IL MIO PENTOLINO

Cos’è l’inclusione? Ci abbiamo riflettuto tanto in questi tre anni. Sicuramente abbiamo capito che non c’entra niente con la tolleranza e tanto meno con l’accettazione. C’è voluto un po’, ma ora abbiamo capito che le differenze non sono uno svantaggio, ma una ricchezza. Ognuno di noi ha le sue caratteristiche, le sue paure, i suoi difetti e le sue risorse, e questo ci deve unire, mai dividere. Partendo da un cortometraggio di Annabelle  Carrier, in originale “Le petit casserole d’Anatole”, ribattezzato in italiano “Il pentolino di Antonino”, abbiamo provato a dare un nome alla nostra paura di non essere accettati per quello che siamo, per i  lati del nostro carattere che temiamo possano isolarci e farci prendere in giro, e che invece sono proprio le cose che ci rendono unici e preziosi. Di seguito troverete riflessioni e disegni, realizzati subito dopo la visione del cortometraggio, in cui abbiamo espresso le nostre reazioni e messo a nudo sentimenti, ansie, paure, speranze ed emozioni. Con semplicità e sincerità.

Grazie alla professoressa Patrizia Tribastone, che in questi anni ci ha accompagnati, con pazienza, a capire a capirci.

La 3C

Essere insegnante di sostegno, per scelta, da trent’anni mi ha regalato nel tempo esperienze emotive forti, stimolanti, “colorate” che ancora oggi mi motivano nel percorso intrapreso tanti anni fa. Scoprire il mondo dei nostri ragazzi, attraverso le attività che proponiamo, costituisce sempre, per me, fonte di riflessione e di inesauribile rivelazione di mondi che spesso la frettolosa routine ci impedisce di scorgere.

È accaduto per l’ennesima volta anche quest’anno quando abbiamo proposto insieme al collega di Arte e Immagine, professore Massimo Carpinteri, l’attività già citata.

Spero che questa abbia offerto ai nostri cari alunni di 3^a C un’opportunità per conoscersi meglio, che abbia rappresentato una sorta di bussola per orientarsi nel mare del proprio Io ancora per loro così arcano e misterioso. Grazie ragazzi per averci permesso di entrare nel vostro universo più intimo!

Prof.ssa Patrizia Tribastone

Fin dall’infanzia mi porto dietro un pentolino. Ormai questo pentolino è si staccato, per fortuna, è caduto in mare e senza aria è annegato. La mia vecchia difficoltà era parlare senza balbettare: appena cominciavo a parlare o a dialogare con persone che non conoscevo bene, cominciavo a balbettare. I bambini, come gli adulti, sono cattivi, ma non tutti. Questo balbettare è dovuto ad ansia, dovuta a problemi personali. Ma ho conosciuto persone, persone vere e uniche che mi hanno aiutato. Tra queste, ce n’è una che non voglio presentare ma di cui voglio parlarvi: mi ha aiutato fin da quando sono nato. Mi ha aiutato a superare grandi e piccoli ostacoli. Ma sono felice perché quel pentolino che mi rincorreva, mi rinchiudeva, oramai non c’è più. Voglio dire solo un’ultima cosa: di essere sè stessi e fregarsene dei commenti altrui e andare avanti. Questa è la vita, è la nostra vita e noi dobbiamo viverla fino alla fine.

Il mio pentolino è una specie di bolla dove mi rinchiudo dentro, ogni singolo giorno e rifletto su tutto quello che cerco di nascondere nell’arco della giornata agli altri: insicurezze, la paura, tristezza, solitudine, vergogna, problemi, ecc… In poche parole è una gabbia dove nascondo ciò che sono per paura di non piacere agli altri e mi sfogo in tutti i modi possibili, come ad esempio, piangere, farmi del male e risulto molte volte come una persona fredda e me lo dicono tutti persino i miei genitori che dopo tutte le delusioni che hanno avuto da parte mia hanno perso la fiducia in me e ogni giorno mi dicono che non ce la posso fare e che sono troppo debole. Ed è uno dei tanti motivi per cui sono cambiata.

Il mio pentolino è… anzi era pieno di angoscia, tristezza e paura per affrontare la vita. Mi sentivo come se fossi prigioniero di qualche cattivo che mi avesse rinchiuso in una gabbia e avesse buttato la chiave; io so bene chi è quel cattivo. Dopo qualche mese mi sono sentito libero, come se quel cattivo e quella prigione fossero stati sconfitti.

Gli eroi che mi hanno salvato sono stati i miei amici.

Il mio pentolino è la paura di come possa apparire gli altri, di come mi potrebbero giudicare, infatti appena mi espongo torno subito dentro di me.
La difficoltà di parlare davanti a un grande pubblico.
La paura della morte: dopo la morte, cosa c’è? Cosa vedremo dopo la morte? Cosa faremo appena succederà? Io mi pongo queste domande a cui non è possibile una risposta; alcuni
mi dicono di non pensarci poiché ancora ho una vita davanti.
Un mio grande problema è quello di tenere dentro fin quando non scoppio; il problema è che scoppio troppe poche volte stando male, anche se non sembra.

Il mio pentolino è la mia ansia che mi ferma e mi blocca in tutto quello che faccio, che non mi fa andare avanti, come in una fossa di sabbie mobili.
Il mio pentolino è il mio fisico che odio perché ogni volta che mi guardo trovo mille difetti, ogni volta di più.
Il mio pentolino è la mia difficoltà nel parlare, che mi fa conoscere solo in un modo e non voglio essere ricordata per questa sciocchezza; può sembrare stupido e ridicolo, ma per me non lo è.

Il mio pentolino è la paura di non piacere agli altri così come sono.
La difficoltà di relazionarmi subito con gli altri; l’ansia di essere fra tante persone ed essere l’unica esclusa; la paura di rimanere sola; di non essere più la persona che ero prima per colpa di altre persone.

Alcune volte ho difficoltà a comunicare con gli altri.
Ho paura che un giorno loro si stanchino di me e mi lascino tutta sola. Quando parlo con altri, penso che loro mi giudicano per chi sono e per questo provo a cambiare il mio carattere. Mi sembra che tutti non mi diano ascolto quando parlo. Mi viene difficile a trovare amici insomma, ho solo quattro amici. Sei mesi fa ho perso un caro amico mio; mi ha lasciato senza un motivo e fino ad oggi penso che è stata colpa mia. Ogni giorno mi sveglio e giudico me stessa.

Il mio pentolino è una difficoltà: è parlare in pubblico. E’ anche un’altra difficoltà: è studiare, la difficoltà a fare i compiti per casa. Grazie a questo video mi sono reso conto che il pentolino è il cuore degli umani. Il pentolino è una paura di morte. Il pentolino, alla fine, è come se fosse una prof di sostegno che ti aiuta sempre in qualsiasi momento.

Il mio pentolino è non riuscire a parlare a persone che non conosco, ad esempio in una recita. Oppure un altro mio pentolino è quello di non riuscire ad andare al mare.

Il mio pentolino è una gabbia perché non riesco a fare molte cose ed è come se mi tenesse rinchiuso privandomi di alcune cose. Il mio pentolino è tenacia perché mi aiuta ad impegnarmi sempre di più raggiungendo molti obiettivi.

Il mio pentolino è paura perché non riesco a fare determinate cose.

Il mio pentolino è capacità, ma allo stesso tempo una gabbia, una stanza perché riesco o non riesco ad uscirne in base al mio umore o in base alla circostanza.

La mia difficoltà è di parlare quando i professori mi interrogano. La mia difficoltà è quando faccio i compiti da solo. La mia difficoltà è quando sono in classe con i miei compagni e, mentre la professoressa spiega, io mi faccio distrarre facilmente o dalle cose che ho nel banco oppure dai miei amici.

Mi sento esclusa da tutti. Sono poche le persone che mi vogliono veramente bene; mi sento esclusa soprattutto da alcune persone da cui non mi aspettavo per niente di essere esclusa dalle loro vite. Non credo di essere una persona “cattiva, maleducata”. Poi non so cosa pensano gli altri di me, ma so solamente che mi evitano per qualcosa di cui forse io non me ne rendo conto. Tutti i miei parenti mi
dicono sempre: “Tu sei più avanti e matura degli altri!”. Forse hanno ragione; sì lo ammetto sono molto più matura in confronto agli altri e, da quello che ho capito, è quello il mio pentolino. Credo che mi considerano per questo; mi vedono diversa, soprattutto l’anno scorso, ora un po’ meno. Per risolvere questo problema, non credo ci sia una soluzione perché per certo non posso abbassare la mia maturità mentale.
Credo che non mi riuscirò mai ad adeguare al modo di fare di certe persone.

Il mio pentolino è l’avere sempre ragione anche su cose non conosciute da me e anche sentirmi al centro dell’universo, che però mi fa diventare molto fiducioso in me stesso. L’unico problema è che non so convivere con questi pentolini.

La mia difficoltà è parlare, scrivere o ripetere qualcosa a qualcuno.

Il mio pentolino è pieno di felicità, ma anche di ansia; è estroverso ma sensibile; pieno di divertimento, ma abbastanza in paziente, come una stanza a volte luminosa, a volte buia da far paura; gentile, ma molto arrabbiato; mutato nel tempo in bene, ma purtroppo anche in male e, infine, il mio pentolino è pieno di amicizia.

Il mio pentolino è la paura di essere preso in giro ed essere deriso da altre persone per qualcosa che non riesco a fare, per come mi vesto, come scrivo oppure per una passione, per come sono di carattere, di aspetto…

Il mio pentolino è la rabbia, perché mi irrito molto facilmente anche per sciocchezze e riesco anche a fare arrabbiare gli altri.

È la paura, perché ho paura di perdere le
persone a me care anche per colpa mia.

È l’insicurezza.

È la tristezza che a volte non riesce a farmi andare avanti o continuare.

È l’amicizia. Io amo le persone in generale soprattutto i miei amici ma proprio i miei amici a volte possono andarsene e questo mi crea molta paura infatti non vorrei che succedesse mai, ma purtroppo accade.

È l’errore.

È il giudizio altrui che può condizionare il mio aspetto o il mio carattere, facendomi stare male.

Il mio pentolino è la paura di morire.

Il mio pentolino è essere presa in giro per qualsiasi cosa che fai o che hai o di dove sei. Per forza in questo mondo devi essere presa in giro, perché non sei come loro.
Io devo essere presa in giro perché non posso mangiare quello che mangiano loro; devono dire: “Che schifo mangi!”. Devi essere presa in giro perché sei di un altro paese “Africana di m****”. Ma anche se stanno scherzando, certi scherzi colpiscono la persona, anche se ride. Ride! Ride perché non sei il primo a dirlo, ma poi mi danno fastidio quelli che vanno dietro e si mettono a ridere.

BASTA! PER FAVORE BASTA!

Il mio pentolino è gentilezza, affetto rabbia, divertimento, buio, generosità.

Il mio pentolino è il mio fisico; gli attacchi di panico; l’ansia; le paranoie; la mia
gelosia; la paura di perdere qualcuno; la falsità; il giudizio.