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Laboratorio di fumetto .

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Artwork: La copertina è curata da Prof.ssa Paolina Notaro

  • Joined Nov 2022
  • Published Books 2

Premessa

Questo opuscolo raccoglie i lavori delle classi quinte della scuola primaria Tommaso Vitale . Il laboratorio di fumetto si è svolto nell’ambito del progetto continuità. Si ringraziano le Dirigenti scolastiche Prof.ssa Maria Rosaria Guerriero e Prof.ssa Di Ruocco Biancamaria, le maestre e soprattutto gli alunni delle classi quinte A, B, C, D, E che sono il primo motore di questo straordinario progetto.

Con gratitudine

Prof.ssa Paolina Notaro

 

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Fasi del progetto

Le attività si sono svolte in orario antimeridiano per un totale di 6 ore.

Agli alunni è stato presentato il testo di una breve fiaba, dopo la lettura sono stati individuati gli elementi salienti che hanno contribuito al passaggio dalla favola al fumetto.

Le classi V A, VB e V C hanno lavorato sulla favola “IL PICCOLO PRESEPE“, mentre la VD sul testo “L’albero di Natale“, mentre la V E su ” La vera storia della befana“.

 

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Dopo aver estrapolato i contenuti, gli alunni hanno provveduto a colorare le vignette ed a trasformarlo in fumetto attraverso l’uso di un’applicazione open source.

L’attività, dunque , ha dato agli alunni l’opportunità di mettere in gioco le competenze nella lingua madre e quelle digitali.

I dispositivi sono stati messi a disposizione dalla Dirigente scolastica della Merliano Tansillo, Prof.ssa Maria Rosaria Guerriero.

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Il piccolo presepe

Si avvicina il Natale, Arianna e Sabele, due piccoli fratelli, decidono assieme di costruire un piccolo presepe .

Sabele si affretta a realizzare il cielo ed è tutto un grande luccichio di stelle, Arianna invece comincia a posizionare le statuine sopra il piano, poi entrambi sistemano la capanna con al suo interno la Madonna, San Giuseppe e Gesù Bambino.

Di seguito Arianna sistema le luci ed infine posa sopra la capanna  una sfavillante stella cometa.

“E’ proprio un bel presepe – commenta Sabele rivolgendosi alla sorella –  però sembra mancare ancora qualcosa, ma cosa? chiede all’altro.”

 

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Arianna dà un’occhiata e poi esclama: “Abbiamo dimenticato il bue e l’asinello, sono fondamentali per il presepe, hanno il compito  di scaldare Gesù Bambino!” afferma in modo deciso la sorella.

Così i due bambini posizionano all’interno della capanna  il bue e l’asinello, dopodiché Arianna afferma: “E’ davvero molto bello, – poi suggerisce a Sabele – metti pure in funzione la ruota del mulino, l’acqua si spanderà presto nel vicino laghetto e donerà al tutto una lieve e dolce atmosfera.”

Una volta terminato il presepe i due bambini lo osservano soddisfatti.

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Ogni statuina sembra svolgere il proprio compito, c’è chi si reca a prendere l’acqua alla fontana, chi porta pascolare le pecore, chi offre cesti di frutta e poi ci sono i Re magi, che con i loro cammelli vengono giù dalla montagna, portando in  regalo oro, incenso e mirra , donando  al tutto un po’ di magia, quella magia che solo il Natale sa offrire e fa si che nei cuori della gente si infonda l’armonia e la pace e soprattutto tanto Amore!

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L’albero di Natale

In una verde e grande foresta al nord dell’Europa,  vi era una grande distesa di alberi di abeti , alti e maestosi , tranne uno che se ne stava un po’ ricurvo su se stesso, tutti gli alberi  attorno lo schernivamo perché  non era il massimo della bellezza.

Un giorno un vecchio boscaiolo  assieme al figlio, un giovinetto di nome  Giò,  si misero in cammino alla ricerca  di un albero per adornare  la loro casa per la festa di Natale. Ne passarono in rassegna  alcuni dopodiché il boscaiolo  chiese al figlio:

“Che ne dici  di questo?-  indicandogli un bell’esemplare di abete- Il ragazzino stava per dare una risposta  quando all’improvviso una folata di vento  lo spinse con forza verso un vicino burrone, prontamente però la sua caduta venne  

 

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frenata proprio dall’albero ricurvo  che essendo  posizionato  

all’estremità del precipizio, lo  sostenne con i suoi folti rami.

Giò, dopo  lo scampato pericolo , comprese che l’albero gli aveva salvato la vita, così si rivolse al padre dicendo:

“Padre  questo mi sembra l’albero giusto!”

” Ma come ! – Esclamò il boscaiolo – è tutto curvo su se stesso , non farebbe certo una bella figura nella nostra casa. ”

“Una volta sistemato nella stanza, lo adorneremo di tutto punto-  aggiunse deciso il figlio -così non si noterà  più  la sua imperfezione ”

L’albero ricurvo ascoltava  ciò che diceva  ragazzo , si chiedeva come mai  lo avesse scelto tra tanti.  Giò  pregò tanto  il padre che alla fine egli accettò.

Così estrassero l’abete  dal terreno , lo sistemarono su un piccolo mezzo di trasporto,  dopodiché si avviarono verso casa.

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Una volta giunti, collocarono l’albero in un grosso vaso , l’abete felice ce la metteva  proprio tutta  per mostrarsi  dritto, ma dopo un po’ stanco dalla fatica, si curvava nuovamente su se stesso.  Giò  per nulla scoraggiato  seguitò ad addobbarlo, una volta terminata la decorazione, soddisfatto se ne andò a letto.

Accadde che, durante la notte avvenne  qualcosa di straordinario,  un fascio di  luce fece capolino  nella stanza,  si diresse verso  l’albero, dopodiché lasciò cadere su di esso  una polvere scintillante  per poi dissolversi silenziosa nella notte.

Il mattino seguente  Giò, si recò  nella sala dove era  stato sistemato  l’abete, incredulo  scorse  che l’albero era perfettamente  dritto.

“Ma come è potuto accadere?” si domandò stupefatto

Ad un tratto una voce esclamò:

 

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“Sei tu Giò  che hai potuto fare  tutto ciò , dandomi  la possibilità   di partecipare  a questa  splendida festa, hai 

trasferito in me  lo Spirito Natalizio, per questo te ne sarò per sempre grato!”

” Ma chi parla ? ” chiese  meravigliato il ragazzo

” Sono lo Spirito dell’albero, nel  tuo cuore alberga la bontà , non ti soffermi  a guardare l’ apparenza , sei buono e generoso.  Dopodiché gli chiese di avvicinarsi ai piedi dell’albero  e di ritirare  un piccolo regalo.

Egli prontamente lo aprì, al suo interno  vi era una splendida stella luccicante, la posizionò in cima all’albero, ora l’abete era completo , era al massimo della sua bellezza.

 

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Venne Natale,  la neve scendeva  leggera,  Giò e la sua famiglia festeggiavano  felici  il giorno più bello dell’anno, nella grande sala,  l’albero di natale orgogliosamente dritto, splendeva con le sue luci colorate, infondendo nel cuore una dolce e incantevole atmosfera Natalizia.

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La vera storia della befana

C’era una volta una casetta che sorgeva un po’ discosta dal villaggio.

Era una casetta piccola e un po’ malconcia, e ci viveva una vecchina che usciva ogni mattina per fare legna nel bosco.

Poi tornava a casa e si sedeva accanto al focolare insieme al suo gattino. Raramente vedeva delle altre persone: nel villaggio aveva la fama di essere una strana vecchina, un po’ maga, e nessuno si spingeva fino a quella casetta isolata, soprattutto in inverno, quando venti gelidi colpivano a raffica la regione.

Una sera, una fredda sera di gennaio, la vecchina (che si chiamava Befana) sentì all’improvviso bussare alla sua porta.

Naturalmente si spaventò: chi poteva essere a quell’ora e con quel tempo?

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All’inizio non voleva aprire, ma poi la curiosità la vinse. E, quando aprì… oh, meraviglia! Davanti a lei c’erano tre orientali riccamente vestiti, che erano scesi dai loro cammelli per chiederle la strada per Betlemme. La vecchina era stupefatta: perché mai volevano andare a Betlemme? I tre viandanti – sì, proprio loro, i Re Magi! – le raccontarono allora che stavano andando a portare i loro doni al Bambino Gesù e la invitarono ad unirsi a loro.

La Befana ci pensò un po’ su, ma… chi se la sentiva di partire con un freddo simile? Così li lasciò andare, dopo aver dato loro le indicazioni che chiedevano.

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Poi però si pentì. Aveva commesso un grande errore! Presto, doveva raggiungerli! Così uscì a cavallo della sua scopa (sì, la Befana un po’ maga lo era davvero!) per cercarli e andare con loro a rendere omaggio a Gesù, ma non riuscì più a trovarli. Perciò ebbe un’idea: si fermò in tutte le case, lasciando un dono a ogni bambino, nella speranza che uno di loro fosse Gesù.

E da allora ha continuato, anno dopo anno, a portare i suoi doni a tutti i bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

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