Colombina! Allora, devo cercare le frittelle…dove può averle messe Colombina?

Ma arriva Pantalone…

Pantalone: – Ohilá, Colombina! Come sei  bella stamattina…mi hai preparato la colazione?

Pulcinella: – Ehm..sí, sior Pantalone! Gliela porto subito…intanto vada pure ad accomodarsi in sala…

Pantalone : –  Benissimo  Colombina, ti aspetto..sono molto affamato!

In cucina:

Arlecchino: – Pulcinella, porta queste frittelle finte a Pantalone e poi fuggiamo insieme con quelle vere …ti aspetto!!

Pulcinella: -…qualcosa mi dice che prenderemo tante legnate!!

Dopo, in sala da pranzo:

Pulcinella: – Ecco sior Pantalone le sue dolci frittelle..spero le piacciano..ci ho messo tutta la mattina a prepararle …ora però devo scapp…ehm, tornare in cucina a riordinare..  

…e corre via con Arlecchino e le frittelle vere…

Arlecchino e Pulcinella : – Scappiamooooo!

 

Pantalone, dopo aver addentato una frittella finta urla: – Colombinaaaaaa, vieni subito quiiiiiiiiiiiiii….queste frittelle sono orribiliiiiiiiii…Colombinaaaaaaaa…….

 

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“ Il polletto arrosto” (testo di Bea e Greta S.)

 

Arlecchino: Beatrice

Pulcinella: Greta S. 

Pantalone: Yousef

Colombina: Martina

 

 Arlecchino:- Pulcinella, dove sei? Ti devo dire una cosa!

 Pulcinella: – Sì, arrivo, Arlecchino! Un secondo!

 Arlecchino: – Io ho una fame… Andiamo a chiedere un po’ di polletto arrosto a 

                      Colombina? È proprio l’ora di pranzo!

 Pulcinella: – Va bene, andiamo! 

I 2 entrano in cucina, ma incontrano Pantalone..

Pantalone: – Ehi, voi due.. dove state andando? .. cosa state facendo?

Pulcinella : – Stavamo andando a ripulire la cucina…

Arlecchino: – …pulire la cucina…come richiesto da Colombina, sior Pantalone!

.. ma Colombina è nascosta dietro la porta e sente tutto,  così esce..

Colombina: – No, sior Pantalone, non li ho neanche chiamati! 

Pantalone: – Bene! Allora bastonate per tutti! 

Colombina: – Ma sior Pantalone.. io non ho fatto niente! 

Arlecchino: – Ma sior Pantalone, Colombina è troppo impegnata a cucinare e si è dimenticata di averci chiamati…Vede? Stiamo spostando i mobili, per pulire il pavimento…

Pulcinella intanto sposta una sedia..

Pantalone: – ..e va bene, per questa volta vi credo! Ma la prossima volta che vi vedo in giro senza fare nulla… sono bastonate per tutti! 

Arlecchino e Pulcinella insieme: -..sì sior Pantalone.. andiamo subito a pulire anche la sala!!

..e corrono via.. Poi Arlecchino si nasconde dietro una porta, insieme a Pulcinella..

Arlecchino: …ce l’abbiamo fatta anche stavolta! L’abbiamo scampata!

Pulcinella: -..meno male!

Arlecchino: – ..ma io ho una fame da lupi! Dobbiamo aspettare tempi migliori.. Pulcinella: -..e anche io ho una fame… a fare tutti questi sforzi: a correre, a spostare le sedie …sai che fatica?

Arlecchino: – ..dobbiamo aspettare che Pantalone esca di casa e poi andremo a mangiarci il polletto arrosto…

Passano le ore e Pantalone non esce di casa..

Arlecchino: – Caro Pulcinella, quell’infame non esce di casa..avrà mangiato tutto il polletto e ora, con la pancia piena, si sarà pure addormentato…

Pulcinella: – Non mi dire queste cattiverie, Arlecchino…vuoi che muoia di dolore?

Arriva Colombina, con un piattino pieno di ossi di pollo..

Colombina: – Ecco, furfanti! Questo è il vostro pasto quotidiano..e dovreste pure ringraziarmi..visto che per colpa vostra ormai non venivo bastonata anche io…

…io che sgobbo dalla mattina alla sera..,

 

I 2 guardano gli ossi e si mettono a piangere dalla disperazione..

 

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“ Scappiamoooo!” (testo creato da tutti e 3)

 

Pulcinella: Francesco A.

Dottor Balanzone: Nicholas S.

Arlecchino: Marco 

 

Pulcinella: – Ho troppa fame, andiamo via di casa Arlecchino!

Arlecchino: – Bella idea..aspettami, Pulcinella!

Pulcinella: – Ehi, guarda! .. c’è un ristorante! .. andiamo lì!

Arlecchino:-.. sì!

 

..ma lungo la strada incontrano il dottor Balanzone..

 

Balanzone: -.. ehi, voi! .. cosa fate qui?.. non dovreste essere a casa di Pantalone a lavorare?

Arlecchino: -..corri!

Pulcinella: -..corriamo!

Balanzone: -..vigliacchi, venite subito qui!

 

I 2 si nascondono tra la folla, poi entrano in un ristorante..

 

Arlecchino: – Ohh, l’abbiamo seminato! Ma adesso che siamo nel ristorante dobbiamo trovare delle frappe, dei pasticcini e se riusciamo anche dei soldi!

Pulcinella: -..va bene ! Io penso al cibo e tu ai soldi!

Arlecchino: – Va bene..

 

..ma Balanzone entra nel ristorante..

 

Balanzone: -Ehi, voi! Vi ho visti ! ..cosa fate qui? .. scostumati, venite subito qui! Pulcinella: – Aiutooo, fuga… scappiamo!

Arlecchino: -Oh, no! Il nostro piano è andato all’aria!

Pulcinella: – Ma hai preso i soldi, Arlecchino?

Arlecchino: – Sí, ma nella cassa del ristorante ho trovato solo 5€! ..e tu Pulcinella?

Pulcinella: – No, io i dolci non sono riuscito a prenderli …

Arlecchino: – Non importa …abbiamo qualche moneta…

 

..ma arriva Balanzone..

 

Balanzone: ..Ehi, ladruncoli da strapazzo..vi ho visti..se non mi date i soldi lo dico a 

                   Pantalone…

 

Arlecchino e Pulcinella: – Scappiamooooo!

 

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“Stiamo lavorando!” (testo di Luigi e Arkane)

 

Arlecchino: Arkane 

Pantalone: Luigi

Pulcinella: Desmond

 

Pantalone: – Arlecchino… Pulcinella… dove siete? Vi siete nascosti o state lavorando?

Arlecchino: -..ma signor Pantalone! Che dice mai! .. stiamo lavorando, scherza? Pulcinella: – Sí, stiamo lavorando duramente e stiamo facendo una fatica!

Pantalone: -E dove siete a far tanta fatica?

Arlecchino: – ..stiamo pulendo il salone!

Pulcinella: – ..cioè …stiamo spolverando., con lo spazzone..no, con la scopa..no..con qualcosa!

Pantalone: – Ah, Sí? ..bene, adesso vengo a vedere!

Arlecchino: -..ehm, no no no no no!… ho già messo via la scopa, cioè lo spazzone..insomma.. ho già finito!

Pulcinella – …no no, cosa dici Arlecchino! Noi non abbiamo finito.., stiamo ancora lavorando…

Pantalone:- .. e cosa state facendo?

Pulcinella: -.. stiamo giocan…ehm, no no no.., volevo dire ci stiamo 

                  nasconden…ehm..stiamo lavorando…Sí, stiamo spostando dei mobili in 

                  soggiorno!

Pantalone: – Ah, Sí? Si dà il caso che io sia in soggiorno e non vi vedo! Qua mi sa che qualcuno dica delle bugie! Ora vengo subito a bastonarvi!

Arlecchino e Pulcinella: – Aiutoooooo! 

 

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“Chi è più furbo?” (testo creato da Gioia e Gilda)

 

Pulcinella: Gilda 

Pantalone: Gioia 

 

Pantalone: -Pulcinella, Pulcinella!

Pulcinella: – Sí,sior Pantalone?

Pantalone: – Portami subito da mangiare!

Pulcinella: – Certo, sior Pantalone!

Pantalone: – Anzi, no! Prima portami una coperta e un cuscino!

Pulcinella: – Coperta? Cuscino? … ma sior Pantalone.. dove le trovo queste cose? Pantalone: -..come è possibile che non ricordi dove siano queste cose?

Pulcinella: – Ma, sior Pantalone.. io proprio non me lo ricordo!

Pantalone: – ..ma sei proprio un deficiente! Adesso vieni qua, che te lo spiego io!

Pulcinella: – ehm, no no, sior Pantalone! Vado subito!

 

Pulcinella: – Ma che furbo che sono! Quello mi voleva bastonare! Ora si merita uno scherzetto!

 

Pulcinella: – Ecco sior Pantalone: qui ci sono coperta e cuscino (e gli dà un asciugamano e una federa vuota).

Pantalone: – Come hai osato farmi questo scherzo? Ora ti meriti delle bastonate!

Pulcinella: – Ma no, sior Pantalone! Si ricorda? Le devo portare il pranzo! Volooo!

 

Pulcinella: – Ecco il suo pollo!

Pantalone: – Ma il piatto è vuoto!

Pulcinella: – Sarà volato via! 

Pantalone: – Non dire scemenze! Come fa un pollo cotto a volare via??? Vieni qui e fammi vedere cosa hai in bocca…

Pulcinella: – ehm..no, sior Pantalone! Il dovere mi chiama! Devo correre al 

                   lavorooooo! 

 

E scappa via, con Pantalone che lo insegue per bastonarlo….

 

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“Siamo proprio birichini!” (testo creato da tutti e 3)

 

Arlecchino: Andra

Pulcinella: Isabella

Pantalone: Stella

 

Pantalone: – Arlecchino, Pulcinella! Venite qui! .. per caso siete stati voi a rompermi 

                   questo vaso?

Arlecchino: – Ehm, no sior Pantalone! .. noi non abbiamo rotto niente !

Pulcinella: – eh, già! …no no no.. noi non abbiamo rotto niente! Perché noi lavoriamo 

                   sempre!

 Pantalone: – Ah,sí? Voi lavorate? .. e cosa stavate facendo?

Arlecchino: -Mmmmm….stavamo… stavamo… stavamo lavorando!

Pulcinella: -… sì sì sior Pantalone… stavamo lavorando..prima che il vaso…cadesse!  Pantalone: – Cosa hai detto?

Arlecchino:- Ma nulla, sior Pantalone..diceva prima che il CASO volesse..che lei ci     

                    chiamasse! 

Pantalone: – Ah…vabbè ..è ora di pranzo..e ho proprio fame…

Pulcinella: – Anche io ho fame ….ho una fameeeee..

Arlecchino: – ….fame fame fame …cosa c’è da mangiare?

Pantalone: – ….c’è un gustosissimo pollo!

Arlecchino: – Nel mio piatto deve essere volato via! ..ci sono solo finocchi e cetrioli!

Pulcinella: – Eh, sì!  Anche io ho solo finocchi e cetrioli ! Meno male che il dolce l’abbiamo già mangiato!

Pantalone: – Cosa hai detto?? 

Arlecchino: – Sí, ed era ottimo!! Le frittelle più squisite che abbia mai mangiato!

E scappano via inseguiti da Pantalone che li bastona!

 

93

“Arlecchino è birichino!” (testo di Desmond)

 

Colombina: Maram 

Arlecchino: Adelaide

Pantalone: Greta D.V.

 

Colombina: – Arlecchinooooo

Arlecchino: -Síiii?..Sì, eccomi! .. cosa c’è?

Colombina: -…cosa c’è, cosa c’è e cosa c’è…hai messo la torta sulla sedia, ma io non l’ho vista e ora ho le chiappe intortate!!

Arlecchino: -Ah,ah,ah! Oh,no..povera torta! Me la sono proprio dimenticata…la volevo mangiare di nascosto, ma poi Pantalone mi ha chiamato…

Colombina: – Che cosa hai detto? Volevi mangiarti la torta di nascosto? Oh,no ..sta arrivando Pantalone!

Pantalone: – …perché non state lavorando ?

Arlecchino: – Io sí che sto lavorando ..è Colombina che non fa niente ! 

Colombina: -Che cosa?  Arlecchino adesso vedi! Sior Pantalone, sa che Arlecchino l’ha presa in giro? Ha detto che lei è un bidone!

Pantalone: – Che cosa? .. vieni qui, Arlecchino che ti devo spiegare qualcosina sui bidoni…ma con il mio adorato bastone…Fermati! Vieni quiiiii…

Arlecchino: – Fossi mattooooo.. (e corre via)

 

94

“Giustizia è fatta!” (testo di Davide)

 

Pantalone: Davide

Pulcinella: Francesco T.

Arlecchino: Edoardo

 

Pantalone: – Pulcinella! Vieni qui subito! È per caso avanzato quel polletto cucinato al forno da Colombina?

Pulcinella: – Sì sior!

Pantalone: – Bene, vammelo a prendere e portamelo qui subito!

Pulcinella: -Sí, sior, subito sior! 

Pantalone :- Ma perché sei ancora qui? Mi stai forse prendendo in giro? Guarda che ti bastono ehh?

Pulcinella: -No,no, no sior! Vado subito a prenderlo sior! Arrivo subito sior!

 

…in cucina intanto…

 

Arlecchino: – Gnam Gnam Gnam!

Pulcinella: – Ma…ma…Arlecchino! Che cosa fai qui in cucina? 

Arlecchino:- Slurp!.., beh, non vedi? Sto mangiando!

Pulcinella: – Ma proprio il polletto che voleva il sior Pantalone??

Arlecchino: – Cosa??

Pulcinella: -…dai, vabbè…ci penso io a salvarti, va’! 

 

Pulcinella torna in sala da Pantalone..

 

Pulcinella: – Ehm, sior Pantalone …il polletto non c’è più…

Pantalone: – Che cosa? …non è che l’hai mangiato tu, vero?… guarda che ti bastono ehh?

Pulcinella: – Ma no sior Pantalone…è che….

Pantalone: – È che..cosa? …cosa cosa ti stai inventando?

Pulcinella:- Veramente..è che io stanotte l’ho vista fare il sonnambulo..per caso, forse, si è alzato e se l’è mangiato proprio stanotte il polletto? Perchè io l’ho vista… l’ho vista che camminava e aveva gli occhi chiusi..

Pantalone: – Uhm…beh, forse potrebbe essere… in effetti non ho dormito tanto bene stanotte..Ma adesso che ci penso…mi ricordo benissimo l’incubo che ho fatto…

Arlecchinoooo, vieni qui!

Arlecchino arriva: – Sí, sior! Comandi, sior!

 

Pantalone, mentre si alza, gira intorno ad Arlecchino e prende il suo bastone:- Devi sapere, caro Arlecchino..che stanotte ho fatto un incubo: tu che ti strafogavi con il mio polletto al forno!! Perciò ti meriti delle belle bastonate! 

 

E lo rincorre bastonandolo.

 

Arlecchino:- Aiutoooooo…

 

Pulcinella:- Beh, in fondo, giustizia è stata fatta!! 

 

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